martedì 16 dicembre 2008

a vida é pra valer! *

Eccomi qua prima del previsto.
Quando ho scritto l'ultimo post, ero ancora sotto shock, pensavo sul serio che il tempo si sarebbe fermato di nuovo come quell'altra volta e invece indovinate un po'? Va! Va che e' una meraviglia, e' incredibile. Il tempo scorre, la vita continua, sono ancora qui e mi sento bene, e' pazzesco. E' come se mi si fosse smosso qualcosa dentro. Avete presente quando vi dicono che a volte le cose piu' negative che ci capitano, a distanza di tempo si rivelano le migliori? Ecco, per fortuna nessuno ha avuto l'ardire di dirmi una stupidaggine simile, l'avrei picchiato, ma a un certo punto e' venuto in mente a me. E' dura non posso negarlo. E' dura non sentirsi al 100% ed e' dura l'incertezza piu' che altro, ma forse vedermi in una specie di vicolo cieco mi ha fatto bene, mi ha messo a disposizione una qualche energia che non sapevo di avere.
Quando ti senti veramente impotente di fronte a un avvenimento della tua vita, fai di tutto per riprendere il controllo. La bilancia deve per forza pendere dalla tua parte e poi che il destino faccia i suoi astrusi giochetti. Non dovrei dirlo perche' sono scaramantica e poi magari ci rimetto le penne, ma e' cosi' che mi sono sentita in questi giorni, non male.
La vita puo' anche essere una faccenda piacevole, c'e' stato un momento in cui stavo per dimenticarlo. Si puo' scegliere non di essere felici purtroppo, a questo non ci ho mai creduto, ma almeno di stare bene, di viversi tutto, malgrado tutto o quasi. E io sto cercando di farlo adesso. Dopo la sorpresa e il dolore, ho ragionato attentamente e ho preso delle decisioni serie. Voglio tirare fuori da questa situazione incerta e angosciosa il meglio e sono concentratissima per raggiungere questo risultato, per quanto mi e' concesso almeno. E per ora sta funzionando in fondo, lo vedo dentro me e anche riflesso negli altri. Ero approdata a un tale pessimismo che non pensavo piu' di poter contribuire tanto al mio benessere solo con una migliore disposizione mentale. Qui (magari non proprio qui qui...) si va avanti. Sono un piccolo carroarmato pacifico, e avanzo. La mia parte la voglio fare.
E fanculo l'operazione.


*Da una delle mie canzoni preferite in assoluto, che questa volta mi ha proprio rimesso al mondo

** GRAZIE

venerdì 12 dicembre 2008

quando il gioco si fa duro

L'altro giorno ho ricevuto una chiamata al lavoro. Era lo studio del medico che diceva che dovevo andare li' a fare un certo esame due ore dopo. Dico mi spiace ma non posso, sono al lavoro. Dice ma dovrebbe venire. Dico senta io sono al lavoro e e' un po' un casino, se devo proprio proprio proprio arrivo altrimenti... Dice, bene allora ci vediamo piu' tardi. Panico. Vado li' mi fanno l'esame, mi tranquillizzano un minimo e decido che il giorno dopo quando avrei visto il dottore cascasse il mondo, avrei fatto un bel complein, il reclamo, che' non sono tanto il tipo che si lamenta, pero' non mi potete chiamare al lavoro e farmi venire un infarto per niente, o no?
Ecco, il punto e' che quel reclamo non l'ho piu' fatto. Il medico ha detto che c'e' qualcosa che non funziona e che dovrei essere operata il piu' presto possibile. Dico mi spiace ma non posso, i miei vengono a trovarmi qui per la prima volta dopo un anno che non li vedo, dobbiamo andare a Santa Fe, dobbiamo fare un milione di cose, ho anche la casa piena di lucine, facciamo un'altra volta, non si offenda, eh. Allora chiamo a casa e la reazione di mia madre e' stata qualcosa tipo ma ti sei bevuta il cervello? Prima si fa meglio e' e che fortuna, che arriviamo proprio adesso. Gia', proprio una grande fortuna. E io che volevo fargli vedere come stiamo bene qui e com'e' bello. Mai fare piani, tanto non serve a nulla.
Cosi'. Mi opereranno il 23 dicembre, puo' darsi che passero' il Natale in ospedale, spero di no. Non e' che abbia paura del dolore, e' che non mi piace il fatto che mi vengano fatte delle ipotesi. Potrebbe andare in tre modi, vedranno al momento. E' questo che mi fa paura piu' di tutto, non sapere, non avere un appiglio logico vero per pensare che non e' niente di grave.
Il problema e' che non riesco tanto a pensare ad altro in questi giorni e scrivere in stato di crisi, non mi piace, lo trovo terribilmente noioso. Se ti lamenti sei parte del problema e non della soluzione! e cosi' puo' darsi che questa pagina venga abbandonata a se stessa per un po'. Non lo so, magari no, magari mi tranquillizzo e uso questo spazio proprio per pensare ad altro. Ma credo che mi mettero' a dipingere, mi aiuta piu' che scrivere quando sono agitata. Poi a Nonsisamai voglio un sacco di bene, ma non e' che un blog sia nella buona e nella cattiva sorte, giusto? Ci si puo' anche staccare un attimo che non succede niente.
Questo e' quanto. Non e' un granche' come situazione, ma non e' nemmeno la fine del mondo. In fondo sono stata anche fortunata, se non fosse stato per quel mal di schiena di un po' di tempo fa non avrei mai scoperto questa cosa in tempo.
Per di piu' circa un'ora fa ho deciso che faro' di tutto per stare calma e vivermi questa cosa senza fare troppe scene. A occhio e croce mi sembra ci voglia molto piu' coraggio a stare calmi che a fare le scene e a me le scene vengono da dio, quindi non so se ce la faro', ma ci voglio provare, soprattutto per non rendere un inferno la vita a chi mi sta intorno.
Tutto qui per ora. Se vi va di pensarmi vi ringrazio, credo molto nella forza del pensiero positivo, sul serio. A presto.

martedì 9 dicembre 2008

parole, parole

Pensavo oggi che uso tutti i giorni parole che:

1- A volte non ho idea di come si scrivano
2- A volte non ho nemmeno idea di come si pronucino (ma le pronuncio lo stesso)
3- Spesso penso di saperne il significato e invece scopro poi magari di non aver capito un tubo

Che' ci vogliamo fare? Adesso e' cosi'. Eppure le parole sono sempre state importanti per me, in tutti i sensi. E questo poi e' il motivo fondamentale per cui tengo tanto a parlare e scrivere in italiano appena posso. Anche se avere piu' lingue a disposizione vuol dire senza dubbio, anche avere piu' idee a disposizione, per non parlare della confusione.

Mi viene in mente una mia vecchia amica che mi confido' che dopo anni di fidanzamento con un tedesco, perse la testa per un italiano solo perche' ogni tanto infilava parole ad effetto tipo "trascendentale" o "allegorico".

lunedì 8 dicembre 2008

come sono arrivata qui

Facciamo un passo indietro.
A un certo punto Mr. Johnson e io vivevamo in Italia. I nostri lavori ci piacevano, ma la vita era dura, bisogna ammetterlo. Poi quando ci siamo messi a cercare casa a Milano, siamo stati davvero colti dallo sconforto. Lui aveva sempre detto che qui sarebbe stato tutto piu' semplice, ma non mi ha mai chiesto di trasferirmi. Non mi ha mai fatto nessun tipo di pressione, mi conosce troppo bene e sa che se non ho il tempo di decidere da sola e' un disastro. Per anni, infatti, il discorso e' stato fuori questione. L'idea di un cambiamento di quel tipo, in quel momento, mi faceva venire letteralmente le vertigini. Poi a un certo punto, mi sono resa conto che era giusto provare, che era un'esperienza che volevo fortemente fare e che avrei rimpianto. Fra la decisione di partire e la partenza ci sono stati alcuni mesi di mezzo. Mesi in cui abbiamo avuto il tempo di prepararci bene e soprattutto salutare. Certe volte, magari dopo una bella serata fra amici, non riuscivo a dormire pensando di dover presto lasciare tutti e cosi' per tranquillizzarmi gli chiedevo di descrivermi come sarebbe stata la nostra vita qui e lui lo faceva finche' non mi addormentavo. Mi raccontava di una casa con un bel giardino, del nostro cane e di una citta' dove il cielo sembra ancora piu' grande e c'e' quasi sempre il sole. Ecco, qualche mese fa abbiamo avuto un grande dolore, la prova piu' grande che ci e' toccato affrontare insieme, ma la nostra vita e' cosi'. E' proprio come la volevamo, e' quasi difficile da credere quanto tutto assomigli a come lo avevamo immaginato. Lo so che e' stupido e senza senso, e non c'entra nemmeno tanto con il Natale in se', (magari giusto un po' con la cosa che ho per tutto quello che brilla), ma l'ho realizzato di nuovo ieri proprio quando abbiamo acceso le lucine e tutto quello che abbiamo costruito mi si e' presentato nella sua meraviglia. E' facile dimenticare le cose piu' importanti, lasciarle scivolare sotto un dispiacere e smettere di apprezzarle per quello che valgono e soprattutto per la fatica che ci sono costate.

sabato 6 dicembre 2008

i problemi normali

Nella mia classe quest'anno c'e' una bambina che morde. La cosa mi preoccupa perche' non si tratta di un incidente isolato, ma mi sembra che stia peggiorando di giorno in giorno. Ieri ha provato a mordere la testa di un compagno, la gamba di un altro e oggi il braccio di un'altra bambina ancora. In tutti i casi grazie al cielo, complice un paio di jeans o una giacca imbottita ho fatto in tempo a bloccarla, ma non mi sembra sia un problema da sottovalutare. Ms. Whorton o Guorton come la chiamano spesso i bambini, invece minimizza. Con il suo perfetto aplomb inglese dice che e' una cosa perfettamente normale per moltissimi bambini. E se lo dice lei che se ne intende, ci credo. Ma caspita, si tratta di un morso, puo' fare male davvero, puo' lasciare una cicatrice in faccia o non so cosa. Alle mie obiezioni ho ottenuto una sola risposta ripetuta piu' volte: e' una cosa normale, si cerca di arginarla, non e' la fine del mondo, e' inutile preoccuparsi. La frase che mi ha urtato, e' stata precisamente oh darling, e' un problema normale. Problema- normale, sono queste le due parole che mi indispettiscono. Ma cosa accidenti cambia anche se e' una cosa normale? Le guerre sono tutto sommato un problema normale e anche le malattie e la fame nel mondo, ma questo non significa che si debba stare seduti a aspettare che si risolvano da soli. Ho insistito tanto con lei perche' davvero non capisco. Che razza di approccio e'? Il problema resta ed e' di quelli gravi secondo me.
Il fatto e' che questa cosa dei problemi normali mi sta sulle scatole e la sento spesso, non e' solo Ms. Whorton che parla cosi'. Mettiamo me per esempio. A quanto pare ho oppure ho avuto uno di questi presunti, diciamo cosi', problemi normali, o almeno e' quello che tutti continuano a ripetermi, ma che cosa vuol dire? Che senso ha dire cosi'? Cio' che e' normale per una persona non lo e' per un'altra. E poi non cambia nulla, ve lo assicuro.
Il fatto che un problema sia normale, non lo rende piu' piccolo o meno dannoso, questa e' l'unica cosa che so.

mercoledì 3 dicembre 2008

dell'alberello

Il giorno dopo Thanksgiving, secondo la tradizione americana, bisogna preparare l'albero di Natale (che si disfa il 26 mi pare). Noi siamo un po' in ritardo, pero' quest'anno ci stiamo impegnando visto che sara' il nostro primo Natale nella nostra casetta e per di piu' avremo degli ospiti speciali. Abbiamo messo delle lucine bianche sulla grondaia, che di sera illuminano anche un pochino dentro, mi piacciono.
Il nostro primo albero di Natale e' stato un'improbabile piantina di rosmarino a forma di triangolo, ma in due anni abbiamo fatto grandi passi avanti e ora abbiamo un vero albero, cioe' vero finto che poi se no muore. Ci e' stato generosamente regalato ed e' grandissimo. Abbiamo dovuto spostare un po' di mobili per farlo entrare in salotto. Alcuni alberi di Natale hanno un loro stile o un colore predominante, il nostro proprio no. Ci potete trovare sopra qualunque cosa, tanto alla fine l'albero di Natale e' sempre kitsch per definizione e allora tanto vale.
Lui da piccolo metteva la testa sul pavimento e guardava le lucine dal basso fra i rami, io invece socchiudevo gli occhi per vedere i raggetti lunghi. Ogni tanto ci incantiamo a guardarlo, forse perche' e' nuovo e luccica. Per la verita' e' ancora un po' vuotino il nostro alberello, ma la parte piu' bella e' andare in giro a cercare le decorazioni. Mi mette di buon umore il nostro alberello, forse perche' mi piacciono le cose vuote, cioe' le cose da riempire, da iniziare.

martedì 2 dicembre 2008

la nonna del far west

Il giorno del Ringraziamento abbiamo ricevuto una chiamata inaspettata dalla nonna del far west. Lei non chiama mai perche' odia il telefono, ma le serviva un piccolo favore. Se il giorno dopo

[il giorno dopo Thanksgiving c'e' il famoso Black Friday con la gente che fa la fila davanti ai negozi alle cinque del mattino perche' ci sono degli sconti speciali]

potevamo andare a comprarle un fucile. Di fucili ce ne sono parecchi in quella sua casa sperduta nel nulla, ma lei ne voleva uno nuovo per sparare a uno scoiattolo che non riesce a prendere da settimane e che a quanto pare le sta rovinando il sonno. Ha il terrore che lo scoiattolo entri in solaio, mastichi i fili dell'elettricita', causi un incendio e che muoiano tutti. Una possibilita' reale, a quanto pare, ma alquanto remota. Nel mio quartiere per esempio ci sono moltissimi scoiattoli, ma non ho mai sentito di nessun incendio.
Mr. Johnson ha provato a rifiutare, bisogna dargliene atto, ma come si puo'? La nonna ti chiede un favore e tu non glielo fai?
Cosi' siamo andati a comprare questo fucile, ma all'ultimo momento lei si e' ricordata che forse non le serviva piu'. Da una parte e' stato un peccato, avrei voluto proprio vedere come si compra un fucile al supermercato. Pero', una volta arrivati al ranch, a Mr. Johnson e' toccato assicurarsi che quello vecchio funzionasse. E li' ho realizzato una cosa: che per i nonni del far west, per altre cose estremamente gentili e affabili, e' inconcepibile che ci siano persone come me, cioe' persone che non solo non hanno mai visto un'arma, ma ne sono addirittura profondamente impressionate.
Era difficile per loro, a quanto pare realizzare che se avessi sentito degli spari senza essere stata avvertita mentre facevo la mia passeggiata da sola, mi sarebbe venuto un infarto.
Alla fine sono andata a vedere di persona. Ho scoperto come funziona un fucile e nonostante fossi preparata mi sono spaventata lo stesso quando Mr. Johnson ha sparato due colpi a vuoto. A lui piace molto sparare, ma e' contrario alla caccia e ha anche provato a convincere la nonna a lasciare in pace lo scoiattolo. Chissa' chi vincera' fra i due. La nonna e lo scoiattolo intendo.
La mentalita' e' talmente diversa per quanto riguarda le armi. Stamattina ho chiesto a una mia collega, una venticinquenne non un'altra nonna, come erano andate le vacanze e lei mi ha risposto sorridente bene, il mio ragazzo ha sparato a un cervo. Vista la mia espressione, si e' affrettata a precisare che la carne sarebbe andata in beneficienza ai bambini poveri. Non mi ha convinto nemmeno un po'.
Questo e' tutto, o quasi. Nella foto c'e' la porta d'ingresso della fattoria.
Don't mess with Texas.
Uomo avvisato.

lunedì 1 dicembre 2008

fatemici pensare un attimo magari, va'

Come vi accennavo, e' successo che mi sono svegliata la mattina di Thanksgiving e per prima cosa appena ho aperto gli occhi, ho pensato che non mi sentivo per niente riconoscente. Che' poi e' piu' o meno come non sentirsi per niente buoni a Natale, un po' spiazzante per alcuni, ma capita. Proprio strano pero'. In un periodo che sembra non finire mai, uno di quelli che sarebbero direttamente da prendere e archiviare e non pensarci piu' che tanto e' inutile, la mattina dopo una cena di drammi e rivelazioni ed equivoci e danni di quelli che non ti basta nemmeno un tubetto intero di superattak per rimettere insieme tutti i pezzi, il giorno del Ringraziamento non ho avuto nemmeno un po' di voglia di ringraziare. Qualcosa non deve avere funzionato stavolta.
Ma come Ema, non sei felice?
Comunque, mi ha fatto bene staccare, anche da internet, e andarmene un po' via.
Sono stati dei giorni inaspettatamente leggeri e divertenti, pieni di persone belle e pazze, di quelle che ti aprono la testa e il cuore.
Quante cose. Vi raccontero' magari qualcosa piu' avanti.
Buona settimana per ora.

giovedì 27 novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

carfagna - palin

Io non so davvero perche' -saro' un po' masochista?- pero' ho deciso oggi, nel mio primo giorno di vacanza, di scrivere un post sul ministro Carfagna e sul goverenatore Palin.
E' che l'altro giorno, mi sono imbattuta nell'intervista di Daria Bignardi a Mara Carfagna. L'intervista era lunghissima e snervante, ma ho pensato che non fosse giusto giudicare una persona, soprattutto una donna di potere, senza averla mai sentita esprimersi e cosi' l'ho guardata tutta per farmi un'idea. E' da un po' che non seguo molto la politica italiana, trovo anche quella piuttosto snervante, pero' sono sempre curiosa. Innanzitutto mi ha stupito come non sia mai saltato fuori un riferimento alla Palin. A me sembra tremedamente evidente che la Carfagna sia una sorta di Palin nostrana [ma se lei si sente come Obama, insomma sara' anche giusto lasciarglielo credere]. Certo, e' piu' giovane, ha ancora meno esperienza, ma e' stata nominata ministro, mica vicepresidente. E poi anche le domande che le venivano rivolte, mi hanno ricordato molto il tenore di quelle che vengono fatte a Sarah Palin.
Quando veniva fatto notare alla Palin, soprattutto durante la campagna elettorale, la brevita' del proprio curriculum vitae, la stessa aveva principalmente un argomento: certo e' cosi', infatti io non voglio essere come quei dinosauri di Whashington, io rappresento la gente comune, le casalinghe della provincia americana, che non hanno mai avuto voce e bla bla bla. Si puo' essere d'accordo o meno, ma ha una sua logica in qualche modo.
La Carfagna invece, si irritava e sostanzialmente non rispondeva. Non aveva argomenti. La mia sensazione e' che il messagio fosse: non importa come sono arrivata qui, oramai ci sono e sto lavorando tantissimo per dimostrare di essere all'altezza. Il che', scusate, ma non ha molto senso: a noi importa eccome, altrimenti non le sarebbe stato chiesto. Questa persona, e' finita con pochissima esperienza ad occupare un ministero e non si preoccupa nemmeno di prepararsi una risposta adeguata a una domanda che logicamente le sarebbe stata fatta. Ad altri attacchi ha risposto magari, ma non con un argomento di solito, bensi' attaccando a sua volta. Per quanto riguarda la preparazione politica in generale, in piu' di quaranta minuti ha citato i comunisti (mille volte), Reagan e si e' anche paragonata a Obama, ma dove vive? Li legge i giornali almeno?
Insomma, tutto questo solo per dire che fa tristezza che le donne in politica siano scelte molto spesso (ci sono eccezioni: Merkel, Clinton, Bachelet...) per le motivazioni sbagliate.

Piuttosto che donne cosi', sarebbe mille volte meglio avere uomini qualificati.

martedì 25 novembre 2008

sottosopra

- Dai non ti preoccupare queste cose vanno a onde...

- Allora questo cosa sarebbe, uno tsunami?

lunedì 24 novembre 2008

le ultime

Da quando Obama e' stato eletto, mi hanno scritto un sacco di amici dall'Europa che non sentivo da un secolo per...congratularsi. Lo so e' assurdo, io non l'ho nemmeno votato, pero' mi ha fatto piacere sia risentirli che il loro entusiasmo per la cosa. E poi la curiosita'. Tutti mi hanno chiesto com'e' l'atmosfera. Ecco, che dire? Una grande atmosfera per chi e' capace di assaporarla e di nutrirsene, di annusare l'aria di cambiamento. Ieri sera sono stata a un Obama party. Bisognava assolutamente festeggiare degnamente l'evento storico. E gli scettici che sono cominciati a spuntare come funghi soprattutto in Italia gia' il giorno dopo la vittoria (in genere gli stessi che si riempivano la bocca di Obama, change, yes we can, ecc.), mi fanno un po' pena sinceramente. Perche' si, puo' darsi benissimo che Obama deluda, in fondo ha il lavoro piu' infimo al mondo, ma a cosa serve tutto questo disfattismo? Il cambiamento c'e' e rimane a livello simbolico e non e' poco, anzi una boccata d'aria indispensabile.
E poi, accidenti, non potra' mica fare peggio di Bush?
Per il resto sta per cominciare la mitica settimana del tacchino (ma avete visto questo? Truce, vi avverto, ma soprattutto surreale). Vedremo come andra' quest'anno.

Un'ultima cosa personalissima. Ho scoperto che ho una lettrice in piu' e anche da diverso tempo: la mia mamma. La cosa mi ha un po' sconvolto all'inizio, ma devo ammettere che mi fa anche un po' di piacere. E' saltato fuori per caso che da mesi legge tutto, anche i commenti e mi difende a spada tratta. Siccome sono cattivissima, le ho molto caldamente chiesto di continuare a evitare di intervenire o anche solo di accennare a nonsisamai quando ci sentiamo che se no, se penso che lei legge, non riesco piu' a scrivere. Ecco, lei dice che non legge tutti i giorni, e io non ho mai fatto una cosa del genere, ma essendo questo un giorno davvero speciale per lei, se per caso si trovasse a passare di qui voglio augurarle un compleanno meraviglioso (e non vedo l'ora che passi questo mese per farti scoprire l'America!).

Buona settimana.

domenica 23 novembre 2008

ancora sullo spray al peperoncino

Piu' o meno un anno fa scrivevo della scoperta dello spray al peperoncino e di quello che implicava un po' in tutti i sensi per me.
Cosa e' successo dopo tutto questo tempo.
Allora, innanzitutto dopo un piccolo spavento, mi e' stato intimato di metterlo in borsa ogni volta che vado a camminare da sola con gli acchiappaconiglietti. E si', mi fa sentire meglio averlo con me, devo ammetterlo. Un paio di volte mi e' capitato di imbattermi in grossi cani apparentemente minacciosi. La prima volta, ho tirato lo spray fuori dalla borsa, l'ho puntato contro il cane e lui si e' immediatamente bloccato, si e' spaventato, non so perche'. Mi sono resa conto giusto un minuto dopo che lo stavo impugnando nella maniera sbagliata e non sarebbe uscito proprio nulla cosi'. Del resto non avevo mai messo in conto di usarlo e non avevo mai provato a capire come funzionava, non l'avevo mai nemmeno guardato a dire il vero. Abbastanza ridicolo. La seconda volta e' stata oggi. Un cane nero molto grosso in un secondo e' riuscito a uscire da una porta che si apriva, ha attraversato la strada e sembrava ci volesse attaccare. E' stato un momento un po' concitato perche' il suo padrone si e' agitato tantissimo e io ho pensato fosse perche' il cane era pericoloso. Cosi' il cane ci si e' avventato addosso, il tipo ha urlato al cane e io ho urlato ancora piu' forte, non so bene a chi. Ho fatto in tempo a prendere di nuovo lo spray in mano, ma mi sono immediatamente ripresa dalla paura e ho capito che il cane era solo un po' maldestro, ma non aggressivo. Insomma, non e' successo nulla nemmeno questa volta.
Pero' mi chiedo sul serio: lo userei o no questo accidente di gel al peperoncino?
Non riesco a darmi una risposta. Sembra una stupidata, ma non lo e' perche' non e' una decisione che vorrei prendere in preda al panico questa, anche se immagino che sicuramente andra' in questo modo. Stamattina ero davvero a tanto cosi' dal farlo, ma non credo avrei potuto. Non ci vedo nulla di male a difendersi, non fraintendetemi, ma io non ce la faccio proprio, o cosi' mi sembra almeno. E' piu' forte di me e poi mi hanno detto che fa malissimo, ma e' cosi' difficile prevedere le proprie reazioni in una situazione di pericolo. Mi fa sentire bene portarmelo dietro, ecco tutto. Un po' come un talismano, un placebo.
Non ha tanto senso, ma e' cosi'.

Mi viene in mente un compagno del liceo che raccotava un sacco di storie assurde che finivano quasi sempre con se c'avevo un coltello l'accoltellavo.

venerdì 21 novembre 2008

un'ultima cosa sulla crisi dei trent'anni

Ho rotto abbastanza le scatole con la crisi dei trent'anni, ben prima di compierli. Ecco, ora che e' passato qualche mese, vorrei darmi ragione. Si, proprio cosi'. Avevo davvero ragione da vendere a preoccuparmi. Sembra che il mio corpo abbia deciso di andare per la sua strada per cosi' dire e proprio a trent'anni. Ormai fa tutto per conto suo. Non ho mai avuto nulla per tutta la vita, perfino i raffreddori contati sulle dita, ma nell'ultimo anno, mi sta succedendo di tutto. Niente di gravissimo in genere, ma nemmeno stupidate.
E la mia mamma ci prova. Vedi finche' eri qui in Italia, stavi benissimo, sei andata via e guarda...ma non e' il luogo e' l'eta'! Sono i trent'anni, si invecchia facciamocene una ragione.
Cinque pomeriggi dal medico in cinque giorni sono davvero troppi. Per un'ipocondriaca poi.
E questo tipo, tale Dr. Jones, come Indiana, belloccio insipido che si crede affascinante e ti fissa con quegli occhi blu inespressivi e si', certo bere tanta acqua e' la panacea di tutti i mali, si' certo sono italiana e cosa ci fai qui a Dallas di bello? sto male, dammi qualcosa imbecille, e no, non sto avendo questa conversazione davvero, non un'altra volta, e poi non sto davvero compilando dieci stupide pagine di questionario con domande tipo Are you fully satisfied with your life? e no, se proprio ci tiene a saperlo non sono soddisfatta neanche un po', lei lo e' dottore per caso? Vogliamo parlarne?
Mi sento davvero stanca di non sentirmi bene. E anche arrabbiata perche' cosi' e' tutto fuori controllo e non mi piace neanche un po'.
Mens sana in corpore sano
. Finche' stai bene non ci pensi mai.
E adesso spero di (non) aver terrorizzato tutti quelli che stanno per fare trent'anni.

mercoledì 19 novembre 2008

feeling overmatched

Nel post precedente per dare un'idea dell'accento texano, ho linkato la mia scena preferita di No country for old men e mi e' stato chiesto nei commenti cosa significa 'I feel overmatched'. Voi l'avete chiesto a me e io l'ho chiesto a Mr. Johnson che mi ha dato una spiegazione talmente bella che ho pensato valesse un altro post, anche perche' non e' una parola che si trova facilmente sul dizionario, mi pare, e comunque ci vuole qualcosa in piu' per capirla davvero.
Allora lui mi ha detto di partire dalla parola match che vuol dire sia partita che uguale, parita'.
In una vera partita i contendenti dovrebbero essere piu' o meno alla pari per sfidarsi. Due cose matched sono due cose ben assortite.

[Come noi due, dice per farmi capire bene...]

Allora sentirsi overmatched significa in un certo senso sentirsi schiacciati all'interno di un confronto che non e' alla pari.
Non credo dimentichero' questa parola. In italiano uso molto l'espressione mi sento sopraffatta (ebbene si'. E anche a sproposito, che' mi piace fare un po' di scene a volte), questo potrebbe essere l'equivalente in inglese, suppongo.
Non sapete quanto sia importante per me imparare le parole che esprimono gli stati d'animo, e' fondamentale. Piu' passa il tempo, piu' le relazioni si approfondiscono e piu' cresce l'esigenza di capire e di farsi capire a un livello superiore e non sempre ci si riesce.

lunedì 17 novembre 2008

due cose sull'accento texano

Mr. Johnson si e' messo di nuovo a costruire mobili e cosi' ieri mattina ci siamo ritrovati in un parcheggio alle prese con un grande pezzo di legno che non ne voleva proprio sapere di entrare in macchina. In quel momento, si e' fermato un tale con il pick-up che con tipico accento texano ci ha offerto generosamente il suo aiuto. Noi abbiamo accettato, ma una volta a casa non ho potuto fare a meno di chiedere a Mr. Johnson se si fosse reso conto di aver istantaneamente cambiato accento anche lui mentre parlava con il cow boy.
La risposta e' stata che si' ovviamente l'aveva fatto apposta e che l'accento texano, quello fortissimo da film, si usa soprattutto in due situazioni: quando si vuole essere gentili e quando -udite udite- sono cose da uomini (pick up e pezzi di legno sarebbero cose da uomini evidentemente).

Ora lo so, anche se per me non cambia nulla, tanto l'accento texano non mi viene.

domenica 16 novembre 2008

talking trash o del pettegolezzo globale

E' successo che ad una cena in Italia, si sono casualmente incontrate una delle mie migliori amiche e una compagna di universita', che ancora sento e con cui ho anche avuto per un certo periodo un rapporto piuttosto stretto o almeno cosi' pensavo, visto che abbiamo anche vissuto insieme. Non avendo evidentemente nulla di piu' interessante da dire la seconda ha cominciato a parlare di me. A quanto pare a parlare male di me o peggio: a insinuare non si sa bene cosa. La mia amica ha subito fatto cadere il tentativo di pettegolezzo nel vuoto e siccome oggi e' capitato di sentirci mi ha raccontato anche questa cosa successa proprio ieri sera. Devo dire che sono rimasta abbastanza scandalizzata. Quando ho chiuso con l'amica italiana, ne e' arrivata a casa un'altra americana, a cui ancora con i nervi a fior di pelle ho raccontato quello che era successo. Quando sono arrabbiata l'inglese e' l'ultima cosa che riesco a mettere insieme e cosi' lei mi ha suggerito una nuova espressione che non conoscevo:

- So, she was talking trash about you...?

- Yes she was!

Ecco e' cosi' che imparo la lingua, tutto fa brodo. Trash-talk, perfetto, sono sicura che ricapitera' di usarla questa qui. Pero' caspita, continuo a pensare al pettegolezzo e credo di capire perche' mi abbia dato tanto fastidio: perche' non sono piu' abituata. Sono fuori dai giochi, sono via, non ci sono per le piccole cose, per le cene, solo per i riassunti della situazione generale. E poi non so se e' perche' qui non ho ancora cosi' tanti amici o se le persone sono un po' piu' riservate, o magari se solo non colgo le sfumature, ma avevo completamente dimenticato questo modo di fare, di dire e non dire e lasciar credere cose inesistenti senza nessuna ragione poi, solo per il gusto di dire. L'ultimo periodo in Italia, mi e' capitato un sacco di volte di conoscere amici di amici che mi dicevano ah ma sei tu, quella che si sta per trasferire in America e poi veniva fuori che sapevano tutta la storia passata di bocca in bocca. Non mi ha mai fatto piacere e non mi ha mai nemmeno dato particolarmente fastidio, solo mi stupivo perche' non mi sembrava cosi' interessante da parlarne tanto.
Mi piacerebbe che le persone avessero una vita propria, e' irragionevole?
Comunque, se non vi ho convinto e finito di leggere pensate di andare a sparlare di qualcuno, ricordatevi che la tecnologia gioca contro di voi: questa stupidata ci ha messo meno di ventiquattro ore per arrivare in Texas dall'Italia.

Buona domenica.

giovedì 13 novembre 2008

tutto ha un sesso

- Can you leave that poor lizard alone? Look, she's so tiny and scared. She's just trying to leave.

- Ok.

- Good.

- Mrs. Johnson?

- Yes?

- How do you know that's a girl?

- Well. I know it because I'm from a different country and in my country, named Italy, which is far faraway from here, lizards are always girls. And butterflies too. But dogs are boys. And cats are boys too.

mercoledì 12 novembre 2008

di israeliani e palestinesi

Per la prima volta ci si e' trovati a parlare apertamente di politica con gli amici israeliani. E' successo perche' morivo dalla voglia di sapere cosa ne pensavano loro di Obama. La sorpresa e' stata che non mi sono sembrati particolarmente interessati alla cosa, non avevano quasi nulla da dire. Dopo un attimo di silenzio faccio:

- Beh, almeno con Obama, gli Stati Uniti avranno un grande ritorno di immagine in molti paesi...

- In che senso?

- Nel senso che in molti paesi c'e' un vero e proprio odio verso gli Stati Uniti, questo segnale di cambiamento sara' visto in maniera positiva...

- Davvero qualcuno odia gli Stati Uniti? Ma chi?

Insomma, loro giovani professionisti appena trasferiti da Israele, dopo l'11 settembre, le guerre in Irak, l'Afganistan, ecc. ignoravano che ci sono paesi in cui la popolarita' americana e', diciamo cosi', bassina. Sorprendente. Si rendevano conto benissimo invece che molti americani non amano il loro paese e il motivo lo capivano perfettamente.

Da li' il discorso e' scivolato senza ostacoli su un vero e proprio campo minato: la questione mediorientale. Noi si parlava piano per essere sicuri che ogni parola passasse prima dal cervello e non fosse offensiva o indelicata. E anche loro hanno abbassato immediatamente il tono della voce. Sembrano convinti che il conflitto con i palestinesi non si risolvera' mai o che magari si possa risolvere temporaneamente per poi riesplodere in seguito perche' "loro", dicono, ci odiano e ci vogliono morti.
Io ero una pentola a pressione pronta a esplodere. Stavo per dire Hei, fermati un secondo! "Loro" non vogliono solo uccidervi. "Loro" vogliono solo vivere sulla loro terra, sono persone come voi, non assassini.
Invece poi, non ho detto nulla e ho solo ascoltato. E menomale. Dal mio piccolo superficiale punto di vista riesco a capire i motivi dei palestinesi molto meglio di quelli degli israeliani, ma poi ho guardato meglio il mio interlocutore ed e' per questo che ho taciuto. Non sono d'accordo con lui, ma ho visto la disperazione nel suo sguardo mentre parlava di questa cosa. Tutta la sua famiglia e' ancora li' in pericolo e magari nella vita gli e' anche capitato di perdere un amico o un parente per mano palestinese, il suo non puo' essere un discorso distaccato.
La mia opinione in fondo non cambia dopo questa chiaccherata, ma una cosa di sicuro l'ho imparata: io che tutt'al piu' leggo queste cose sui giornali, posso si' avere un'idea basata sul mio personale concetto di giustizia, ma non posso e non devo mai giudicare i sentimenti di queste persone, e' semplicemente sbagliato.

lunedì 10 novembre 2008

di internet e della vita

Ho appena letto l'ultimo post di Viridian. E' lunghissimo e parla de l'asocialita' ai tempi di internet. Di come l'avvento di facebook secondo lei stia facendo calare l'attenzione sul mondo dei blog e altre considerazioni abbastanza amare su come raccontarsi pubblicamente condizioni o meno la vita vera la' fuori. Ho trovato interessante il suo punto di vista, ma credo di avere una prospettiva completamente diversa dalla sua su entrambi i fronti. Sono due discorsi enormi e diversi. Per quanto riguarda Facebook, io penso che tutto questo insano interesse a rigor di logica dovrebbe esaurirsi a breve. I miei amici americani usavano sia Myspace (che non ho mai digerito) che Facebook molto prima degli italiani e vedo che si stanno gia' dimenticando di entrambi, molti hanno un account FB, ma non lo aggiornano quasi mai. E' fatale forse che questa mania collettiva si esaurisca, e' troppo forte. Quando succedera' un po' mi spiacera' perche' per me funziona. Insomma, vivo dall'altra parte del mondo, il contatto rimane per forza virtuale, non c'e' nessun tipo di impegno, di imbarazzo a scambiare due chiacchere e poi non vedersi mai. Credo che se le persone fossero piu' vicine, invece, mi porrei davanti a questa cosa in maniera differente. Non mi piacerebbe, credo, essere contattata da persone con cui non si trova il tempo e la voglia di vedersi di persona, ma siccome sono qui, chi lo sa come andrebbe, non ha nemmeno senso chiederselo. Tutto rimane piacevole e leggero.
L'altro giorno, per esempio, ero a casa ammalata, ma in via di guarigione. Mi sentivo bene tutto sommato, cosi' ho acceso Facebook e ho scoperto una cosa: di giorno, mentre io lavoro qui, tutti i miei amici, in Europa sono collegati! Qualcuno racconta di come la propria azienda stia andando a rotoli per colpa di FB, ma quello e' un altro discorso. Insomma, ho fatto un sacco di chiacchere che non avrei mai fatto. Con un amico di New York per esempio, e' successa una cosa simpaticissima: non ci sentivamo dai tempi della Spagna e cosi' in due secondi senza nemmeno pensarci abbiamo iniziato a comunicare in inglese per la prima volta come se fosse la cosa piu' naturale del mondo, come se ci fossimo lasciati il giorno prima. Mi ha raccontato del libro che sta scrivendo su un tale rivoluzionario cubano e dell'entusiasmo degli accademici per Obama, mi ha fatto piacere. E poi molte altre cose. Una mail puo' essere impegnativa per alcune persone, in fondo bisogna avere qualcosa da dirsi, scambiare una battuta su FB e' assolutamente spontaneo e ravviva un po' i contatti. La lucina e' verde: ci sei? Dai accendi skype! E ci si racconta un attimo come e' andata la giornata, niente di che', ma le distanze magicamente si accorciano. Io la vedo cosi' almeno. Non vedo problemi, drammi, solo uno strumento che si puo' chiudere o aprire a piacere.
Per quanto riguarda il discorso delle conseguenze di raccontare i fatti propri in rete, ci sarebbe tantissimo da dire, ma un'altra volta magari. Per finire vorrei solo ringraziare chi legge questo blog e mi ha mandato dei messaggi su Facebook. E' successo diverse volte. Qualcuno ha perfino cercato di aggiungere Mr. Johnson come amico, facendoci un po' sorridere. Che furboni: io faccio di tutto per nascondervelo e voi lo cercate su FB! Dovete considerare che lui e' il mio deus ex machina, concedetemi almeno che rimanga avvolto nel mistero. Anzi no, diciamo la verita', e' a lui che piace questo ruolo. Non e' mai intervenuto e non credo lo fara'.
Per le richieste di 'amicizia', io mi scuso, ma tenderei a evitare. Mi sembra di raccontarvi abbastanza di me qui e non mi va di esporre i miei amici e la mia famiglia che non c'entrano nulla con Nonsisamai. Vi ricordo che pero' se vi fa piacere o se avete qualcosa di speciale da raccontarmi potete sempre contattarmi a questo indirizzo:

sabato 8 novembre 2008

sull'energia

Oggi ho visto la benzina a $1.97 al gallone (circa 4 litri). Pochissimo tempo fa si avviava verso i quattro dollari, quindi inevitabilmente la cosa fa impressione.
In questi mesi gli argomenti di conversazione preferiti dagli americani sono stati:
1. La benzina e' troppo cara
2. Come mai la benzina costa cosi' poco? Cosa c'e' sotto?
3. Don't talk about it, just enjoy.

Mr. Johnson un po' di tempo fa ha scoperto l'esistenza di una compagnia, la Green Mountain Energy, che fornisce elettricita' pulita a prezzi piu' che ragionevoli. Ha disdetto immediatamente il vecchio contratto tradizionale e il giorno dopo eravamo gia' loro clienti. La trovo una novita' fantastica per noi che crediamo fermamente in queste forme di energia, ma che non abbiamo la possibilita' economica di dotarci di pannelli e quant'altro per conto nostro. Se per caso vi trovate anche voi da queste parti o magari se esiste qualcosa del genere in Italia, prendete in considerazione questa possibilita', e' una di quelle cose che ti fanno sentire meglio con te stesso. Soprattutto quando ti dimentichi la luce accesa.
Buon fine settimana.

venerdì 7 novembre 2008

ma il cervello si abbronza?

Una volta ho detto a Mr Johnson in italiano "guarda come sono diventata nera". Un'espressione per noi comunissima sulla quale nemmeno mi ero mai soffermata a pensare e lui, che non e' nero, mi ha fatto una tirata di mezz'ora sul fatto che in inglese mai e poi mai, che non si commenta mai il colore della pelle, che qualcuno si puo' anche offendere , che e' imbarazzante e insomma no, non si fa e basta ricordatelo sempre.
Adesso: come fa un capo di stato a non sapere che non si da' dell'abbronzato a una persona di colore neanche per scherzo?

Dal NYTimes:

"Berlusconi, 72, is infamous for eyebrow-raising comments.

He once compared a German lawmaker to a Nazi camp guard, asserted after the Sept. 11 terror attacks that Western civilization was superior to Islam and claimed more recently that the new Spanish government had too many women."

giovedì 6 novembre 2008

anche dallas, nel suo piccolo pero'...

Oggi non sono andata al lavoro perche' proprio ieri notte dopo la grande serata di Obama, mi sono ammalata. Stamattina quando sono uscita per andare dal medico, nonostante tutto di ottimo umore (e come potrebbe essere altrimenti?), mi sono scoperta a guardare quello che mi circonda in modo diverso. E' ancora talmente emozionante. Tutto sembra uguale a ieri, ma non lo e' neanche un po'. Ho cercato inconsapevolmente occhi complici, ma non ho sentito commenti particolari in giro, nulla di speciale. Come del resto anche ieri. Io sono stata in agitazione per tutto il giorno e a scuola invece nulla. A parte essersi messi d'accordo per vestirsi tutti o di rosso o di blu o di bianco, nessuno parlava delle elezioni. E' che qui in effetti, ho notato che non sta mai bene parlare di politica, ma pensavo che di fronte a un avvenimento del genere, si facesse un'eccezione, che tutti fossero curiosi e diventassero un minimo impertinenti magari.
Una collega californiana, dopo avermi fatto chiaramente intendere di votare per Obama qualche giorno fa, mi ha detto che considera le idee politiche alla stregua di quelle religiose, non si discutono. Mi sembra un atteggiamento molto diffuso.
Ad ogni modo, aria nuova per tutti. In Texas i repubblicani hanno vinto si, ma non trionfato come ci si poteva aspettare. Qui a Dallas in particolare c'e' stato un altro trionfo democratico, quello di Lupe Valdez, the county's first ever gay Latina sheriff, la prima donna sceriffo latina e gay eletta in questa contea, che e' stata riconfermata dopo la prima vittoria del 2004.
Comunque, per tornare alla mia salute che' e' molto piu' interessante, sentite che' succede. Io ho, diciamo cosi' tanto per fare un esempio, una sorta di brutto mal di schiena a cui per ora non c'e' rimedio se non quello degli antidolorifici. Il medico americano me ne prescrive uno, un painkiller appunto, che e' una specie di bomba, del genere che se lo prendo non posso nemmeno guidare, da quanto mi rimbambisce e per di piu' causa dipendenza. Io gli faccio presente che un altro medicinale, molto meno potente, mi fa sopravvivere abbastanza decentemente e lui dice si, ma mi incoraggia lo stesso a prendere quell'altro. Il fatto e' che io ho sempre in testa questa fisima dei dottori italiani, di prendere meno medicine possibile, qui invece l'idea, da quello che ho visto in piu' occasioni e' piu' che altro eliminare il dolore in ogni sua forma e per un ipocondriaco come me questa cosa non e' giusta o sbagliata, e' allettante. Allora cosa faccio? Da una parte ho questo superpainkiller che mi porta in un confortevole paradiso artificiale, dall'altra una robina, giusto un farmaco da banco, che mi permette appena di non rantolare per terra.
Finora ho resistito alla tentazione, ma credo che stasera cedero' alle lusinghe della medicina americana d'assalto. Se non doveste leggermi per un po' o se dovessi scrivere qualcosa di strano, sapete il perche'.

mercoledì 5 novembre 2008

we have come so far

Questo pomeriggio la radio diceva chiunque venga eletto, oggi stiamo facendo la storia.
Sono momenti indimenticabili, di quelli che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Quando qualcosa di grande, di epocale sta succedendo e hai la fortuna di sentirlo, di viverlo, di partecipare in qualche modo. E' stata una serata indimenticabile. Adesso speriamo solo si riesca a continuare nella giusta prospettiva.
Prima di andare a dormire vorrei condividere con voi le mie impressioni sia sul discorso di McCain che su quello di Obama. Entrambi mi hanno molto colpito per motivi diversi.
McCain, sembrera' stupido, ma mi ha impressionato anche solo per la prontezza con cui ha saputo congratularsi con l'avversario e ammettere la sconfitta.

[In fondo, non e' passato molto tempo da quando ho visto con i miei occhi un certo politico perdere le elezioni e non solo non congratularsi con il vincitore e ammettere la sconfitta, ma anche accusare lo Stato di brogli elettorali per giorni e giorni confidando che al riesame il risultato sarebbe cambiato a suo favore]

Al di la' di questo McCain ha fatto un gran bel discorso a mio parere. Sembrava tornato quello che era prima che tutta questa follia elettorale lo travolgesse trasformandolo nel burattino del suo partito (dalla scelta di Sarah Palin alla patetica apparizione dell'altra sera al Saturday Night Live).
Il discorso di Obama e' stato altrettanto intenso ma, sorprendentemente calmo e privo di qualunque trionfalismo. Come in altre occasioni, non ha mai accennato a se stesso, ma ha preferito usare spesso le parole noi e voi, dimostrando in questo modo di non farsi prendere dall'entusiasmo e di essere perfettamente cosciente del compito che lo aspetta. Il messaggio era chiaro e riguardava la condivisione di questa responsabilita' con tutto il paese. Il cambiamento c'e' solo se tutti siamo pronti ad accoglierlo.
Ci sono stati, poi, un paio di passaggi perfetti.
Quando si e' rivolto a chi non ha votato per lui: "Ascolto le vostre voci, ho bisogno del vostro aiuto e saro' anche il vostro presidente.
E poi quando ha ricordato l'ultracentenaria Ann Nixon Cooper, nata poco dopo la schiavitu'.

"She was born just a generation past slavery; a time when there were no cars on the road or planes in the sky; when someone like her couldn't vote for two reasons -- because she was a woman and because of the color of her skin.

And tonight, I think about all that she's seen throughout her century in America -- the heartache and the hope; the struggle and the progress; the times we were told that we can't, and the people who pressed on with that American creed: Yes we can.

[...]

And this year, in this election, she touched her finger to a screen, and cast her vote, because after 106 years in America, through the best of times and the darkest of hours, she knows how America can change.

Yes we can"

Un presidente come Obama qui e ora...non si sa davvero mai nella vita!

E ora me ne vado a dormire sul serio che e' tardissimo e a voi, come sempre, buona giornata.

martedì 4 novembre 2008

se

Una mamma afroamericana oggi:

- Se Obama vincera', quando diro' a mio figlio che nella vita puo' diventare tutto quello che vuole, per la prima volta ci credero' anc
h'io.

lunedì 3 novembre 2008

what are we gonna do?

Potrei raccontarvi tante cose oggi.
Potrei raccontarvi del solito cortocircuito texano fra colori autunnali e temperature estive.
Potrei raccontarvi che il mese di ottobre si e' chiuso con cinque esecuzioni capitali proprio qui dietro casa. O che dopo due anni ho trovato una libreria a Dallas dove vendono la mia rivista italiana preferita. Potrei raccontarvi di come sono finita anch'io nel girone paradisiaco di Netflix.
O di come Do it yourself channel probabilmente cambiera' la mia vita per sempre.
Potrei raccontarvi tante cose come sempre.
Ma la verita' e' che l'unica cosa che importa in questi giorni sono le elezioni. Che vivo attaccata alle news, che posso guardare Anderson Cooper perfino due volte a sera e che a questo punto, mi chiedo cosa sara' di me quando tutto questo sara' finito visto che una vita non ce l'ho piu'.
Cartelli e bumpstickers pro McCain spuntano come funghi quaggiu' e, nonostante il vantaggio di Obama l'incertezza e' tanta. Con gli amici si organizzano grandi festeggiamenti o marce funebri a seconda, io personalmente non sono pronta per una sconfitta di Obama.
Allora dico per finta che ci tocchera' ritraslocare, ma l'argomento di Berlusconi eletto e rieletto e' micidiale, convince perfino me.
In effetti, tanto vale.

sabato 1 novembre 2008

déjà vu

Non fare programmi e' un ottimo consiglio, peccato che mi dimentichi sempre di seguirlo, come tanti altri buoni consigli peraltro, ma quello e' un altro discorso. Cosi' per ieri sera i programmi si erano fatti eccome. Come ogni anno il nostro amico regista scapestrato ha organizzato un bel party con tanto di casa stregata e effetti "speciali". C'era perfino un piano B in caso non fossimo riusciti a fare in tempo per il party lontanissimo. Poi come al solito basta un imprevisto e scatta l'effetto valanga. Alle otto di sera ero in giardino a bermi un bicchiere di vino sola e sconsolata aspettando e aspettando. E aspettando. Non arrivavano nemmeno i trick or treaters. Giusto uno. Ma forse dal giardino non sentivo il campanello e ora mi ritrovo con una montagna di cioccolatini e sono anche a dieta. Ad ogni modo sono troppo astemia per bere anche solo un bicchiere di vino a stomaco vuoto dal mattino, altro buon consiglio dimenticato. Cosi' quando Mr Johnson e' arrivato a casa, dopo avermi detto che gli ricordavo Bree Van De Camp (non suonava come un complimento) siamo semplicemente usciti. E vediamo cosa succede. Ed e' successo che dopo una piacevolissima cena all'aperto, ci siamo ritrovati su un tram del 1906 in giro per Dallas la notte di Halloween. E mi e' piaciuto molto devo dire, anche se a un certo punto fra una cosa e l'altra non sapevo piu' se mi trovavo a Dallas, Texas o a Milano, Foro Bonaparte. Anche adesso in effetti...

giovedì 30 ottobre 2008

l'arte dello strappo

Per la serie "Il consumismo che ti consuma" vi presento questo simpatico oggetto, il tearing tool.
Il tearing tool e' un righello che invece di essere liscio e' zigrinato e serve per strappare la carta in modo...uniforme? Bellino? Boh. Per me un pezzo di carta strappato e' solo un pezzo di carta strappato, ma non sono certo una scrapbooker io. Farsi quattro chiacchere con uno scrapbooker, fa capire molte cose su questo paese, ve lo consiglio se vi capita. Certo spendere 10 dollari per strappare un pezzo di carta deve farti sentire molto piu'....mmm...speciale, si' speciale.

mercoledì 29 ottobre 2008

due cani due mondi

Non mi sono mai piaciuti quelli che fanno fare ai cani i numeri da circo, pero' ultimamente ho in parte cambiato idea. Ho un problema con La Ragazzina. Non so che cosa le sia successo prima che ci conoscessimo, ma e' spaventata a morte da praticamente tutto e tutti e, come si puo' immaginare, non vive molto bene in questo modo. Cosi', realizzato dopo tutti questi mesi di non essere in grado di aiutarla, mi sono rivolta a un cosiddetto esperto, insomma l'ho iscritta a scuola. Facciamo una lezione alla settimana, niente numeri da circo per carita', ha solo dei piccoli problemi da risolvere. E sono entusiasta dei risultati. Dopo tre settimane la trovo gia' un po' piu' rilassata e poi -non per dire, he- ma chi l'avrebbe mai detto che era cosi' intelligente? La migliore della sua classe, tze'. Le piace imparare, le fa bene alla testolina. Ora mi guarda sempre negli occhi per capire cosa deve fare. Ha dovuto imparare questo come prima cosa per superare la paura. Finalmente sento davvero di essere il suo punto di riferimento, e' di questo che lei ha bisogno per stare tranquilla. Quando cerca di trovare la soluzione al piccolo indovinello che le viene posto sembra proprio che pensi, anche a lungo provando diverse soluzioni, finche' non capisce come fare. In realta' vuole solo ottenere il suo biscottino, ma e' fantastico esplorare le sue possibilita', vedere fin dove puo' arrivare.
L'Acchiappaconiglietti, invece rimane sempre il cane-amore come l'ha definito in modo geniale un mio grande amico, in sostanza il cane piu' inutile dell'universo. Ci prova a stare al passo, per gelosia piu' che altro, ma non fa per lui, e' troppo indipendente.
Che' poi e' bello anche cosi'. Due cani due mondi.

martedì 28 ottobre 2008

dell'importanza che viene attribuita alle notizie

Non ve l'ho mai raccontato perche' e' una cosa ancora strana e nuova per me, ma ogni tanto mi potete vedere su Current. Capita che mi chiamino al volo per sapere un po' come si vedono le cose da qui. Si tratta di un programma notturno, in Italia almeno. Un posto molto molto tranquillo dall'atmosfera amichevole e informale, e' per questo che mi sento a mio agio quando mi ci invitano. Ad ogni modo, ve lo dico perche' oggi mi hanno chiamato urgentemente per sapere che cosa si diceva qui del fallito attentato a Obama, ma io non ne sapevo nulla. Sono completamente caduta dalle nuvole e allora sono andata sul sito della CNN, della BBC, del New York Times, ecc. e niente, o almeno niente a cui venisse attribuita importanza. Sul Corriere e altri giornali italiani invece era, ed e' ancora mentre scrivo, a tutta pagina. Questa cosa da' davvero da pensare. Almeno fino a ora - sono le otto e mezza della sera qui - non si e' sentito nulla, non ne stanno parlando nemmeno in televisione, e invece leggendo i giornali italiani sembra che sia successo qualcosa di fondamentale.
Dove stara' la verita'? Sulla base di che cosa si crea un allarme oppure si ignora una notizia?
Mi piacerebbe proprio saperlo.

lunedì 27 ottobre 2008

mr jose

L'anno scorso Mr Jose puliva la mia scuola. Tutti amavano Mr Jose. La direttrice metteva perfino la sua foto sull'yearbook, grandissimo lavoratore Mr. Jose. Quando c'era lui tutto era in ordine, ora invece e' un mezzo disastro e tutti si lamentano. Mr Jose non parlava inglese o molto poco, quindi il vocabolario con cui conquisto' tutti era fatto di grandi sorrisi e lavoro da spaccarsi la schiena dalla mattina alla sera. Io pero' ci ho parlato spesso con Mr Jose. Ricordo che la prima volta che lo incontrai mi venne un mezzo infarto. Ero da sola, avevo appena aperto la scuola di mattina presto e lui spunto' fuori dal nulla spaventandomi a morte. In realta' lui non ci bado' molto perche' appena vidi che non era a suo agio in inglese gli parlai in spagnolo e allora tiro' fuori qualcosa tipo che bello! finalmente posso parlare con qualcuno!
Mi colpirono molto quelle parole in quel momento. Lo sentii vicino, capii perfettamente quella sua solitudine, quella sua incapacita' di esprimersi che in fondo era anche la mia.
Quando la scuola ha riaperto i battenti dopo l'estate lui non c'era piu', ma nessuno ha voluto dirmi cosa gli sia successo. Si sussurra che abbia avuto problemi con l'immigrazione, io mi auguro solo che abbia trovato un lavoro migliore.
Fatto sta che e' stato rimpiazzato da due persone e nonostante cio' la scuola e' sempre sporca. Tutti si lamentano, ma la spiegazione e' molto semplice: la scuola e' sporca perche' non bastano due persone per pulirla tutta. Non ci arriva nessuno a capire che tutto quel lavoro lo poteva fare solo un uomo disperato senza nessun altro modo per mantenere la sua famiglia. Lo so che non e' per cattiveria, questo lo so di sicuro, ma nessuno la' dentro lo ha capito. Forse non lo avrei capito nemmeno io se non me lo avesse detto lui in persona in faccia, chiaro e tondo. E' che ci sono delle persone, che sono come dei fantasmi. Fanno lavori che noi non faremmo mai, ma non ci soffermiamo mai su di loro, sul perche'. Un po' come Mr. Jose.

sabato 25 ottobre 2008

noi si denuncia

A undici giorni dalle elezioni, qualcuno ha rubato il nostro yard sign. Siamo rimasti malissimo. Ultimamente in effetti sto notando un proliferare di cartelli a favore di McCain.

[O McRage - se avete 5 minuti per due sane risate, guardatevi questo video]

Nonostante cio' alcuni vicini erano venuti a farci i complimeti per la scelta pochi giorni fa e soprattutto io non pensavo ci fosse qualcuno cosi' incivile qui dove vivo da prendersela con un cartello.
Uffa questo Texas a volte.
E dire che Dallas dovrebbe essere viola-blu dagli ultimi sondaggi. E' che c'e' gente proprio ottusa, sto sentendo certi discorsi in giro, ma lasciamo perdere ora. Mr Johnson appena se n'e' accorto ha chiamato la polizia e ha sporto denuncia. A me e' sembrato un po' eccessivo li' per li'. Ricordo che quando in Italia andai a denunciare il furto della mia bicicletta (lasciata due ore alla stazione di Quarto Oggiaro, non lo fate mai), i carabinieri si misero a ridere.
Ovviamente non avvieranno delle indagini per ritrovare il cartello rubato, ma alla polizia hanno preso la cosa abbastanza sul serio. Il fatto che l'unica altra casa dichiaratamente democratica del quartiere non sia stata colpita porterebbe a escludere la pista del crimine seriale facendo invece concentrare i sospetti su qualche vecchietto incazzoso che passava di la' per caso. Dicono che e' una cosa che sta succedendo spesso, pero' non so che cartelli stiano rubando. Giustamente il punto non era il candidato, ma il furto di un cartello politico sulla nostra proprieta'. E poi non e' che uno si mette a discutere delle elezioni al telefono con la polizia texana.
Adesso contatteremo anche il partito democratico locale giusto per denunciare la cosa e vedere se gentilmente ci mandano un altro cartello prima delle elezioni. Si perche' oramai si sara' capito che noi si denuncia e si scrive lettere a destra e a manca. E si protesta insomma quando ci vuole.

Questa cosa mi ha fatto davvero irritare. Alla faccia della liberta' di espressione.

Sgrunt.

Ora che ho protestato me ne posso andare a dormire.

venerdì 24 ottobre 2008

la zebra blu e l'arcobaleno giallo

I bambini mi danno sempre da pensare. Prendiamo oggi.

- Qual e' il tuo colore preferito?

- Il blu.

- E qual e' la cosa blu che preferisci?

- La zebra.

Poi prende il blu e disegna una zebra blu, senza strisce. In questo modo ho ottenuto anche un fantastico arcobaleno giallo e una zucca fucsia. Ho sorriso per un attimo della loro maniera di vedere la realta', pero' poi a pensarci bene, non c'e' molto da ridere. Noi grandi pensiamo di essere cosi' furbi, di conoscere quello che ci circonda alla perfezione al contrario di loro, ma poi chissa' chi ha ragione davvero. Noi analiziamo e poi scomponiamo la realta' in mille pezzi convincendoci di sapere che cosa e' vero e che cosa non lo e', ma sotto sotto siamo animati dalle forze piu' oscure. Sensazioni che non sappiamo assolutamente controllare razionalmente. Sentimenti che riteniamo magari sbagliati, ma che sono li' e li' restano.
Paure, desideri inconfessabili, gelosie, paranoie, caos.
E allora a questo punto sono piu' coerenti e anche avveduti loro che non si spaccano la testa per capirci qualcosa e non guardano nessuno dall'alto in basso perche' vede le cose in modo differente. Invidio la loro liberta' di pensiero e la loro visione del mondo che li circonda, la fantasia.

- How do you feel?

- Happy.

- What makes you happy?

- A firetruck.

mercoledì 22 ottobre 2008

il serpente

Domenica mattina mi sono svegliata con calma e, visto che era una bella giornata, ho pensato di andare a fare una passeggiata nel parco davanti a casa. Niente di strano. A un certo punto La Ragazzina e' andata a inzaccherarsi un attimo in un ruscello e accanto a lei ho visto questo o qualcosa di molto simile.
Per fortuna mi sono accorta poi che era morto stecchito. Con l'urlo di terrore che ho fatto

[che mi fa ridere perche' al momento non ho trovato di meglio che there is a snake! come se si fosse trattato di un ufo e invece evidentemente da queste parti non deve essere nulla di che']

ho attirato l'attenzione di un paio di passanti che sono voluti andare a vederlo da vicino. E la passeggiata al parco si trasforma in safari.
Ognuno aveva la sua teoria, e' velenoso, DEADLY!, non e' velenoso.
Alla fine uno fa:

- Guarda non ti preoccupare che tanto non ne vedrai mai uno vivo.

- Come?

- Non ti preoccupare che tanto non ne vedrai mai uno vivo.

- Ma in che senso?!

- NON - NE - VEDRAI -MAI - UNO - VIVO

-Aaaah.

Ed e' cosi' che da due giorni, ho la continua fantasia di aprire la porta di casa e trovarmi una qualche creatura texana in cucina.
E finire al telegiornale.

martedì 21 ottobre 2008

ancora sui cognomi

La seconda cosa che ho notato e' quella a cui ha accennato qualcuno nei commenti al post precedente e cioe' che il cognome e' inteso diversamente anche a livello di nucleo familiare.
Da noi e' naturale che la moglie conservi il proprio cognome una volta sposata, quasi con orgoglio come un residuato di femminismo o qualcosa del genere. Qui e' naturale che la donna abbandoni il cognome paterno e prenda quello del marito. All'inizio la cosa mi metteva un po' a disagio proprio per quel residuo di femminismo a cui accennavo, pero' poi credo di avere capito lo spirito e non mi sembra piu' la fine del mondo. Quando ti sposi, lasci il tuo nucleo familiare d'origine e crei una nuova famiglia: lo scopo e' che la madre, il padre e i figli abbiano tutti lo stesso cognome. La cosa ha una sua logica, se vogliamo.
Personalmente, non ho cambiato il mio cognome, anche se qui uso spesso per semplicita' quello di Mr Johnson. Magari lo faro' in futuro o magari cerchero' di tenermeli tutti e due, non so e' una questione complicata, ma una cosa la so per certo. Se la moglie non ha il cognome del marito, viene guardata con un minimo di sospetto.

- Ah, e cosi' lei sarebbe la moglie...ma qui vedo due cognomi diversi...

E li' partono le spiegazioni. Poi c'e' il caso ancora piu' fastidioso del divorzio. Spesso le donne divorziate preferiscono tenere il cognome dell'ex marito per avere lo stesso cognome dei figli. E cosi' di solito anche dopo che si risposano con qualcun altro portano il cognome del primo marito. Per tornare alle nostre piccole lezioni d'inglese, potremmo dire senz'altro awkward.

lunedì 20 ottobre 2008

i cognomi

Pensavo al fatto che qui, tranne rari casi non e' possibile indovinare molto di una persona dal cognome. Il fatto che qualcuno porti un cognome straniero, non dice nulla veramente se poi magari la sua famiglia ha vissuto qui per decenni ed e' oramai americana a tutti gli effetti. Certo se ti chiami Rockefeller o Kennedy qualche domanda di sicuro te la faranno, ma in generale, scorrendo una lista il cognome americano non significa molto per chi legge ne' a livello geografico, ne' a livello sociale.
In Italia invece, il cognome dice molto di una persona. In fondo e' quasi sempre alla base di un qualche pregiudizio, seppur minimo. Ricordo a scuola i professori che scorrendo il registro davano un'origine geografica a tutti i cognomi della classe. E poi i cognomi altisonanti. All'universita' sentivo ad esempio ma lei e' imparentato con l'avvocato Tizio, con l'architetto Caio?
E alla fine la cosa suonava come una piccola discriminazione o una mancanza di professionalita' visto che non si era li' per fare conversazione. Qui invece il cognome e' inteso in un altro modo. Moltissime famiglie, come quella di McCain alla ribalta in questi giorni, hanno un ramo bianco e uno nero. Questo perche' gli schiavisti normalmente davano il proprio cognome ai loro schiavi. Questa cosa a me fa effetto. Per noi il cognome e' una cosa al limite intima, affettiva anche se vogliamo, che ha a che vedere con il legame di sangue, con la storia di un luogo, che ci ricorda la nostra famiglia e solo quella, qui invece e' una cosa totalmente diversa ed e' anche facile da cambiare volendo, conosco persone che lo hanno fatto. Per noi sarebbe impensabile.

Ci sarebbe anche un altro discorso da fare sui cognomi, ma magari un'altra volta che non vorrei mettere troppa carne al fuoco.

Qui scrivo prevalentemente di shock culturale e uno potrebbe pensare che dopo un po' l'argomento si esaurisca, ma invece no. Dopo due anni mi sembra ancora un pozzo senza fondo, basta saperci guardare con attenzione. All'inizio si notavano le cose grandi e ora invece le cose si fanno sempre piu' piccole, le sfumature sempre piu' velate. Mi piace sempre ragionarci fra me e me, e anche con voi.

Buona settimana.

giovedì 16 ottobre 2008

l'ultimo dibattito

Dopo aver ascoltato un pezzetto del dibattito alla radio (e aver trovato che la voce di Obama e' identica a quella di Brian di Family Guy, sul serio), ho letto questa cosa e ora la passo a voi perche' mi ha fatto riflettere. Ci si chiede che cosa sarebbe successo se Obama avesse avuto il tipo di esperienze di McCain e viceversa. Soprattutto e' una riflessione sul razzismo. Che c'e' ed e' meglio parlarne. Vorrei tradurla tutta per chi non parla inglese, ma sono davvero troppo stanca ora. In sostanza viene fuori per chi non lo sapesse che McCain ha un livello di educazione ridicolo per un possibile presidente degli Stati Uniti, che si vanta della sua carriera militare, ma non dice mai che come pilota ha causato la caduta di 7 (7) aerei, che e' stato invischiato in un grosso scandalo di corruzione, che ha tradito a lungo la moglie rimasta sfigurata dopo un incidente per poi abbandonarla al suo destino, ecc.
Ecco ci si chiede cosa sarebbe successo se Obama avesse commesso tutti questi errori. E non solo gli errori, parliamo perfino di personalissime scelte di vita. Vi immaginate se anche solo Obama avesse adottato un bambino bianco che casino? O se, come capita a un sacco di gente, avesse divorziato? O se sua figlia adoloscente fosse rimasta incinta? Non sarebbe mai arrivato dov'e' oggi. Perche'? Perche' e' nero. Ed e' inutile starsela a raccontare.


"Obama/Biden vs McCain/Palin:
What if things were switched around? Think about it.

Would the country's collective point of view be different?

Ponder the following:

What if the Obama had paraded five children across the stage, including
a three month old infant and an unwed, pregnant teenage daughter?
What if John McCain was a former president of the Harvard Law Review?

What if Barack Obama finished fifth from the bottom of his graduating class?

What if McCain had only married once, and Obama was a divorcee?

What if Obama was the candidate who left his first wife after a severe disfiguring car accident, when she no longer measured up to his standards?

What if Obama had met his second wife in a bar and had a long affair while
he was still married?

What if Michelle Obama was the wife who not only became addicted to pain
killers but also acquired them illegally through her charitable organization?

What if Cindy McCain graduated from Harvard?

What if Obama had been a member of the Keating Five?
(The Keating Five were five United States Senators accused of corruption
in 1989, igniting a major political scandal as part of the larger Savings
and Loan crisis of the late 1980s and early 1990s)

What if McCain was a charismatic, eloquent speaker?

What if Obama couldn't read from a teleprompter?

What if Obama was the one who had military experience that included
discipline problems and a record of crashing seven planes?

What if Obama was the one who was known to display publicly, on many
occasions, a serious anger management problem?

What if Michelle Obama's family had made their money from beer distribution?

What if the Obamas had adopted a white child?

You could easily add to this list.
If these questions reflected reality,
do you really believe the election numbers would be as close as they are?

This is what racism does.
It covers up, rationalizes and minimizes
positive qualities in one candidate and emphasizes negative qualities in
another when there is a color difference.


Educational Background:

Barack Obama:
Columbia University - B.A.
Political Science with a Specialization in
International Relations.

Harvard - Juris Doctor (J.D. ) Magna Cum Laude

Joseph Biden:
University of Delaware - B.A. in History and B.A. in Political Science.

Syracuse University College of Law - Juris Doctor (J.D.)

vs.


John McCain:
United States Naval Academy - Class rank: 894 of 899

Sarah Palin:
Hawaii Pacific University - 1 semester
North Idaho College - 2 semesters - general study
University of Idaho - 2 semesters - journalism
Matanuska-Susitna College - 1 semester
University of Idaho - 3 semesters - B.A.
in Journalism

Education isn't everything, but this is about the two highest offices in
the land as well as our standing in the world."

martedì 14 ottobre 2008

lunedì 13 ottobre 2008

di ciclamini e tip

La vera notizia della mia settimana e' che ho finalmente cambiato telefono. L'altro era pessimo. Piu' che altro era imbarazzante perche' la mia voce si sentiva perfettamente, ma io di solito non sentivo quello che l'altra persona mi diceva, o pochissimo. Facevo sempre brutta figura, sembrava che non capissi mai quello che mi dicevano. Cosa che, va bene, qualche volta succede anche, ma non cosi' spesso.
Il bello e' che quello nuovo oltre ad essere morbido e del mio colore preferito, ciclamino, ha una funzione imprescindibile: quella di calcolare le mance, i tip. Perche' qui i camerieri ad esempio, prendono un salario orario minimo e il vero guadagno lo ottengono grazie alle mance su cui poi non pagano nemmeno le tasse. La mancia quindi non e' facoltativa (nessuno vi insegue fuori se non la date, ma tutti la danno e basta) e deve essere almeno intorno al 15 -20 % del totale. Per un'amante della matematica come me, uno spasso. Ma grazie al nuovo telefono, non avro' piu' problemi. Calcola in quante persone va diviso il conto e quanto e' giusto pagare a testa per essere in regola. Certo, poi se il servizio e' stato superiore alle aspettative si puo' essere piu' generosi, o viceversa. Questo, in sostanza e' il motivo per cui il servizio da queste parti e' di gran lunga migliore che in Italia.
Il telefonino ciclamino calcola anche le tasse perche' ricordate se venite qui, che al prezzo che vedete esposto su ogni prodotto tranne il cibo, dovete aggiungere l'8%.
Quello non e' tanto difficile, veramente, pero' mi vanto un po' del mio nuovo giocattolo lo stesso.

Ho sentito che qualcuno sta cercando di far eliminare il lunedi lavorativo.
Speriamo, visto che non si sa mai...
Nel frattempo buona settimana a tutti.

sabato 11 ottobre 2008

ma quale sara' la differenza fra una bistecca e un porkchop?

Questo e' il fine settimana della "famosa" partita di college football Texas contro Oklahoma, i rivali storici. Tutti sono in agitazione da giorni quaggiu' e io mi sento esclusa perche' non mi interessa. Il classico dei classici e' il barbeque fra amici durante la partita. Perche' la partita dura mediamente tre ore (!). Mr Johnson in queste occasioni tira fuori tutta la pazienza che non ha, ci prova e ci riprova a spiegarmi e non si da' mai per vinto. Suppongo che voglia davvero che mi diverta anch'io. Strana pero' questa cosa: ormai mi sembra chiarissimo che non c'e' niente da fare per me, ma lui mi ripete le stesse cose o anche delle altre nuove, aneddoti, regole, basi storiche (si', basi storiche...) duemila volte. Io nulla, blank, tabula rasa.
Il mio problema e' che quando sono davanti a una partita di football, mi si spegne il cervello. Entra automaticamente in stand by. In dormiveglia. In stato catatonico. Non so nemmeno io cosa succede, ma non riesco a seguirlo. Mi lascia indifferente a livello proprio estetico direi, e poi e' anche complicato. Ci provo a guardarlo ogni tanto, ma non ci capisco niente. Qualunque cosa mi appassiona di piu' del footbal americano, perfino fissare il vuoto. Che' poi tra l'altro fissando il vuoto oggi mi sono resa conto di una cosa tremenda: la bistecca e il porkchop sono due cose diverse! Vivo qui da due anni e non ho ancora capito la differenza fra una bistecca e un porkchop.
Fissando il vuoto sono anche riuscita a capire una superbattuta che avevo fatto finta di capire mezz'ora prima. Di solito non le capisco e basta. Chissa' quante altre illuminazioni avro', in questo paio d'ore che mi separano dalla fine della partita e dal ritorno alla normalita'. Fissare il vuoto non e' un'attivita' da sottovalutare.

Quasi quasi rimpiango il calcio, almeno ai miei amici non piaceva.

Ah, questa e' la battutona, vediamo quanto ci mettete voi :)

Why doesn't Texas slip into the ocean? Because Oklahoma sucks.

venerdì 10 ottobre 2008

che' poi non e' mai bello infrangere i sogni di un uomo

Oggi sono andata in posta a prendere una cosina che mi e' stata mandata dall'Italia. L'impiegato non me la racconta mica: oramai sa pronunciare il mio nome, che per un americano e' difficilissimo: io dico che mi conosce perfettamente. Altrimenti e' matto.
Ogni volta abbiamo sempre la stessa conversazione, con una piccola variazione sul tema. Un po' come quel film con Bill Murray che mi piace tanto, Groundhog Day. Ma che bella l'Italia, ma come ci sei finita qui, ma ti piace il Texas, ecc.
Ed ecco a voi la variazione di oggi:

- Quindi...da dove arriva il pacco?

- Dall'Italia.

- L'Italia?

- Si, sono italiana.

- Ma come ci sei finita qui? E ti piace il Texas?
[...]
Sai, ho sempre sognato di andare in Italia.

- Ah si? Non l'avrei mai detto.

- Si, a comprarmi una bella macchina sportiva. Da quelle parti costano meno.

Che' poi non e' mai bello infrangere i sogni di un uomo, ma quando mi ha chiesto se in Italia avevo una Ferrari o una Lamborghini glielo ho dovuto dire che non e' proprio esattamente come pensa lui.

mercoledì 8 ottobre 2008

niente autoselezione su nonsisamai

Raccontavo a Mr Johnson del plebiscito che si e' verificato finora a favore di Obama nel sondaggino sulle elezioni americane che trovate alla vostra destra da qualche parte. E gli raccontavo anche del simpatico discorso sull'autoselezione che secondo qualcuno c'e' su questo blog. Lui pero' come al solito ha trasformato le mie chiacchere in qualcosa di interessante.
Non e' solo Nonsisamai. A livello mondiale Obama e' in stravantaggio!
Se il mondo potesse votare, Obama non avrebbe rivali.
Il "problema" e' che solo gli americani possono votare e allora...speriamo in bene.
Comunque. Il dibattito di stasera, il secondo, e' stato di una noia mortale. Vediamo come andra' l'ultimo. L'unica cosa che mi e' piaciuta, di quello che ho ascoltato, e' stata la semplicita' di Obama nello spiegare perche' bisogna investire in forme di energia alternativa. Ha usato un paragone chiarissimo fra questo e, a suo tempo, l'investimento sui computer. Spese che cominciano nell'ambito della sicurezza nazionale e che poi portano posti di lavoro e sviluppo.
Se vi interessa approfondire il ragionamento di Mr Johnson, leggete qui. Si tratta di un articolo pubblicato da The Economist, che fa molto bene il punto della situazione sui due candidati e sui loro programmi. E' piuttosto semplice mi pare, ma molto lungo.

"A recent poll of 22 countries by the BBC found that people in all 22 of them preferred Mr Obama to Mr McCain. But only Americans can vote in American elections..."

martedì 7 ottobre 2008

la parabola dei talenti

Mi legge una lunga poesia che ha scritto per cercare di esprimere quello che le sta succedendo in questi giorni.

La ascolto attentamente. Mi piace la parte in cui descrive come lui avesse costantemente la sua voce in testa. Le chiedeva sempre stai cantando? mentre lei invece era in silenzio. La immaginava sempre cantare, ma era solo un pensiero quella voce, era l'amore. O l'ossessione.

You always had my voice in your mind...

Poi mi dice Sono gelosa di te perche' tu hai talento. Cosi'.

E io come al solito non so che dire, ma penso a quanto mi sembrasse perfetta lei prima. E forse ancora migliore ora che so per certo che non lo e'. Non glielo dico perche' non ci crederebbe mai.

Certi legami hanno qualcosa di talmente complesso e profondo. E raro. Ma dopo due giorni di tutto questo, mi sento esausta e svuotata. Non saprei piu' che dirle. Eppure aiutare qualcuno non significa semplicemente lanciarsi nelle fiamme. Significa seguirne il cammino giorno per giorno.

lunedì 6 ottobre 2008

sondaggino

Alla fine il problema e' sempre che non posso votare e cosi' ho pensato di rimediare alla frustrazione organizzando le mie piccole elezioni casalinghe:

Chi passa di qui farebbe vincere...

...Obama o McCain?

Si vota da qualche parte qui a destra.

Buona settimana.

sabato 4 ottobre 2008

out of painkillers

La mia famosa amica bellissima la scorsa settimana ha avuto un nervous breakdown. Significa esaurimento nervoso, ma lo scrivo in inglese perche' mi sembra che qui sia qualcosa di ancora piu' grave e comune che nella nostra accezione. Ogni tanto sento di qualche conoscente o amico che all'improvviso ha avuto un breakdown ed e' finito in emergency room, al pronto soccorso. E ogni volta mi stupisco. Tutti sembrano cosi' efficienti, sorridenti, funzionanti e poi basta un niente e crollano, ma crollano davvero sbattendo forte e facendo tanto rumore. Lei era qui con noi, domenica scorsa, siamo stati molto bene. Abbiamo riso un sacco e anche parlato un po' fra noi due sole soprattutto dei miei problemi, come sempre mi ha dato una mano. Poi e' tornata a casa e, non conosco bene i dettagli, ma a quanto pare e' stata cosi' male che l'hanno dovuta portare al pronto soccorso a mezzanotte pensando che avesse un attacco di cuore o qualcosa di brutto. E' da sei giorni che non tocca cibo e scrivo un po' aspettando che esca dallo studio del medico. Ieri sera per la prima volta mi ha risposto al telefono. Aveva la voce impastata dalle medicine che le hanno dato e piangeva. Si vergogna di non riuscire nemmeno a farsi una doccia o a mangiare un boccone, a curare i suoi bambini. E io che quando le raccontavo le mie paure, sotto sotto, conoscendo la sua situazione pensavo sempre ma lei come fa? con tutto quello con cui deve vedersela ogni giorno a essere cosi' perfetta e poi anche riuscire a prendersi cura di me? Pero' e' lei, un persona spendida, coraggiosa, ce la si poteva anche aspettare da lei tutta questa forza.
Mi faceva sempre ridere. Fu lei a tirarmi fuori di casa per la prima volta dopo la tragedia. Fu lei qualche settimana dopo a farmi ridere di nuovo. Mi raccontava le sue storielle senza senso e io ricordo di aver riso molto piu' rumososamente del solito quel pomeriggio, sentivo me stessa ridere, volevo sentirmi ridere perche' era bello e sorprendente. Ridere di nuovo intendo.
Mi ci e' voluta una cosa del genere, vedere lei andar giu' e toccare il fondo, per capire, non che non stia soffrendo, ma che va bene. Va bene stare male quando succedono determinate cose nella vita, e' semplicemente naturale. Non si puo' pretendere che non sia successo nulla e presentarsi sempre agli altri in maniera impeccabile. Io non ci tengo a essere impeccabile. Sono quello che sono, una persona felice tutto sommato, ma non tutti i giorni ventiquatro ore su ventiquattro. Ho i miei momenti e non lo nascondo. E lo stesso giorno posso essere al massimo oppure disperata perche' sono umana, anche se oramai sembra quasi non sia un attributo socialmente accettabile.
Pero' preferirei parlare della voglia di andare oltre, dei modi per superare o almeno scendere a patti con tutto quello che prima o poi ci capita e che non capiamo e che non capiremo mai o che magari capiremo con la testa, ma non con il cuore perche' nemmeno poi siamo sicuri di volerlo.
Non sapevo che dire. E non ho detto molto, ma le ho parlato della luce meravigliosa che c'e' nella mia cucina e di quanto possa essere silenzioso qui. L'ho invitata a dipingere o a pasticciare un po' insieme, e' una cosa che mi ha aiutato talmente tanto in questi mesi, altro che psicofarmaci. L'ho sentita per un secondo interessata, magari fra qualche giorno.

lunedì 29 settembre 2008

dirty sexy old europe

La mia migliore amica americana, quella bellissima, un giorno tra una chiacchera e l'altra mi ha fatto una richiesta interessante. Vorrebbe che le facessi delle foto un po' "pin up" dice lei, per fare una bella sorpresa al suo uomo, che e' anche un grande amico di famiglia tra l'altro.
Io l'ho guardata in silenzio. E in quel mezzo minuto, ho pensato principalmente due cose. A livello puramente estetico dovrei dire di si' perche' e' proprio un gran bel soggetto. Pero' no. Perche'? Perche'...no. E' strano. Punto. No way.
Lei, prima di scoppiare a ridere, con la voce improvvisamente acuta ha esclamato solo:

- Oh, Come on Ema! You are European!

E cosi' ho scoperto che gli europei, oltre ad avere fama di essere raffinati, ma un po' sporchi, hanno anche questo tipo di fama qui.

giovedì 25 settembre 2008

devi imparare a controllare le tue emozioni

Oggi qualcuno mi ha detto 'devi imparare a controllare le tue emozioni'. E ne sono successe di cose oggi, ma quella frase detta fra tante altre senza particolare peso, continua a ronzarmi per la testa anche ora che sto per andare a dormire.
Su una cosa non c'e' dubbio: non dovrei mai passare di qui prima di andare a dormire. Mi trovo sempre troppo sincera e non e' una cosa necessariamente positiva, anzi.
Ma il fatto e': bisogna imparare davvero a cotrollare le proprie emozioni o e' una di quelle frasi cosi' che si dicono senza significato tipo sii felice, stai calmo, fai il bravo?
Pero' da un lato sarebbe bello controllare le proprie emozioni.
Pero' dall'altro in realta' non capisco il perche': se le controllo non e' che vanno via, stanno sempre la' e allora non cambia proprio nulla. In fondo e' un po' come dire non disturbare.


Pero' in effetti bisogna un po' controllarle queste emozioni se no finisce che se ne vanno in giro a combinare disastri.

E buonanotte.

mercoledì 24 settembre 2008

riflessioni sul benessere italiano e americano

Ogni tanto qualche americano mi dice che conosce un italiano anziano che gli ha raccontato qualcosa di strappalacrime, tipo che ha sofferto la fame in Italia o cose del genere. Mentre me lo dicono sembrano come un po' sconvolti dalla cosa e vogliono parlarne per sapere da me cosa ne penso, quasi per una sorta di conferma. A me sembra che loro non si rendano conto di una cosa fondamentale: anche se l'Italia ora come ora e' un paese ricco, li' il benessere e' arrivato molto dopo rispetto a qui.
I miei nonni oltre alla guerra e alla fame, hanno fatto a malapena le elementari, mentre quelli di Mr. Johnson hanno fatto l'universita' e non perche' fossero particolarmente ricchi. Perfino la nonna contadina che vive in mezzo alla prateria per esempio, ha due lauree e un master. Si, non sara' un caso comunissimo magari, ma nemmeno cosi' raro.
Guardo le foto dei genitori di Mr. Johnson da giovani e mi ricordano molto le mie esperienze, i viaggi, gli amici, le stupidate.
Guardo le foto dei miei genitori da giovani (tra l'altro molto piu' giovani dei suoi), emigranti a Milano con tutto da costruire, e mi sembra un mondo lontanissimo.
Il benessere da noi e' arrivato rapidamente, anche se ora sembra che ci sia sempre stato.
Non ci avevo mai pensato tanto nemmeno io prima di venire qui perche' a me e anche a voi immagino, certe cose come l'istruzione o il divertimento per esempio, sono sempre sembrate quasi scontate.

lunedì 22 settembre 2008

se non fossero morti, sarebbe come andare allo zoo

Una delle cose che mi angosciavano di piu' viaggiando nelle regioni piu' sperdute del sud degli Stati Uniti era vedere gli animali morti ai bordi delle strade. Si tratta di quel tipo di strade in cui vai forte e ti sembra sempre di andare piano perche' non hai nessuno davanti, nessuno dietro e fuori e' sempre tutto uguale. Come l'altro giorno sul Chickasaw Turnpike per esempio. Luoghi fuori dal mondo e fuori dal tempo. Autostrade costruite davvero in mezzo alla natura selvaggia.
Gli indigeni hanno sempre sorriso della mia delicatezza di city girl, del mio preoccuparmi per l'animale morto perche' secondo loro il punto principale della questione e' il pericolo, il fatto che bisogna essere freddi e capire cosa fare dal momento che un cervo o un altro grosso animale sull'autostrada puo' causare incidenti spaventosi. Mi dicevano che dopo un po' invece di girarti dall'altra parte, cominci a guardare di proposito per capire di cosa si tratta. Insomma, e' brutto da dire, ma mi e' successo e non l'avrei mai creduto. Immagino sia perche' come al solito nella vita capire che cos'e' e se e' (perche' spesso si tratta semplicemente di altro) fa meno paura.
Che metamorfosi pero'.