giovedì 30 ottobre 2008

l'arte dello strappo

Per la serie "Il consumismo che ti consuma" vi presento questo simpatico oggetto, il tearing tool.
Il tearing tool e' un righello che invece di essere liscio e' zigrinato e serve per strappare la carta in modo...uniforme? Bellino? Boh. Per me un pezzo di carta strappato e' solo un pezzo di carta strappato, ma non sono certo una scrapbooker io. Farsi quattro chiacchere con uno scrapbooker, fa capire molte cose su questo paese, ve lo consiglio se vi capita. Certo spendere 10 dollari per strappare un pezzo di carta deve farti sentire molto piu'....mmm...speciale, si' speciale.

mercoledì 29 ottobre 2008

due cani due mondi

Non mi sono mai piaciuti quelli che fanno fare ai cani i numeri da circo, pero' ultimamente ho in parte cambiato idea. Ho un problema con La Ragazzina. Non so che cosa le sia successo prima che ci conoscessimo, ma e' spaventata a morte da praticamente tutto e tutti e, come si puo' immaginare, non vive molto bene in questo modo. Cosi', realizzato dopo tutti questi mesi di non essere in grado di aiutarla, mi sono rivolta a un cosiddetto esperto, insomma l'ho iscritta a scuola. Facciamo una lezione alla settimana, niente numeri da circo per carita', ha solo dei piccoli problemi da risolvere. E sono entusiasta dei risultati. Dopo tre settimane la trovo gia' un po' piu' rilassata e poi -non per dire, he- ma chi l'avrebbe mai detto che era cosi' intelligente? La migliore della sua classe, tze'. Le piace imparare, le fa bene alla testolina. Ora mi guarda sempre negli occhi per capire cosa deve fare. Ha dovuto imparare questo come prima cosa per superare la paura. Finalmente sento davvero di essere il suo punto di riferimento, e' di questo che lei ha bisogno per stare tranquilla. Quando cerca di trovare la soluzione al piccolo indovinello che le viene posto sembra proprio che pensi, anche a lungo provando diverse soluzioni, finche' non capisce come fare. In realta' vuole solo ottenere il suo biscottino, ma e' fantastico esplorare le sue possibilita', vedere fin dove puo' arrivare.
L'Acchiappaconiglietti, invece rimane sempre il cane-amore come l'ha definito in modo geniale un mio grande amico, in sostanza il cane piu' inutile dell'universo. Ci prova a stare al passo, per gelosia piu' che altro, ma non fa per lui, e' troppo indipendente.
Che' poi e' bello anche cosi'. Due cani due mondi.

martedì 28 ottobre 2008

dell'importanza che viene attribuita alle notizie

Non ve l'ho mai raccontato perche' e' una cosa ancora strana e nuova per me, ma ogni tanto mi potete vedere su Current. Capita che mi chiamino al volo per sapere un po' come si vedono le cose da qui. Si tratta di un programma notturno, in Italia almeno. Un posto molto molto tranquillo dall'atmosfera amichevole e informale, e' per questo che mi sento a mio agio quando mi ci invitano. Ad ogni modo, ve lo dico perche' oggi mi hanno chiamato urgentemente per sapere che cosa si diceva qui del fallito attentato a Obama, ma io non ne sapevo nulla. Sono completamente caduta dalle nuvole e allora sono andata sul sito della CNN, della BBC, del New York Times, ecc. e niente, o almeno niente a cui venisse attribuita importanza. Sul Corriere e altri giornali italiani invece era, ed e' ancora mentre scrivo, a tutta pagina. Questa cosa da' davvero da pensare. Almeno fino a ora - sono le otto e mezza della sera qui - non si e' sentito nulla, non ne stanno parlando nemmeno in televisione, e invece leggendo i giornali italiani sembra che sia successo qualcosa di fondamentale.
Dove stara' la verita'? Sulla base di che cosa si crea un allarme oppure si ignora una notizia?
Mi piacerebbe proprio saperlo.

lunedì 27 ottobre 2008

mr jose

L'anno scorso Mr Jose puliva la mia scuola. Tutti amavano Mr Jose. La direttrice metteva perfino la sua foto sull'yearbook, grandissimo lavoratore Mr. Jose. Quando c'era lui tutto era in ordine, ora invece e' un mezzo disastro e tutti si lamentano. Mr Jose non parlava inglese o molto poco, quindi il vocabolario con cui conquisto' tutti era fatto di grandi sorrisi e lavoro da spaccarsi la schiena dalla mattina alla sera. Io pero' ci ho parlato spesso con Mr Jose. Ricordo che la prima volta che lo incontrai mi venne un mezzo infarto. Ero da sola, avevo appena aperto la scuola di mattina presto e lui spunto' fuori dal nulla spaventandomi a morte. In realta' lui non ci bado' molto perche' appena vidi che non era a suo agio in inglese gli parlai in spagnolo e allora tiro' fuori qualcosa tipo che bello! finalmente posso parlare con qualcuno!
Mi colpirono molto quelle parole in quel momento. Lo sentii vicino, capii perfettamente quella sua solitudine, quella sua incapacita' di esprimersi che in fondo era anche la mia.
Quando la scuola ha riaperto i battenti dopo l'estate lui non c'era piu', ma nessuno ha voluto dirmi cosa gli sia successo. Si sussurra che abbia avuto problemi con l'immigrazione, io mi auguro solo che abbia trovato un lavoro migliore.
Fatto sta che e' stato rimpiazzato da due persone e nonostante cio' la scuola e' sempre sporca. Tutti si lamentano, ma la spiegazione e' molto semplice: la scuola e' sporca perche' non bastano due persone per pulirla tutta. Non ci arriva nessuno a capire che tutto quel lavoro lo poteva fare solo un uomo disperato senza nessun altro modo per mantenere la sua famiglia. Lo so che non e' per cattiveria, questo lo so di sicuro, ma nessuno la' dentro lo ha capito. Forse non lo avrei capito nemmeno io se non me lo avesse detto lui in persona in faccia, chiaro e tondo. E' che ci sono delle persone, che sono come dei fantasmi. Fanno lavori che noi non faremmo mai, ma non ci soffermiamo mai su di loro, sul perche'. Un po' come Mr. Jose.

sabato 25 ottobre 2008

noi si denuncia

A undici giorni dalle elezioni, qualcuno ha rubato il nostro yard sign. Siamo rimasti malissimo. Ultimamente in effetti sto notando un proliferare di cartelli a favore di McCain.

[O McRage - se avete 5 minuti per due sane risate, guardatevi questo video]

Nonostante cio' alcuni vicini erano venuti a farci i complimeti per la scelta pochi giorni fa e soprattutto io non pensavo ci fosse qualcuno cosi' incivile qui dove vivo da prendersela con un cartello.
Uffa questo Texas a volte.
E dire che Dallas dovrebbe essere viola-blu dagli ultimi sondaggi. E' che c'e' gente proprio ottusa, sto sentendo certi discorsi in giro, ma lasciamo perdere ora. Mr Johnson appena se n'e' accorto ha chiamato la polizia e ha sporto denuncia. A me e' sembrato un po' eccessivo li' per li'. Ricordo che quando in Italia andai a denunciare il furto della mia bicicletta (lasciata due ore alla stazione di Quarto Oggiaro, non lo fate mai), i carabinieri si misero a ridere.
Ovviamente non avvieranno delle indagini per ritrovare il cartello rubato, ma alla polizia hanno preso la cosa abbastanza sul serio. Il fatto che l'unica altra casa dichiaratamente democratica del quartiere non sia stata colpita porterebbe a escludere la pista del crimine seriale facendo invece concentrare i sospetti su qualche vecchietto incazzoso che passava di la' per caso. Dicono che e' una cosa che sta succedendo spesso, pero' non so che cartelli stiano rubando. Giustamente il punto non era il candidato, ma il furto di un cartello politico sulla nostra proprieta'. E poi non e' che uno si mette a discutere delle elezioni al telefono con la polizia texana.
Adesso contatteremo anche il partito democratico locale giusto per denunciare la cosa e vedere se gentilmente ci mandano un altro cartello prima delle elezioni. Si perche' oramai si sara' capito che noi si denuncia e si scrive lettere a destra e a manca. E si protesta insomma quando ci vuole.

Questa cosa mi ha fatto davvero irritare. Alla faccia della liberta' di espressione.

Sgrunt.

Ora che ho protestato me ne posso andare a dormire.

venerdì 24 ottobre 2008

la zebra blu e l'arcobaleno giallo

I bambini mi danno sempre da pensare. Prendiamo oggi.

- Qual e' il tuo colore preferito?

- Il blu.

- E qual e' la cosa blu che preferisci?

- La zebra.

Poi prende il blu e disegna una zebra blu, senza strisce. In questo modo ho ottenuto anche un fantastico arcobaleno giallo e una zucca fucsia. Ho sorriso per un attimo della loro maniera di vedere la realta', pero' poi a pensarci bene, non c'e' molto da ridere. Noi grandi pensiamo di essere cosi' furbi, di conoscere quello che ci circonda alla perfezione al contrario di loro, ma poi chissa' chi ha ragione davvero. Noi analiziamo e poi scomponiamo la realta' in mille pezzi convincendoci di sapere che cosa e' vero e che cosa non lo e', ma sotto sotto siamo animati dalle forze piu' oscure. Sensazioni che non sappiamo assolutamente controllare razionalmente. Sentimenti che riteniamo magari sbagliati, ma che sono li' e li' restano.
Paure, desideri inconfessabili, gelosie, paranoie, caos.
E allora a questo punto sono piu' coerenti e anche avveduti loro che non si spaccano la testa per capirci qualcosa e non guardano nessuno dall'alto in basso perche' vede le cose in modo differente. Invidio la loro liberta' di pensiero e la loro visione del mondo che li circonda, la fantasia.

- How do you feel?

- Happy.

- What makes you happy?

- A firetruck.

mercoledì 22 ottobre 2008

il serpente

Domenica mattina mi sono svegliata con calma e, visto che era una bella giornata, ho pensato di andare a fare una passeggiata nel parco davanti a casa. Niente di strano. A un certo punto La Ragazzina e' andata a inzaccherarsi un attimo in un ruscello e accanto a lei ho visto questo o qualcosa di molto simile.
Per fortuna mi sono accorta poi che era morto stecchito. Con l'urlo di terrore che ho fatto

[che mi fa ridere perche' al momento non ho trovato di meglio che there is a snake! come se si fosse trattato di un ufo e invece evidentemente da queste parti non deve essere nulla di che']

ho attirato l'attenzione di un paio di passanti che sono voluti andare a vederlo da vicino. E la passeggiata al parco si trasforma in safari.
Ognuno aveva la sua teoria, e' velenoso, DEADLY!, non e' velenoso.
Alla fine uno fa:

- Guarda non ti preoccupare che tanto non ne vedrai mai uno vivo.

- Come?

- Non ti preoccupare che tanto non ne vedrai mai uno vivo.

- Ma in che senso?!

- NON - NE - VEDRAI -MAI - UNO - VIVO

-Aaaah.

Ed e' cosi' che da due giorni, ho la continua fantasia di aprire la porta di casa e trovarmi una qualche creatura texana in cucina.
E finire al telegiornale.

martedì 21 ottobre 2008

ancora sui cognomi

La seconda cosa che ho notato e' quella a cui ha accennato qualcuno nei commenti al post precedente e cioe' che il cognome e' inteso diversamente anche a livello di nucleo familiare.
Da noi e' naturale che la moglie conservi il proprio cognome una volta sposata, quasi con orgoglio come un residuato di femminismo o qualcosa del genere. Qui e' naturale che la donna abbandoni il cognome paterno e prenda quello del marito. All'inizio la cosa mi metteva un po' a disagio proprio per quel residuo di femminismo a cui accennavo, pero' poi credo di avere capito lo spirito e non mi sembra piu' la fine del mondo. Quando ti sposi, lasci il tuo nucleo familiare d'origine e crei una nuova famiglia: lo scopo e' che la madre, il padre e i figli abbiano tutti lo stesso cognome. La cosa ha una sua logica, se vogliamo.
Personalmente, non ho cambiato il mio cognome, anche se qui uso spesso per semplicita' quello di Mr Johnson. Magari lo faro' in futuro o magari cerchero' di tenermeli tutti e due, non so e' una questione complicata, ma una cosa la so per certo. Se la moglie non ha il cognome del marito, viene guardata con un minimo di sospetto.

- Ah, e cosi' lei sarebbe la moglie...ma qui vedo due cognomi diversi...

E li' partono le spiegazioni. Poi c'e' il caso ancora piu' fastidioso del divorzio. Spesso le donne divorziate preferiscono tenere il cognome dell'ex marito per avere lo stesso cognome dei figli. E cosi' di solito anche dopo che si risposano con qualcun altro portano il cognome del primo marito. Per tornare alle nostre piccole lezioni d'inglese, potremmo dire senz'altro awkward.

lunedì 20 ottobre 2008

i cognomi

Pensavo al fatto che qui, tranne rari casi non e' possibile indovinare molto di una persona dal cognome. Il fatto che qualcuno porti un cognome straniero, non dice nulla veramente se poi magari la sua famiglia ha vissuto qui per decenni ed e' oramai americana a tutti gli effetti. Certo se ti chiami Rockefeller o Kennedy qualche domanda di sicuro te la faranno, ma in generale, scorrendo una lista il cognome americano non significa molto per chi legge ne' a livello geografico, ne' a livello sociale.
In Italia invece, il cognome dice molto di una persona. In fondo e' quasi sempre alla base di un qualche pregiudizio, seppur minimo. Ricordo a scuola i professori che scorrendo il registro davano un'origine geografica a tutti i cognomi della classe. E poi i cognomi altisonanti. All'universita' sentivo ad esempio ma lei e' imparentato con l'avvocato Tizio, con l'architetto Caio?
E alla fine la cosa suonava come una piccola discriminazione o una mancanza di professionalita' visto che non si era li' per fare conversazione. Qui invece il cognome e' inteso in un altro modo. Moltissime famiglie, come quella di McCain alla ribalta in questi giorni, hanno un ramo bianco e uno nero. Questo perche' gli schiavisti normalmente davano il proprio cognome ai loro schiavi. Questa cosa a me fa effetto. Per noi il cognome e' una cosa al limite intima, affettiva anche se vogliamo, che ha a che vedere con il legame di sangue, con la storia di un luogo, che ci ricorda la nostra famiglia e solo quella, qui invece e' una cosa totalmente diversa ed e' anche facile da cambiare volendo, conosco persone che lo hanno fatto. Per noi sarebbe impensabile.

Ci sarebbe anche un altro discorso da fare sui cognomi, ma magari un'altra volta che non vorrei mettere troppa carne al fuoco.

Qui scrivo prevalentemente di shock culturale e uno potrebbe pensare che dopo un po' l'argomento si esaurisca, ma invece no. Dopo due anni mi sembra ancora un pozzo senza fondo, basta saperci guardare con attenzione. All'inizio si notavano le cose grandi e ora invece le cose si fanno sempre piu' piccole, le sfumature sempre piu' velate. Mi piace sempre ragionarci fra me e me, e anche con voi.

Buona settimana.

giovedì 16 ottobre 2008

l'ultimo dibattito

Dopo aver ascoltato un pezzetto del dibattito alla radio (e aver trovato che la voce di Obama e' identica a quella di Brian di Family Guy, sul serio), ho letto questa cosa e ora la passo a voi perche' mi ha fatto riflettere. Ci si chiede che cosa sarebbe successo se Obama avesse avuto il tipo di esperienze di McCain e viceversa. Soprattutto e' una riflessione sul razzismo. Che c'e' ed e' meglio parlarne. Vorrei tradurla tutta per chi non parla inglese, ma sono davvero troppo stanca ora. In sostanza viene fuori per chi non lo sapesse che McCain ha un livello di educazione ridicolo per un possibile presidente degli Stati Uniti, che si vanta della sua carriera militare, ma non dice mai che come pilota ha causato la caduta di 7 (7) aerei, che e' stato invischiato in un grosso scandalo di corruzione, che ha tradito a lungo la moglie rimasta sfigurata dopo un incidente per poi abbandonarla al suo destino, ecc.
Ecco ci si chiede cosa sarebbe successo se Obama avesse commesso tutti questi errori. E non solo gli errori, parliamo perfino di personalissime scelte di vita. Vi immaginate se anche solo Obama avesse adottato un bambino bianco che casino? O se, come capita a un sacco di gente, avesse divorziato? O se sua figlia adoloscente fosse rimasta incinta? Non sarebbe mai arrivato dov'e' oggi. Perche'? Perche' e' nero. Ed e' inutile starsela a raccontare.


"Obama/Biden vs McCain/Palin:
What if things were switched around? Think about it.

Would the country's collective point of view be different?

Ponder the following:

What if the Obama had paraded five children across the stage, including
a three month old infant and an unwed, pregnant teenage daughter?
What if John McCain was a former president of the Harvard Law Review?

What if Barack Obama finished fifth from the bottom of his graduating class?

What if McCain had only married once, and Obama was a divorcee?

What if Obama was the candidate who left his first wife after a severe disfiguring car accident, when she no longer measured up to his standards?

What if Obama had met his second wife in a bar and had a long affair while
he was still married?

What if Michelle Obama was the wife who not only became addicted to pain
killers but also acquired them illegally through her charitable organization?

What if Cindy McCain graduated from Harvard?

What if Obama had been a member of the Keating Five?
(The Keating Five were five United States Senators accused of corruption
in 1989, igniting a major political scandal as part of the larger Savings
and Loan crisis of the late 1980s and early 1990s)

What if McCain was a charismatic, eloquent speaker?

What if Obama couldn't read from a teleprompter?

What if Obama was the one who had military experience that included
discipline problems and a record of crashing seven planes?

What if Obama was the one who was known to display publicly, on many
occasions, a serious anger management problem?

What if Michelle Obama's family had made their money from beer distribution?

What if the Obamas had adopted a white child?

You could easily add to this list.
If these questions reflected reality,
do you really believe the election numbers would be as close as they are?

This is what racism does.
It covers up, rationalizes and minimizes
positive qualities in one candidate and emphasizes negative qualities in
another when there is a color difference.


Educational Background:

Barack Obama:
Columbia University - B.A.
Political Science with a Specialization in
International Relations.

Harvard - Juris Doctor (J.D. ) Magna Cum Laude

Joseph Biden:
University of Delaware - B.A. in History and B.A. in Political Science.

Syracuse University College of Law - Juris Doctor (J.D.)

vs.


John McCain:
United States Naval Academy - Class rank: 894 of 899

Sarah Palin:
Hawaii Pacific University - 1 semester
North Idaho College - 2 semesters - general study
University of Idaho - 2 semesters - journalism
Matanuska-Susitna College - 1 semester
University of Idaho - 3 semesters - B.A.
in Journalism

Education isn't everything, but this is about the two highest offices in
the land as well as our standing in the world."

martedì 14 ottobre 2008

lunedì 13 ottobre 2008

di ciclamini e tip

La vera notizia della mia settimana e' che ho finalmente cambiato telefono. L'altro era pessimo. Piu' che altro era imbarazzante perche' la mia voce si sentiva perfettamente, ma io di solito non sentivo quello che l'altra persona mi diceva, o pochissimo. Facevo sempre brutta figura, sembrava che non capissi mai quello che mi dicevano. Cosa che, va bene, qualche volta succede anche, ma non cosi' spesso.
Il bello e' che quello nuovo oltre ad essere morbido e del mio colore preferito, ciclamino, ha una funzione imprescindibile: quella di calcolare le mance, i tip. Perche' qui i camerieri ad esempio, prendono un salario orario minimo e il vero guadagno lo ottengono grazie alle mance su cui poi non pagano nemmeno le tasse. La mancia quindi non e' facoltativa (nessuno vi insegue fuori se non la date, ma tutti la danno e basta) e deve essere almeno intorno al 15 -20 % del totale. Per un'amante della matematica come me, uno spasso. Ma grazie al nuovo telefono, non avro' piu' problemi. Calcola in quante persone va diviso il conto e quanto e' giusto pagare a testa per essere in regola. Certo, poi se il servizio e' stato superiore alle aspettative si puo' essere piu' generosi, o viceversa. Questo, in sostanza e' il motivo per cui il servizio da queste parti e' di gran lunga migliore che in Italia.
Il telefonino ciclamino calcola anche le tasse perche' ricordate se venite qui, che al prezzo che vedete esposto su ogni prodotto tranne il cibo, dovete aggiungere l'8%.
Quello non e' tanto difficile, veramente, pero' mi vanto un po' del mio nuovo giocattolo lo stesso.

Ho sentito che qualcuno sta cercando di far eliminare il lunedi lavorativo.
Speriamo, visto che non si sa mai...
Nel frattempo buona settimana a tutti.

sabato 11 ottobre 2008

ma quale sara' la differenza fra una bistecca e un porkchop?

Questo e' il fine settimana della "famosa" partita di college football Texas contro Oklahoma, i rivali storici. Tutti sono in agitazione da giorni quaggiu' e io mi sento esclusa perche' non mi interessa. Il classico dei classici e' il barbeque fra amici durante la partita. Perche' la partita dura mediamente tre ore (!). Mr Johnson in queste occasioni tira fuori tutta la pazienza che non ha, ci prova e ci riprova a spiegarmi e non si da' mai per vinto. Suppongo che voglia davvero che mi diverta anch'io. Strana pero' questa cosa: ormai mi sembra chiarissimo che non c'e' niente da fare per me, ma lui mi ripete le stesse cose o anche delle altre nuove, aneddoti, regole, basi storiche (si', basi storiche...) duemila volte. Io nulla, blank, tabula rasa.
Il mio problema e' che quando sono davanti a una partita di football, mi si spegne il cervello. Entra automaticamente in stand by. In dormiveglia. In stato catatonico. Non so nemmeno io cosa succede, ma non riesco a seguirlo. Mi lascia indifferente a livello proprio estetico direi, e poi e' anche complicato. Ci provo a guardarlo ogni tanto, ma non ci capisco niente. Qualunque cosa mi appassiona di piu' del footbal americano, perfino fissare il vuoto. Che' poi tra l'altro fissando il vuoto oggi mi sono resa conto di una cosa tremenda: la bistecca e il porkchop sono due cose diverse! Vivo qui da due anni e non ho ancora capito la differenza fra una bistecca e un porkchop.
Fissando il vuoto sono anche riuscita a capire una superbattuta che avevo fatto finta di capire mezz'ora prima. Di solito non le capisco e basta. Chissa' quante altre illuminazioni avro', in questo paio d'ore che mi separano dalla fine della partita e dal ritorno alla normalita'. Fissare il vuoto non e' un'attivita' da sottovalutare.

Quasi quasi rimpiango il calcio, almeno ai miei amici non piaceva.

Ah, questa e' la battutona, vediamo quanto ci mettete voi :)

Why doesn't Texas slip into the ocean? Because Oklahoma sucks.

venerdì 10 ottobre 2008

che' poi non e' mai bello infrangere i sogni di un uomo

Oggi sono andata in posta a prendere una cosina che mi e' stata mandata dall'Italia. L'impiegato non me la racconta mica: oramai sa pronunciare il mio nome, che per un americano e' difficilissimo: io dico che mi conosce perfettamente. Altrimenti e' matto.
Ogni volta abbiamo sempre la stessa conversazione, con una piccola variazione sul tema. Un po' come quel film con Bill Murray che mi piace tanto, Groundhog Day. Ma che bella l'Italia, ma come ci sei finita qui, ma ti piace il Texas, ecc.
Ed ecco a voi la variazione di oggi:

- Quindi...da dove arriva il pacco?

- Dall'Italia.

- L'Italia?

- Si, sono italiana.

- Ma come ci sei finita qui? E ti piace il Texas?
[...]
Sai, ho sempre sognato di andare in Italia.

- Ah si? Non l'avrei mai detto.

- Si, a comprarmi una bella macchina sportiva. Da quelle parti costano meno.

Che' poi non e' mai bello infrangere i sogni di un uomo, ma quando mi ha chiesto se in Italia avevo una Ferrari o una Lamborghini glielo ho dovuto dire che non e' proprio esattamente come pensa lui.

mercoledì 8 ottobre 2008

niente autoselezione su nonsisamai

Raccontavo a Mr Johnson del plebiscito che si e' verificato finora a favore di Obama nel sondaggino sulle elezioni americane che trovate alla vostra destra da qualche parte. E gli raccontavo anche del simpatico discorso sull'autoselezione che secondo qualcuno c'e' su questo blog. Lui pero' come al solito ha trasformato le mie chiacchere in qualcosa di interessante.
Non e' solo Nonsisamai. A livello mondiale Obama e' in stravantaggio!
Se il mondo potesse votare, Obama non avrebbe rivali.
Il "problema" e' che solo gli americani possono votare e allora...speriamo in bene.
Comunque. Il dibattito di stasera, il secondo, e' stato di una noia mortale. Vediamo come andra' l'ultimo. L'unica cosa che mi e' piaciuta, di quello che ho ascoltato, e' stata la semplicita' di Obama nello spiegare perche' bisogna investire in forme di energia alternativa. Ha usato un paragone chiarissimo fra questo e, a suo tempo, l'investimento sui computer. Spese che cominciano nell'ambito della sicurezza nazionale e che poi portano posti di lavoro e sviluppo.
Se vi interessa approfondire il ragionamento di Mr Johnson, leggete qui. Si tratta di un articolo pubblicato da The Economist, che fa molto bene il punto della situazione sui due candidati e sui loro programmi. E' piuttosto semplice mi pare, ma molto lungo.

"A recent poll of 22 countries by the BBC found that people in all 22 of them preferred Mr Obama to Mr McCain. But only Americans can vote in American elections..."

martedì 7 ottobre 2008

la parabola dei talenti

Mi legge una lunga poesia che ha scritto per cercare di esprimere quello che le sta succedendo in questi giorni.

La ascolto attentamente. Mi piace la parte in cui descrive come lui avesse costantemente la sua voce in testa. Le chiedeva sempre stai cantando? mentre lei invece era in silenzio. La immaginava sempre cantare, ma era solo un pensiero quella voce, era l'amore. O l'ossessione.

You always had my voice in your mind...

Poi mi dice Sono gelosa di te perche' tu hai talento. Cosi'.

E io come al solito non so che dire, ma penso a quanto mi sembrasse perfetta lei prima. E forse ancora migliore ora che so per certo che non lo e'. Non glielo dico perche' non ci crederebbe mai.

Certi legami hanno qualcosa di talmente complesso e profondo. E raro. Ma dopo due giorni di tutto questo, mi sento esausta e svuotata. Non saprei piu' che dirle. Eppure aiutare qualcuno non significa semplicemente lanciarsi nelle fiamme. Significa seguirne il cammino giorno per giorno.

lunedì 6 ottobre 2008

sondaggino

Alla fine il problema e' sempre che non posso votare e cosi' ho pensato di rimediare alla frustrazione organizzando le mie piccole elezioni casalinghe:

Chi passa di qui farebbe vincere...

...Obama o McCain?

Si vota da qualche parte qui a destra.

Buona settimana.

sabato 4 ottobre 2008

out of painkillers

La mia famosa amica bellissima la scorsa settimana ha avuto un nervous breakdown. Significa esaurimento nervoso, ma lo scrivo in inglese perche' mi sembra che qui sia qualcosa di ancora piu' grave e comune che nella nostra accezione. Ogni tanto sento di qualche conoscente o amico che all'improvviso ha avuto un breakdown ed e' finito in emergency room, al pronto soccorso. E ogni volta mi stupisco. Tutti sembrano cosi' efficienti, sorridenti, funzionanti e poi basta un niente e crollano, ma crollano davvero sbattendo forte e facendo tanto rumore. Lei era qui con noi, domenica scorsa, siamo stati molto bene. Abbiamo riso un sacco e anche parlato un po' fra noi due sole soprattutto dei miei problemi, come sempre mi ha dato una mano. Poi e' tornata a casa e, non conosco bene i dettagli, ma a quanto pare e' stata cosi' male che l'hanno dovuta portare al pronto soccorso a mezzanotte pensando che avesse un attacco di cuore o qualcosa di brutto. E' da sei giorni che non tocca cibo e scrivo un po' aspettando che esca dallo studio del medico. Ieri sera per la prima volta mi ha risposto al telefono. Aveva la voce impastata dalle medicine che le hanno dato e piangeva. Si vergogna di non riuscire nemmeno a farsi una doccia o a mangiare un boccone, a curare i suoi bambini. E io che quando le raccontavo le mie paure, sotto sotto, conoscendo la sua situazione pensavo sempre ma lei come fa? con tutto quello con cui deve vedersela ogni giorno a essere cosi' perfetta e poi anche riuscire a prendersi cura di me? Pero' e' lei, un persona spendida, coraggiosa, ce la si poteva anche aspettare da lei tutta questa forza.
Mi faceva sempre ridere. Fu lei a tirarmi fuori di casa per la prima volta dopo la tragedia. Fu lei qualche settimana dopo a farmi ridere di nuovo. Mi raccontava le sue storielle senza senso e io ricordo di aver riso molto piu' rumososamente del solito quel pomeriggio, sentivo me stessa ridere, volevo sentirmi ridere perche' era bello e sorprendente. Ridere di nuovo intendo.
Mi ci e' voluta una cosa del genere, vedere lei andar giu' e toccare il fondo, per capire, non che non stia soffrendo, ma che va bene. Va bene stare male quando succedono determinate cose nella vita, e' semplicemente naturale. Non si puo' pretendere che non sia successo nulla e presentarsi sempre agli altri in maniera impeccabile. Io non ci tengo a essere impeccabile. Sono quello che sono, una persona felice tutto sommato, ma non tutti i giorni ventiquatro ore su ventiquattro. Ho i miei momenti e non lo nascondo. E lo stesso giorno posso essere al massimo oppure disperata perche' sono umana, anche se oramai sembra quasi non sia un attributo socialmente accettabile.
Pero' preferirei parlare della voglia di andare oltre, dei modi per superare o almeno scendere a patti con tutto quello che prima o poi ci capita e che non capiamo e che non capiremo mai o che magari capiremo con la testa, ma non con il cuore perche' nemmeno poi siamo sicuri di volerlo.
Non sapevo che dire. E non ho detto molto, ma le ho parlato della luce meravigliosa che c'e' nella mia cucina e di quanto possa essere silenzioso qui. L'ho invitata a dipingere o a pasticciare un po' insieme, e' una cosa che mi ha aiutato talmente tanto in questi mesi, altro che psicofarmaci. L'ho sentita per un secondo interessata, magari fra qualche giorno.