mercoledì 28 marzo 2018

non come una volta

Come insegnante per anni ho dovuto ascoltare altri insegnanti lamentarsi degli studenti.
Non hanno più rispetto, sono maleducati, ignoranti, presuntuosi, non come una volta.
Per anni ho risposto a quegli insegnanti che non ero d'accordo e che i bambini e i ragazzi sono sempre gli stessi.
Se mi sono scandalizzata di qualcosa a scuola è stato del livello infimo di alcuni insegnanti. Spesso erano gli stessi che si lamentavano del livello infimo dei ragazzi.
Adesso, almeno qui negli US, siamo arrivati a un punto di svolta in cui c'è una classe politica al potere immorale e di un'ignoranza spaventosa che di quell'ignoranza si fa perfino vanto. C'è un presidente con un vocabolario da scuola elementare che dice le parolacce e forse non sa nemmeno leggere. La Casa Bianca più e più volte ha fatto circolare comunicati pieni di errori grammaticali. Questo sì, per me significa non avere rispetto.
I cosiddetti ribelli invece, i leader delle proteste studentesche, sono ragazzi modello. Con compostezza e educazione chiedono agli adulti di tornare in sè e non comportarsi come ragazzini fuori controllo. Si vede che sono stati attenti in classe. Sanno parlare in pubblico, sanno gestire le proprie emozioni, sanno dibattere, sostenere le proprie argomentazioni citando dati e fonti non urlando o insultando.
Insomma, evidentemente ribellarsi ora come ora, significa studiare, impegnarsi e lavorare duro, ma è bello pensare che fra qualche anno, se tutto va com'è giusto che sia, si tornerà a un minimo di buon senso.

lunedì 26 marzo 2018

quando non ci sono argomenti

La cosa che mi fa impressione più di tutto di queste proteste studentesche americane - le più imponenti, si dice, dai tempi del Vietnam - è la crudeltà degli attacchi diretti ai leader del movimento. Non ho mai visto una cosa simile in Italia. Il giorno dopo la strage del liceo della Florida in cui sono state uccise 17 persone fra studenti e insegnanti, i superstiti, e parliamo degli adolescenti non degli adulti, sono stati accusati di non essere superstiti veri, ma attori pagati dalla sinistra (crisis actors) per togliere le armi ai cittadini onesti.
E quello non era che l'inizio.
L'NRA (National Rifle Association) ha risposto alla marcia di sabato dicendo che è tutto un complotto dei miliardari di Hollywood che si approfittano di questi ragazzini per distruggere il secondo emendamento e impedirci di proteggere noi stessi e le persone che amiamo. C'è chi ha sostenuto che se questi ragazzi avessero voluto davvero migliorare le cose avrebbero fatto un bel corso di primo soccorso invece di marciare. Provate a chiedere a un medico cosa fa un corso di pronto soccorso a una ferita da arma da fuoco. Ci sono state contro manifestazioni a favore delle armi in cui questi ragazzi venivano sbeffeggiati semplicemente per la loro età. Fino a ieri vi mangiavate le pastiglie della lavastoviglie e adesso venite a dire a noi come vivere. Sono stati fatti fotomontaggi, fabbricate notizie false. Emma Gonzalez è stata chiamata "lesbica skinhead" da un candidato repubblicano. 
Adulti a corto di argomenti a cui resta solo l'insulto personale e il cyberbullismo nei confronti di adolescenti traumatizzati e in lutto. 
Quello che bisogna capire in maniera molto chiara è che c'è un sacco di gente qui che nutre puro odio per questi ragazzini che hanno l'ardire non solo di essere sopravvissuti, ma anche di avere un'opinione propria sulla possibilità di essere vittime di una futura ipotetica sparatoria. 
Non è pazzesco? 
Nel frattempo, nessuno se n'è accorto, ma c'è stato un altro school shooting in Maryland. Due vittime non fanno notizia.
Il mistero vero per me è come questa società malata abbia potuto produrre una generazione di menti brillanti ed eroiche come questa.

domenica 25 marzo 2018

in marcia per le nostre vite

Ieri sera ascoltavo da sola i vari interventi dei ragazzi alla manifestazione contro le armi e piangevo. 
Emma Gonzalez ha brevemente ricordato i 17 compagni che sono stati uccisi e poi è rimasta lì sul podio in silenzio con il viso fiero, segnato dalle lacrime copiose per circa sei minuti, giusto il tempo che ha impiegato l'assassino a prendersi tutte quelle vite e a uscire indenne dalla scuola. 
Possiamo dire solo grazie a questi ragazzi coraggiosi che invece di chiudersi nelle camerette a piangere, come sarebbe normalissimo e giusto che facessero, stanno mettendo se stessi al secondo posto nel tentativo disperato di cambiare le cose per tutti noi adulti che non siamo stati capaci di proteggerli e anche per i nostri figli.

sabato 24 marzo 2018

di bastoncini e serpenti

Ieri sera vado a fare una passeggiata a piedi con una mia amica. Tra le chiacchiere sono passate un paio d'ore e si è fatto buio. Le strade del nostro quartiere non sono molto illuminate però l'ho visto. Le dico "Fermati! C'è un serpente davanti a noi". E niente lui era lì, in mezzo al marciapiede con la testina su tipo cobra che si prepara all'attacco. L'avremmo schiacciato. Forse non fa ancora abbastanza caldo perché sia pienamente attivo, non si muoveva lui, stava lì. Forse era appena uscito dall'uovo, era lungo lungo e stretto stretto. Ma che ne so io di serpenti, sono di Milano io.
La mia amica è rimasta colpita dalla mia vista da aquila e dai miei riflessi da ninja.
Lei non sa che sono anni che prendo bastoncini per serpenti.

venerdì 23 marzo 2018

per niente impressionato

Alla mostra su Ron Mueck in un celebre museo di Fort Worth, in mezzo allo stupore generale per la perfezione delle sculture, un'operatrice museale si avvicina a Joe con un gran sorriso e gli chiede un'opinione. 
- Allora, cosa ne dici bel bambino?
Il famoso storico dell'arte di sette anni, risponde con assoluta serietà e una certa aria di sufficienza:
- Non sono impressionato.

E se ne va lasciandola lì con un palmo di naso.



Joe non è uno che si preoccupi particolarmente di quello che pensa la gente, ma quel giorno era davvero di cattivo umore. Avrebbe preferito andare al museo della scienza invece che a vedere l'ennesima mostra d'arte. All'ingresso del museo, però gli era stato dato un piccolo taccuino con una matita. Tornati a casa, ho dato un'occhiata a quel taccuino e ho capito che non era del tutto vero che non era rimasto impressionato...






Qualche giorno dopo mi ha contattato perfino il museo stesso per avere il permesso di condividere questa piccola storia. Che dire? Evviva il nostro Joe che non ha nessuna idea di tutto questo, ma che ci riserva sempre mille sorprese.

mercoledì 21 marzo 2018

la giornata mondiale della Sindrome di Down

Oggi è la giornata mondiale della Sindrome di Down e vorrei condividere con voi qualche pensiero a riguardo.
Alle elementari, nella mia classe c'era uno di questi meravigliosi bambini dal cromosoma in più. Non so dire se la sua sindrome fosse particolarmente leggera, ne dubito, o se le maestre fossero brave a farci pensare a lui semplicemente come a uno di noi. Certo, aveva la maestra di sostegno e un altro paio di cosine - i bambini le differenze le notano tutte, non credete a chi vi dice il contrario- ma per il resto era uno di noi. Sono cresciuta pensando a lui come a uno qualsiasi dei miei compagni di scuola e lo ricordo ancora, come del resto tutti gli altri, con grande affetto.
Questo è il motivo per cui quando sono diventata amica di una persona che ha un figlio più o meno dell'età di Joe con questa sindrome, ho subito proposto, come avrei fatto con qualunque altro figlio di amici, che venisse a casa a giocare qualche volta. Mi sembrava un'ottima idea, per lui, per Joe e anche per la mia amica che poteva riposarsi un po'. Ecco, ci sono voluti diversi anni prima che questo invito venisse accettato. E io per tantissimo tempo non capivo. Ma come? Anche lei è completamente sola, con la famiglia lontana...le offro una mano e mi tiene a distanza?
Poi in realtà, quando questo invito è stato accettato, ho capito. Non c'è niente che faccia più paura a un genitore che il proprio figlio possa non essere trattato con affetto e sicuramente per qualcuno è difficile dimostrare affetto sotto determinate circostanze. C'é chi vuole bandire tutti i bambini dai ristoranti e dagli aerei, figuriamoci come possono reagire di fronte a quelli che hanno abitualmente dei comportamenti più imprevedibili degli altri, quelli che quando ne combinano una, non fanno tenerezza ma provocano disagio vero.
Insomma, questo post è per dire...pensiamoci a queste cose, a come si sente quel bambino, ragazzo o adulto (tutti noi ne conosciamo o ne conosceremo almeno uno) e a come si sentono i suoi genitori, i suoi fratelli e le sue sorelle, se ce li ha.
Possiamo raccontarci tante favole, ma la realtà è che ci sono delle difficoltà oggettive. Ci sono anche delle difficoltà che potrebbero non esserci però.
Non ci vuole molto in fondo. Insegnamo ai nostri figli o ai nostri studenti se ne abbiamo, a guardare gli altri con gentilezza. Fermiamoci un attimo a farli riflettere su come si sentono loro, è fondamentale, e anche su come si sentono gli altri. E facciamoli questi inviti. Le feste di compleanno, la partitella a calcetto, i boy scout...si può fare tutto tutti insieme e meglio e imparando tutti di più. E per finire, non diciamo la prima cosa che ci viene in mente, ma riflettiamo un po' di più prima di parlare o di giudicare perché la maggior parte delle volte siamo proprio noi adulti, anche in buonissima fede, a essere i più insensibili di tutti.

martedì 20 marzo 2018

non si può tornare indietro nel tempo. o sì?

Chiedo a Woody di passare una bottiglia d'acqua a Joe. Tutto normale, no? Non esattamente. 
Parte un urlo disperato, pianti, lamenti. Sussurri e grida, per fare una citazione colta. Diciamo che gliel'ha passata quella bottiglia, ma in maniera leggermente accelerata. Per un attimo, mi domando cosa fare, sono bloccata nel traffico e non posso girarmi per valutare i danni. 
- Stai sanguinando Joe?
No, non c'è sangue e presto il mio tutto sommato affidabile istinto materno, mi consiglia di concentrarmi sulla guida.
Cerchiamo di parlarne però, mentre il povero Joe ancora piange a dirotto. Mi si spezza un po' il cuore ogni volta che succede perché non piange mai lui, deve avergli fatto proprio male quella bottigliata...
- Joe, tuo fratello a volte è un po' istintivo. Non pensa bene alle conseguenze di quello che fa, devi capire che alla sua età può succedere. Lui non sa spiegarsi, ma sono sicura che adesso sa che ha sbagliato e se potesse tornare indietro te la passerebbe la bottiglia invece di lanciartela in testa. Purtroppo però non si può tornare indietro nel tempo...
Joe tira su col naso e fra le lacrime e i singhiozzi, mi interrompe immediatamente:
- Beh tecnicamente è possibile viaggiare nel tempo, bisogna solo avvicinarsi il più possibile alla velocità della luce.

lunedì 19 marzo 2018

di ciucci e di brividi

Questa mattina ho detto a Woody che i suoi ciucci erano rotti. Era una bugia, ma lui si fida così tanto della sottoscritta che ha concordato. Così, anche se i ciucci non sono rotti, li ha buttati nella spazzatura.
In quel momento, un brivido mi è corso lungo la schiena, quel brivido da giocatore d'azzardo che potrebbe essersi appena giocato tutto.
Prima di andare a fare il suo pisolino pomeridiano, Woody ha dato un'occhiata nella spazzatura. Li ha visti, mi ha guardato. Ricordati, sono rotti ormai. Ha sospirato, ha richiuso e se n'è andato a dormire.
Tutto tace. Penso proprio che questa sia la volta buona. Addio ciucci. La gente fa sempre quei discorsi catastrofici sui ciucci, ma in tutta sincerità non ho mai capito il perché. Noi li abbiamo usati, e tanto, finché servivano e poi li abbiamo gioiosamente messi da parte, senza nessun trauma.
Non penso Woody avrà grandi problemi, del resto è dall'anno scorso che già non lo usa a scuola.
Joe, a suo tempo, li mise in una busta sagomata con tanto di francobolli finti e li spedì con grande orgoglio ai "bambini piccoli". Anche lì, brivido lungo la schiena e poi niente, mai più nominati.
Sapete che vi dico? Mi sa tanto che questo brivido ricorrente non ha niente a che vedere con i ciucci. Questo brivido che torna è la paura fortissima e la meraviglia altrettanto potente di vederli sempre più indipendenti, sempre più protesi verso il mondo e lontani da me, com'è giusto che sia.

martedì 6 marzo 2018

i bambini hanno paura

Ultimamente, dopo la sparatoria del liceo della Florida, mi è tornata in mente una cosa. I miei insegnanti ci spiegavano le notizie.
Mi ricordo perfettamente che ad esempio, parlammo moltissimo della tragedia dello Shuttle. Io ero in seconda o in terza elementare e mi ricordo i disegni, forse un cartellone, qualcosa del genere. A bordo c'era una maestra di nome Christa, che morì nell'esplosione. Mi fece moltissima impressione. La guerra del Golfo, un po' più avanti, fu l'altra cosa che seguimmo molto a scuola. Avevamo una radio in classe per seguire gli aggiornamenti, leggevamo i quotidiani.
Insomma, mi chiedevo cosa sia più giusto fare in questi casi. Mi piacerebbe davvero tanto poter evitare ai bambini certe notizie, ma la verità è che le sentono lo stesso, ne parlano fra loro.
In tutte le scuole americane si fanno le prove anti-incendio, anti-tornato/ terremoto ecc. e anche i lockdown dove si simula cosa fare se entra un intruso armato, ma non si danno spiegazioni, non è inquietante da morire?
Una sera, tornavamo a casa in macchina e la radio era accesa e anche le antenne di Joe evidentemente:
- Cosa? Hanno sparato a degli studenti in una scuola?
Proprio in quel momento, siamo arrivati a casa, siamo stati distratti da qualcosa e Joe non ha più tirato fuori l'argomento. Non so cosa pensare, suppongo che se ne sia dimenticato o forse lo spero. Da quel giorno mi sono limitata a far finta di niente aspettando una sua mossa.
Non lo so se faccio bene o male, seguo l'istinto. Non ho davvero nessun tipo di certezza. Cosa dovrebbero fare i genitori? E cosa gli insegnanti? Da un lato mi piacerebbe che la scuola si occupasse un minimo di attualità in casi eccezionali come questo che ci toccano così da vicino, dall'altro...francamente non so se mi fido. E se l'insegnante è a favore delle armi? Ho mille dubbi.
Voi cosa ne pensate?
La paura è uno dei sentimenti più intrinsecamente legati all'infanzia e tutti sappiamo che quello che fa più paura è quello che non si conosce. D'altra parte però queste sono situazioni che forse fanno eccezione: non so a voi, ma per quanto mi riguarda più conosco il problema delle armi e più ho paura. Mi fa paura sia che qualcuno possa anche solo pensare di fare una cosa del genere sia che non esista nessuna legge che ci protegga dal ripetersi di una cosa del genere. E sono una persona adulta, non un bambino indifeso.
Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista, se per caso ne avete uno.