sabato 24 luglio 2021

essere persone

Volevo raccontarvi una piccolissima cosa su cui ho riflettuto in questi giorni e che non avevo mai considerato. Magari torna utile a qualcun altro.

Si parlava di social media e di dipendenza da internet e una persona nera se n'è uscita fuori dicendo che non è tutto da demonizzare perché prima di Instagram (soprattutto) lei non aveva mai visto persone nere essere felici. Fare cose normali ed essere felici.
Mi è un attimo -come si suol dire in inglese- *esploso il cervello*. Bum.
Immaginate cosa possa essere crescere senza vedersi praticamente mai rappresentati in una luce positiva?
Io no, non ci avevo mai pensato in questi termini, nel contesto di quel discorso che si faceva. E anche il fatto di non averci mai dovuto pensare, è un altro aspetto del mio privilegio, me ne rendo conto benissimo. Sui bianchi ci sono rappresentazioni di tutti i tipi, sui neri o altri individui razzializzati invece la narrazione è sempre un po' la stessa.
I problemi, i telegiornali, le tragedie, i film strappalacrime. Raramente e solo negli ultimi anni il ventaglio dei sentimenti si è un po' allargato e ogni tanto si vede un minimo di normalità, di gioia.
Ecco d'ora in poi vorrei condivere un po' più di gioia, di bellezza, di normalità.
Comincio a pensare che sia utile quanto o più dell'indignazione e della denuncia.
Dobbiamo abituarci a vedere *tutte* le persone essere semplicemente persone.

venerdì 23 luglio 2021

il peso delle scelte

La ricerca del lavoro si sta rivelando molto più ardua del previsto. All'inizio ero un po' avvilita. Non mi aspettavo una situazione come questa. È vero che sto cercando un lavoro molto molto specifico, quasi un ago in un pagliaio, ma non ho mai visto questa assenza totale di offerte.

Sarà l'estate? Sarà che tutte le persone non qualificate che sono entrate l'anno scorso nell'emergenza oramai sono dentro?
Ognuno ha la sua teoria. Ma io non demordo.
Mi apposto dietro la porta e prima o poi qualcuno uscirà.
Lo scorso anno ho fatto una scelta.
Anzi, ho avuto il privilegio enorme di fare una scelta, quella di lasciare un lavoro che amavo con tutte le mie forze, ma che non sentivo di poter fare in sicurezza e occuparmi dei mie due studenti a casa.
Ora (e anche prima in realtà) ne sto pagando le conseguenze.
Del resto ogni scelta ha un prezzo e io lo sapevo.
Ci ho pensato tanto e ho capito che tornando indietro farei la stessa scelta e allora accetto questa situazione e continuo a impegnarmi per migliorarla. Sempre con un grande senso di gratitudine nonostante tutto.
Per tantissime cose e anche perché oggi farò le valigie!
Andiamo a fare uno dei nostri super road trip.
Ci ha appena scritto la proprietaria della casa che abbiamo preso in affitto in New Mexico per dirci di non lasciare assolutamente nessun tipo di cibo in giro perché quello è "bear country".
Niente, tenete d'occhio le storie in questi giorni.
Buon fine settimana e speriamo in bene!
👀🐻🤞🏼

giovedì 22 luglio 2021

il prima e il dopo

Da quanto risulta dalle foto sul mio telefono l'ultima attività "normale" che feci prima della pandemia, fu andare a una festa di compleanno a Legoland con Woody. 8 marzo 2020.

Joe avrebbe voluto venirci tantissimo ma, a differenza del fratello ci era già stato varie volte e mi sembrava giusto per una volta fare una cosa solo con Woody.
Il piano era di tornare presto tutti insieme. Mi avevano perfino dato dei biglietti omaggio all'ingresso. 
Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe passato un anno e mezzo.
Per me è stato molto emozionante tornare nello stesso posto. L'ho deciso all'ultimissimo secondo dopo aver sentito che i contagi continuano a salire. Legoland è sempre rimasta sullo sfondo in questo anno e mezzo. Per Joe come rimpianto e per Woody come simbolo della tanto amata vita di prima. Insomma, ho pensato...

andiamoci prima di poterci andare.
È da mesi che viviamo una vita più o meno normale qui e mi rifiuto di pensare che la situazione possa precipitare di nuovo. Ma allo stesso tempo, sono realista.
Legoland era una bolgia infernale. Un ambiente chiuso, pieno zeppo di gente (i bambini non vaccinati di sicuro) eppure quasi nessuno tranne noi e pochissimi altri indossava la mascherina. In coda per una giostra ho fatto quattro chiacchiere con una turista che veniva da Porto Rico e mi diceva di stare per avere un attacco di panico. 
"Perché nessuno ha la maschera qui!?"
Non so cosa succederà. Non credo di potermi permettere nessun pessimismo in questo momento. Fatalismo forse.
Però davvero, più di tutto sento un senso di gratitudine. 
Siamo qui, stiamo bene, siamo insieme. 

giovedì 15 luglio 2021

un cane è un cane, no?

Questa è Roxie.

Ultima arrivata a casa di Cassandra.
Roxie ha solo 15 mesi, ma ha già vissuto un paio di vite. Il suo primo anno lo ha passato chiusa in una gabbia, poi è quasi morta di parto e poi è stata abbandonata perché un cane di razza che non può avere cuccioli è considerato inutile. Ora se ne va in giro con un collare che dice "sterilizzata" a lettere cubitali perché in tutto questo rischia pure di essere rapita.
Non so se sia lo stesso in Italia, ma purtroppo qui vedo che sta tornando di moda "il cane di razza". Non me ne capacito. Sicuramente ci saranno allevatori onesti, ma di fatto chi compra un cane alimenta un mercato quantomeno dubbio. Perché non rivolgersi a un canile? Forse non tutti lo sanno, ma ci sono un sacco di cani di razza anche lì. Sono gratis e poi in fin dei conti di qualunque forma e colore sia...un cane è un cane, no?

martedì 6 luglio 2021

cos'è una gran signora?

Questa mattina quando ho letto che Raffaella Carrà se n'è andata in silenzio come una 'gran signora', ho sentito un piccolo moto di rabbia.

"Se n'è andata da gran signora quale era. In rigoroso silenzio. Non me la posso immaginare vecchia e malata. Raffa ha lasciato un'immagine di sé assolutamente perfetta".
Ho appena passato un fine settimana - triste ammetto- con una persona estremamente anziana e malata e sono convinta che Raffaella Carrà avrebbe lasciato un'immagine altrettanto perfetta se avesse mostrato la sua vecchiaia e la sua malattia.
Una persona anziana, malata o entrambe le cose non ci deve assolutamente niente, non è responsabile degli stati d'animo che può suscitare negli altri. Non deve nascondersi e non ha nulla di cui vergognarsi. Il suo compito è quello di stare al mondo come tutti gli altri.
Mi disturba molto, in generale, questo associare il silenzio alla 'gran donna', alla donna da ammirare.
E poi c'è la questione della scena "cult".
Adesso che è venuta a mancare Raffaella Carrà, molti sono andati a ripescare la cosiddetta scena "cult" con Roberto Benigni.
"Cult".
Veramente? Nel 2021 è ancora "cult" quella roba? Andate a rivedervelo quel famosissimo video.
A me personalmente fa venire il magone. Ma cosa c'è da ridere? Lei dice chiaramente "no" e lui se ne frega e la butta per terra e le mette le mani ovunque in diretta nazionale.
E' una scena di una violenza inaudita.
Lei è una donna che in quella situazione non dà il suo consenso, al contrario dice di no eppure viene sopraffatta fisicamente mentre il pubblico ride a crepapelle.
Ero una bambina all'epoca e sentivo i grandi dire che lei era stata "brava" una grande professionista perchè era stata al "gioco". Ma che gioco? Che scelta aveva?
Cosa significa "fare la brava"? - mi chiedevo- non lamentarsi? Farsi letteralmente scavalcare da un uomo?
Come tutti concordo che Raffaella Carrà sia stata una grandissima donna, ma lo è stata nonostante una scena degradante come quella non in virtù della stessa. Lo è stata perchè grazie al suo immenso talento è riuscita a farsi strada in un ambiente e in una società che trattava le donne in quel modo e ancora se ne compiace.

giovedì 1 luglio 2021

friselle e foglie di banano

C'è un amichetto di Joe che adoro. Ha un'intelligenza vivace e una quantità di convinzioni granitiche sulle questioni più disparate. Ogni volta che ci parlo, mi sorprende o mi insegna qualcosa. Non ci si annoia mai con lui.

A pranzo all'improvviso sentenzia:
- Sai, io non sono d'accordo con i miei genitori. Loro mangiano con le mani e le mani sono la parte del corpo piú sporca perchè con le mani tocchi tutto. A me piace mangiare con la forchetta e mi piacciono anche i piatti e i tavoli. Loro invece mangiano sulle foglie di banano, seduti per terra.

Ho aperto la dispensa e gli ho fatto vedere le friselle che ho comprato la settimana scorsa al supermercato italiano in un attacco violentissimo di nostalgia.
Gli ho spiegato che anche la mia famiglia mangia certi cibi con le mani e anch'io la pensavo come lui un tempo. Mia nonna ha sempre riso vedendomi mangiare la frisella con la forchetta. Era una cosa comica ai suoi occhi. Forse in modo bonario mi compativa e aspettava che ci arrivassi da sola.
L'altro giorno credo di esserci arrivata. Stavo mangiando la mia frisella da sola in pace e a un certo punto senza nemmeno rendermene conto, mi sono accorta che avevo posato la forchetta e la stavo mangiando con le mani.
Avevi ragione tutta la vita cara nonna.
Eppure scommetto che la prossima volta userò di nuovo la forchetta. Ora lo so, la forchetta è una sovrastruttura, ma è terribilmente difficile fare a meno delle sovrastrutture.
La foglia di banano poi ha una quantità di vantaggi rispetto al piatto: è pulita, aromatica, naturale e tante altre cose. Forse anche questo bambino un giorno lo capirà, ma non sarà più capace di tornare indietro. Oppure sì. E allora magari avrà a sua volta dei bambini impertinenti che com'è giusto che sia metteranno in dubbio il suo sapere.