lunedì 31 dicembre 2018

e allora vediamo cosa succede

Non è stato poi malaccio questo 2018. Il futuro spaventa sempre un po', ma quando si guarda indietro, ci si rende conto che forse non è così difficile questo gioco. Dedicare tempo alle persone che ti fanno stare bene, scovare un buon libro, fermarsi a guardare un tramonto, prendersi un pomeriggio libero per andare una mostra. Respirare. 
In fondo è più o meno tutto qui, no?
E allora vediamo cosa succede.

domenica 30 dicembre 2018

il proposito

Il mio proposito per il 2019 è riscoprire i miei geni paterni. Per due settimane il mio papà ha fatto solo due cose: leggere e giocare. Niente computer o cellulari, nemmeno la televisione.
- Papà vuoi guardare un film? Vuoi dare un'occhiata al giornale?
- Lascia stare, adesso sono qui.
Adesso sono qui.
Lui vive il momento.
Dorme almeno sette o otto ore per notte e mangia solo ed esclusivamente se ha fame, di solito una volta al giorno. E' praticamente un'asceta. E un nonno buffo che racconta storielle improbabili e insegna ai nipoti ad arrampicarsi sugli alberi.
E oggi parte.
Sigh.

sabato 29 dicembre 2018

alla fine del 2018 in texas

Stasera siamo andati a vedere uno spettacolo di stand-up comedy, quello classico con il tipo che racconta storie davanti al muro di mattoni. Il locale è dietro casa ed è anche piuttosto famoso, ma non c'eravamo mai stati. Non conoscevamo l'attore, ma le recensioni erano buone e abbiamo deciso di provare. Arrivati lì, ci siamo resi conto che doveva essere più famoso di quello che immaginavamo perchè la coda all'entrata era notevole. Una cosa era impossibile non notare: erano quasi tutti neri. Tanto che abbiamo cominciato a farci delle domande in italiano. Ti chiedi se la tua presenza crei qualche fastidio o al contrario venga apprezzata. C'era un'atmosfera un po' difficile da decifrare. Sappiamo che ci sono diverse situazioni come il barber shop che sono aperte a tutti, ma in realtà no e te ne accorgi subito quando ci capiti per sbaglio (ve lo avevo raccontato qui).
Il primo comico parlava uno slang talmente forte che a un certo punto mi sono chiesta se fosse un'altra lingua. Le altre due spalle erano molto più comprensibili, ho capito abbastanza da passare una bella serata. Quando è arrivato il comico di punta è stato bellissimo perchè ha rotto subito il ghiaccio dando un senso a quello che tutti avevano notato, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di dire apertamente.
Con la sua comicità ha ringraziato per prima cosa tutti i bianchi presenti. Ha detto che viviamo in un momento storico in cui certi bianchi chiamano la polizia quando vedono i neri fare le cose più normali del mondo, un picnic, una riunione di lavoro (qui)..., voi siete venuti qui a pagare per ascoltare le battute di quattro neri, evidentemente non siete fra loro. Applausi. Il tipo del tavolo accanto ha dato il 5 a Mr J e i dubbi sono scomparsi, la tensione si è dissolta.
E niente, il clima in Texas a fine 2018, è questo. Spero che nel giro di pochi anni, questo piccolo aneddoto suoni come preistoria.

lunedì 24 dicembre 2018

il surfista

Appena arrivati a La Jolla ci siamo fermati a guardare l'oceano. Impossibile non rimanere incantati. Poca gente in giro. Onde altissime e una piccola schiera di fotografi muniti di teleobiettivi mezzi nascosti nella vegetazione. Un pugno di surfisti si battevano fra le onde come moderni Don Chisciotte. In quel momento è arrivato un tipo sui quaranta e si è messo a riprendere la scena con il cellulare alle nostre spalle. Fremeva. Appena ha incontrato il nostro sguardo ha cominciato a spiegarci con frenesia quello che stava succedendo. Forse aveva bisogno di parlare. Eravamo capitati lì proprio la mattina del primo winter swell cioè l'inizio del periodo migliore per surfare. Chiaramente il tipo era un grande esperto di surf. E anche un surfista dall'età di sette anni, ci ha poi fatto sapere, ma sfortunatamente quella mattina gli toccava andare a lavorare e non poteva fare altro che guardare con invidia i suoi colleghi. Ci ha raccontato della preparazione sia fisica che psicologica necessaria per praticare questo sport. Quasi tutti i surfisti lavorano in proprio per poter star dietro alle onde migliori. Bisogna cogliere l'attimo. L'amicizia è un elemento chiave dello stile di vita del surfista californiano, ci ha spiegato. Le condizioni sono così estreme che è molto più probabile sopravvivere in gruppo. Gli esercizi di respirazione sono duri, ma indispensabili per riemergere da mostri d'acqua simili. Ci raccontava che d'estate, quando il mare è calmo, ad esempio, si legano dei pesi addosso e camminano sul fondo dell'oceano. La disciplina è tutto. Lavorano tutto l'anno per questi pochi giorni di gloria. "Forse non vi sembrano molto alte quelle onde da qui, ma c'è gente che ci si è rotta il collo". A quel punto gliel'ho chiesto. E gli squali? Ci sono! Mi ha risposto subito con sincerità. C'è lo squalo bianco, il più grande predatore dell'oceano. E non hai paura? Gli ho chiesto. Tantissima, mi ha risposto strizzando gli occhi verdi circondati da quelle piccole rughe di chi passa un sacco di tempo sotto al sole. Gli è capitato di rendersi conto di avere sotto i piedi uno squalo di quattro metri, guardare in faccia l'amico e andare avanti. Non posso nemmeno immaginare il terrore. E anche lui che è coraggioso se li sogna la notte gli squali, ma gli incubi non lo fermano. In fondo, con tutte le foche che ci sono in giro non hanno certo bisogno di attaccare gli uomini gli squali bianchi, no? Vorrei dargli ragione anche se non ne so nulla, ma si capisce subito che il rischio di morire è ciò che lo tiene in piedi e lo fa fremere in quel modo in una mattina d'inverno. 
Non posso fare a meno di pensare che sia una fortuna avere qualcosa che ti faccia provare quello che prova lui per il surf nella vita.




martedì 11 dicembre 2018

piccolo e grande al tempo stesso

Ero in fila al supermercato e davanti a me c'era un uomo dal viso sfigurato in modo orribile. La fila era lunga. Quelle situazioni in cui qualcuno fissa e qualcun altro guarda dall'altra parte. Ecco, il cassiere ha fatto un gesto che mi ha colpito. Di solito lui, le volte che l'ho visto almeno, dà l'impressione di uno che si fa molto i fatti propri, è chiaramente poco entusiasta del suo lavoro. Del resto è un ragazzo molto giovane e sveglio, bello oltretutto, è fuori luogo in quel posto. Comunque, cosa ha fatto? Semplicemente si è ritagliato un minuto per parlare con il signore sfigurato in modo normale. Credo gli abbia chiesto cosa mangiasse per cena o qualcosa del genere. E non solo questo, gli ha fatto il saluto, quello cool dei neri dove ci si toccano le mani. Il signore sfigurato ha sorriso e si è come sgonfiato, rilassato. E probabilmente è successo lo stesso a tutti noi che guardavamo la scena. Avevamo di nuovo di fronte una persona qualunque e non un mistero insolvibile, uno scherzo della natura da compatire. 
Chissà se si conoscevano o quale fosse la storia. Fatto sta che appena quelle due mani si sono toccate, è successo qualcosa di importante, piccolo e grande al tempo stesso.

martedì 4 dicembre 2018

...e la fiducia nell'umanità?

Capita anche a voi a volte di sentirvi diffidenti nei confronti del prossimo? A me purtroppo succede sempre più spesso di aspettarmi il peggio dagli altri e questo non mi piace. E' che ti guardi intorno, senti un sacco storie e poi un paio di esperienze negative magari le hai già avute e per qualche strano motivo, ti vengono in mente sempre prima di quelle positive. Però l'altro giorno mi è successa una cosa -anzi più di una, una vera e propria catena di eventi direi- che mi ha fatto riflettere, e molto.
Stavo avendo una giornata no, capita. Del resto, dopo una nottata insonne anche la minima scocciatura diventa una montagna da scalare. Visto che ero più o meno nei paraggi, per consolarmi decido di concedermi qualcosa di buono al supermercato italiano.
Oramai si trovano un po' tutti i prodotti italiani qui, ma c'è un unico supermercato che considero più o meno autentico e sono andata proprio lì. La nostalgia del cibo è una cosa seria per gli emigranti. Mi sento sempre meglio dopo che ci sono stata. Non è il mangiare, è l'atmosfera.
Insomma, faccio la mia spesa come sempre. Scambio due parole con la cassiera che vuole sapere cosa ci si fa con l'orzata. L'orzata, vorrei risponderle, ma lei ovviamente non sa cosa sia e ora che ci penso non lo so nemmeno io. Una conversazione di grande spessore. Un altro cliente si mette in fila dietro di me e automaticamente tiro fuori il portafogli, mah? Non trovo la carta di credito. Non può essere, ho appena fatto benzina! Può essere. Accidenti.
Le chiedo se può tenermi un attimo le buste mentre vado a controllare se per caso mi sia caduta in macchina.
Cerco meglio che posso ma, alla fine mi devo arrendere. Evidentemente l'ho persa. Deve essere successo quando l'ho tirata fuori per fare benzina. Non è la fine del mondo. Devo solo farla bloccare e farmi fare una copia. Anzi, sono quasi contenta perchè almeno ho venti dollari e posso pagare il panino e i cannoli da portare a casa, se sono fortunata magari anche la mia amata orzata.
Quando rientro, spiego che mi dispiace lasciare là la spesa, ma purtroppo ho perso la carta di credito. La cassiera sussurra brevemente quello che é successo al proprietario e lui senza tanti convenevoli (perché lui è cosí), le risponde senza guardarmi: "Dalle le sue buste, tornerà".
Mi vergogno a morte ad ammetterlo, ma mi è venuto da piangere. Ottanta dollari. Questa persona che odia i convenevoli, questa persona che non gestisce, come dicevamo una multinazionale, ma un supermercatino di quartiere, ha dato fiducia a me, una perfetta estranea che gli riportassi ottanta dollari, sono davvero tanti. Un gesto incredibile per un piccolo esercizio commerciale come quello o forse anche per uno grande.
In un momento storico in cui sembra che tutti siano portati all'ostilità di default, questa persona ha deliberatamente scelto di dare fiducia a una sconosciuta, come se fosse la cosa più naturale del mondo e senza nemmeno pensarci un secondo.
Non ero in pericolo, non ero affamata, non avevo bisogno di aiuto, ma lui ha accettato il rischio lo stesso. Mi piace pensare che non lo abbia visto come un rischio, che gli sia sembrato ovvio che tornassi. Quanti lo farebbero?
Questa storia natalizia di buoni sentimenti potrebbe finire benissimo qui, ma se per caso avete un pezzo di carbone al posto del cuore e continuate ancora a essere pessimisti e sospettosi nei confronti del prossimo, vi racconto anche quello che è successo dopo.
Sulla strada del ritorno, ho chiamato sia la scuola in cui ero stata sia il benzinaio che ha chiesto scrupolosamente a tutti i dipendenti, ma nessuno aveva trovato la mia carta. Così sono andata in banca e in cinque minuti di orologio, mi hanno risolto il problema. Grazie banca, fra l'altro.
Appena arrivata a casa, suona il telefono: è la banca. Figurati, mi sembrava troppo facile. E invece no, non c'era nessun problema con la nuova carta. Avevano chiamato solo per avvertirmi che qualcuno aveva appena riportato la mia vecchia carta in banca. Cioè qualcuno non solo l'ha trovata, ma per essere sicuro al 100% che tornasse al legittimo proprietario, la sottoscritta, si è preso perfino la briga di riportarla nella banca giusta.
A quel punto ero davvero senza parole. Sola con il mio enorme senso di riconoscenza e una rinnovata fiducia nell'umanità, pensavo agli ottanta dollari. E se il signore si fosse pentito? Se fosse preoccupato? Non potevo tornare a pagare prima di tre giorni, magari uno fa un gesto di slancio e poi se ne pente. Mi viene in mente di mandare un messaggio alla pagina Facebook del supermercatino per rassicurarlo che andrò a pagare il prima possibile. Non sono sicura che qualcuno lo leggerà, ma scrivo un messaggio carino in cui cerco di esprimere in un paio di righe quanto sia stato apprezzato il gesto.
Due minuti dopo, il commerciante, quello che non fa convenevoli mi risponde "Mi fa piacere che sia andato tutto bene, non c'è bisogno che torni. Puoi pagare per telefono". Non si smentisce mai lui.
Alla fine ognuno ha il suo carattere e il suo modo di fare, ma ci pensate a quanti episodi di questo tipo succedono ogni giorno in tutto il mondo? Non sono eventi spettacolari come lo schianto di un treno o il prossimo tweet di Trump, però capitano anche queste cose e molto più frequentemente di quanto si sia portati a pensare.
E' dall'altro giorno, da quando mi è successa questa cosa, che ci penso: anche quando sembra che vada tutto a rotoli da qualche parte c'è qualcuno che sta facendo qualcosa di stupendo per il semplice gusto di farlo, anche in questo preciso momento. Bello, no?