martedì 26 gennaio 2021

il film soul di pixar è razzista?

Tempo fa per caso mi sono imbattuta in una recensione (qui) del film Soul di Pixar in cui vengono analizzati tutta una serie di nodi critici all'interno della sceneggiatura e si arriva a sostenere che il film sia razzista. 

Lí per lì non ho pensato niente di particolare. Alcune cose le ho trovate assolutamente condivisibili, altre meno. 

Il fatto è che stranamente non l'ho dimenticata, ma ha continuato a tornarmi in mente spesso. Mi ha messo a disagio, ma in modo costruttivo. Praticamente tutte le persone con cui ne ho parlato, mi hanno detto che è un punto di vista "esagerato" e che se vuoi vedere problemi ovunque, finisce che li trovi.

Ieri ho letto un bell'articolo sullo stesso argomento su The New Yorker.  E' di Namwali Serpell e si intitola Pixar's Troubled "Soul" e ho ricominciato a pensare a tutta la faccenda.

Soul è razzista? Ma davvero? Eppure mi era piaciuto così tanto.

Mi è venuta la curiosità di vedere cosa ne pensassero gli altri lettori. Ecco, raramente credo di aver letto commenti più sprezzanti e denigratori su quella rivista.

Qualcosa non torna.

Se la sola idea che un film per famiglie così popolare possa essere definito razzista o quantomeno problematico, infastidisce in questo modo, ci sono davvero dei nervi scoperti.

Trovo avvilente che ogni volta che un membro di una qualche  minoranza sollevi una questione nuova venga:

azzittito

deriso

accusato 

e non semplicemente

ascoltato. 

Quello che traspare da quei commenti e da alcune conversazioni che ho avuto in buona sostanza è: invece di essere "contenti" che finalmente fanno un film importante con un protagonista nero, si lamentano. Si lamentano sempre. Sono loro il problema.

Non credo assolutamente sia così.

Sì, il film mi è piaciuto molto quando l'ho visto.

No, non l'ho interpretato in chiave razziale, ma solo filosofica.

Il fatto che io, come molti altri bianchi con cui ho parlato non abbia considerato il colore dei personaggi, ha un significato? Forse sì. Forse la questione razziale non è in cima alle mie preoccupazioni in ogni momento della mia vita. Altri non hanno il privilegio di dimenticarsene, nemmeno per la durata di un film.

Penso che il film Soul di Pixar sia razzista? Non lo so, ci sto ancora pensando. Voglio ascoltare altre persone di colore, voglio sapere cosa ne pensano loro, è questo che importa.

Se potessi comunque direi a chi mi ha fatto riflettere su tutto questo solo una parola: grazie.

Grazie per avermi messo in difficoltà. E' così che ci si accorge delle cose, anche dei propri bias e ci si mette in discussione. E si migliora.

Un protagonista nero è un passo avanti, ma questo non significa che non se ne possano fare degli altri.   

martedì 12 gennaio 2021

not so fast

Camminando molto in questo periodo, noto con facilità piccoli e grandi cambiamenti intorno a me.

Negli ultimi mesi nel mio quartiere sono spuntati un paio di yard signs di Black Lives Matter. Mi è sembrato piuttosto normale dopo tutto quello che è successo l'estate scorsa.
L'altro giorno però dopo l'assalto di Capitol Hill una famiglia che -non conosco personalmente, ma che ho ben presente perchè si distingue tutti gli anni per la creatività delle decorazioni di Halloween- ha issato una bandiera gigantesca di BLM. Davvero enorme, bianca e nera, sembra quasi una bandiera dei pirati ed è stata messa proprio dove tradizionalmente vedi sventolare le bandiere americane. A quel punto, mi sono fermata a pensarci molto bene a quelle bandiere e a quei cartelli. Ho realizzato che quella famiglia è nera e che anche gli altri cartelli più piccoli che avevo visto erano stati messi fuori da famiglie nere. Non ce ne sono molte nel mio quartiere di famiglie nere.
Noi raramente mettiamo cartelli o bandiere in giardino. Abbiamo avuto una brutta esperienza ai tempi di Obama e abbiamo deciso di esprimere le nostre opinioni politiche in altri modi, soprattutto attraverso donazioni alle forze politiche che vorremmo avanzassero.
Però in questo caso specifico, ho pensato 'vado a casa e ordino immediatamente un cartello di BLM'. Odio il fatto che solo i neri si espongano per questa causa che certamente non riguarda solo loro, ma tutti noi come società.
Not so fast.
Sono stata fortemente sconsigliata da più persone. C'è molta tensione in questo momento. Mentre all'estero qualcuno si sconvolge all'idea che l'uomo più potente del mondo sia stato cacciato dai social media come se il problema fosse la libertà di parola (ha a disposizione tutti i mezzi del caso per comunicare in qualunque momento con milioni o miliardi di persone alla volta) e non il fatto che li stava usando per organizzare altre rivolte violente, qui si teme, probabilmente a ragione, che quello che abbiamo visto il 6 gennaio fosse solo l'inizio.
Quindi c'è bisogno di prudenza, alla fine me ne sono lasciata convincere anch'io. Però io dico, se noi bianchi privilegiati fino al midollo abbiamo tutta questa paura, quanto coraggio avrà dovuto tirare fuori quella famiglia nera per sfidare il vicinato composto sicuramente anche di un sacco trumpisti/razzisti/suprematisti con quella bandiera gigantesca?
Se io penso che non posso rischiare perchè ho due bambini, so che anche loro hanno due figli e che tra l'altro rientrano perfettamente nella categoria di quelli per cui questo movimento è nato.
Vorrei almeno scrivere una lettera ai miei vicini per dimostrargli la nostra solidarietà e per rassicurarli che l'abbiamo vista quella bandiera e che come tanti altri siamo dalla loro parte, ma chissà come verrebbe presa. In fondo sono solo parole.
Oggi la vignetta del New Yorker mostrava Godzilla che inceneriva la città mentre un tale rassicurava un gruppetto di persone rifugiatesi sulla cima di un edificio: 'Buone notizie! Fra una settimana se ne va!'.
Ecco io mi sento un po' come quelle persone, aspetto col fiato sospeso che il mostro se ne vada.

domenica 10 gennaio 2021

gatti volanti e tagli di capelli

 Io a Mr. J:

- Nice haircut!
Joe passa in quel momento e si entusiasma:
- Wow! You mean you've got a flying cat?
Che ci posso fare?
Mi fa fatica pronunciare le H.

giovedì 7 gennaio 2021

la resa dei conti

Mi avete chiesto come sto e mandato abbracci. Vi ringrazio.

Sto bene, stiamo tutti bene. E' solo che a volte, mentre tutti dicono la loro, è giusto prendersi un attimo per tirare il fiato e pensare.
Una cosa è assodata: la giornata di ieri non la dimenticheremo.
La sera precedente ero andata a dormire presto senza nessuna voglia di seguire le elezioni in Georgia. Troppo stress. Se i due candidati democratici, Jon Ossoff e Raphael Warnock, non avessero prevalso la vittoria di Biden sarebbe stata mutilata ed era molto probabile che succedesse. Immaginerete la gioia quando al risveglio abbiamo saputo che invece tutto era filato liscio come l'olio. L'organizzazione di Stacey Abrams ha funzionato, la mobilitazione dei democratici è stata enorme e hanno vinto. Una vittoria così netta in uno stato come la Georgia è un sogno e indica chiaramente un cambiamento di rotta. Secondo Barack Obama, Johns Lewis ci ha sorriso da lassù.
Poi c'è stata anche la nomina di Merrick Garland a procuratore generale. Chi segue la politica americana sa cosa significhi a livello simbolico. Si tratta del candidato alla corte suprema legittimamente scelto da Barack Obama e ingiustamente bloccato dall'azione spregiudicata di Mitch McConnell.
Tutto bene quindi. Cominci ragionevolmente a sperare che le cose si possano rimettere in ordine, anche per quanto riguarda la pandemia, la distribuzione dei vaccini e tutto il resto. Un paio d'ore dopo scoppia il delirio che abbiamo visto.
Non si può certo dire che sia stata una sorpresa.
La manifestazione era stata ampiamente annunciata e pubblicizzata. Nei giorni precedenti alcuni di voi infatti mi avevano chiesto se avessi paura e avevo risposto di no. La sensazione per me, da qui era ed è ancora che Trump stia scomparendo. Resta il fatto che i suoi fan sono armati fino ai denti e che lui ripeteva da mesi che non avrebbe concesso la vittoria a Biden e che le elezioni erano state truccate. Ricordate quel vergognoso primo dibattito presidenziale? Si rivolse direttamente ai Proud Boys con un ordine: "stand back and stand by", state fermi e pronti all'azione. Piu di così? E il segnale difatti è arrivato ieri preciso e puntuale nel comizio con cui ha arringato la folla adorante giunta da ogni dove per lui. Li ha invitati a invadere Capitol Hill promettendo che li avrebbe addirittura accompagnati: in realtà poi come sappiamo si è limitato a godersi lo spettacolo in poltrona come tutti noi.
Mi è spiaciuto tantissimo vedere gli occhi di Joe riempirsi di lacrime. Immagino l'impatto che quelle immagini abbiano avuto sui bambini americani. Succede una cosa simile e la prima cosa che fai è accendere la tv, invece è sbagliato se hai dei bambini vicino. Bisognerebbe sì spiegare tutto, ma anche tutelarli dall'ansia delle breaking news. Mi è tornato in mente il senso di sgomento che provavo quando la prof teneva la radio accesa in classe per sentire gli aggiornamenti della guerra del Golfo.
Joe si è tranquillizzato dopo aver ascoltato il discorso di Biden. Gli ho detto vedi? E' questo il presidente che è stato eletto, niente paura, e siamo andati a fare un giro.
Lui non sa che pochi minuti dopo Trump è riapparso con un video per dire ai manifestanti non solo di andare a casa ma anche che hanno ragione, che li ama e che sono molto speciali. Roba da matti.
E' stato un momento vergognoso e terribile, ma rimango fiduciosa sulla lunga distanza. Anzi ora è tutto ancora più chiaro anche per chi magari ha votato per lui, ma non fa parte della cosiddetta 'base'.
Conosco di vista un tizio fuori di testa così, uno solo, uno della base. E' interessantissimo andare a vedere quello che posta. Al momento lui è convinto che quelli che sono entrati a Capitol Hill non siano i supporters di Trump, ma gli Antifascisti, pensate un po'. Complotto, c'è sempre un complotto.
Sono cosciente che ci siano molti personaggi come lui in giro e abbiamo visto di cosa sono capaci, ma si tratta pur sempre di una minoranza. Lo sono sempre stati in minoranza. Non scordiamoci che Hillary Clinton prese tre milioni di voti più di Trump e Biden sette. Come dice Obama però ora non bisogna rilassarsi pensando di avere schivato un proiettile, al contrario è proprio questo il momento di mettersi al lavoro più che mai per cambiare le strutture che hanno permesso a questo fiasco di realizzarsi.
Vi dirò la verità, ho avuto molta più paura a novembre oppure l'estate scorsa quando guardavamo militari senza insegne di riconoscimento sequestrare i manifestanti di Black Lives Matter a Portland e nessuno interveniva.
Non mi piacciono quelli che si scandalizzano, quelli che dicono che queste cose succedono solo nelle repubbliche delle banane.
La democrazia è fragile ovunque, per definizione e va rispettata.
Tante cose in questi quattro anni sono stati degni di una repubblica delle banane, a partire dalla candidatura stessa di Trump.
Ora abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa succede quando si gioca con il fuoco e che ci serva da lezione.