sabato 30 agosto 2008

il mio problema con questo blog

Il mio problema con questo blog e' che non si ferma a quello che scrivo io. Ingenua io all'inizio ad averlo pensato! Da una cosa ne nasce quasi sempre qualcun'altra e i vostri commenti certi giorni sono troppo interessanti e non ho proprio il tempo materiale di rispondere come si deve a tutti. Pero' li leggo sempre e ci penso anche. In questi ultimi tempi ad esempio, direi che il discorso sulla cultura giapponese (25 agosto) che mi ha fatto capire molte cose, si e' sviluppato quasi interamente via commenti e email. Si potrebbe aggiungere ancora molto altro sull'argomento, ma si e' gia' arrivati praticamente a chiedersi che cos'e' l'amore, la verita'... bello, grazie a tutti quelli che hanno contribuito. Anche il post apocalittico del 21 agosto, mi ha messo un po' in agitazione. Qualcuno in maniera geniale ha chiesto si' ma come diavolo si salva tutto un blog? E qualcuno ha accennato alla possibilita' di fare un backup generale tramite una funzione specifica offerta dal blog stesso. Ecco per quanto riguarda blogger, non mi sembra un'operazione cosi' banale. Dato che non me ne intendo sono semplicemente andata a leggermi il manualetto e questo e' quello che ho trovato. Per le mie capacita' tecniche e' un po' troppo difficile, cosi' siccome stasera avevo un po' di tempo e ho deciso che l'avrei dedicato al salvataggio di praticamente qualunque cosa (ma si' cosi' in generale...), ho fatto un paio di cose semplicissime. Ho pubblicato tutti i post dal primo giorno contemporaneamente e poi ho salvato la pagina su un cd. In questo modo si visualizza tutto, anche le foto, ma non i commenti e i link. Meglio di niente. E poi gia' che c'ero ho anche salvato tutto sotto forma di testo. Ci ho messo cinque minuti in tutto e mi sembra empiricamente che funzioni. Se ho scritto una castroneria pazzesca non infierite che davvero e' gia' tanto, sono di un'ignoranza su queste cose... Anzi, se avete qualche altra idea o suggerimento, fatevi pure avanti.
Nel frattempo, magari lascio tutti i post fuori per qualche giorno.
Mi sto divertendo a rileggerli cosi' a caso, senza aprirli di proposito. Sono 484, e' incredibile.
Lunedi e' Labor Day, diciamo il primo maggio in salsa americana, quindi grazie al cielo mi aspetta un bel weekend lungo per riprendermi dai primi giorni di asilo che mi hanno messo al tappeto.
Buon fine settimana anche a voi.

venerdì 29 agosto 2008

il mio problema con obama

Ho appena finito di ascoltare il discorso di Obama e voglio scriverne a caldo prima di sentire e leggere qualunque altro commento per trattenere il piu' a lungo possibile questa sensazione che non ho mai mai e poi mai provato ascoltando nessun politico prima d'ora. La speranza soprattutto. Mi pare che sia durato 42 minuti e non ho perso una parola. Ha parlato di tutto quello che per me e' importante: il diritto all'educazione per tutti, la riforma sanitaria, gli investimenti che vuole fare nel campo dell'energia rinnovabile, i problemi della classe media, i diritti civili (facendo particolare riferimento agli omosessuali), la politica estera, l'aborto. All'inizio per un attimo il suo sguardo ha tradito l'emozione del trovarsi di fronte a novantamila persone in delirio come sarebbe successo a qualunque essere umano suppongo, ma la sua voce e' sempre rimasta ferma e chiara e soprattutto non e' stato un discorso egocentrico. Ha fatto capire a tutti che lui si sente come un mezzo, che this is about you not me, che il cambiamento lo porta la gente al governo e non viceversa. Ha risposto agli attacchi durissimi e a volte scorretti di McCain con grande classe e leggerezza, senza infierire, senza negativita'. Ha ricordato che quello che rende forte questo paese non e' l'esercito, non e' il sistema di istruzione, non e' l'economia, ma the spirit, la capacita' di sognare, di aiutarsi, di rialzarsi. E nel suo caso specifico di far sognare aggiungerei io. Un mondo migliore. Stasera l'ho sognato anch'io che non sono nemmeno chiamata in causa direttamente. Ed e' vero che lui e' un afroamericano atipico, con un padre Keniota assente, educato in una famiglia bianca, ma forse e' proprio per questo che ce la puo' fare. Perche' non ha vissuto in prima persona la segregazione, la ghettizzazione. Il suo messaggio non e' mai di rabbia, ma sempre di costruzione, di progresso nel senso piu' ampio del termine. Poi magari governando commettera' grandissimi errori, questo e' pressoche' inevitabile con un ruolo del genere, ma l'idea di fondo e' grande, e' inspiring come dicono qui, puo' davvero generare un cambiamento sociale profondo.
Il commentatore della nbc mi pare, alla fine del discorso ha ricordato piu' volte che non era un film, che era tutto vero e quanto gli sarebbe piaciuto trovare qualcosa da criticare. Ed e' vero, e' stato un grande momento, non c'e' molto da sottilizzare. Io non dico che McCain sia il male, che sarebbe il peggior presidente (quello sta gia' governando da otto anni), ma caspita qui siamo proprio su un altro livello, sia nella forma, che nella sostanza.
Mi spiace solo non poter votare. Si' questo e' il mio unico problema con Obama in effetti, il non poterlo votare.

giovedì 28 agosto 2008

l'italiano e' una canna senza fumo

L'altro giorno i miei sono finalmente tornati dalle loro interminabili vacanze e abbiamo fatto una chiaccherata lunghissima e liberatoria. Che bella sensazione dopo tutto quello che e' successo in questo periodo. Quando ho chiuso mi sono sorpresa a pensare qualcosa che li' per li' non ho nemmeno capito. Ho pensato allora e' questa la solitudine?
Si era quella roba li', credo. Quel nodo in gola, quella voglia incontenibile di spiegarti, di aprirti senza filtri e senza paura, ma il non poterlo fare. Se puoi farlo, non sei solo e io pensavo di essermi sentita sola prima, ma mi sbagliavo. Prima facevo le mie solite scene, ma poi se volevo parlare avevo solo l'imbarazzo della scelta fra gli amici da chiamare e se anche non lo facevo nel giro di poco incontravo qualcuno che mi chiedeva come stavo sul serio. Bastava un caffe' al volo in stazione, una pausa pranzo, per dire.
Qui invece devo fare davvero degli sforzi. Sono fortunata perche' a parte Mr. Johnson, ho almeno una persona di grande fiducia con cui parlare di tutto e non e' poco in meno di due anni, ma in inglese non e' proprio uguale. Non ho la stessa liberta' espressiva, devo sempre pensare alla forma, a non essere fraintesa e comunque a volte ancora adesso quando si parla di sensazioni non riesco a dire esattamente quello che voglio. Dopo che mi sfogo in inglese mi sento sollevata solo a meta' e invece ogni tanto c'e' davvero bisogno di buttare tutto fuori.
La prima volta che venni da queste parti feci una sorta di scambio linguistico con un tale J.R. (l'unico che abbia mai conosciuto fra l'altro, e non era nemmeno texano). Lui mi insegnava l'inglese e io lo spagnolo. Lui era entusiasta di aver qualcuno con cui practicar e mi disse una cosa strana che mi torna in mente ora. Che per lui parlare spagnolo era come fumarsi una canna, che gli faceva proprio scaturire un qualche meccanismo chimico nel cervello e gli dava un benessere generale inspiegabile.
Che l'italiano stia diventando una specie di improbabile canna senza fumo per me?
Infatti, mi viene proprio da ridere di questi deliri notturni.
Ma e' meglio che me ne vada a dormire che e' tardissimo e domani mattina sara' un disastro.
In Italia e' gia' mattina pero'.
Beh, allora ovunque siate... buonanotte-o-giorno.

martedì 26 agosto 2008

back to school

In tutto questo e' anche ricominciata la scuola. A parte il fatto di aver battuto tutti i miei (in)gloriosi record precedenti e di essermi ammalata dopo tre giorni, sono proprio contenta. Non sono sicura che verso aprile saro' dello stesso avviso, ma i bambini nuovi sembrano meravigliosi, piccini piccini e bravissimi. O forse sono solo io ad essere un po' meno sprovveduta. Di sicuro vorrei vantarmi di una cosa: ho scoperto di avere una capacita' sorprendente di imparare i nomi. E anche gli spelling fantasiosi [ma come si fa a chiamare un bambino Jaxson con la "x" o Brendan con la "a"?] e le facce abbinate. E' incredibile, mi stupisco da sola. Anzi, mi vanto anche di un'altra cosa gia' che ci sono, ma e' una cosa un po' misteriosa. Certe volte le altre maestre madrelingua vengono da me a farsi tradurre quello che dicono i bambini. E' veramente strana questa cosa: io che ancora ho problemi con gli adulti capisco perfettamente il bambino indiano o quello che ancora non ha capito bene come funziona. Ma tant'e'. E cosi' oggi mi vanto un po'. Per scherzo.
Seriamente invece, c'e' una cosa che mi da' proprio fastidio: la pubblicita' continua del back to school, il ritorno a scuola.

[Da wikipedia: Back to school, in clothing retail, is a product season and is characterized by a display of items appropriate to a school wardrobe. Many department stores advertise back to school sales as a time when school supplies and children's and young adults' clothing goes on sale. Many states offer tax-free periods (usually about a week) at which time any school supplies and children's clothing purchased does not have sales tax added. This period of time usually lasts from mid-August through early September, before the school year starts in the US, UK, and Canada. In Australia and New Zealand, this usually occurs in January]

E' da almeno un mese o due che ci bombardano con questa cosa. Sconti, offerte, qualunque cosa per fare venire voglia a tuo figlio di tornare a scuola. Perche' poi e' questo il messaggio chiarissimo: il primo giorno di scuola e' terribile, non conoscerai nessuno e sara' difficile fare nuove amicizie, pero' se indossi il capo firmato avrai piu' fiducia in te stesso e tutti ti sorrideranno. I genitori poi si sentono in colpa e comprano. Che glielo spiegassero invece a questi ragazzini che la vita certe volte, tipo il primo giorno di scuola, fa schifo. E' cosi' da che mondo e mondo. Ci siamo passati tutti. Va bene essere particolarmente puliti e in ordine per dare un'ottima prima impressione, ma non si puo' inculcare l'idea che il successo sociale dipenda dal denaro. E non lo dico per moralismo, ma anche perche' banalmente non e' per niente vero. E crea infelicita' e frustrazione sia nei genitori che nei figli.

Un'ultimissima cosa: grazie a tutti quelli che mi hanno scritto riguardo al post di ieri, ma io non ho ancora le idee per niente chiare, per cui se vi va continuate a rispondermi. Ancora mille arigato :)

lunedì 25 agosto 2008

comunicazione disturbata con il giappone

Finalmente, fatemelo dire, e' finita la mia famosa estate (tex) giapponese. E lo dico con un pizzico di sollievo per il fatto di riavere finalmente indietro la mia vita e la mia casa, ma anche di tristezza perche' in fondo non e' andata come avevo sperato. In mezzo a tutto, mi rimane un gigantesco, immenso, punto di domanda sulla cultura giapponese. Mi riferisco a Yumiko. La conosco da alcuni anni, abbiamo passato un'intera estate insieme una volta e abbiamo anche la stessa eta', ma io non ho mai capito nulla di lei, e non e' assolutamente una questione linguistica. Ci stiamo molto simpatiche anche, non e' nemmeno questo. E' che il suo adorabile faccino a seme di melone ispira tenerezza, ma alla lunga e' come un muro impenetrabile. Yumiko sorride sempre imperturbabile qualunque cosa succeda e per me questa cosa e' inconcepibile. Ma non ti offendi? Non ti annoi? Non vuoi fare nulla di speciale? Non esprimi nessuna opinione? Non hai nulla da raccontare? Insomma sei umana o sei la personificazione di uno di quei cartoni che vedevo da piccola?
Lei per certi versi e' fantastica. La prima sera che e' arrivata ha cucinato una semplice bistecca, ma di una bellezza. Dovevate vederla questa bistecca fatta in cinque minuti. Tagliata a striscioline tutte uguali e ricoperta di minuscole croccanti fettine di aglio. Servita in un piatto particolare che io non uso mai e che lei ha scovato da qualche parte in cucina per completare il suo piccolo capolavoro. Quando la sua bambina finisce di mangiare dice una piccola preghiera di ringraziamento, unisce le mani come per un amen e fa un piccolo inchino. Prepara magnifici rotoli di sushi per ore con una pazienza infinita, poi ce ne fa assaggiare uno o due pezzettini e il resto lo mette via per il suo uomo come una geysha. Quello che il suo uomo dice e fa e' giusto. Una volta mi disse che non le importava lasciare il Giappone o venire a vivere qui, decide lui e lei esegue. Infatti, un giorno il Johnson giapponese si lamentava in giapponese probabilmente per sfogarsi senza essere capito e lei mi ha tradotto tutto quello che diceva. Sorridendo. Non diceva nulla contro di me specificamente, ma non potevo credere che lei non capisse la negativita' e l'imbarazzo.
Ha una grazia innata con i suoi capelli di seta e le mani affusolate, ma e' un'enigma. Non si esprime mai. Sorride, questo e' quello che fa. Un giorno le ho dato una cosa che pensavo potesse esserle utile spiegandole come usarla e lei come sempre ha sorriso e annuito. Il giorno dopo ho trovato questo oggetto nella spazzatura. Io non se non le servisse o se non avesse capito come usarlo, ma l'ha buttato e a me e' spiaciuto che non sia stata sincera. Anche i regali che le abbiamo fatto li ha lasciati qui. Eppure e' organizzatissima. E' riuscita a fare stare il bagaglio di tre persone per quasi un mese in una sola valigia, non credo sarebbe stato un problema aggiungere un paio di libri. O al limite buttarli prima di imbarcarsi, che ne so. L'altra sera e' venuta da me con una richiesta insolita.
- Scusa, non e' che per caso hai uno spazzolino usato che non trovo piu' il mio?
- Si certo quello che uso per pulire le mattonelle del bagno.

- Grazie grazie!
Ovviamente non e' cosi' che le ho risposto, ma sono convinta in via ipotetica che avrebbe sorriso e ringraziato senza tradire alcuna emozione come sempre. Tanto per chiarire, lo spazzolino ce l'avevo nuovo di pacca perche' avevo pensato -mi sembrava- davvero a ogni dettaglio per farli sentire a casa questi ospiti venuti da cosi' lontano. E invece. Non so.
Da quando sono qui ho affrontato parecchie sfide di questo tipo. Cercare di capire persone cresciute in contesti completamente diversi dal mio senza giudicarle e provando a non offendermi, ma di fronte all'enigma giapponese depongo le armi. Non sono offesa, sono proprio interdetta se cosi' si puo' dire. Non ho gli strumenti per chiarirmi le idee.
Mi aiutate voi?
E' una questione culturale vero? No perche' io non ho mai conosciuto nessun'altro che non fosse giapponese con questo tipo di calma e sottomissione. So che fra i tre lettori affezionati di Nonsisamai, ci sono almeno un paio di grandi esperti di questioni giapponesi, Tracina e Stefy, mi date qualche indizio? Arigato.


giovedì 21 agosto 2008

nonsisamai e l'apocalisse

A quanto pare un server che ospitava molti blog e' imploso o qualcosa del genere e un sacco di post potrebbero essere andati persi. Potete leggere qui meglio. A me queste cose terrorizzano. Tirano fuori paure ancestrali risalenti a quando un fulmine si scaglio' contro il mio computer italiano e persi tantissime foto e perfino il filmato del mio matrimonio per sempre.
Avevo cominciato a fare un backup di Non si sa mai, ma mi e' stato detto figurati se blogger perde i tuoi dati, sei in una botte di ferro. E invece tutto e' possibile.
Ora so una cosa per certo: io a questo blog ci tengo. Ti rendi conto di tenere a qualcosa solo quando hai paura di perderla e io adesso ve lo dico ufficialmente, a questo blog ci tengo proprio. Tra le cose inutili della mia vita e' una delle piu' utili. Rileggo spesso le cose vecchie per ricordare o solo per capire meglio. E poi anche i vostri commenti sono importanti: mi danno un punto di vista esterno che spesso aggiunge qualcosa alla mia stessa comprensione degli eventi. Mi insegnate e mi sdrammatizzate e io vi ringrazio per questo, ne ho davvero bisogno. Sono solo chiacchere lo so, ma io non riesco nemmeno a immaginare di perdere tutto quello che si e' pubblicato qui in quest'ultimo anno e mezzo. Sarebbe terribile. Una volta ho letto un'articolo su questo nuovo fenomeno. Si diceva che paradossalmente e' piu' facile perdere interi archivi ora che quando si usava il cartaceo. Che il furto o il guasto di un computer pieno di dati personali psicologicamente costituiscono un vero e proprio lutto.

Allora facciamo tesoro di questa notizia apocalittica (!): non perdiamo tempo, salviamo tutto il salvabile, che siano post, foto o quant'altro abbiamo sui nostri pc prima che sia troppo tardi. In realta' questo e' un buon consiglio che do alla sottoscritta prima che a chiunque altro. E vediamo di metterlo in pratica stavolta.

mercoledì 20 agosto 2008

l'italianita'

E' da settimane che a scuola continuano a dirmi che c'e' un'altra italiana, una nuova insegnante, e che e' davvero simpatica e che devo troppo conoscerla, che' anche se e' qui da tanti anni ha perfino ancora un accento. A me faceva molto piacere che ci fosse un'italiana, non perdo occasione per parlare la mia lingua appena posso, pero' il nome non mi sembrava per niente italiano, avevo una strana sensazione. E infatti e' venuto fuori che l'italiana in realta' di italiano ha solo un nonno. Pero' parla un po' di italiano e spagnolo da madrelingua. Un'esagitata di una. Oggi a pranzo sfoggiava la sua pasta come un capo firmato. Emanuela va a mangiare la pasta! Mi ha urlato dall'altra parte del corridoio. Non vi dico la faccia di Mrs. Guorton. Ma che cos'e' poi l'italianita'? Perche' qui tutti si spacciano per italiani appena possono? E' fico essere italiani o cosa? Bene perche' io lo sono al 100%, ma mica vado in giro a parlare ad alta voce e a rimpilzare di pasta e pizza il prossimo. Cioe' qualche volta si, pero' e' diverso...

lunedì 18 agosto 2008

l'intesa cinematografica

Dopo una settimana piuttosto pesantuccia devo dire, abbiamo deciso di passare il sabato sera a casa a guardare un bel film stravaccati sul divano. La scelta e' toccata a me stavolta e, visto che l'idea era vedere qualcosa di leggero, ma non stupido ho pensato che a Mr. Johnson sarebbe senz'altro piaciuto Harold and Maude. Immaginavo, conoscendolo che non lo avesse mai visto e infatti. Adesso io dico. Va bene la stanchezza, pero' introduci una persona a cui tieni a un film che per te significa qualcosa -tra l'altro sono anche in piena fase Cat Stevens dopo il viaggio- e questa persona non dovrebbe mostrare un minimo di apprezzamento? Cosi' anche solo per farti piacere?
Ecco. E' andata cosi'. Dopo mezz'ora si e' dileguato spiegandomi piu' tardi che aveva intuito che ci sarebbe stata una scena di sesso fra i due protagonisti e che grazie no, e' davvero troppo.
- Ma come? E l'amore universale? E il sentimento disinteressato che va oltre le barriere sociali e i pregiudizi? E alla fine e' diverso, mettici pure surreale, ma e' puro, e' anticonformista, anticonvenzionale. Anti! E poi non sai nemmeno come e' andata a finire.
- Ma dai! Si capiva subito tutto dall'inizio, era noiso. Cosi' scontato.
Questa la trama di Harold and Maude secondo Mr. Johnson.
- Un ragazzo che odia la vita incontra una vecchietta che ama la vita, poi lei muore e lui comincia a amare la vita.
Praticamente un intero film sulla proprieta' transitiva. Cosa devo fare con lui? Lo picchio?
E' fortunato perche' sono pacifista. Stasera invece e' andata meglio. Siamo stati a vedere l'ultimo di Woody Allen e ne sono nate discussioni che mi sono molto piaciute su quello che ci manca dell'Europa e anche su quello che non ci manca. Il film in se', non saprei. Non e' male, scivola via in maniera deliziosa, ma non sembra Woody Allen, e dire che ho visto tutti i suoi film. Questo qui e' leggero e rischia spesso di cadere nello stereotipo: dello spagnolo rubacuori, della turista disinibita, la moglie gelosa, la ragazza con la testa sulle spalle, ma sicuramente e' intenzionale. In confronto a Scoop o Match Point soprattutto che mi era piaciuto moltissimo, siamo su un altro pianeta, ma la verita' e' che con degli attori cosi' non poteva essere una delusione. Soprattutto Penelope Cruz. E non venitemi a dire che il famoso bacio saffico non e' sexy.

Un'ultima cosa che non c'entra. Mi e' stato chiesto della notizia che e' stata data anche in Italia che in Texas gli insegnanti ora sono autorizzati ad andare a scuola armati. Allora. E' una notizia anche qui. E' una misura che e' stata presa da un piccolo gruppo di persone, ma per la maggior parte, credo per quello che e' la mia esperienza, l'idea di portare delle armi in una scuola e' improponibile anche qui. Lo spero insomma!

sabato 16 agosto 2008

l'importanza di portarsi un buon libro in piscina a ferragosto

Leggevo questo ieri in piscina e mi e' sembrato perfetto per me ora, magari anche per voi.
Tra la'ltro si tratta di un libro assolutamente azzeccato se avete voglia di leggere qualcosa di semplice, ma ben scritto in inglese.
Buon fine settimana.

venerdì 15 agosto 2008

toc toc, c'e' nessuno?

Oggi e' Ferragosto per voi in Italia e l'ultimo giorno di vacanza per me. Sul weekend c'e' qualche punto interrogativo e lunedi si torna al lavoro. Le vacanze a casa non sono state malaccio in fondo. Mi sono riposata tantissimo e ho fatto tante cose che non ho mai il tempo di fare. E poi alla sera col cucchiaino pazientemente ho raccolto il povero Mr. Johnson, visto che invece lui ha cambiato lavoro e sta davvero facendo lo stakanovista in questo periodo. Quest'estate ho fatto semplicemente le cose che mi piacciono, ho lavoricchiato, ma soprattutto ho letto tanto e ho dipinto. Quest'ultima e' un'attivita' che mi aiuta molto a concentrarmi, il problema viene quando e' ora di smettere. Se non ho nessuno a disturbarmi posso andare avanti per giornate intere senza rendermene nemmeno conto e in sostanza e' quello che e' successo. In questi ultimi giorni mi sono anche data follemente alla scrittura. Improvvisamente ho un sacco di idee. Mi sento molto ispirata in questo periodo, chissa' cosa ne verra' fuori. Mi sento un po' come la convalescente che sta per tornare alla vita. Quel momento in cui di fatto sei ancora fermo, ma la mente va. E ti senti piu' vivo che mai e pieno di energia.

[La prima volta che ho pensato a questa cosa e' stato davanti a questa scultura di Arturo Martini. Lavoravo a una mostra a Milano e questo pezzo lo fecero arrivare da Genova. Era pesantissimo e solo al momento di allestire si resero conto che non c'era modo di trasportarlo al piano di sopra dove si svolgeva la mostra. Cosi' lasciarono la Convalescente in vetrina. E a me dispiacque perche' probabilmente era una delle opere migliori e la gente infreddolita non la notava nemmeno laggiu'. La foto non rende se capitate a Genova andate a vederla di persona]

Ecco, pensare che in Italia e' Ferragosto pero' un po' di malinconia me la mette. Sono sempre a disagio di fronte alle feste comandate. Piu' che altro in questo caso perche' non c'e' nessuno. Non sento i miei da tanto e non ho nemmeno la possibilita' di chiamarli, voglio dire per fare una chiaccherata come si deve, visto che telefonare sui cellulari mi costa uno sproposito. Ho voglia di parlare, ho dei grossi dubbi in questi giorni, non so come comportarmi e vorrei una mano da loro.
Allora ho pensato di farmi un po' di coccole oggi. Prima di tutto mattinata in piscina.
Peccato che mi sono apppena svegliata e diluvia. Non ci posso credere, sara' davvero il karma. Non piove da mesi e mesi e proprio oggi, non l'avevano nemmeno previsto. Uffa, non si sa davvero mai. C'e anche il sole, se solo smettesse di piovere, si potrebbe anche andare. Vediamo. Altrimenti scatta il piano b: shopping compensativo, e senza nemmeno tanti sensi di colpa.

giovedì 14 agosto 2008

la vera storia dell'autoinvito

La nonna Johnson si e' autoinvitata a passare qui lo scorso fine settimana. Cioe' veramente e' stata invitata alla festa come tutti, poi un giorno ha chiamato e la telefonata e' andata piu' o meno cosi':

- Pronto?

- Sono la nonna, ho pensato che dai, va bene!

- ...?

- Quasi quasi vengo! Pero' dovete venire a prendermi e riportarmi a casa
[la nonna abita praticamente in Luisiana, due ore e mezzo di strada]
e poi ho bisogno di una stanza singola con chiave alla porta
[e vai che si dorme sul divano].
E poi mi raccomando, he? Niente cani in giro che sono allergica.

- Temo che per quello non si possa fare proprio nulla, se sei allergica ai cani starai malissimo, ne abbiamo due e c'e' anche la moquette...

- Well...then maybe I'm not allergic anymore.

Mi ha fatto tenerezza. Credo che fosse il suo modo piu' amorevole per far capire che ci teneva molto a venire.
Ovviamente non e' allergica.

mercoledì 13 agosto 2008

ricevere fiori da un'amica

Abbandonata l'aria inquieta che mi calzava a pennello, devo aver deciso all'improvviso di crescere, di affrontare le difficolta' in modo maturo, per conto mio. Non faccio altro che ripetere a me stessa e agli altri che va bene, sperando che mi lascino in pace, anche se poi cosi' bene non va, non puo' neanche andare forse. Le ferite sono troppo recenti e profonde e sono quel tipo di ferite da cui la gente in genere si tiene alla larga. Quelle situazioni del tipo scusa se non ti ho chiamato ma non sapevo cosa dire e quasi quasi oltre a tutto quello che stai passando, finisce che ti ritrovi piu' solo di prima. A volte da dire non c'e' proprio nulla e comunque non hai voglia nemmeno di riparlarne, ma fra chiamare e non chiamare, io personalmente preferisco la prima, anche se capisco benissimo chi non riesce.
Ieri pomeriggio la mia amica M. ha suonato alla porta con in mano i fiori che vedete nella foto, un cioccolatino e due pacchetti di tic tac. Ci siamo guardate un secondo e siamo scoppiate a ridere. E' l'unica persona che ha davvero capito cosa i giorni passati sono stati per me. E' l'unica persona che si e' davvero preoccupata di sapere come sto. Ha provato a mettersi un secondo nei miei panni e ci e' arrivata da sola che doveva essere dura, prima che le dicessi qualsiasi cosa. Avere vicino qualcuno capace di un gesto come questo certe volte fa davvero la differenza. E' proprio un appoggio che ti arriva disinteressato e inaspettato, quell'appoggio che a volte cerchi e non trovi e a volte invece ti cade addosso dal nulla.

lunedì 11 agosto 2008

parliamo di buttocks, ma non c'entra nulla con le rughe

Il momento topico del party di ieri e' stato senz'altro quando dopo un bel bicchiere di bianco a stomaco vuoto ho detto al Johnson giapponese: - You're a bad ass!
Che vuol dire, immagino, qualcosa tipo "che gran figo che sei", me lo hanno spiegato dopo. Ovviamente non era quello che intendevo dire e a quel punto e' calato il gelo. La nonna ha abbassato lo sguardo, Mr. Johnson mi ha guardato con aria interrogativa e io irrimediabilmente imbranata come sempre ho fatto di piu': mi sono corretta. Se vi capita, non fatelo mai, mi raccomando.
- I mean...smart ass! (che vuol dire "furbetto")
Gomitata. Mr. Johnson che mi lancia uno sguardo perplesso e io ancora non contenta:
- Isn't a bad word, right? You told me your mother used to call you like that when you were a kid! People just say that...don't they?

A quel punto e' intervenuta la nonna con questo suo solito sguardo severo e buone maniere ottocentesche:

- Oh darling, I wouldn't say that in polite company.

Una pessima figura di cui per di piu' mi sono resa conto, diciamo, stamattina. E nonostante tutto, se ripenso alla faccia della nonna mi viene ancora da ridere. In polite company ha detto, che donna.

Tutto questo ha stimolato pero' in me una convinzione: non e' del tutto colpa mia. Sul serio. E' la lingua inglese che da' troppa importanza a questa parte del corpo e alla fine un povero straniero finisce per perdersi nella selva dei sinonimi:
  • Bottom
  • Butt
  • Seat
  • Backside
  • Buttocks
  • Ass
  • Tush (questo non l'ho trovato sul dizionario, ma lo sento spesso)
  • Arse (inglese, non si usa qui pero')
Solo per citare quelli che si sentono tutti i giorni. Per non parlare poi di tutte le espressioni colorite frequentissime. Solo con ass: smart ass e bad ass, asshole, damn ass, asswipe (!), pain in the ass, sweat your ass off, make an ass of yourself, kiss my ass, ass head, ecc.
Scusate per tutte queste parolacce, qui i toni sono sempre piuttosto divertiti come sapete e poi in questo caso si tratta di pura osservazione linguistica, se cosi' si puo' dire. Anche perche' in un'altra lingua la percezione di quello che e' divertente come di quello che e' volgare e offensivo richiede tempo, per questo si finisce a volte per usare incautamente espressioni che non si userebbero mai nella propria. E c'e' poi un'ulteriore problema, non so se ci avete fatto caso anche voi: la stessa identica parola, specialmente se si cerca di usare un linguaggio confidenziale e informale, usata da un madrelingua e da uno straniero puo' acquistare significati mooolto mooolto diversi anche se pronunciata correttamente. Attenzione.

domenica 10 agosto 2008

okaeri!

A mezza notte passata all'aereoporto di Dallas, il cartellone di benvenuto diceva:
お帰りなさい - okaeri!
E c'erano anche dei palloncini e dei regali. Io ho cercato di ricopiare quello che mi ha detto Stefy, usando tutte le mie scarse doti artistiche, ma il risultato finale non assomigliava molto alla mia idea di giapponese. Per fortuna invece, loro sono riusciti a leggere ed e' stato un momento simpatico.
Ma forse ho dimenticato di spiegarvi.
Il Johnson giapponese, cioe' il fratello maggiore di Mr. Johnson, la sua mogliettina giapponese e la loro bambina sono arrivati qualche giorno fa da Kyoto dove vivono da un paio d'anni. Mi sto divertendo moltissimo ad ascoltare i resoconti da questo loro mondo cosi' diverso da quello in cui viviamo qui. Il Johnson giapponese mi ha detto che Milano e' piu' simile al Giappone che al Texas e mi incuriosisce questa sua impressione, spero di poterla verificare di persona prima o poi. Sono stata molto bene con loro finora, ma dopo tutti questi giorni la fatica si fa sentire. Hanno milioni di esigenze strampalate e scarso senso della realta' perche' io lo so benissimo che e' dura stare lontano da casa, ma non e' che poi quando torni puoi pretendere la luna. Soprattutto il problema e' che -per usare un eufemismo- non amano per niente gli acchiappaconiglietti e al momento qui ce ne sono addirittura tre. Come vi dicevo, e' un casino. Menomale che abbiamo il giardino. Pare che in Giappone gli animali non siano per niente popolari e che in tutto il loro vicinato ci sia solo un cagnolino piccolissimo perche' non c'e' spazio. Noi invece adoriamo i cani, fanno parte della nostra famiglia e ci da' piuttosto fastidio questo atteggiamento di disprezzo. Poi non e' che stiamo parlando di cani feroci, ma di musetti come questo. Come si fa ad avere paura? Sicuramente non sono obiettiva, lo ammetto.
Ieri notte ci e' toccato pure dormire in soggiorno, e in sacco a pelo per di piu', per far spazio alla mitica nonna Johnson che si e' autoinvitata all'ultimo momento e oggi c'e' una super festa con riunione di famiglia qui a casa mia.
Ma non devo preoccuparmi di nulla: qualcuno si e' ricordato gentilmente anche di mandarmi un invito.

giovedì 7 agosto 2008

finisce che desideri perfino la pioggia. tutto, ma proprio tutto quello che non hai

- Vai a vedere fuori, corri!

E pioveva. Dopo mesi, per qualcosa come cinque minuti, con il sole pioveva.
Li ho proprio desiderati quei cinque minuti, quel profumo vagheggiato di terra bagnata.
Respirare finalmente aria nuova anche se aria di tempesta e sperare sul serio che la pioggia potesse lavare via un po' dell'amarezza di questa lunga estate.
Un'estate che doveva essere tutta diversa.

Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
lasciano il tempo che trovano


mercoledì 6 agosto 2008

ma come fa angelina jolie?

La mia famiglia e' una famiglia multiculturale.
C'e' un partigiano e un cowboy, una russa e una giapponese, chi prepara il sushi e chi le orecchiette con le cime di rape. Chi la cassola e chi i pancakes. Chi ha vissuto alle Hawaii e chi in Germania. Chi in Arabia Saudita e chi in Alaska.
Un sacco di leggende e storie che vale la pena di ascoltare.
La famiglia multiculturale e' al passo coi tempi. E decisamente cool. Sulle riviste.
Nella realta' e' divertente vedere cosa succede ogni volta di nuovo, ma e' soprattutto un gran casino.

martedì 5 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

歓迎 ?

Dopodomani comincia la mia estate tex-giapponese (vi raccontero' poi bene) e io sto cercando di capire come caspita si scrive "Bentornati!" in giapponese, ma non ci capisco niente.
Ogni dizionario mi da' una parola diversa. Aiuto. Che faccio? Tiro a caso? E' un problema serio anche perche' quel disgraziato di tex-giapponese che viene a trovarci sta imparando l'italiano alla velocita' della luce, non posso fare brutta figura. Lui e' stato capace di scrivere frasi come "ti rifaccio la dentatura" o "sono una spia albanese" in italiano (si, lo so e' assurdo) e io mi perdo dietro a una sola parola.
Grrrr...la cosa mi irrita.

Uerukamu?
Irasshai?
Settai?
Hougei?
Kangei?


お帰りなさい!
おかえり!戻ってきてくれてうれしいです!
  • 【場面】長らく出張していた人がオフィスに戻って来たときなど。 は、と同じで、「あなたがいなくて寂しかった」という意味だが、男女間に限らず、同性間でも使える表現。
  • il cavaliere oscuro

    Finalmente sono riuscita ad andare a vedere The dark knight.
    [Non vi rivelo nulla che gia' non si sappia, ma se non lo avete ancora visto magari potreste preferire non andare avanti a leggere questo post]
    Il mio e' un commento a caldo, ma ve lo devo dire: che gran film. Non e' il mio genere preferito e avevo solo una vaga idea della storia, ma mi ha tenuto sulle spine per piu' di due ore e mi ha lasciato con diverse domande. La prima per quanto mi riguarda e' stata: ma dove accidenti sono finiti i supereroi veri, quelli che salvano le persone e sono un metro sopra tutti gli altri? Quelli che sanno sempre cosa e' bene e cosa e' male? Quelli che non dubitano e agiscono? Quelli che ti fanno sognare? Non in questo film.
    Batman e' tormentato quanto Joker e il film ti fa proprio riflettere su che cos'e' la giustizia. Joker e' odioso e disumano, ma merita di morire? Assolutamente non banale anche il discorso sulla verita'. Tutti credono di volere la verita', ma poi sono disposti a sacrificarla in nome di un'immagine del mondo quantomeno accettabile. Forse alla fine paradossalmente il piu' cattivo e' anche il piu' sincero di tutti proprio perche' indossa quel famoso berretto pirandelliano.
    Perche' l'unica verita' e' che siamo fatti tutti della stessa mistura di terra e cielo, cambiano le proporzioni di questi elementi ma nessuno e' immune dall'errore, dall'odio, dalla malvagita', dalla menzogna. Se un eroe puo' cadere, un criminale puo' diventare un eroe. Nulla e' chiaro, nulla e' come appare. Bisogna aver voglia di andare oltre, di fermarsi un attimo a cercare di capire meglio.
    Grandissimi attori. L'uso della voce per motivi diversi e' la chiave stilistica della recitazione dei due protagonisti. Mi chiedo come sia stata resa in italiano. C'e' questo Joker di cui tutti hanno parlato che pensavo fosse stato sopravvalutato a causa dell'improvvisa scomparsa dell'attore che lo interpreta, Heat Ledger, e invece e' davvero notevole, di piu', geniale. Ledger ha dato un'interpretazione totale del personaggio: nella sua gestualita', nella sua voce appunto, nei suoi guizzi di follia nella follia, lo ha reso credibile e' per questo che inquieta.
    Un film da vedere e preferibilmente al cinema.

    venerdì 1 agosto 2008

    I hated bush way before it was cool

    Fine analisi politica? Non proprio.
    Il fatto e' che nel frattempo la campagna elettorale va avanti e vi voglio un po' raccontare cosa succede dal mio punto di vista.
    Partiamo da un'assunto di base: qui qualcosa politicamente sta cambiando sul serio. Fiorisce la letteratura repubblicana contro Bush. Perfino McCain lo disconosce pubblicamente. L'altra sera Larry King gli ha chiesto se avrebbe proseguito la sua campagna con l'aiuto di Bush e lui ha immediatamente chiarito che hanno vedute differenti su molti temi e che in sostanza Bush sta bene dove sta che' alla sua campagna elettorale provvede benissimo da solo. Bush e' oramai criticato apertamente anche dalla gente comune. L'altro giorno per esempio, sono stata dal medico e solo perche' gli ho detto di essere straniera, questa persona ha sentito il dovere quasi di scusarsi per questo presidente imbarazzante. Prima non era cosi'. Culturalmente qui non si e' soliti parlare tanto di politica e soprattutto con uno sconosciuto. Si parla di politica se si e' in confidenza, altrimenti si evita per non dover poi trovarsi a discutere. Evidentemente si e' raggiunta la misura. E poi vedo moltissimi cartelli a favore di Obama in giro per i quartieri residenziali e bumper stickers divertentissimi. Sono piccoli segni, ma significativi anche perche' poi siamo pur sempre in Texas, uno stato storicamente repubblicano, lo stato "di Bush" per eccellenza. E McCain sta mostrando i nervi. Dal viaggio trionfale di Obama in Europa non parla piu' nemmeno di se stesso e del suo programma impegnato com'e' a denigrare l'avversario. In questo video criticatissimo da piu' parti ha il coraggio di paragonarlo a Britney Spears. E in tutto questo Obama cosa fa? Va avanti per la sua strada, senza approfittare delle decine di gaffe commesse dall'avversario [come quando qualche settimana fa McCain e' stato attaccato duramente dai media per aver cambiato versione sull'aneddoto del Vietnam che lo ha reso celebre]. Esattamente come ha fatto con Hillary Clinton ai tempi delle primarie. Certo tutta la popolarita' di Obama non e' necessariamente un punto a suo favore agli occhi di molti elettori, ma a me, piccolissima osservatrice esterna, sembra proprio che ce la possa fare. E con grande classe. Oh yeah.