sabato 29 ottobre 2016

e tu aggiungi un posto a tavola?

Siamo stati alla festa di compleanno di un compagno di scuola di Joe, una festicciola molto riuscita in un parco pubblico. Ho sempre molta ammirazione per i genitori che riescono a mettere insieme questi eventi cosi' caotici con grande cura dei dettagli. Io mi perdo irrimediabilmente, ci provo, ma sono un disastro.
Questa famiglia invece ha pensato proprio a tutto, anche al pranzo per i tantissimi invitati.
A un certo punto ho notato sul tavolo accanto, appartata, la mamma di una bambina che e' in classe di Joe. Mangiava il pranzo al sacco con le altre due figlie non invitate.
Ecco, mi ha fatto una tristezza che non vi so dire.
Il fatto che nessuno le abbia detto di unirsi agli altri nonostante di cibo ce ne fosse in abbondanza.
Mi piacerebbe pensare che sia stata una dimenticanza nella confusione o un malinteso, ma ne dubito.
E' sempre la paura di disturbare da una parte e i paletti dall'altra. La festa e' dall'ora tale all'ora tale, rispondi entro questo giorno, specifica chi ti accompagna e poi arrivera' anche il biglietto di ringraziamento per aver partecipato. E' tutto giusto, non si discute, pero' poi la vita accade, gli imprevisti ci sono. Come fai a non aggiungere un posto a tavola? Bah.
Una cosa e' certa, l'unica che si e' fatta immalinconire dalla suddetta scena e' la sottoscritta. Qui mangiare insieme non e' importante, e' importante non dare fastidio e non prendere troppa confidenza, secondo me.
Non avrei mai pensato di dire questo, ma forse l'eccessivo rispetto per gli altri, prima di tutto e' una cosa che esiste e secondo poi, puo' far male.

mercoledì 26 ottobre 2016

chi vince le elezioni

E' da qualche settimana che con un vecchio amico di New York ci si scambiano impressioni su questa pazza campagna presidenziale.
Se mi percepisce in apprensione mi manda tutti quegli articoli e quei sondaggi da cui si evince chiaramente che le possibilita' che Trump diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti sono a dir poco esigue, ma da quaggiu' nei suburbi di Dallas, le certezze non sono cosi' nette. 
Ammettiamo che andasse come dicono i sondaggi, non e' comunque una vittoria enorme che Trump, che era partito come una barzelletta, uno scherzo, sia arrivato fino a qui? Che abbia messo sottosopra il partito Repubblicano e sia riuscito a intossicare il paese per mesi e mesi con le sue bugie e i suoi proclami pieni di odio. Litigano su Trump e Hillary perfino i miei studenti della scuola elementare e quel che e' peggio e' che alcuni hanno paura. Non credo riusciro' a guardare il vicino con l'adesivo sulla macchina o con il cartello di Trump sul prato davanti a casa con gli stessi occhi. Qualunque cosa succeda, siamo un paese piu' diviso, si e' andato troppo oltre.
L'altra sera, abbiamo messo i bimbi a letto e abbiamo cominciato a guardare l'ultimo dibattito. Trump stava dicendo con la sua solita foga che "al nono mese, tu puoi strappare (strappare!) il bambino dall'utero della madre appena prima che nasca" quando Joe e' uscito dalla sua stanza per chiedere un bicchiere d'acqua o qualcosa. Panico. Tuo figlio arriva mentre parla il diocenescampi futuro presidente degli Stati Uniti e tu ti fiondi sul telecomando come se stessi guardando un porno. E' normale? Mi sono sentita quasi mancare io come donna a quelle parole, rip the baby out of the womb, posso solo immaginare cosa possa aver provato una madre che ha perso il figlio al nono mese o in circostanze simili. Ma adesso non ci sono piu' limiti al cattivo gusto e forse a niente. Si puo' prendere in giro un handicappato, si possono mettere alla berlina i genitori di un soldato morto da eroe solo perche' musulmano, ci si puo' difendere da un'accusa di molestie sessuali dicendo che la tipa e' brutta e un minuto dopo, di fronte all'evidenza, negare. Tutto e' lecito perche' l'ha fatto un candidato presidenziale. Preferivo di gran lunga il tanto vituperato politicamente corretto.
Il mio amico newyorkese e' ottimista, ma io non credo senta e veda le stesse cose che succedono qui nel profondo sud. L'altro giorno sentivo un bambino di otto anni dire ai suoi amici che non conosce nessuno che non abbia una pistola e penso che anche in questo la maggior parte del Paese somigli piu' a qui che a New York. Peccato che con tutti questi scandali del gun control, nessuno se ne occupi in questa campagna.
Quando mi chiedo chi vincera' le elezioni, penso alla composizione sociale del mio quartiere e alle persone che conosco per concludere che le cose sono estremamente piu' complicate di quello che appaiono e il risultato finale qualunque sara', non riflettera' questa complessita'.
C'e' un bambino che andava all'asilo con Joe l'anno scorso che si e' trasferito in Colorado con la mamma, il papa' e i due fratellini. A vederli, sembrano una famiglia della pubblicita', sono perfetti nell'aspetto e negli outfit, ma sapete che ci vanno a fare in Colorado? Vanno a fondare una chiesa. Ma non ci sono abbastanza chiese in Colorado? A chi verrebbe in mente di fondare una chiesa e perche'? Pazzi? Esaltati? Fanatici? Mi auguro nulla di tutto questo, ma il dubbio rimane.
Il nostro dirimpettaio Joe, invece, si e' trasferito giusto pochi mesi fa. E' andato a vivere in una comune nudista vicino ad Austin. 
Un'altra vicina di casa e' lesbica, ha due bambini, di cui uno disabile e ha appena divorziato. E' una persona di ampie vedute, liberal, contraria alle armi, favorevole all'aborto, ma gira in incognito. Adesso tutti la aiutano e la stimano perche' la vedono come una mamma single con due figli e soprattutto uno disabile (bless your heart le dicono), ma se sapessero che e' lesbica tutto cambierebbe o almeno questo e' quello che pensa lei. 
La storia dei vicini della croce ha avuto un epilogo piu' surreale del suo inizio. Un giorno ci hanno comunicato che traslocavano. Sembravano molto allegri.
- Andiamo in Kansas.
- Bene! Avete trovato un nuovo lavoro?
- No, andiamo a unirci a una chiesa.
Anche loro. Nei giorni successivi sono arrivate tantissime persone di questa 'chiesa' ad aiutarli. Come formichine hanno preparato la casa per la vendita aggiustando, dipingendo, riarredando e nel giro di appena due settimane, hanno venduto la casa e sono spariti. 
Un paio di domande te le fai. Chi con due figli da mantenere, lascerebbe un buon lavoro per andare in un luogo sperduto e per loro stessa ammissione, alquanto inospitale per unirsi a una chiesa? Per quale motivo questa chiesa dovrebbe impegnarsi cosi' tanto affiche' si trasferiscano? 
Al loro posto e' arrivata una giovane coppia. La loro caratteristica piu' saliente e' che lui gira sempre mezzo nudo. Con qualunque tipo di clima, a qualunque ora. Che debba potare il prato nel giardino o fare una corsetta, lo troverete con indosso unicamente i suoi striminzitissimi pantaloncini anni Settanta, purtroppo non e' un gran bel vedere, ma va bene, se e' contento cosi'. Tu passi di qui un pomeriggio qualsiasi e vedi la vicina che fa yoga appesa a un albero e quella mormona con il cagnolino, il geologo in pensione, l'avvocato e l'idraulico messicano. Un altro vicino fa il poliziotto ed e' stato ferito dal cecchino che l'estate scorsa ha fatto irruzione alla manifestazione di Black Lives Matter nel centro di Dallas. C'e' una signora che da molti anni vedo passeggiare nel quartiere con i suoi due bambini, ormai grandicelli. Sono sempre qui perche' lei che e' molto cristiana, non si fida del sistema scolastico e li tiene a casa, gli fa da insegnante oltre che da mamma. 
Insomma, questo per dirvi che abbiamo davvero di tutto. Ho letto molti articoli in questi mesi sul fatto che Trump in realta' non punti alla vittoria. Si dice che abbia fatto tutto questo per un'ulteriore affermazione del proprio brand, che e' in fondo la sua maggiore fonte di profitto. Lui ha sempre fatto soldi grazie al suo nome e dopo questa avventura, comunque vada, ancora di piu', tanto e' vero che pare stia per fare partire la Trump TV per continuare a spremere la base dei suoi fan piu' estremisti. Ancora poche settimane e capiremo meglio le proporzioni di tutto questo. Speriamo di tornare presto alla normalita'.

venerdì 21 ottobre 2016

l'individualismo/2

Sul tavolo della sala insegnanti c'era un biglietto di condoglianze comuni, cosi' ho dato un'occhiata a quello che hanno scritto tutti. Parlavano del paradiso, la felicita' eterna, le braccia del Signore. Non e' il mio modo di esprimermi, anche perche' sinceramente non ho idea di dove vadano i morti e se siano poi cosi' contenti di essere separati da tutti quelli che amano.  
Piu' che dire, mi andava di fare qualcosa per questa persona che non e' una mia amica, ma e' qualcuno che conosco da molti anni e per cui nutro un sincero affetto. In passato e' capitato anche a me purtroppo di ricevere pile di biglietti e fa piacere per carita', ma poi? Rimane tutto li', sono solo parole dette sull'onda emotiva, parole che non vengono quasi mai seguite da nessuna dimostrazione d'affetto o di aiuto concreto.
Avevo pensato di portarle dei fiori, poi pero' mentre ero li' bloccata nell'imbarazzo della scelta, mi sono ricordata all'improvviso del funerale del nonno. Erano rimasti tutti quei fiori a ricordarci per settimane non solo la sua assenza, ma soprattutto il giorno del funerale. Allora ho cercato di ragionare su cosa potesse essere d'aiuto in modo pratico, considerando che non mi avrebbe mai permesso di fare nulla per lei. Un buon libro. Come non arrivarci subito? Un libro e' cio' che mi ha sempre aiutato a superare i momenti difficili della vita. Le regalo un libro, decido, e non ho il minimo dubbio, scelgo quello su cui forse sono tornata piu' spesso nei momenti bui, Le Citta' Invisibili di Calvino, che incredibilmente trovo subito in inglese alla libreria di fronte alla scuola. L'ironia sta nel fatto che la citazione che le ho segnalato parla dell'inferno piu' che del paradiso, ma capira', spero.


“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

mercoledì 19 ottobre 2016

l'individualismo

A una mia collega è appena morto il marito, sulla cinquantina, all'improvviso, una tragedia terribile. Il funerale è stato celebrato un paio di giorni fa, ma lei è voluta subito tornare al lavoro per ristabilire un minimo di ordine nella sua vita, dice, ed è comprensibile. Oggi è entrata nella mia classe con il suo solito splendido sorriso, come se non fosse successo nulla. Era con un visitatore e ho fatto finta anch'io che fosse tutto normale. Alla fine della giornata, però, ci siamo riviste un secondo da sole e, forse ho sbagliato, ma ho sentito di doverle dire qualcosa. Standole di fronte, avevo la sensazione di avere a che fare con una sorta di pentola a pressione che avrebbe potuto esplodere e travolgermi se solo l'avessi sfiorata o se avessi detto la frase sbagliata o con il tono sbagliato. Si deve essere commossa perché si è precipitata a cercare nella borsa un paio di occhiali scuri dietro a cui nascondersi prima di scappare via. Credo che domani le faro' trovare dei fiori, meglio che parlino loro. Mi fa ancora impressione vedere queste facciate impeccabili a dispetto di tutto. In Italia siamo decisamente piu' trasparenti nei nostri stati d'animo. Qui purtroppo, mi e' capitato di assistere a diversi lutti, soprattutto a scuola, e sia fra i miei colleghi che fra i bambini rarissimamente (una volta sola) ho visto versare una lacrima.
C'e' stata una mamma una volta che ha mandato un'email lunghissima a tutto il corpo docente per dire che il criceto di quel monellaccio di suo figlio era morto e di scusarlo se si fosse comportato peggio del solito. I genitori dei bambini che invece, negli anni, hanno perso un genitore o un fratello non hanno mai richiesto un trattamento speciale. Di quei lutti, grandi, immensi, non si e' mai parlato, come fossero un tabu'.  
Facevo un paio di considerazioni su questo piccolo episodio prima di andare a dormire. La prima e' che la gentilezza verso il prossimo e' un imperativo morale. Ma noi che ne sappiamo degli altri, di quello che hanno passato nella vita? Tu vai a visitare una nuova scuola per tuo figlio e incontri questa bella signora sorridente che ti porta in giro e ti racconta tante cose, ma non puoi immaginare in nessun modo cosa ci sia dietro a quel sorriso, non puoi. Dobbiamo maneggiarci tutti con grande cura. 
La seconda cosa su cui sto riflettendo stasera è che in un certo senso ammiro la facciata perfetta che ho visto tante volte qui in circostanze simili, quella che ti consente di portare avanti un'esistenza tutto sommato normale, ma non riesco mai a togliermi completamente dalla testa che questo non sia il modo più sano di viversi un dolore, specialmente un lutto cosi' grave. Tenere tutto dentro, non disturbare, non lasciare entrare nessuno, non condividere il dolore, non e' possibile e non e' giusto, siamo esseri umani. Se stai male e non lo dici come puoi ricevere aiuto?
Ma è una società fatta così questa e purtroppo l'ho capito a mie spese appena arrivata. La manifestazione del dolore viene costantemente stigmatizzata. Non bisogna mai farsi vedere fragili, mai uscire dai binari per nessun motivo, al contrario è indispensabile mantenere in qualunque situazione un'apparenza di normalità per essere accettati. Anche nelle tragedie più grandi della vita, il messaggio è taglia corto e vai avanti. Si parla sempre dell'individualismo della societa' americana e io lo vedo, confermo. C'e' e non mi piace neanche un po'.

lunedì 17 ottobre 2016

il dottor fiore

La segretaria del mio dentista, il dottor Fiore, che risponde al telefono di lunedi mattina, tutta contenta esclamando: "Ciao, come posso farti sorridere oggi?" mi fa ancora molta impressione. 
Poi quando esci ti regalano sempre una rosa, dopo circa un anno ci sono arrivata.

domenica 16 ottobre 2016

joe e woody

La cosa piu' incredibile di avere piu' di un figlio e' constatare ogni singolo giorno quanto due esseri umani nati e cresciuti nello stesso ambiente possano essere diversi. Joe e Woody sono il giorno e la notte. Joe e' sempre stato tranquillissimo, ha sempre dormito tanto, non ha mai fatto danni, non ha mai fatto niente di pericoloso o vagamente aggressivo, un bambolotto insomma. Poi appena ha cominciato a parlare, piccolissimo e ancora oggi, ci ha deliziato con pensieri profondi, riflessioni sul cosmo e i suoi abitanti, invenzioni, progetti, opere d'arte, un tipo un po' eccentrico per la sua eta', ormai lo conoscete. Woody e' una specie di terremoto invece, e' pieno di energia. Viene gia' messo "in castigo", spinge e ruba i giochi, e' il terrore dell'asilo nido. Beh, non proprio. In realta', e' un po' prepotente, ma e' anche sornione e simpatico da morire. Sempre ridente o sorridente finche' all'improvviso qualcosa non gli va per il verso sbagliato e il viso gli si fa paonazzo e lancia acuti che spaccano i vetri. "Woody ricorda che non sei uno pterodattilo/un gabbiano al tramonto" e' una frase che gli e' stata ripetuta infinite volte dalla piu' tenera eta'. E' molto passionale, diciamo. Non ha paura di niente, l'ho sorpreso su qualunque mobile, e' uno scalatore, un esploratore, un pioniere. E poi adora gli acchiappaconiglietti, ci gioca tutti i giorni e li accarezza, li abbraccia, Joe invece li ha sempre abbastanza ignorati. Oggi con Mr. J si constatavano come sempre le differenze.
- Ma ti rendi conto che la cosa preferita di Joe alla sua eta', erano i puzzle? Woody non sta fermo nemmeno cinque minuti, figurati se si mette li' a fare i puzzle...
Allora ne abbiamo tirato fuori uno per fare un esperimento e con calma abbiamo fatto vedere a Woody come funziona. Gli e' piaciuto. Prima di andare a dormire ha voluto fare e disfare il suo puzzle diverse volte, e' una cosa che interessa anche lui.
E a quel punto realizzi che a lui nessuno aveva mai fatto vedere come funziona un puzzle. Lui si e' ritrovato tutti quelli del fratello e basta, come una parte dell'arredamento, abbiamo dato tutto per scontato la seconda volta, ma noi avevamo fatto i puzzle, noi e Joe, non Woody. Con Joe siamo partiti da zero. Un giorno abbiamo comprato un puzzle, uno solo, ci abbiamo giocato, gli abbiamo dato il tempo di comprenderlo bene e poi si e' andati avanti cosi', seguendo le sue inclinazioni, e' un approccio drasticamente diverso.
Il punto e': le condizioni non sono mai esattamente le stesse e nemmeno tu come genitore sei esattamente lo stesso, tutto cambia ogni minuto anche in modo impercettibile e questi piccolissimi cambiamenti finiscono per produrre due esseri umani completamente unici. E' affascinante.

lunedì 10 ottobre 2016

incredibili le cose che si fanno per amore


Tanto tempo fa, tutte le sere facevo un disegnino e lo mettevo nel sacchetto del pranzo di Joe del giorno dopo. Mi piaceva che avesse una piccola sorpresa ogni giorno. Erano sempre i personaggi dei libri o dei cartoni che preferiva in quel periodo. Lui era molto piccolo, non mi ha mai detto nulla a riguardo, nemmeno una parola e io non ci ho mai fatto caso a questa cosa, ho continuato a fargli trovare un disegno ogni giorno, probabilmente piu' per un mio piacere personale. Poi sono rimasta incinta e ho smesso. Lavoravo e non stavo bene, praticamente mai, e poi lui non aveva mai detto nulla, non pensavo avrebbe notato il cambiamento. Cosi' ho raccolto tutti i disegni in una scatola e li ho messi via e me ne sono dimenticata fino a qualche giorno fa.
Mi sentivo particolarmente orgogliosa perche' la sera prima mi ero ricordata di mettergli nel pranzo un semplice post-it con disegnato un sorriso, due puntini e parentesi. Quando e' tornato a casa gli ho chiesto come sempre se gli fosse piaciuto il pranzo e anche il bigliettino in questo caso.
La sua risposta mi ha commosso.

- Si!Ti ricordi quando mi facevi tutti quei disegni? Mi piacevano tantissimo.

Li abbiamo tirati fuori e li abbiamo guardati. Incredibile pensare a tutte le ore che ho dedicato a questa cosa senza nemmeno pensarci, incredibili le cose che si fanno per amore.
Credo che ricomincero', andavo a dormire un po' piu' tardi, ma mi faceva bene.
Le cose fatte per amore fanno bene a chi le fa e a chi le riceve anche quando non sembra.

paragoni



Questo fine settimana siamo stati su un lago qui in Texas. Siamo stati bene, ma la cosa negativa e' che non riuscivo a smettere di fare i paragoni con l'agriturismo di quest'estate sul lago di Garda. Il lago di Garda e' piu' bello a livello naturalistico (per non parlare dell'arte che c'e' intorno), ma non era questo, era l'ospitalita' che mancava, il sorriso, e poi soprattutto quel buon gusto nel rendere ogni piccolo dettaglio speciale, nel farti sentire in vacanza. Cioe' io ero li' e mi chiedevo...ma questi qui, i proprietari, hanno mai viaggiato, sanno che cos'hanno fra le mani? E non e' che fossero maleducati o niente, peccavano per omissione. Un grande potenziale sprecato per mancanza di fantasia

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venerdì 7 ottobre 2016

misteri della vita


Stamattina qui c'era il diluvio universale, forse la coda dell'uragano Matthew, una quantita' immensa di acqua dal cielo. Joe si reca a scuola in pantaloni lunghi, giacchetta impermeabile con cappuccio, stivali di plastica e scarpe normali nello zaino. Era l'unico. Tutti gli altri bambini non avevano nemmeno l'ombrello. La maggior parte e' entrata a scuola bagnata con pantaloni corti, magari scarpe aperte e vestiti estivi (perche' qui fa ancora caldo). 
Poi una mia amica mi dice giustamente "sai, magari Joe fa fatica a ambientarsi con i compagni perche' si sente diverso".
Beh direi proprio di si' e buon per lui.
Tra l'altro, uno dice magari stanno bene cosi' perche' giudicare. Certo, peccato che gli adulti se piove si attrezzano.
Ms. Guorton ha vissuto qui trent'anni e fino alla fine si stupiva di questa cosa, non conto di risolvere il mistero tanto presto.