giovedì 30 settembre 2021

il flauto?

L'altro giorno la maestra di musica di Joe ci informa entusiasticamente che gli studenti di quinta quest'anno impareranno a suonare il flauto dolce. Nessuna scelta: fra tutti gli strumenti, il flauto.

Per suonare il flauto bisogna togliersi la mascherina e soffiare tutti insieme all'interno di una classe con più di 20 persone, saliva che vola e tutto.
Non si è minimamente posta il problema del rischio per la salute degli studenti che sono tutti non vaccinati. Le abbiamo scritto senza accusare, solo per chiederle un'alternativa, ma non ci ha risposto.
In compenso oggi ha visto Joe a lezione e gli ha detto che no, non c'è scelta: è obbligatorio studiare proprio il flauto dolce.
Comunque -afferma- non ci sono rischi perchè
si può tenere su la mascherina mentre si suona. Inoltre nel flauto si soffia piano quindi quella quella che esce non è saliva, ma acqua condensata.
Acqua che esce dalla bocca mentre soffi, ma non è saliva. Ok.
Normalmente per principio non contraddiciamo mai un insegnante, ma questa volta è stato impossibile.
Non si tratta di opinioni o imprecisioni, ha dato a un alunno una serie di informazioni sbagliate.
Insomma, in questa scuola la mascherina non può essere obbligatoria, il flauto sì.

lunedì 20 settembre 2021

nuove consapevolezze

L'adesivo a forma di mascherina era grande quanto la parte superiore della porta del negozio di ottica. Il messaggio 'mask required' inequivocabile, ma all'interno gli unici a indossare la mascherina erano un paio di clienti, o pazienti, dato che li ci vai per vedere l'oculista o per comprarti gli occhiali da sole.

L'infermiera a volto scoperto mi ha portato in uno studio piccolissimo e mi ha detto di aspettare l'oculista. Avrei giurato che il medico avrebbe avuto la mascherina, per questo forse quando una bella donna in camice bianco è entrata a volto scoperto, non ho avuto la prontezza di reagire. Ha cominciato a parlare e io così, imbambolata. Si sa che se non dici qualcosa subito, il treno è perso. Mezz'ora in quella stanzetta, mi è sembrata lunghissima. Guardavo la porta chiusa. Lei mi parlava a 15 cm dal naso e io pensavo alla parola 'microaggressione'.

Normalmente non ho nessun problema a esprimere le mie idee, ma questo è un ambito a sé stante. Quando si tratta di covid può bastare uno sguardo perchè finisca male. Un mio commento sulla mancanza della mascherina avrebbe in qualche modo modificato quella visita? Spero di no, ma non lo so.

Dopo tante estenuanti ricerche, la settimana scorsa è arrivata la proposta di lavoro giusta. Un lavoro che sarebbe stato un deciso avanzamento nel mio percorso professionale (dal punto di vista economico di sicuro), e all'improvviso mi sono resa conto che non avevo capito minimamente la situazione, la mia situazione. 

Vi è mai capitato? A volte siamo così dentro ai nostri problemi da non vederli più con chiarezza.

Il mio problema non era, come avevo sempre pensato negli ultimi mesi, trovare un buon lavoro, ma cambiare lavoro.

E' stato un brusco risveglio. Forse mi rifiutavo di accettare la realtà. Adoro il mio lavoro. E' l'unica cosa che so fare bene e che ho tutti i titoli per fare. 

Il fatto è che le scuole in Texas in questo momento, sono veri e propri campi di battaglia. Avrei visto le solite centinaia e centinaia di studenti come è normale per chi insegna la mia materia senza la minima tutela per la mia salute o per la loro che sono piccoli e non sono ancora nemmeno vaccinati. A giudicare dal colloquio, sarebbe stato come dall'oculista, ma senza essere la cliente. Prova a lamentarti in un ambiente di lavoro del genere, se hai il coraggio.

E poi per quale motivo? Lo vedo già nelle discussioni fra genitori quali sono le risposte. Ti dicono "nessuno ti impedisce di far mettere la mascherina a tuo figlio" oppure "nessuno ti impedisce di tenertelo a casa" oppure ultimamente  anche "il problema non è il covid è che non ci sono abbastanza ospedali, costruiscano più ospedali!".   

Non sono capace. Non riesco a lavorare in un luogo in cui non mi sento sicura e rispettata.

Forse è per questo che l'altro giorno quando ho appreso dai giornali che un'insegnante alla mia vecchia scuola, una che aveva fatto tutto, proprio tutto quello che poteva per tutelarsi, è morta di covid, per un attimo ho avuto una reazione di disperazione incontrollabile. Normalmente la morte di uno sconosciuto non mi suscita questo tipo di sentimento, ma in questo caso forse è scattata l'immedesimazione e anche dell'altro. E' vero, avrei potuto esserci io al suo posto, ma non c'ero io perché sono così fortunata da potermi prendere del tempo per "reinventarmi", come dicono le persone dinamiche.

A questo punto della storia, se fossi una persona dinamica appunto, dovrebbe venirmi un'idea geniale. E' passata una settimana e di questa ipotetica idea geniale non c'è traccia. La verità è che sono sottosopra. Da febbraio le cose non hanno fatto altro che migliorare qui dal punto di vista della pandemia.

In questo momento è un ricordo surreale, ma è successo davvero: all'inizio dell'estate siamo andati al cinema e a teatro e a vedere dei concerti. C'era questa illusione meravigliosa che stesse ricominciando tutto. Ero convinta al 100% che sarei tornata al mio lavoro, alla mia vecchia vita e invece ancora non ci siamo. 

In un mese di scuola, il numero di casi riportati fra gli studenti texani (e ricordiamo che non è per niente semplice segnalare i casi positivi, quindi il conto non può che essere errato per difetto), è simile al totale dell'intero anno scolastico precedente (dal Texas Tribune, qui). L'American Academy of Pediatrics (qui) dice che da luglio c'è stato un aumento del 240% fra i bambini statunitensi. Per questo motivo, Cook Children's l'organizzazione pediatrica più prestigiosa della nostra zona, questa settimana ha sospeso tutte le operazioni non urgenti. 

Mi ritrovo alla mia età, a dover mettere da parte la mia professionalità e ricominciare qualcosa di nuovo da zero. 

Non essendo una persona particolarmente avvezza ad abbandonare la propria comfort zone, vedo anche delle possibilità in una situazione come questa. L'unico neo è che le mie risorse, soprattutto la mia creatività, vengono fuori quando mi sento serena, entusiasta, come quando mi sono trasferita qui ad esempio e ho dovuto ripensare a cosa volevo fare. Se l'incertezza e la preoccupazione superano un certo livello di guardia, mi incarto.

E' tutto così complicato, continuo a pensare solo che mi piacerebbe fare qualcosa di semplice. Ripartirò da qui.

venerdì 10 settembre 2021

il prendersi cura che cura


 Il discorso dell'altro giorno sul far germogliare l'avocado come simbolo dell'ottimismo milanese, ha fatto partire una quantità di riflessioni meravigliose.

Dai consigli botanici (prossima frontiera: il seme di mango) all'uscire sempre con gli occhiali da sole al senso della vita, i vuoti affettivi, il prendersi cura che cura.

🌱

sabato 4 settembre 2021

(brutte) notizie dal texas

Avrete probabilmente sentito parlare del Texas in questi giorni. 

Non ricordavo una sequenza di notizie tanto negative per la democrazia dai tempi di Trump. 

Ma andiamo con ordine.

Cos'è successo? Tante cose.

[Date un'occhiata sempre alle storie su Instagram se volete avere più input, per me oramai è molto più semplice e immediato che aggiornare qui. C'è qualcuno qui?]

Per ridurre all'osso i fatti principali:

- Il 31 agosto è passato un nuovo disegno di legge estremamente restrittivo del diritto di voto. I democratici in minoranza hanno cercato di bloccarlo con tutti i mezzi, in un ultimo disperato tentativo addirittura fuggendo dallo stato (qui gli ultimi sviluppi - è una storia pazzesca di cui vi ho raccontato man mano che succedeva. Non ho trovato articoli esaustivi in italiano su nessuno di questi argomenti). 

- A partire dal primo settembre è entrata in vigore una legge (qui) per cui in Texas chiunque può andarsene in giro armato senza nessuna licenza o permesso. Vi segnalo questo articolo perchè è indicativo di come questa legge cambierà in pratica il nostro modo di fruire anche solo un evento culturale.

- Il primo settembre è entrata in vigore anche la nuova legge sull'aborto. Non è mai stato semplice abortire in Texas, ma la nuova legge rende l'intervento dei medici impossibile nella maggior parte dei casi. L'aborto può essere praticato solo fino alla sesta settimana di gestazione quando la stragrande maggioranza delle donne non sanno nemmeno di essere incinte. Nessuna eccezione per i casi di incesto o stupro. Questa legge è unica perchè ha una serie di cavilli che la rendono estremamente difficile da contestare. Per la prima volta qualunque privato cittadino (anche un delatore, qualcuno che non ha nessun legame con la persona che riceve l'aborto) ha la possibilità di citare non solo i medici, ma chiunque abbia aiutato quella donna ad abortire: dall'autista Uber alla segretaria della clinica. Chi viene citato potrebbe trovarsi a dover pagare ammende dai diecimila dollari in su in una corte civile e magari anche dover rispondere a più persone contemporaneamente. Questo è il motivo per cui le cliniche hanno cancellato immediatamente tutte le procedure di aborto oltre le sei settimane. Le sale d'attesa si sono subito riempite di donne disperate. E' terribile. 

Una donna potrebbe eventualmente decidere di andare in un altro stato ad abortire, ma il Texas come sapete è sterminato. Spostarsi è costoso e richiede tempi lunghi: chiaramente le donne che subiranno questa legge scellerata sono quelle più povere. Si prevede poi che molti altri stati conservatori replichino questo modello. A quel punto davvero le opzioni di ricevere un aborto per moltissime donne americane saranno minime.

La situazione è questa ed è drammatica non solo per il Texas perché ci si sta avvicinando pericolosamente a situazioni senza precedenti, a un modo di gestire la società che non è mai stato messo alla prova. Quando si superano certi limiti in teoria tutto può succedere. Uno stato democratico potrebbe usare lo stesso schema legale contro le armi e a quel punto la Corte Suprema che in questo caso ha scelto di tacere e silenziosamente acconsentire, come si comporterebbe? Se ne sta già discutendo.

Se volete approfondire, la persona che vi segnalo, quella da cui sto imparando di più su questi argomenti, è la storica Heather Cox Richardson (qui).

Ieri notte ho letteralmente avuto degli incubi su tutto questo. 

Però poi penso anche che non è finita qui. Si combatterà e probabilmente come in tanti altri casi, alla fine si vincerà e le cose cambieranno. L'ho visto succedere tante volte, è possibile. 

Qualche giorno fa vi parlavo di Furore (qui). Ecco, scriveva Steinbeck nel 1939:

Tu quello che puoi fare devi farlo lo stesso. L'importante,' diceva, 'è sapere che ogni volta che c'è un piccolo passo avanti, poi c'è pure una scivolata indietro, ma mai così indietro come prima. E' la differenza,' diceva, 'dimostra che quello che hai fatto era giusto farlo. E non era una perdita di tempo pure se magari sembrava di sì.

Ieri mi sono presa tutta una giornata per staccare. Sono andata in giro per musei e a pranzo con un'amica. A volte bisogna capire quando è arrivato il momento di tirare il fiato e di non ascoltare più nessuno tranne i propri bisogni.

Voglio accennare solo a due cose che sento ripetere ovunque a pappagallo in questi ultimi giorni e che io trovo abbastanza di cattivo gusto.

- La prima è l'espressione talebani americani. Ma perchè bisogna andare a fare paragoni con altri paesi, realtà completamente diverse, quando qui abbiamo avuto il KKK? Dire che gli antiabortisti texani sono i talebani americani fomenta l'islamofobia e allo stesso tempo minimizza il ruolo della cultura cristiana in tutto questo. Gli antiabortisti texani sono malvagi come i peggiori fanatici cristiani e i suprematisti bianchi, i talebani non c'entrano proprio nulla. Trovate un bell'approfondimento qui.

- La seconda cosa sono tutte le battute sull'andare via che per me dopo quattro anni di Trump hanno fatto il loro corso ormai. Lo abbiamo detto tutti noi che viviamo qui prima o poi. E ci è anche stato suggerito infinite volte dall'esterno, spesso dagli stessi che poi ti invidiano e che appena si spengono i riflettori sullo scandalo del giorno, ti dicono che si trasferirebbero domani potendo. 

Bisognerebbe pensarci bene prima di fare certe battute: le parole sono importanti. Non tutti possono andarsene. Quindi se chi ha la possibilità di rimanere e lottare e votare e donare alle associazioni che possono difendere i diritti della gente se ne va, gli altri cosa dovrebbero fare? Anche perchè poi chi ripete di volersene andare sono i privilegiati che non vengono neanche toccati più di tanto direttamente da queste cose. E infatti alla fine non lo fanno mai. In tutti questi anni ho conosciuto solo una coppia che l'ha fatto davvero. Dopo l'elezione di Trump sono andati a vivere in un paese in via di sviluppo: lo abbiamo detto e lo facciamo. 

Hanno resistito sei mesi e poi sono tornati in Europa perchè se ti ammali e puoi, preferisci essere in un paese ricco e avere anche la sanità gratuita. Andarsene così non è una protesta. E' facile dire "me ne vado" quando hai tutti i mezzi a disposizione, anche al limite per fare dei tentativi e tornare sui tuoi passi. Ci vedo tanto senso di superiorità in questo modo di pensare.