mercoledì 31 luglio 2013

sei segni che sono tornata in Texas

1) Tornando a casa dall’aereoporto, questo e’ tutto quello che vedo dal finestrino. Cielo cielo cielo e una strisciolina di verde.

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2) Una volta a casa mi accorgo per puro caso che e’ finito un geco dentro al tritarifiuti. Dopo essere stato convinto a uscire, il fortunello, e’ stato delicatamente accompagnato alla porta. Alle quattro del mattino. Quando si dice che il fuso orario ti salva la vita. E’ interessante notare come dopo qualche anno in Texas la mia fobia  per gechi e lucertole sia oramai un ricordo remoto.

3) Cassandra mi racconta che la nonna del Far West e’ stata spruzzata a distanza molto ravvicinata da una puzzola poco gioviale ed e’ dovuta tornare a casa con i finestrini abbassati perche’ non sopportava la sua stessa puzza.

4) In Italia il piccolo Joe con sua zia aveva inventato il gioco del “granchio” che sostanzialmente consisteva nel dare grandi abbracci facendo finta di essere un granchio. Joe fai il granchio alla bisnonna e via un grande abbraccio e tante risate. Ecco abbiamo provato con la nonna americana e…non funziona, e’ tristissimo. Joe go do the crab. What?

5) Vado a rinnovare la patente e in fila con me c’e’ una signora infuriata che racconta a tutti che le hanno rubato la borsa e che e’ pazzesco…in questa citta’ non si puo’ piu’ nemmeno lasciare una borsa sul seggiolino della macchina aperta mentre si va in posta. Ah signora mia, sapesse.

6) Infine un mio amico stamattina mi ha scritto che ha letto il mio post di ieri ed era distrutto e voleva venire a Dallas. E poi mi ha anche vivamente consigliato di ascoltare le canzoni napoletane sugli emigranti degli inizi del secolo. Non ho avuto il coraggio di dirgli che quello e’ cio’ che definirei un post tutto sommato ottimista.

lunedì 29 luglio 2013

ritorno alle origini

E’ la prima volta che mi prendo una pausa cosi’ lunga da questo blog e ogni tanto mi e’ anche mancato, ma forse non abbastanza. Questo ritorno in Italia me lo sono voluto gustare tutto dal primo momento all’ultimo, senza distrazioni. Era semplicemente quello di cui avevo bisogno e non perche’ qui non stia bene, ma perche’ li’ e’ proprio un’altra roba, li’ c’e’ l’affetto vero, la famiglia, l’amicizia con la ‘a’ maiuscola, le cose semplici e pure che qui possono anche essere pure e semplici allo stesso modo qualche volta, se sono proprio fortunata, ma sono cosi’ rare che ogni tanto devo forzarmi a ricordare che esistono ancora.

Eppure mi e’ capitato di fare una chiaccherata con un vecchio amico che si e’ trasferito a trecento chilometri da casa e mi sembrava si sentisse esattamente come me. Forse e’ solo che, come dice lui, crescendo, creare lo stesso tipo di rapporti che avevamo da ragazzini e’ piu’ difficile, che ora abbiamo molti piu’ filtri, che siamo piu’ guardinghi e condividiamo meno. Chissa’.

Guardando i miei amici - perche’ quando non li vedi dopo cosi’ tanto tempo li guardi proprio, non fai altro che scattare fotografie nella tua memoria e riempirtene gli occhi - pensavo che e’ vero, erano proprio tempi diversi quelli in cui ci siamo conosciuti. Erano epoche in cui non si sentiva il passare del tempo, in cui tutto era aperto nelle nostre vite, nel nostro futuro, e si aveva come la erronea sensazione che dovesse essere cosi’ per sempre. Quindi quando conoscevi qualcuno o ti piaceva davvero o giravi a largo, tanto c’erano talmente tante possibilita’ e cose da fare, perche’ perdere tempo con le persone sbagliate?

Gia’, ora dovrebbe in teoria essere ancora cosi’, ma di fatto forse oltre a essere cresciuti e ad essere piu’ forti sotto tanti punti di vista, siamo anche piu’ fragili sotto altri. Per dirlo in modo chiaro, abbiamo piu’ paura di rimanere da soli. Cosi’ vedo tante persone che stanno insieme senza avere poi tanto da dirsi, amici o coppie che siano. E si va avanti tutti un po’ cosi’.

Oppure si puo’ scegliere di fare qualcosa di diverso e di tornare alle origini perche’ sarebbe stupido, proprio ora che finalmente siamo piu’ consapevoli della ridicola quantita’ di tempo che abbiamo a disposizione nella vita, spenderlo (come dicono giustamente in inglese) con le persone sbagliate.

Sono tornata con qualche consapevolezza e qualche domanda in piu’, credo di aver usato molto bene il mio tempo ultimamente.

giovedì 11 luglio 2013

niente nuove...

Continua questo splendido periodo in Italia. Ci sarebbero talmente tante cose da dire e su cui confrontarsi, ma è un momento questo in cui tutto scorre troppo in fretta e non ho tempo di fermarmi per nessun motivo.
Se volete avere una vaga idea di quello che capita, potete trovare qualche micropost o foto sulla pagina facebook di Nonsisamai.
A presto!
Nonsi