sabato 26 dicembre 2020

com'è andata

 Allora com'è andato questo Natale pandemico?

Quaggiù inaspettatamente bene. Siamo stati da soli, a casa. Nessuna aspettativa e nessun piano di nessun tipo quest'anno.
Il pomeriggio della Vigilia ho fatto i soliti biscotti con i bambini usando una vaghissima e vecchissima ricetta di mia madre che come per magia funziona sempre alla perfezione.
Devo aver preso da lei l'odio per le ricette precise. Infatti ogni anno non mi segno come ho fatto e ogni anno improvviso. Ormai quella dei 'biscotti rischiosi' è diventata una tradizione a sè.
Mr J ha cucinato tutta la cena del 24 seguendo la tradizione americana. Le ricette americane invece sono precisissime, non so se ci avete mai fatto caso.
Il giorno di Natale di fatto abbiamo mangiato gli avanzi sul divano, guardando film, sonnecchiando, giocando, leggendo. Abbiamo guardato Soul di Pixar che mi è piaciuto tantissimo. Poi quando è scesa la sera siamo usciti in giardino, abbiamo acceso il fuoco, ci siamo seduti intorno e abbiamo parlato, bevuto, arrostito marshmallows, ascoltato Vince Guaraldi.
E' stato tempo di qualità, tempo prezioso per ricaricarsi.
Respirare. Che festa.
Tanto che mi sono chiesta...valeva la pena affannarsi tanto in passato? Mi sono mancate le persone, non certo la tavola apparecchiata in un certo modo o qualche altra tradizione.
Il vero senso delle cose, dicevamo.
Questo 2020 vuole sempre dirci qualcosa.
🎄

mercoledì 23 dicembre 2020

you can’t beat death but you can beat death in life, sometimes

In questi giorni vi ho chiesto su Instagram e Facebook che cosa vi ha dato e che cosa vi ha tolto questo 2020. La risposta che più mi ha emozionato, anche se ce ne sono state varie, è stata "mi ha dato il vero senso delle cose"

L'ho chiesto a voi perchè lo stavo chiedendo a me stessa e mi si erano aggrovigliati tutti i pensieri e le emozioni su questa domanda.

Tutto è partito da una vecchia foto della mia adorata Ragazzina


Pimpante, il mio cane, che dormiva sotto l'albero di Natale qualche anno fa. 

La prima cosa che ho pensato è stata che il 2020 mi ha portato via lei e, insieme a tutto il resto, è stato un gran brutto colpo da cui ancora mi sto riprendendo. Tutto il resto cioè il viaggio in Italia e la possibilità di rivedere i miei cari, il mio amatissimo lavoro, la scuola per Joe e Woody, la maggior parte degli amici che non sono morti per fortuna, ma che purtroppo non ho più rivisto e francamente alcuni di loro non so nemmeno se li rivedrò quando tutto questo sarà finito.

Il 2020 è stato un anno eccezionalmente difficile e complesso per tutti. Perfino la cosa migliore che mi sia successa nel 2020, l'arrivo di due bambini meravigliosi, mi provoca un certo dolore perchè non sono potuta essere presente al momento e non so quando potrò esserlo.

Diciamo la verità, demoralizzarsi pensando al 2020 è un gioco da ragazzi. A me sembra in un certo senso di aver perso tutta la mia vita per come la conoscevo.

Però la verità è anche che non mi sento per niente depressa, anzi mi sento più forte. Insomma, io credo che nonostante tutto il 2020 mi lasci migliore di come mi ha trovato e questo è ciò che poi conta. 

Qualcuno mi ha detto che questo è l'anno del 'meglio di niente', ma io rifiuto questo tipo di visione. Ho ripetuto mille volte a Joe e Woody, anche quando a essere triste e delusa ero io per prima, "ricordiamoci che siamo fortunati" ed è una cosa che credo ci abbia salvato e ci abbia fatto crescere tutti insieme.

Un grande senso di gratitudine, un senso di gratitudine vero, quotidiano, non per modo di dire, per tutto quello che abbiamo, che sia tanto o poco. Anche solo Cioppi in giardino, un bosco da esplorare, una nuvola passeggera.

Obiettivamente qui negli US la situazione è drammatica. Anche se, come vi ho sempre raccontato, tutto sembra scorrere come prima, gli ospedali sono pieni e i morti non fanno che aumentare ogni giorno. Eppure ora non si respira più solo 'denial', incapacità di accettare la realtà, ma anche e soprattutto speranza per il futuro.

C'è il vaccino ora. E non c'è più Trump. Cioè ovviamente c'è, è ancora presidente, ma il modo in cui se ne parla sui media è del tutto diverso. Non avete idea di cosa sia stato svegliarsi per quattro anni ogni mattina con l'ansia di quello che avrebbe detto o fatto. 

Gratitudine e speranza ci stanno accompagnando nell'anno nuovo.

Alcuni rapporti si sono spezzati, ma devo dire che altri, forse ancora più profondi, si sono fatti spazio e sono germogliati nell'incertezza connaturata al 2020. 

E poi tanti libri, tanta musica, tanti film e serie, qualche mostra, qualche visita a qualche museo.

Nel 2020 ho ritrovato in un certo senso la sensibilità dei vent'anni. Tutto mi ha toccato con un'intensità superiore e questa è una cosa che nel bene e nel male, spero di non perdere.

Mi viene in mente un poesia che si intitola The Laughing Heart, Il Cuore che Ride, di Bukowsky.

Your life is your life
don’t let it be clubbed into dank submission.
Be on the watch.
There are ways out.
There is a light somewhere.
It may not be much light but
it beats the darkness.
Be on the watch.

The gods will offer you chances.
Know them.
Take them.
You can’t beat death but
you can beat death in life, sometimes.

And the more often you learn to do it,
the more light there will be.
Your life is your life.
Know it while you have it.

you are marvelous
the gods wait to delight
in you.


La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste
la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle vie d'uscita.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce
ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte
ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente
più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli dei aspettano di compiacersi in te.

domenica 13 dicembre 2020

piccole scialuppe

Ehi voi, come state? 

Io bene però -non so se succede anche a voi- in questo periodo ho bisogno di non pensarci troppo a come sto. Preferisco pensare a come stanno gli altri, ad aiutare, se posso, in qualche modo e a usare bene il mio tempo.

Per esempio, lo sapete che qui c'è stato il Giving Tuesday? Tutti conoscono il Giorno del Ringraziamento, il Black Friday e perfino il Cyber Monday, ma pochi all'estero credo abbiano mai sentito parlare del Giving Tuesday. Si tratta del martedi dopo Thanksgiving, un giorno in cui l'idea è fare finalmente qualcosa per gli altri dopo essersi rimpinzati per bene. Il Giving Tuesday, spiega il sito ufficialeè un movimento di generosità globale. L'incentivo a donare è dato dal fatto che spesso in questo giorno in particolare ci sono degli sponsor che promettono di raddoppiare tutte le donazioni. Quest'anno l'ho sentito più del solito. Il giorno dopo aver donato, ho trovato 20 dollari. Significherà qualcosa? 

In realtà, passavo da queste parti per condividere come al solito con voi un po' delle mie piccole scialuppe, tutte quelle cose che mi aiutano a stare a galla e che mi migliorano la vita. Voi fate lo stesso se vi va.

- L'ultima scialuppa in ordine di tempo è un corso di acquarello contemporaneo online che mi sta appassionando. Il fascino dell'acquarello per me sta  nell'imprevedibilità degli effetti, ma mi sono resa conto che è necessario imparare a gestire quell'imprevedibilità, altrimenti si trasforma in frustrazione e finisce che lascio perdere. Se per caso ci vedete una qualche metafora in tutto questo non siete soli. Sto passando delle fantastiche serate (e nottate...) a fare i miei esercizi.

Voi fate dei corsi online in questo periodo? Io ne ho seguiti vari dall'inizio della pandemia, ma questo è finora il mio preferito perchè mi costringe anche a fare. Ho bisogno di usare le mani, possibilmente di sporcarmele, e staccarmi dagli schermi.

- A proposito di studio, fra le cose che mi sono segnata per voi, c'è una belliiiissima lezione di Umberto Galimberti su Heidegger. La trovate su YouTube, qui.

Ne ho parlato un po' con Joe. Gli ho raccontato del mondo delle idee di Platone e dal modo in cui ha reagito, mi sono resa conto che la filosofia si adatta perfettamente alla sua forma mentis già da ora a 10 anni. Qui non credo si studi filosofia nemmeno al liceo ed è un peccato. Un filosofo mi ha consigliato di ascoltare con lui il podcast australiano Short and Curly che provoca grandi discussioni e riflessioni sul piano etico. Mi piace molto il modo in cui è impostato. Per farvi un'idea, se avete mini-filosofi a portata di mano, ascoltate l'episodio in cui si discute se si debba fare tutto quello che dicono i genitori. Lo trovate qui, dura 5 minuti, ma vedrete i loro occhi spalancarsi e quale soddisfazione più grande di guardare gli occhi di un bambino spalancarsi?

Per quanto riguarda questioni filosofiche anche molto quotidiane, ho scoperto un altro podcast che si intitola No Stupid Questions. E' condotto da Stephen Dubner, uno degli autori di Freakonomics, e da Angela Duckworth, psicologa e docente universitaria che studia in particolare l'autocontrollo e il coraggio. Uno dei miei episodi preferiti è il n.25 in cui si chiedono se l'edonismo sia da preferire all'autocontrollo e ti fanno riflettere, fra le altre cose, sulla differenza fra quello che vogliamo e quello che vogliamo volere. Temi interessanti affrontati con il sorriso. Tutte le loro opinioni sono supportate da dati scientifici.

- Se vi è piaciuto il film Call Me By Your Name, vi consiglio in modo entusiastico (ohibò) We are Who We Are di Luca Guadagnino. Si parla di adolescenti in cerca di se stessi e adulti spesso in crisi con in sottofondo una sorta di dialogo costante fra Stati Uniti e Italia perchè la vicenda è ambientata in un'immaginaria, ma realistica base militare veneta. Alla fine di ogni episodio ci sono preziosi approfondimenti degli autori Luca Guadagnino, Francesca Manieri e Paolo Giordano e il punto di vista degli attori. We Are Who We Are racconta il sogno di essere accettati e amati in tutto e per tutto per quello che si è.

- Dopo quattro anni di Trump, sono un po' in una fase di disintossicazione politica. Vi segnalo solo un reportage che mi ha colpito. Come forse sapete ho passato qualche giorno di vacanza in Oklahoma recentemente (qui). Impossibile non notare le insegne delle chiese super conservatrici, i manifesti contro l'aborto, le bandiere pro Trump e...i negozi di marijuana ovunque. Stranissimo. Questo reportage spiega come uno degli stati più conservatori sia diventato improvvisamente il più all'avanguardia di tutti nel campo della legalizzazione delle droghe leggere. Se vi interessa l'argomento lo trovate su Politico e si intitola How One of the Reddest States Became the Nation’s Hottest Weed Market.

- Per quanto riguarda la musica, è uscito un Tiny Desk concert di Michael Kiwanuka (qui) che è semplicemente meraviglioso. Da ascoltare in macchina da soli o sdraiati sul divano con un bicchiere di vino o una tazza di té caldo a seconda dei gusti. 

- Il libro che ho amato di più in questo periodo è un super classico che non avevo mai letto. 

“Per quanto brevi, discontinui, spesso penosi, per via delle sue assenze o delle interruzioni, i loro incontri avevano comunque avuto sulla sua vita effetti incommensurabili. C'era un mistero in tutto ciò. Ti veniva dato un seme secco, aguzzo, sgradevole - l'incontro in sé, il più delle volte terribilmente penoso. Eppure nella distanza, nei posti più impensati, sbocciava, fioriva, emanava il suo profumo, ti lasciava toccare, gustare, guardarti intorno, percepirlo e comprenderlo nella sua interezza, dopo che per anni lo si era smarrito.”
- Virginia Woolf, La signora Dalloway

Vi lascio così. 

Buona domenica. 

Alla prossima.

giovedì 10 dicembre 2020

prima che scappi via

Ho avuto un pensiero abbastanza ottimista ieri. Devo dire che non mi capita spessissimo ultimamente.

Me lo segno prima che scappi via.

Ragionavo sul compleanno di Joe, su quanto mi avesse inizialmente demoralizzato il fatto di dover trovare un modo di festeggiarlo durante la pandemia mentre non sentivo nessuna voglia di festeggiare.
Alla fine invece ho avuto un'idea abbastanza geniale (che non avrei mai avuto in un'altra situazione perchè come dico sempre poi le limitazioni aiutano la creatività) e lui ha ripetuto talmente tante volte che è stato il compleanno più bello della sua vita, che comincio quasi a crederci.

Il suo grandissimo amico ha bussato alla porta a sorpresa una mattina e siamo andati a scavare fossili in mezzo al nulla. Siamo arrivati , a un'ora e mezza da casa, e non c'era letteralmente nulla, proprio come diceva il sito, nemmeno il servizio telefonico, nemmeno una vera strada in realtà. E invece, forse anche proprio per questo, pazza gioia. Una giornata memorabile. Abbiamo trovato un sacco di fossili e di divertimento (qui).
Missione compiuta. "With a little help from my friends" come sempre (perchè non era mica scontato che i genitori dell'amichetto avessero voglia di farsi più di tre ore di macchina per fare questa genialata).
La mia più grande preoccupazione in questi mesi, e non solo mia ma suppongo di tutti i genitori, riguarda ciò che i bambini stanno perdendo della loro infanzia, tutto quello che io ho avuto e dato per scontato e che per loro adesso non c'è.
Ho realizzato l'altro giorno all'improvviso che il piccolo Woody ha passato un quinto della sua vita in lockdown. Mi vengono le vertigini a pensarci.
Eppure se la pandemia finisse domani credo che davvero potrebbero dire di avere fatto in qualche modo tesoro di questa esperienza.
Gli abbiamo mostrato come si resiste alle avversità. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, credo. Ho avuto un'estate difficilissima, ma poi mi sembra che una volta accettata la situazione, sia uscito un po' il meglio di me.
Ci siamo divertiti tanto, abbiamo inventato giochi, abbiamo passato del tempo all'aria aperta tassativamente, con qualunque temperatura, tutti i santi giorni. Abbiamo tutte le nostre canzoni, i nostri scherzi che capiamo solo noi.
La vita non si è fermata. Siamo andati avanti e abbiamo trovato gioia nelle più piccole cose.
Woody è quello che soffre di più dall'inizio. A volte chiede 'quando finisce la pandemia?' ma appena provi a rispondere dice 'non mi piace parlare di queste cose, basta, non parliamone più'.
A Joe manca moltissimo la scuola, lo so anche se lui non si lamenta mai. Ne abbiamo parlato solo una volta e come sempre, mi ha lasciata di stucco:
- Sai, questo discorso mi fa venire in mente un libro che ho letto - e ha citato a memoria:
"Non sai mai quanto vale l'acqua finché il pozzo non si prosciuga. Non conosci l'importanza di qualcosa finchè non la perdi".

Questi sono insegnamenti che resteranno per la vita, mi dico congratulandomi con me stessa.
Poi però subentra la vera me, quella decisamente non ottimista che osserva...sì certo, peccato che non è mica finita.
Chissà cosa potrà succedere ancora in questo lungo inverno. Chissà quanti disastri sarai in grado di provocare, quanti ne succederanno.
Ieri qui si sono superati i tremila morti. Oramai i giornalisti non sanno più che paragoni inventarsi per fare capire la gravità della situazione. Siamo ben oltre un 11 settembre al giorno eppure c'è una sorta di follia generalizzata per cui tutto è normale, tutto procede come prima per chi non è ammalato.

La cosa più difficile da accettare dall'inizio di questo dramma collettivo a oggi, è proprio il fatto che tante cose ora semplicemente non le sappiamo e ci toccherà aspettare, magari molti anni, per dare un senso a questo tempo.
Nel frattempo pensiamo a mettere un piede davanti all'altro e ad avanzare sempre, meglio che possiamo.

venerdì 4 dicembre 2020

la controversia natalizia

La maestra di Woody ha mandato un'email alle famiglie alla fine di novembre per prevenire ogni possibile polemica o protesta sulle feste. Mi sembrava di sentire in sottofondo: "Perché al giorno d'oggi non si può più fare niente senza che qualcuno si offenda, signora mia". A dicembre si parlerà di varie tradizioni in giro per il mondo, non solo del Natale cristiano, e comunque anche parlare del Natale è in perfetto accordo con la normativa educativa texana. Zitti tutti. Si è spinta fino a chiedere alle famiglie che non credono a Babbo Natale di dire ai figli di non fare la spia, praticamente di non rovinare la festa agli altri.

Oggi c'era la lezione sull'Italia. Un PowerPoint con un minestrone per niente accurato di tradizioni. Ma non è solo questo il problema. Ha scelto di affrontare ben 4 diversi paesi europei, gli Stati Uniti, il Messico, l'India, Israele e l'Africa. Lo vedete anche voi che non va? Tanta Europa, nessuna rappresentazione dell'Oceania, dell'estremo Oriente e poi soprattutto ancora mettiamo tutta l'Africa in un solo calderone? L'Africa non è una nazione, è un continente enorme pieno di enormi differenze culturali e naturali.

Seguendo da vicino il programma quest'anno, ho visto tante contraddizioni di questo tipo. Mi fa rabbia non poter essere lì a scuola e fare la mia parte per migliorare le cose dall'interno come ho sempre fatto in passato. Stavolta mi tocca stare a guardare. So che la maestra sta facendo tutto quello che può. In questo momento storico, come genitore puoi solo ringraziare perché davvero non si può dare nulla per scontato. Il fatto è che il prossimo anno questi concetti verranno insegnati allo stesso modo perché è così che sono sempre stati insegnati, la questione è strutturale.

È difficile cambiare atteggiamento su materie che sono state presentate allo stesso modo da decenni, ma io penso sempre a Maya Angelou: "When you know better, you do better".

Come insegnante mi sono sempre fatta mille scrupoli, anche solo a fare un albero di Natale a scuola. Non credo di essermi fatta problemi inutili. È difficilissimo parlare a tutti gli studenti nella loro estrema diversità ed essere coerenti sempre con tutti. Ho cercato dei compromessi, ho sbagliato di sicuro, ho fatto del mio meglio.

Però.

Trattare l'Africa come una nazione è una di quelle cose che per me passano il limite. Ci sono errori veniali, accettabili e altri che proprio no, per mille motivi devono farci reagire.

Che idea può farsi un bambino americano di 5 anni a cui viene raccontata la più piccola tradizione tedesca o italiana ma a cui viene presentato un intero continente in poche righe, con superficialità, senza nessuna cura? Che idea si farà mio figlio bianco, europeo, e che idea si farà il suo compagno afroamericano?

Bisogna pensarci a queste cose altrimenti non cambierà mai niente.

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mercoledì 2 dicembre 2020

a proposito di comunicazione

 

Ieri ho appreso la notizia di Elliot Page sui media americani e l'unica cosa che ho pensato è stata 'evviva, speriamo che presto una storia del genere non faccia più notizia'.
Oggi sul feed di FB mi appare la versione del Corriere.
Divertitevi pure a trovare le differenze.
Mi chiedo.
Perché un giornale importante come il Corriere tratta i suoi lettori come degli inetti? Perché non ha scelto di alzare il livello della conversazione e lasciare che il pubblico si adeguasse?
E infatti le reazioni cambiano completamente a seconda del tono con cui viene data la notizia.
Sotto al post di NPR ho letto solo commenti di ammirazione e rispetto, alcuni sono molto personali e commoventi.
Dobbiamo renderci conto che questo tipo di comunicazione ha implicazioni reali e concrete sulla vita delle persone.
Il tanto vituperato politicamente corretto è una conquista di civiltà.