venerdì 30 luglio 2010

femminismo texano

Ieri pomeriggio, per caso, mi sono trovata a trascorrere un’oretta con la tata della mia amica. Ha vent’anni e a ottobre si sposa. Lui ne ha ventitre e ha quasi finito di studiare, se non ho capito male, comunque e’ ancora senza lavoro. Lei non studia invece. Mi ha detto di essersi iscritta al college e di aver frequentato per circa una settimana prima di capire che no, non faceva assolutamente per lei. Per incoraggiarla, le ho detto che piu’ avanti potrebbe ritentare con un’altra materia, che magari semplicemente non ha ancora capito quello che le piace sul serio. Lei, con tutta tranquillita’ mi ha risposto che in realta’ e’ solo che non le va di lavorare. E che nemmeno al suo futuro marito va che lei lavori. Tra cinque anni, dopo che si saranno divertiti un po’ fra loro, cominceranno a pensare a mettere su famiglia e allora, mi ha detto, non capisco a cosa mi possa servire spendere per la mia educazione, se non lavorero’ mai.

Beh, certo, del resto la cultura serve solo a fare soldi, lo sanno tutti.

Ogni tanto mi capita di sentire discorsi lievemente inquietanti come questo, anche su altri argomenti ed e’ come dare una sbirciata veloce in un altro mondo, lontanissimo dal mio e da quello delle persone che mi circondano direttamente. Mi rendo conto di vivere in una realta’ che, per quanto mi sforzi, conosco ancora molto poco.

giovedì 29 luglio 2010

il miglior complimento dell’anno

- Grazie per la torta! Era cosi’ secca e senza sapore che non mi sono nemmeno sentito in colpa per averla mangiata.

(n.b. Conoscendo la persona, questo era davvero inteso come un complimento)

mercoledì 28 luglio 2010

(a)normalita'

Mi e’ successa una piccolissima cosa l’altro giorno. Al supermercato, anche se avevo solo due sacchetti, alla cassa mi e’ stato chiesto se avevo  bisogno di una mano con la spesa fino alla macchina. Ho risposto di no, ma mi ha fatto piacere perche’ immagino che allora forse finalmente sono uscita dalla fase grassissima o incinta e cosi’  l’ho raccontato alla mia mamma che vuole sempre sapere tutto della pancetta.

- Ma lo conosceeevi!

- No, e’ questo il bello!

- Ma va, lo conoscevi!

- Nooo!

- Ma magari non ti ricordi e lui invece si’…

- Ti dico di no!

- Ma scusa: uno ti chiede se hai bisogno di una mano con due buste cosi’, senza averti mai visto prima?!

Ecco, io a questa cosa qua non ci avevo nemmeno pensato. Oramai mi sembra la cosa piu’ normale del mondo che la gente sia cosi’, che ti aiuti.

Sara’ proprio vero, che con il passare del tempo si tendono a dimenticare i dettagli negativi.

sabato 24 luglio 2010

et voila’

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“….E chissà se si può capire
Che milioni di rose non profumano mica
se non sono
i tuoi fiori a fiorire…”  :)

 

 

 

p.s. Grazie!

giovedì 22 luglio 2010

pensieri sul sesso?

E cosi’ ti succede magari che un’amica ti chieda candidamente ‘pensieri sul sesso?’ e tu parta per tutta una tua riflessione sull’argomento per poi essere interrotta da un finto colpo di tosse.

- Dicevo…Maschio? Femmina?

In questa particolare situazione, cominci a un certo punto a fare molta fatica a dormire. Chiedi al tuo dottore che ti rassicura: Non preoccuparti potra’ solo peggiorare. Al massimo prova il body pillow.

Quel che forse e’ peggio e’ che il body pillow, nel mio caso funziona. Certe dormite.

Ora siamo praticamente in tre: io, lui e Raúl, il body pillow.   P1030789

Buonanotte, dico facendo capolino da dietro il body pillow.

- Ci vediamo a gennaio.

mercoledì 21 luglio 2010

public display of affection

In questo periodo passo spesso i pomeriggi in piscina  e ovviamente, essendo finita la scuola ci sono un sacco di ragazzini, piu’ o meno come in Italia. In Italia pero’ gli adolescenti si baciano, si abbracciano, camminano mano nella mano, hanno le prime cotte, qui a guardare cosi’ sembrerebbe quasi di no. Femmine da una parte e maschi dall’altra. Ci ho fatto caso l’altro giorno perche’ stranamente ho visto una coppietta di quindicenni o sedicenni. Sono stati tutto il tempo a parlare in acqua, senza sfiorarsi. La madre di lei controllava tutto a un paio di metri e alla fine se ne sono andati tutti insieme. Mi fa riflettere il fatto che le manifestazioni d’affetto in pubblico (public display of affection) siano viste con tanto imbarazzo in un paese dove le gravidanze adolescenziali sono davvero un problema sociale. In Italia, non mi sembra: nessuna delle mie amiche, conoscenti o compagne di classi e’ mai rimasta incinta al liceo, qui diverse tra le poche persone che conosco.

Mi sembra la prova che ancora una volta proibire crea esattamente l’effetto contrario.

martedì 20 luglio 2010

dog pooper scooper service

Sempre per la serie ‘il consumismo che ti consuma’, sono stata messa a conoscenza dell’esistenza del servizio di raccoglimento cacca di cane nel giardino di casa. Mi e’ stato raccontato con ironia da un conoscente, pero’ mi sono incuriosita. Cosi’ ho fatto una breve ricerca e ho visto che non e’ per niente uno scherzo, si tratta di una cosa seria. Avere un raccoglitore di cacca un paio di volte la settimana mi costerebbe 95 dollari al mese, mica bruscoletti. Dal loro sito:
“Perche’ diavolo dovrei assumere un raccoglitore di cacca per raccogliere la cacca del mio cane?
Principalmente perche’ 1. Tu odi farlo e 2. Noi amiamo farlo!”
Certo che non ci vuole davvero nulla per fare i soldi in questo paese. Sta tutto nel saper vendere la propria   idea, per quanto folle possa essere, e poi ci sara’ sempre qualcuno disposto a comprarla.

lunedì 19 luglio 2010

il mio cane mi fa piangere

Va bene, in questo periodo avro’ anche la lacrima facile, ma lui NON mi aiuta.

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Tutte le sere, si siede sulla poltrona blu e guarda il tramonto dalla finestra. E sospira.

E il mondo con lui.

venerdì 16 luglio 2010

misteri contadini

Questo e’ stato il nostro raccolto dell’anno scorso:

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Le tre pesche piu’ buone della storia, se n’e’ parlato per un anno. Sembrava impossibile il nostro alberello appena nato potesse produrre tale paradisiaco sapore.

 

 

 

 

 

 

E questo e’ quello che lo stesso alberello e’ stato capace di fare quest’anno:

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Decine e decine di pesche. Un’esplosione. Dice il contadino che effettivamente, il pesco certe volte fa cosi’: esplode.

E va bene. La questione e’: che cosa ci facciamo ora con cento pesche? E soprattutto come? (Deve essere facile…)

Ne regalero’ un po’ in giro, ma qui sono quasi tutti in vacanza, ne avanzeranno sempre parecchie…

Idee? Suggerimenti?

giovedì 15 luglio 2010

bambini e bambini adottivi

Qualcuno si e’ stupito perche’ non ho chiamato per dire che aspetto un bambino, ma io non ci trovo nulla di strano invece perche’ ricordo molto bene di averlo fatto: qualche mese fa, quando abbiamo annunciato a tutte le persone che hanno un’importanza nella nostra vita che aspettavamo un bambino, un bambino da adottare. Qualcuno aveva capito perfettamente il senso di attesa e di gioia che stavamo provando, qualcun’altro, purtroppo no. Un’adozione aperta e un bambino con la pelle di un colore diverso dal nostro, c’erano varie cose da digerire forse, ma il piu’ delle volte non si e’ nemmeno arrivati a quel punto, ci si e’ fermati al concetto di adozione in se’. Alcuni non capivano il perche’, specialmente in famiglia (siete cosi’ giovani…). La reazione piu’ divertente era stata quella di una delle mie migliori amiche che si offri’, seriamente, a quanto pare si era gia’ informata su tutto, come madre surrogato cosi’ almeno il bambino ha il vostro stesso dna (amica americana, chiaro). Era come se loro, i nostri cari, dovessero in qualche modo elaborare la fine dei sogni e dei progetti che avevano per noi e in qualche caso, come se gli stessimo addirittura dando una grande delusione. Alcuni non riuscivano a essere felici per noi, nemmeno a dissimularlo, e ora vedere i salti di gioia e le lacrime di commozione di quelle stesse persone mi provoca un leggero fastidio. Ci avete mai provato a dire alle persone che amate che avete fatto una scelta importante, che quella scelta vi rende felici e vedere dall’altra parte, molte volte la tua stessa gioia e molte altre, il niente se non addirittura la disapprovazione? Sono omosessuale, voglio prendere i voti, voglio il divorzio, cose cosi’. Sono prove che ti fanno capire chi vale e chi no quando magari preferiresti non saperlo e avere solo un po’ di calore in un momento delicato della tua vita. E’ cosi’ difficile gioire per la gioia degli altri senza domandarsi noi cosa faremmo al loro posto? Non capisco quelli che mi dicono sono ancora piu’ felice per te ora, vedrai e’ tutta un’altra cosa. Mi fa piacere l’entusiasmo, certo, e’ splendido, ma mi sembra che questo tipo di affermazioni implichi un giudizio di valore, e chiaramente agli occhi dei piu’ l’adozione e’ quella che ne ha meno. Vero? Falso? Io non lo so, ho un’idea certo, ma non ho provato nessuna delle due cose ancora. Perche’ mettere qualcosa di cosi’ intimo e spirituale su questo piano? Non ne vedo l’utilita’ per nessuno e poi non e’ cosi’ semplice. Sembra che tutti sappiano perfettamente come ti senti, ma non sanno proprio niente. Io non potrei sapere niente di quello che prova un’altra persona, anche una che ha fatto un persorso simile al mio. Siamo tutti diversi, strati su strati di sentimenti e di esperienze uniche. Ma i bambini no, loro, per i loro genitori, chiunque essi siano, sono tutti uguali.

mercoledì 14 luglio 2010

con una fava. o con una pietra

- Cosi’ prendiamo due piccioni con una fava!

- Vuoi dire two birds with one stone?

- Ecco sempre i soliti violenti!

- Perche’ scusa tu cosa pensi che ci facciano con il piccione dopo avergli dato la fava!?

Non l’avevo mai vista cosi’.

lunedì 12 luglio 2010

la finale e i ricordi

Quando vuoi fare un visto per venire a vivere negli Stati Uniti in Italia e anche Nord Africa, ti tocca andare a Napoli, e’ l’unico consolato americano in cui rilasciano i visti. E cosi’ succede che un bel giorno, ovunque tu sia, ti arriva una lettera che ti dice ‘ci vediamo fra sette mesi alle 7,40 del mattino al consolato di Napoli’ e succede proprio cosi’. Alle 7,40 del mattino qualcuno esce da un grande cancello, chiama il tuo nome e ti fa entrare, gli altri devono aspettare fuori. Nel mio caso quel lunedi mattina tanto atteso, era proprio il lunedi mattina dopo la partita in cui l’Italia ha vinto i mondiali. Noi siamo arrivati addirittura un paio di giorni prima sia perche’ ogni scusa e’ buona per visitare Napoli e dintorni sia per essere sicuri di presentarci in orario all’appuntamento, che’ altrimenti chissa’ quanti mesi sarebbero passati. E devo dire che la finale dei mondiali a Napoli forse e’ stata l’esperienza che ci e’ rimasta impressa di piu’, in confronto a cui il visto tanto agognato e’ passato in secondo piano. Ricordo il silenzio irreale piombato sulla citta’ prima della partita e poi la partita e poi… la corsa in albergo, la paura! Il confine fra una citta’ in festa e una in guerra in certi casi puo’ essere piuttosto labile, come si e’ visto anche recentemente. Gli amici ci chiamavano dai loro caroselli festanti e noi fingevamo di divertirci un mondo mentre in realta’ eravamo chiusi in camera con le pareti che tremavano dai botti, i proiettili o chissa’ cosa (eravamo in uno dei quartieri peggiori della citta’ comunque).

Ieri invece la finale dei mondiali, si e’ guardata con gli amici francesi tifando tutti per la Spagna e rimembrando tutta la storiaccia della testata di Zidane. Headbutt, ho scoperto si dice in inglese. A distanza di tempo sembra tutto cosi’ chiaro, ma mi immagino che vedere quella partita insieme al momento non sarebbe stato cosi’ piacevole.

Quante cose cambiano in quattro anni. Noi eravamo a un punto cruciale quattro anni fa con la decisione di trasferirci qui e siamo a un altro punto cruciale oggi. E i mondiali saranno il sottofondo dei ricordi di tutti questi cambiamenti.


n.b. Il racconto e' riferito a quattro anni fa e al mio caso specifico, non basatevi su questo post per informazioni di ordine pratico su come ottenere il visto.

domenica 11 luglio 2010

piccola segnalazione

C’e’ un sito che e’ nato da pochissimi giorni e che vorrei segnalarvi. Si chiama Espatando e serve soprattutto a mettere in contatto i vari bloggers italiani all’estero. Ce ne sono diversi simili, ma questo mi sembra abbia le potenzialita’ per diventare uno strumento utile. La grafica e’ molto chara e semplice da usare. Io mi sono iscritta in un paio di minuti e visto che tanti di voi vivono all’estero come me (Elisen, Tizi, Alice, Marica, Valeria, Ecce, Salvietta, Palbi e tanti tanti altri…)  ho pensato fosse un’idea simpatica suggerirvi di darci un’occhiata. Networkiamo dai ;)

venerdì 9 luglio 2010

imbavagliati prima di essere imbavagliati

Stamattina mi sono letteralmente svegliata con questa notizia alla radio. Quando sento Italy qualcosa mi si drizzano le antenne visto che non capita spesso. E’ interessante perche’ spiegano in un paio di minuti il problema dello sciopero e della legge bavaglio. Pero’. Sono rimasta un po’ perplessa come al solito. All’inizio del servizio si sente Berlusconi che invita la gente a scioperare contro la stampa, cosi’ malgrado in fondo si denunci il perche’ della protesta e in qualche modo mi pare la si giustifichi, il messaggio che rimane fra le righe, mi e’ sembrato piu’ un altro: Berlusconi, non solo possiede un sacco di televisioni e giornali, per di piu’ chiede agli italiani di non leggerli e qualche giorno dopo viene puntualmente accontentato, in pratica fa come gli pare. Insomma, c’e’ qualcosa che non mi torna. Anche perche’ poi immagino che i giornali che aderiscono al suo pensiero e a questa legge non avranno certo scioperato. Paradossalmente e’ riuscito nel capolavoro di avere il cento per cento dell’informazione dalla sua. Protestare si’ certo, contro una legge del genere non si puo’ non farlo, ma in questo modo? Vedere tipo il Tg1 protestare per la liberta’ di stampa quando senza nessun bavaglio non si sogna nemmeno di fare informazione, mi sembra un’ipocrisia immensa. Informate davvero, invece, no? Oggi stesso, a 360 gradi, con inchieste scomode,con quello che i cittadini hanno bisogno di sapere, notizie importanti prima, servizi sull’esodo estivo e la canicola poi. Questa mi sembrerebbe una protesta piu’ sensata piuttosto che imbavagliarsi prima di essere imbavagliati.

Ma, questo e’ solo quello che traspare dall’esterno.

giovedì 8 luglio 2010

ma quanto bisogna essere pigri?

Al supermercato vendono le uova pre–bollite  pre–sgusciate.

Ho la sensazione che la scoperta prima o poi mi tornera’ utile, ma spero di sbagliarmi.

mercoledì 7 luglio 2010

di discriminazione in discriminazione

Mi sono sempre chiesta come facessero le mamme che conoscevo a lavorare e a fare tutto quello che fanno tutti gli altri dovendo anche prendersi cura di uno o piu’ figli. Mi e’ sempre sembrato che la societa’ non le aiutasse, che si pretendesse troppo da loro, senza considerare la specificita’ del ruolo che ricoprono e tutto quello che comporta sia a livello fisico che mentale. Dopo tutto, i giorni durano ventiquattr’ore per chiunque. Chissa’ come me la cavero’ io. Il bimbo non e’ ancora nato e gia’ in famiglia c’e’ chi velatamente mi ha suggerito di abbandonare il lavoro. Faccio un lavoro che mi piace, che mi porta fuori tre giorni soli alla settimana, rinunciarci sarebbe un sacrificio immenso. Un sacrificio che cerchero’ in ogni modo di evitare, ma che non escludo perche’ la verita’ e’ che e’ tutto nuovo, non so come sara’, so solo quale sara’ e quale e’ gia’ la mia priorita’. Fatto sta che ho gia’ ricevuto la mia prima e spero ultima discriminazione sul lavoro (per fortuna non nel mio lavoro principale a scuola, li’ non sarebbe mai successa una cosa simile). La cosa si e’ svolta in questo modo: ho ricevuto una mail in cui affettuosamente mi si proponeva un lavoro differente e minore rispetto a quello che gia’ svolgo per agevolarmi dato che sono incinta. Altrettando affettuosamente, ho rifiutato e la risposta dall’altra parte e’ stata qualcosa tipo “peccato perche’ in questo caso credo proprio che il tuo vecchio lavoro non ci sara’ piu’ dopo le vacanze”. Ho protestato (non quanto avrei potuto per la verita’) e le cosiddette “scuse” per iscritto sono state perfino piu’ offensive dell’offesa subita, tornando nuovamente sul discorso gravidanza con annesse e connesse voci di corridio riguardanti la sottoscritta e consigli non richiesti. Un vero capolavoro di maleducazione e mancanza di professionalita’.

Ora non ditemi che in America non hanno rispetto per le donne (per quelle incinte non molto fra l’altro, ma ne parleremo un’altra volta magari) perche’ il datore di lavoro in questione e’ italianissimo. Anzi, a prescindere dal fastidio per la situazione, vi diro’ anche un’altra cosa: sono davvero stufa. Da quando mi sono trasferita qui, le uniche cose spiacevoli che mi sono successe, sono state causate da italiani e non ce ne sono molti. Non capisco perche’ gli altri stranieri che conosco sono supportati dai loro connazionali e noi, che tra l’altro siamo quattro gatti e ancora di piu’ dovremmo darci una mano, non facciamo altro che dare questo triste spettacolo di noi stessi. 

martedì 6 luglio 2010

qua funziona esattamente al contrario.

In questo paese, le idee politiche vengono espresse attraverso un canale preferenziale: il bumper sticker, cioe’ gli adesivi che si attaccano sul retro della macchina. L’altro giorno siamo stati a casa del chitarrista del gruppo rock di alcuni nostri amici. Lo conoscevamo di vista, ma siamo rimasti un po’ stupiti appena arrivati. Immaginate questo tipo sulla porta di una perfetta villetta dei suburbs: smilzo, capelli lunghi, aria depressa, abbigliamento trasandato che si scusa perche’ non aveva fatto in tempo a tagliare l’erba e tu ti guardi intorno e non vedi altro che perfezione, fiorellini, siepi, alberelli perfettamente potati. Mr. Johnson mi fa in italiano: - Questo qua dev’essere un’estremista di destra.

E io: – Cioe’ uno non puo’ avere il pollice verde adesso? Poi ti pare! Cosa ci farebbe uno cosi’ con questa gente, noo.

- Tu dai troppe cose per scontate, guarda che non siamo in Italia.

- Ah ecco! Guarda la sua macchina! L’adesivo dice non rubare! il governo non vuole concorrenza. Piu’ di sinistra di cosi’!

- Piu’ di destra di cosi’!?

Il problema era tutto la’: io vedo un adesivo contro il governo e automaticamente penso che uno sia di sinistra, la forza dell’abitudine. Devo ricordarmi che qui funziona esattamente al contrario.

lunedì 5 luglio 2010

il 4 luglio

I botti qui sono sinonimo di Quattro Luglio e, almeno dalle nostre parti, sono proibiti per il rischio incendi. Ecco immaginate un parco, un unico posto nel raggio di chilometri e chilometri, ore in macchina, dove ognuno e’ libero di sparare tutti i fuochi che vuole  dove vuole e come vuole. 

Io ero proprio la’.

Terrificante. Perfino Bin Laden ha avuto qualche problema…

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venerdì 2 luglio 2010

bianco o nero

Quando abbiamo deciso di adottare qui, pensavamo che non si potesse scegliere molto riguardo al bambino, soprattutto la razza. Pensavamo che fosse un puro caso. Appena ci siamo messi a fare qualche ricerca ci siamo invece sorpresi del contrario, in teoria in questo paese si puo’ scegliere praticamente tutto. E’ risultato subito evidente che ogni agenzia spingesse per l’adozione di bambini afroamericani. In modo esplicito, perfino con vantaggi di tipo economico o con procedure snellite. Ricordo che quella sera, davanti al computer, ci guardammo semplicemente in faccia prima di esprimere quella preferenza, e’ una cosa di cui non si e’ mai discusso. Per noi era ovvio, il colore della pelle era completamente irrilevante e se il bambino con la pelle scura per qualunque motivo, aveva meno possibilita’ di farcela, su di lui sarebbe caduta la nostra scelta. Ci siamo interrogati sul perche’ di quella situazione. Le nostre ipotesi erano fondalmente due: che la maggior parte delle persone volesse un bambino bianco o che ci fosse un numero incredibilmente maggiore di poveri in quella parte della societa’ e quindi un numero maggiore di donne costrette a dare in adozione i figli. E credo che entrambe le ipotesi fossero fondate. Ad ogni modo, da quel momento in poi ho aperto gli occhi su tante cose. Tante volte in questi mesi ho parlato di razzismo su queste pagine e mi e’ spiaciuto che qualcuno proprio qui abbia detto che chi parla e vede il razzismo crea il razzismo. Ognuno e’ libero di avere le proprie opinioni chiaramente, ma piu’ passa il tempo, conosco fatti e piu’ mi rendo conto che le cose per me stanno esattamente al contrario e che bisogna parlarne e non stancarsi mai di farlo per quanto frustrante possa essere, e’ l’unico modo per cambiare le cose.

Proprio ieri, infatti, e’ uscito l’ennesimo studio sulla poverta’ infantile negli Stati Uniti: l’8% di tutti i bambini bianchi nascono poveri, il 40% di tutti i bambini neri nascono poveri.

Un problema c’e’.

giovedì 1 luglio 2010

un piccolo passo per l’umanita’…

…Un grande passo per la sottoscritta. Piu’ o meno.
Dopo un anno, i vicini missionari, quelli con la croce inchiodata alla porta di casa, hanno bussato alla porta, ci hanno detto che staranno via per qualche giorno e ci hanno dato le chiavi di casa. Vi sembrera’ niente, ma a me ha fatto davvero piacere. Mi e’ sembrata una cosa cosi’… normale! Ah, ci voleva! Non ci sono piu’ abituata a questi piccoli gesti normali. Il vicino, ci ha anche dato un foglietto con il suo nome e numero di telefono e anche quello di sua sorella. A proposito dei nomi pseudo italiani di cui si parlava ieri, la sorella si chiama Tonda, come una parentesi. Ovviamente non ho battuto ciglio, credo che certe cose sia meglio non saperle.