domenica 21 agosto 2016

punti di vista

Woody, con il suo piccolo ma infallibile radar, ha scovato in garage un vecchio gioco di Joe. Era lì da talmente tanto tempo che io e Mr J non lo vedevamo più. Sporco, semi nascosto, però visto che Woody era così esaltato l'ho tirato fuori e gliel'ho lavato. È un piccolo aeroplano di Topolino, su cui lui può sedere e far finta di pilotare. Ero sorpresa che gli piacesse così tanto perché nei miei ricordi Joe non ci aveva giocato poi molto, probabilmente lo avevo rimosso. L'errore è stato metterci le pile. Quel coso suona, canta, fa rumori vari e ciò che è peggio è che non c'è modo di spegnerlo. È un congegno infernale progettato da una mente diabolica.
Mentre Woody ci giocava felice e contento e faceva partire per la milionesima volta la stessa canzoncina, ho detto a Joe quello che avrei detto a un adulto: che non ne potevo più di quella canzoncina e che appena Woody si sarebbe girato avrei cercato di farlo sparire o manometterlo.
La risposta di Joe, mi ha spezzato il cuore.
- Ma quando ero piccolo a me piaceva quando cantavi quella canzone perché pensavo che eri felice.
Accidenti, è proprio un bambino Joe. Ha una memoria di ferro, osserva tutto, soprattutto me, e non ha il senso dell'umorismo di un adulto. Mi considera quasi infallibile e prende quello che dico alla lettera, è estremamente serio, molto più di me almeno, e mi sa che l'ho un po' deluso. Però forse è così che si cresce.

giovedì 18 agosto 2016

cose che succedono al tramonto


Tutte le sere prendo Woody, lo metto sulla bici e andiamo a farci un lungo giro. Stiamo facendo collezione di tramonti mozzafiato e arcobaleni senza pioggia, giusto per dire l'umidita'. Ad ogni modo, per tornare a casa dal parco, di solito, saliamo su un ponticello di legno. E' piccolo, quindi preferisco aspettare che non ci sia nessuno per salirci. Ma stasera c'era una coppia, avranno avuto piu' o meno la mia eta'. Camminavano spediti con in mano tre palloncini viola brillanti, impossibile non notarli. Mi ero immaginata andassero a una festa. Ho cominciato a girare un po' in tondo sperando attraversassero alla svelta, ma nulla. Si sono fermati proprio in mezzo al ponte.
Che fanno? Un selfie con i palloncini? Basta che vi muovete che qua diventa notte...
E invece hanno fatto qualcosa di decisamente piu' bello e insolito. Si sono fermati in mezzo al ponticello di legno e dopo essersi detti non so cosa, hanno lasciato volare via i tre palloncini viola. Poi si sono messi li' in silenzio a guardarli andare sempre piu' in alto fino a scomparire nei colori meravigliosi della fine del giorno. Sorridevano.
La mia immaginazione, chiaramente, non avrebbe potuto chiedere di meglio stasera.
All'inizio l'ho visto come un gesto scaramantico, di buon auspicio, magari il principio di una nuova avventura insieme.
Poi pero' ho immaginato un'altra ipotesi. Magari avevano avuto un dolore, qualcosa di brutto, e avevano deciso di voltare pagina, di farlo finalmente volare via in tutti i sensi.
E questo pensiero mi e' piaciuto forse di piu'. Il famoso 'let it go' che e' facile a dirsi e difficile a farsi. Forse aiuta visualizzarlo questo benedetto 'let it go' per assorbirne la forza. Lascia che sia, lascia andare.
Mi piace. Mettere il brutto in un palloncino e guardarlo volare via, lontano, che tanto poi se ci pensi bene...non importa.

mercoledì 17 agosto 2016

disincentiviamoli‬

E' successo questo. Ieri sono uscita in giardino e ho visto un ratto, ma grosso, panciuto. Sono traumatizzata. Ho una mezza fobia per i ratti, mi e' venuto un colpo. Non volevo dirlo a Joe per non creare questa fobia anche in lui, ma devo aver ripetuto 'oddio' a bassissima voce un po' di volte, lo faccio sempre per calmarmi, non pensavo fosse udibile. A un certo punto mi ha chiesto: 
- Mamma perche' dici oddio?
- Io? Ma noooo, ho detto vivaiddio, non ti preoccupare quando sei grande te lo spiego meglio, e' una cosa bella. 
E Mr. J cosa fa? Cerca di convincermi che non devo pensare che sia un ratto normale perche' in realta' e' un ratto selvatico norvegese, un animaletto nativo di qui che sta fuori come gli scoiattoli e se ci pensi e' anche un po' simpatico. 
Stamattina ho aperto gli occhi e mi sono girata verso di lui con l'intenzione di dirgli... dobbiamo sterminarli. Ho pensato proprio questa parola mostruosa, 'sterminarli', poi pero' ho sentito la mia voce dire 'disincentivarli' invece.
Sono sempre una pacifista amante degli animali, in fondo.

lunedì 15 agosto 2016

quelle cose che non si chiudono

Un giorno, poco tempo fa, dopo quindici anni che ci conosciamo, Mr. J e' sbottato:
- Sai che cosa mi manda in bestia di te piu' di tutto?
- No.
- Che non chiudi mai i cassetti e le ante e le scatole e niente. E' insopportabile, basta, perche' non chiudi mai niente? Non ha senso! O se ce l'ha spiegamelo perche' non capisco.
Li' per li' l'ho guardato come se desse i numeri. 
Io? Io non chiudo le cose? Ma quando mai!
Ciao, eh.
Faccio per uscire, tre cassetti aperti in camera da letto, oltre all'armadio a muro. Allora vado in cucina, due ante aperte e la porta della dispensa? Ovviamente aperta anche quella. In bagno, il cassetto dei trucchi e l'armadietto delle medicine.
Maledizione, come al solito aveva ragione lui. Perche' ragionandoci in effetti gia' solo quelle cose, non erano aperte per caso: stanno sempre aperte a casa nostra, non ci avevo mai pensato. Si' perche' il fatto e' che quella non e' una cosa a cui penso evidentemente, per me ancora adesso, le ante e le porte e tutte quelle cose li' e' come se non esistessero, il mio cervello non le registra.
Sono passati un paio di mesi da quella strana conversazione e devo ammettere che e' cosi' come dice lui, e' un'abitudine assurda, non saprei come giustificarmi. Tra l'altro ho cominciato a farmi delle domande... chissa' da quanto lo faccio. Magari anche i miei si sono sempre chiesti questa cosa di me e sono l'unica a non averla mai saputa? Adesso che me lo ha fatto notare, infastidisce anche me, ma quel che e' peggio...e' che continuo, sono recidiva. Ignoro tutto quello che si chiude, e' piu' forte di me. In questo preciso momento, ad esempio, vedo tre ante semichiuse e la porta della dispensa giusto una decina di centimetri aperta come sempre. Ho un problema, sono affetta da un insensato disturbo che non mi fa chiudere niente. Poi adesso ci provo anche, la sera chiudo tutto e il giorno dopo ricomincio come prima.
Ma il punto e': lui lo sapeva e io no. Che strana questa cosa. Che cosa ci dice sull'immagine che abbiamo di noi stessi? E che cosa ci dice sulle relazioni?
Il luogo comune e' che non si puo' mai dire di conoscere una persona fino in fondo e credo sia vero, ma forse, giusto perche' in queste cose ben poco ha senso, e' vero anche l'esatto contrario, che si arriva a un punto in cui l'altra persona ti conosce meglio di quanto tu conosca te stesso.

venerdì 12 agosto 2016

siamo effimeri perche' cambiamo

La nonna, durante l'ultimo viaggio in Italia, ci ha regalato un libro splendido. Una versione integrale e pop up del Piccolo Principe (della Bompiani, ve lo consiglio vivamente). Ogni sera ne leggiamo un po'.
Stasera abbiamo letto quel passaggio in cui il piccolo principe va sul pianeta del geografo. Il geografo gli spiega in cosa consiste il suo lavoro e poi gli chiede di descrivere il proprio pianeta. Il piccolo principe risponde qualcosa tipo che ci sono tre vulcani e un fiore. Allora il geografo gli dice che lui non si occupa dei fiori perche' sono effimeri. Effimero, una delle mie parole preferite. Volevo essere sicura che Joe ne comprendesse il significato, cosi' finito il paragrafo gli ho chiesto che cosa pensava significasse:
- Grande.
- No. Effimero e' un po' il contrario di eterno. La montagna e' eterna e la rosa e' effimera.
- ...
- Il cielo e' eterno e le nuvole sono effimere...
- Anche noi siamo effimeri.
E li' mi si e' un po' fermato il respiro. Mi e' tornato subito in mente il Woody Allen bambino di Io e Annie, quello che a nove anni era depresso perche' l'universo si sta dilatando e quando scoppiera' moriremo tutti, ma onde evitare di rispondere come l'orribile madre del film (Ma sono affari tuoi questi?!), gli ho chiesto il perche'.
- Perche' cambiamo.
Joe a cinque anni mi informa che siamo effimeri perche' cambiamo.
Speriamo di riuscire a dormire stanotte.

mercoledì 10 agosto 2016

a casa di la'?

L'altro giorno conosco una signora molto simpatica. Mi dice il suo nome. 
Capisco chiaramente Sheila, non è un nome strano, ma lei mi blocca con lieve indignazione.


- No, è francese.


Silvie, Valerie, Julie...no. 


- Si scrive Chezla. 


Traduco mentalmente...A casa di là? 

Non dico nulla.

Tu ti puoi davvero chiamate come ti pare da queste parti. 

Viva la libertà.

martedì 9 agosto 2016

trump?

Quando è iniziata questa storia di Trump, devo ammettere di aver avuto un momento di sottile e inconfessabile godimento. Non so voi, ma io come italiana, e soprattutto come italiana all'estero, vittima di burle politiche per vent'anni, mi sono sentita in un certo senso vendicata da Trump. Vi piaceva prenderci in giro per Berlusconi, eh? Mo' vi beccate Trump. Ben vi sta. Poi la cosa è andata avanti e ha fatto sempre meno ridere. Il signor Trump, contro ogni pronostico, è arrivato a essere addirittura il candidato repubblicano e ogni giorno estrae dal cilindro una fesseria nuova. Ogni giorno insulta qualcuno, i messicani, le donne, i neri...perfino i genitori di un soldato morto in Iraq adesso, nessuno ha mai osato tanto. Oltretutto fa mostra di un'ignoranza spaventosa. Il giorno dopo la Brexit si congratulò con gli scozzesi per "essersi ripresi il proprio paese" mentre la Scozia aveva votato per rimanere. Che tu a un certo punto legittimamente cominci a metterla anche un po' in discussione questa tanto rinomata democrazia americana. In fondo negli Stati Uniti come ovunque, un medico deve avere delle qualifiche, un pilota pure, mica gli danno in mano un aereo perché le sa sparare grosse. Tutti devono essere qualificati per fare il proprio lavoro: gli insegnanti, gli idraulici, i postini... perche' allora al presidente e' concessa tale ignoranza e approssimazione? 
Se non rischiasse di vincere, sarebbe bello semplicemente sedersi e guardare cosa succede dopo.


p.s. Per vari motivi, ultimamente mi trovate piu' spesso qui. Inoltre ho cominciato a collaborare con il portale Esteticamente, la mia rubrica si chiama Quaderni d'Oltreoceano.
Un abbraccio a chi ancora passa di qui! Nonsi

lunedì 1 agosto 2016

joe e' cosi'

Nel parco giochi vicino a casa, c'e' una sorta di parete rocciosa su cui i bambini un po' piu' grandi dovrebbero imparare ad arrampicarsi. Joe, l'ha sempre ignorata, ma ieri quando siamo arrivati e ha visto che quasi tutti gli altri bambini erano la' sopra, ha deciso che era il caso che imparasse anche lui. Non ci avrei scommesso, Joe e' un gran fifone, e invece e' riuscito a salire al primo colpo. Scendere e' stata ben piu' dura a dire il vero, ma con un po' di aiuto e' anche sceso, ha preso la sua bottiglia d'acqua ghiacciata che qui fa un caldo insensato ed e' ritornato su. Tutti gli altri bambini si agitavano, com'e' giusto che sia, e lui invece voleva solo sedersi sulla punta della roccia con la sua acqua e guardare il tramonto. 
- Joe guarda che il sole e' andato giu', devi andare a dormire.
- No ma guarda io vedo ancora un po' di rosso. Daiii...
Joe e' Joe, non segue mai la corrente nel bene e nel male. Da un lato gli auguro di non cambiare. 
E chissa' che pensieri faceva guardando quel bel tramonto texano.