venerdì 4 dicembre 2020

la controversia natalizia

La maestra di Woody ha mandato un'email alle famiglie alla fine di novembre per prevenire ogni possibile polemica o protesta sulle feste. Mi sembrava di sentire in sottofondo: "Perché al giorno d'oggi non si può più fare niente senza che qualcuno si offenda, signora mia". A dicembre si parlerà di varie tradizioni in giro per il mondo, non solo del Natale cristiano, e comunque anche parlare del Natale è in perfetto accordo con la normativa educativa texana. Zitti tutti. Si è spinta fino a chiedere alle famiglie che non credono a Babbo Natale di dire ai figli di non fare la spia, praticamente di non rovinare la festa agli altri.

Oggi c'era la lezione sull'Italia. Un PowerPoint con un minestrone per niente accurato di tradizioni. Ma non è solo questo il problema. Ha scelto di affrontare ben 4 diversi paesi europei, gli Stati Uniti, il Messico, l'India, Israele e l'Africa. Lo vedete anche voi che non va? Tanta Europa, nessuna rappresentazione dell'Oceania, dell'estremo Oriente e poi soprattutto ancora mettiamo tutta l'Africa in un solo calderone? L'Africa non è una nazione, è un continente enorme pieno di enormi differenze culturali e naturali.

Seguendo da vicino il programma quest'anno, ho visto tante contraddizioni di questo tipo. Mi fa rabbia non poter essere lì a scuola e fare la mia parte per migliorare le cose dall'interno come ho sempre fatto in passato. Stavolta mi tocca stare a guardare. So che la maestra sta facendo tutto quello che può. In questo momento storico, come genitore puoi solo ringraziare perché davvero non si può dare nulla per scontato. Il fatto è che il prossimo anno questi concetti verranno insegnati allo stesso modo perché è così che sono sempre stati insegnati, la questione è strutturale.

È difficile cambiare atteggiamento su materie che sono state presentate allo stesso modo da decenni, ma io penso sempre a Maya Angelou: "When you know better, you do better".

Come insegnante mi sono sempre fatta mille scrupoli, anche solo a fare un albero di Natale a scuola. Non credo di essermi fatta problemi inutili. È difficilissimo parlare a tutti gli studenti nella loro estrema diversità ed essere coerenti sempre con tutti. Ho cercato dei compromessi, ho sbagliato di sicuro, ho fatto del mio meglio.

Però.

Trattare l'Africa come una nazione è una di quelle cose che per me passano il limite. Ci sono errori veniali, accettabili e altri che proprio no, per mille motivi devono farci reagire.

Che idea può farsi un bambino americano di 5 anni a cui viene raccontata la più piccola tradizione tedesca o italiana ma a cui viene presentato un intero continente in poche righe, con superficialità, senza nessuna cura? Che idea si farà mio figlio bianco, europeo, e che idea si farà il suo compagno afroamericano?

Bisogna pensarci a queste cose altrimenti non cambierà mai niente.

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