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lunedì 30 agosto 2021

pigiama day

Il primo giorno di scuola di quest'anno è stata un'emozione immensa per Joe e Woody. Non ho visto un grammo dell'ansia o della comprensibile apprensione delle altre volte, solo un'incontenibile impazienza, come alla vigilia di Natale. Qualcosa però forse ribolliva sotto l'allegria, almeno per Woody che affrontava il suo primo giorno a scuola in assoluto.
Ricordo che quella sera dopo essere andato a dormire, tornò indietro. Io, ero in cucina, gli stavo preparando il pranzo per il giorno dopo.
Con grande serietà mi fece questa richiesta:
- Devi promettermi una cosa. Se un giorno, ti dico che è 'pigiama day' significa che è 'pigiama day'. Devi credermi.
A volte qui, soprattutto all'asilo, per qualche occasione speciale, viene concesso ai bambini di andare a scuola in pigiama.
Mentre gli rispondo che va bene, certo, mi accorgo che gli occhi gli si fanno lucidi come a riempirsi di lacrime.
- C'è qualcosa che non va? Sei triste?
- E' solo che quando andavo all'asilo [un anno e mezzo fa, sigh N.d.R.] ho detto a dada che era pigiama day e lui non mi ha creduto. E non mi ha fatto andare a scuola in pigiama.
Credo che il primo giorno della scuola elementare gli abbia portato alla mente questo rimpianto di cui non avevamo idea. Deve essersi reso conto che la scuola elementare è da grandi e avrà pensato che non ci sarebbero stati altri 'pigiama day'.
Con una grande malinconia nel cuore, ho cercato di rassicurarlo. In effetti, però è cosí: nella vita ci sono delle cose che una volta perse non tornano. Un anno e mezzo di asilo e scuola nel suo caso, mi dispiace tanto, ma non tornerà mai più.
La mia unica consolazione, da brutta persona quale sono, era che il 'pigiama day' lo avesse dimenticato il suo papà e non io per una volta.
Fatto sta che c'è stato un colpo di scena: la scuola ha annunciato un 'pigiama day'.
Pensavo avrebbe fatto i salti di gioia, invece per ora sembra completamente indifferente.
Come al solito forse, lo struggimento per quello che crediamo perduto non raggiunge mai la gioia di quello che riceviamo.
Va bene.
Perché vi dico questo?
Perchè questo famoso pigiama day è fra tre giorni. Gli ho comprato ben due pigiami nuovi, sono preparatissima, ma ho anche un vago timore che possa non andare bene neanche questa volta.
Stanno per rendere noti i nuovi dati delle infezioni nel nostro distretto scolastico e non so assolutamente cosa aspettarmi visto il grande aumento nel giro di pochissimi giorni. Ho visto che alcune scuole qua intorno cominciano perfino a chiudere.
Questa incertezza sul futuro è quella che ho avvertito i primi giorni della pandemia. E' come se stesse ricominciando tutto da capo. Come ci si abitua a vivere in questa incertezza perenne?
Una volta ai colloqui chiedevano 'dove ti vedi fra 5 anni?'.
Io al momento non saprei nemmeno dire con certezza dove mi vedo fra 5 giorni.

venerdì 13 agosto 2021

woody (non) è cambiato

 Ieri Woody mi ha raccontato che qualcuno a scuola gli ha fatto presente che non è costretto a portare la mascherina. In effetti, la maestra non ce l'ha e nemmeno la maggior parte degli altri bambini nella sua classe.

Ecco, voglio specificare che non lo diceva lamentandosi e che non credo faccia i salti di gioia con la mascherina per 7 ore al giorno.
Ha 6 anni, non mi sembra un bambino particolarmente maturo per la sua età, ma capisce benissimo il motivo per cui deve indossare la mascherina negli ambienti chiusi.
Un paio di giorni prima dell'inizio della scuola, mi aveva fatto un annuncio con grande serietà:
- Mamma, credo di essere cambiato.
- Davvero?
- Non avrei mai pensato di dirlo, ma... sono felice di andare a scuola.
Ieri, tornato a casa dopo il secondo giorno, mi ha confidato:
- Sai, forse in fondo non mi piace poi così tanto andare a scuola. Si lavora tanto, si gioca poco, non è un granché.
Forse, dopo tutto, non sono cambiato.

giovedì 25 febbraio 2021

e questo è il motivo per cui Joe e Woody oggi indossano pantaloni identici

Per il mio terzo compleanno, i miei genitori mi regalarono la mia prima bicicletta. Era stupenda. La ricordo come fosse ieri. Intanto era blu, il mio colore preferito, e poi era pure metallizzata quindi dal mio punto di vista era non solo blu, ma aveva anche le "stelline". Ricordo il piacere di perdermi guardando quella vernice luccicante in cui vedevo galassie e pianeti, mondi lontani. Un sogno. Quando la biciclettina blu


divenne troppo piccola per me, venne passata a mia sorella. Normale, certo, anche se in realtà fu un evento di una certa portata nella mia infanzia. In famiglia, si fece un gran parlare della biciclettina che in poche parole, doveva farsi irriconoscibile. Mio padre si prese addirittura la briga di ridipingerla del colore preferito di mia sorella, aggiunse il cestino, un campanello nuovo credo: doveva tornare nuova o più che altro doveva essere diversa.

Quando Joe aveva più o meno tre anni, gli comprammo una bici. Non era un'occasione speciale. La trovammo usata a un garage sale. Quando fu troppo piccola, comprammo un'altra bici usata a un altro garage sale e passammo quella lì a Woody.
Non esitai un secondo, non vidi nessun tipo di dramma o dilemma. Anzi, in quell'occasione mi tornò in mente l'episodio della biciclettina blu e pensai "era proprio un altro mondo, un'altra mentalità".
Tempo fa ho comprato un bel po' di vestiti nuovi per Joe e giusto un paio di cosine per Woody che ha ereditato tutto il guardaroba dal fratello. Nessuno dei due ha mai dimostrato un apprezzamento particolare per i vestiti.
Eppure successe una cosa che non dimenticherò mai.
Qualche giorno dopo dal nulla Woody, con degli occhi enormi, occhi che chiedono per sapere, mi fece una domanda. :
- Perché compri sempre tante cose per Joe e per me no?
Che alle mie orecchie suonò come:
- Vuoi più bene a lui?
Un'epifania.
E questo è il motivo per cui Joe e Woody oggi indossano pantaloni
identici. Li stavo comprando per Joe che ne ha bisogno, ero di fretta, quando all'improvviso mi sono ricordata quella domanda e ho tirato su anche una taglia più piccola. E' vero che quella domanda ci ha dato il modo di chiarirci e di spiegarci, di dirci che gli oggetti sono solo oggetti, che hanno una funzione e non c'è bisogno di comprarli se non servono, ma stavolta doveva andare così.
Finalmente ho capito i miei genitori e la loro ansia da "riciclo". E no, non è un altro mondo, non è un'altra mentalità. Certi sentimenti, certe rivalità, certi sensi di colpa sono universali e non vanno mai ignorati. Penso sia fantastico che il piccolo Woody si sia sentito libero di esprimere la sua perplessità.
Più passano gli anni e più mi rendo conto di quanto miei genitori non abbiano mai lasciato nulla al caso nelle piccole cose come nelle grandi. Non so come potrei mai barcamenarmi nella vita senza aver avuto il loro esempio.

giovedì 10 dicembre 2020

prima che scappi via

Ho avuto un pensiero abbastanza ottimista ieri. Devo dire che non mi capita spessissimo ultimamente.

Me lo segno prima che scappi via.

Ragionavo sul compleanno di Joe, su quanto mi avesse inizialmente demoralizzato il fatto di dover trovare un modo di festeggiarlo durante la pandemia mentre non sentivo nessuna voglia di festeggiare.
Alla fine invece ho avuto un'idea abbastanza geniale (che non avrei mai avuto in un'altra situazione perchè come dico sempre poi le limitazioni aiutano la creatività) e lui ha ripetuto talmente tante volte che è stato il compleanno più bello della sua vita, che comincio quasi a crederci.

Il suo grandissimo amico ha bussato alla porta a sorpresa una mattina e siamo andati a scavare fossili in mezzo al nulla. Siamo arrivati , a un'ora e mezza da casa, e non c'era letteralmente nulla, proprio come diceva il sito, nemmeno il servizio telefonico, nemmeno una vera strada in realtà. E invece, forse anche proprio per questo, pazza gioia. Una giornata memorabile. Abbiamo trovato un sacco di fossili e di divertimento (qui).
Missione compiuta. "With a little help from my friends" come sempre (perchè non era mica scontato che i genitori dell'amichetto avessero voglia di farsi più di tre ore di macchina per fare questa genialata).
La mia più grande preoccupazione in questi mesi, e non solo mia ma suppongo di tutti i genitori, riguarda ciò che i bambini stanno perdendo della loro infanzia, tutto quello che io ho avuto e dato per scontato e che per loro adesso non c'è.
Ho realizzato l'altro giorno all'improvviso che il piccolo Woody ha passato un quinto della sua vita in lockdown. Mi vengono le vertigini a pensarci.
Eppure se la pandemia finisse domani credo che davvero potrebbero dire di avere fatto in qualche modo tesoro di questa esperienza.
Gli abbiamo mostrato come si resiste alle avversità. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, credo. Ho avuto un'estate difficilissima, ma poi mi sembra che una volta accettata la situazione, sia uscito un po' il meglio di me.
Ci siamo divertiti tanto, abbiamo inventato giochi, abbiamo passato del tempo all'aria aperta tassativamente, con qualunque temperatura, tutti i santi giorni. Abbiamo tutte le nostre canzoni, i nostri scherzi che capiamo solo noi.
La vita non si è fermata. Siamo andati avanti e abbiamo trovato gioia nelle più piccole cose.
Woody è quello che soffre di più dall'inizio. A volte chiede 'quando finisce la pandemia?' ma appena provi a rispondere dice 'non mi piace parlare di queste cose, basta, non parliamone più'.
A Joe manca moltissimo la scuola, lo so anche se lui non si lamenta mai. Ne abbiamo parlato solo una volta e come sempre, mi ha lasciata di stucco:
- Sai, questo discorso mi fa venire in mente un libro che ho letto - e ha citato a memoria:
"Non sai mai quanto vale l'acqua finché il pozzo non si prosciuga. Non conosci l'importanza di qualcosa finchè non la perdi".

Questi sono insegnamenti che resteranno per la vita, mi dico congratulandomi con me stessa.
Poi però subentra la vera me, quella decisamente non ottimista che osserva...sì certo, peccato che non è mica finita.
Chissà cosa potrà succedere ancora in questo lungo inverno. Chissà quanti disastri sarai in grado di provocare, quanti ne succederanno.
Ieri qui si sono superati i tremila morti. Oramai i giornalisti non sanno più che paragoni inventarsi per fare capire la gravità della situazione. Siamo ben oltre un 11 settembre al giorno eppure c'è una sorta di follia generalizzata per cui tutto è normale, tutto procede come prima per chi non è ammalato.

La cosa più difficile da accettare dall'inizio di questo dramma collettivo a oggi, è proprio il fatto che tante cose ora semplicemente non le sappiamo e ci toccherà aspettare, magari molti anni, per dare un senso a questo tempo.
Nel frattempo pensiamo a mettere un piede davanti all'altro e ad avanzare sempre, meglio che possiamo.

venerdì 20 novembre 2020

perchè non credono al giorno del ringraziamento

Vedere in giro contemporaneamente decorazioni di Natale e di Thanksgiving -spaventapasseri e zucche, alberi di Natale e lucine- sta facendo nascere dibattiti molto animati fra Joe e Woody.

Joe è un tradizionalista ed è molto infastidito: si comincia a parlare di Natale solo dopo il Giorno del Ringraziamento, che cattivo gusto. Woody invece è per il Natale sempre, anche a Ferragosto, anche a Santo Stefano.
Poi esclama, come se avesse appena avuto un'illuminazione:
-Sai, io ho capito perchè hanno già messo fuori le decorazioni di Natale. E' perchè non credono al giorno del Ringraziamento!
Pensate che bello vivere in un mondo in cui Babbo Natale non si mette nemmeno in discussione.
🎄🎅