martedì 6 settembre 2022

di lunedì e ancore

Oggi sono rimasta a casa perché è festa. È il nostro "primo maggio" anche se tutti i negozi sono aperti come sempre.
Il lunedì a scuola è il giorno più delicato, sono davvero sollevata di poterne saltare uno.
La scuola è iniziata un mese fa di lunedì.
Quel lunedì non lo dimenticherò tanto presto. Non credo di essere mai passata dalla felicità alla disperazione più velocemente.
Immaginai che ogni giorno sarebbe stato come quel lunedì e che quindi non ce l'avrei mai fatta a arrivare alla fine dell'anno (o della settimana).
La persona che ha fatto l'orario scolastico mi spiegò solo in un secondo momento di aver pensato di far fare arte a tutte le classi più difficili di lunedì per agevolarmi, in quanto risulta che la scuola sia più spesso chiusa di lunedì rispetto agli altri giorni. Mi avrebbe fatto molto piacere essere avvisata, ecco, per spaventarmi meno.
In classe abbiamo un pulsantone che possiamo premere per chiedere aiuto in caso di emergenza. L'ho premuto tutti i lunedì.
La settimana scorsa c'è stata una classe che ha superato se stessa. 25 piccoletti completamente fuori controllo. 
Non parlano inglese e a un certo punto ho avuto paura che non capissero nemmeno lo spagnolo.
Ho premuto il mitico pulsante senza drammi.
È arrivato qualcuno dall'amministrazione e ha cominciato a sbraitare in inglese. I bambini non avevano idea di cosa dicesse così mi è toccato tradurre anche la sgridata altrui.
Ho capito che forse ce la posso fare a arrivare almeno alla fine dell'anno scolastico perché mi veniva da ridere e non da piangere come i primi giorni. La situazione era abbastanza comica in effetti. Il comportamento di quei bambini, tutti, era semplicemente ridicolo. Era inimmaginable che un solo adulto potesse tenerli a bada tutti quanti. Quel pomeriggio la loro maestra mandó un'email ai colleghi per dire qualcosa tipo "avrete notato che la mia classe è un po' diversa dalle altre. Ho scoperto che quasi tutti i miei studenti sono "nuovi al concetto di scuola". Non sono mai stati in una scuola e non sanno cosa sia la scuola".

Mi succedono cose di questo tipo.
E non era nemmeno un lunedì.

Venerdì scorso si è licenziata la seconda insegnante. Mi è dispiaciuto molto anche perché era la maestra del programma avanzato. Quello in cui i bambini più interessati e curiosi possono fare lezioni lezioni al loro livello, senza essere trascinati indietro dalle proprie classi. Oltretutto se ha avuto problemi lei con gli alunni più bravi, la situazione è abbastanza grigia per tutti noi che rimaniamo.
Venerdì però è anche arrivato un insegnante nuovo.

La classe più difficile in assoluto, credo, da quello che ho visto almeno, è senza un insegnante fisso da più di un anno. Venerdì erano con me quando ha fatto il suo ingresso il nuovo insegnante appena assunto. C'è stato un gasp generale.
È probabilmente l'uomo più bello che abbia mai visto. Una sorta di giovane Idris Elba. Altissimo, muscolosissimo, elegantissimo. Aveva perfino il farfallino al collo, un pesce fuor d'acqua.
Vediamo cosa succede. Spero tanto che riesca a usare questo suo carisma naturale per portare un po' di calma.
Non potendo insegnare come ho sempre fatto, con i ragazzi più grandi sto cercando di fare un lavoro un po' più ampio della tipica lezione di arte. Per ora mi sembra stia funzionando.
Stiamo parlando di quanto riflettere sulle nostre azioni possa aiutarci sia a stabilire relazioni più profonde con gli altri che a trovare la nostra "voce" in senso artistico.
Tutti abbiamo una voce e una storia e tutti abbiamo il diritto di essere ascoltati.
Da qui siamo partiti per ragionare su come si possa migliorare la nostra comunità in concreto. Avevo fatto esempi come cause ambientaliste, avere più biblioteche, scuole migliori...
Mi hanno risposto "menos tiroteos", meno sparatorie, meno rapimenti, meno omicidi, più cibo. 
Anche quando danno il massimo, quando partecipano, la loro realtà gli impedisce di volare con l'immaginazione, come se avessero un'ancora pesantissima attaccata ai piedi.
Quando si parla di meritocrazia oppure quando si dà implicitamente la colpa ai poveri dei propri problemi bisognerebbe considerare sempre la presenza di quell'ancora.

4 commenti:

annikalorenzi ha detto...

ciao. Leggere questo tuo post mi fa sentire una maestra in una realtà idilliaca. Che invece non lo è. Ma il tuo è una sorta di inferno. a me manca il pulsante però...

annikalorenzi ha detto...

ah mi manca anche il collega bello. Da noi nada de nada


Vieni a leggermi se ti va
https://senzacomplessiblog.wordpress.com/

Bulut/Nuvola ha detto...

In un certo senso, come dar loro torto... partono da una base dove (probabilmente) sparatorie, rapimenti, omicidi sono un evento frequente. Quindi quello è il loro primo desiderio, costruire una comunità dove non ci siano tali eventi.

Però è bello che ne possano parlare e che siano ascoltati. E magari un giorno partirà proprio da lì il cambiamento...

Un caro saluto,

nonsisamai ha detto...

Annika: la mia preside invece è un'ottima donna, ma è sempre un po' difficile per noi insegnanti capire certe logiche amministrative. Il pulsante è una gran cosa, ma ancora di più lavorare in scuole in cui non è necessario. Il collega bello, in abiti normali fa molta meno scena che con il farfallino e la camicia inamidata 😅😂

Bulut: è proprio così. E' quasi impossibile usare il proprio potenziale al massimo quando la realtà incombe fino a questo punto.