martedì 12 gennaio 2021

not so fast

Camminando molto in questo periodo, noto con facilità piccoli e grandi cambiamenti intorno a me.

Negli ultimi mesi nel mio quartiere sono spuntati un paio di yard signs di Black Lives Matter. Mi è sembrato piuttosto normale dopo tutto quello che è successo l'estate scorsa.
L'altro giorno però dopo l'assalto di Capitol Hill una famiglia che -non conosco personalmente, ma che ho ben presente perchè si distingue tutti gli anni per la creatività delle decorazioni di Halloween- ha issato una bandiera gigantesca di BLM. Davvero enorme, bianca e nera, sembra quasi una bandiera dei pirati ed è stata messa proprio dove tradizionalmente vedi sventolare le bandiere americane. A quel punto, mi sono fermata a pensarci molto bene a quelle bandiere e a quei cartelli. Ho realizzato che quella famiglia è nera e che anche gli altri cartelli più piccoli che avevo visto erano stati messi fuori da famiglie nere. Non ce ne sono molte nel mio quartiere di famiglie nere.
Noi raramente mettiamo cartelli o bandiere in giardino. Abbiamo avuto una brutta esperienza ai tempi di Obama e abbiamo deciso di esprimere le nostre opinioni politiche in altri modi, soprattutto attraverso donazioni alle forze politiche che vorremmo avanzassero.
Però in questo caso specifico, ho pensato 'vado a casa e ordino immediatamente un cartello di BLM'. Odio il fatto che solo i neri si espongano per questa causa che certamente non riguarda solo loro, ma tutti noi come società.
Not so fast.
Sono stata fortemente sconsigliata da più persone. C'è molta tensione in questo momento. Mentre all'estero qualcuno si sconvolge all'idea che l'uomo più potente del mondo sia stato cacciato dai social media come se il problema fosse la libertà di parola (ha a disposizione tutti i mezzi del caso per comunicare in qualunque momento con milioni o miliardi di persone alla volta) e non il fatto che li stava usando per organizzare altre rivolte violente, qui si teme, probabilmente a ragione, che quello che abbiamo visto il 6 gennaio fosse solo l'inizio.
Quindi c'è bisogno di prudenza, alla fine me ne sono lasciata convincere anch'io. Però io dico, se noi bianchi privilegiati fino al midollo abbiamo tutta questa paura, quanto coraggio avrà dovuto tirare fuori quella famiglia nera per sfidare il vicinato composto sicuramente anche di un sacco trumpisti/razzisti/suprematisti con quella bandiera gigantesca?
Se io penso che non posso rischiare perchè ho due bambini, so che anche loro hanno due figli e che tra l'altro rientrano perfettamente nella categoria di quelli per cui questo movimento è nato.
Vorrei almeno scrivere una lettera ai miei vicini per dimostrargli la nostra solidarietà e per rassicurarli che l'abbiamo vista quella bandiera e che come tanti altri siamo dalla loro parte, ma chissà come verrebbe presa. In fondo sono solo parole.
Oggi la vignetta del New Yorker mostrava Godzilla che inceneriva la città mentre un tale rassicurava un gruppetto di persone rifugiatesi sulla cima di un edificio: 'Buone notizie! Fra una settimana se ne va!'.
Ecco io mi sento un po' come quelle persone, aspetto col fiato sospeso che il mostro se ne vada.

1 commento:

Speranza ha detto...

Ogni giorno un giorno in meno. È sicuro: se ne va!