mercoledì 26 agosto 2020

la trasparenza

La decisione di licenziarmi è stata un tale stillicidio per me e per tanti altri insegnanti perchè avevamo capito benissimo che le amministrazioni volevano fare qualcosa di molto pericoloso e semplicemente non ci abbiamo creduto. Tanti di noi hanno pensato: no, non può essere, si fermeranno in tempo. Dopo tutto, a marzo le scuole sono state chiuse con una situazione di contagi molto meno grave. 

Qui negli Stati Uniti non esiste una strategia comune per la riapertura delle scuole, ogni distretto decide per sè. Dove mi trovo io e in molte altre zone, è successa spesso una cosa inquietante.

A un certo punto è stato chiaro: più la situazione dei contagi peggiorava meno l'idea di riaprire le scuole veniva messa in discussione. Anzi si rincarava la dose.   

Inizialmente, per i bambini che sarebbero tornati a scuola, si parlava di misure di sicurezza importanti. Si sarebbero formati gruppi molto piccoli. Tutti gli studenti avrebbero indossato la mascherina. Ogni bambino avrebbe passato la giornata seduto al suo banco anche durante la pausa pranzo. Si sarebbe fatto il possibile per non condividere nessun materiale. L'ora di ginnastica all'aperto e niente sport dopo scuola. Al primo sintomo o contatto con un individuo infetto, dritti a casa.

Quando la pandemia è peggiorata ulteriormente però, ho visto le misure di sicurezza paradossalmente allentarsi.

In molte scuole, ad esempio, le classi sono rimaste numerose più o meno come prima impedendo il distanziamento sociale fra i banchi, ma un'altra cosa ben più grave è successa: è venuta meno la trasparenza.

I primi tempi si diceva e si ripeteva che chiunque avesse avvertito qualunque sintomo o fosse venuto a contatto con soggetti malati, sarebbe dovuto rimanere a casa in quarantena, ma ci si è presto resi conto della difficoltà di tenere fede a questo piano. Dove si trovano tutti questi supplenti durante una pandemia? Gente che lavora a ore dovrebbe prendersi il rischio di passare da una classe all'altra? Del resto non c'era la fila nemmeno prima per questo lavoro. E poi 14 giorni di quarantena sono tanti. Non è che puoi stare a casa quanto vuoi e continuare a ricevere lo stipendio. Ogni distretto ha normative differenti, ma c'è una generale mancanza di chiarezza sui rimborsi e l'utilizzo dei giorni di malattia. L'approccio sembra quasi essere: facciamo il possibile per non arrivare a quel punto.

Come? Invece di implementare la sicurezza, si chiude un occhio sui fattori di rischio. Mi spiego meglio.

Dato che una grande percentuale di chi prende il coronavirus non esibisce sintomi, per essere sicuri di essere stati contagiati bisogna fare il test. Qui i test ognuno -lavoratori e studenti- se li deve pagare da solo. Non tutti hanno un'assicurazione sanitaria e per di più i risultati possono arrivare con parecchi giorni di ritardo. Fare finta di niente fino alla comparsa dei sintomi, dalle storie che sento e leggo, sta diventando un tacito accordo che fa comodo a tutti.

Per tornare a scuola dopo il coronavirus in alcune scuole non è necessario un test negativo. Basta che siano passati 10 giorni dall'inizio della malattia, non avere la febbre da 24 ore e un "miglioramento" di tutti i sintomi. 

I giorni di quarantena in molti distretti sono passati da 14 a 10. In uno stato, lo Utah, avevano addirittura deciso di abolirla per chi non ha sintomi. Poi, viste le critiche, sono tornati sui propri passi (qui).  

I primi casi di contagio qui sono cominciati quando nelle scuole c'erano solo gli insegnanti a preparare le classi, ben prima che arrivassero gli studenti. Conosco insegnanti che quando il virus è arrivato nella loro scuola sono stati avvertiti a voce da altri colleghi e solo molti giorni dopo dall'amministrazione. Adesso che alcune scuole hanno cominciato a riaprire in modo completo anche qui in Texas, i contagi fra i bambini sono sempre più frequenti. CNN parla di un 21% di aumento di casi nei bambini nel giro delle due settimane corrispondenti alla riapertura delle scuole (qui). 

Sembra che le notizie dei contagi molti presidi tendano a tenerle per sè finché non diventa impossibile nasconderle. E questo lo sto vedendo succedere non solo a scuola, ma anche in altri ambienti di lavoro.

Allora mi chiedo: come ci si può proteggere e allo stesso tempo proteggere quelli che vengono a contatto con noi se non sappiamo nemmeno di essere stati esposti al virus? D'altra parte però come si possono tenere aperte scuole, uffici e negozi seguendo tutte le norme di sicurezza? 

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