giovedì 5 marzo 2020

il gatto transgender

Stavamo parlando di William Wegman, quel fotografo che usa i bracchi di Weimar per creare dei ritratti che sono decisamente umani. Era la classe dei più grandi quindi il discorso si è fatto abbastanza profondo. Gli animali ci mostrano la nostra stessa umanità, è una delle riflessioni che sono venute fuori.
Poi una ragazzina alza la mano e mi dice:
- Il mio gatto è transgender.
Nessuno ride, non ci posso credere. Che salto rispetto alla classe della ragazzina che voleva che tutti i gay morissero dell'altra volta. Molto bene. Le rispondo:
- Anche in questo caso vediamo che gli esseri umani non sono così speciali. Ma dimmi: perché pensi che il tuo gatto sia transgender?
- Perché risponde solo a nomi femminili.
- Ricordati che quella non è la sua lingua, ma la nostra.
- No, ma è davvero transgender perché è un maschio, ma gli piacciono i vestiti rosa, e solo quelli molto costosi.
Io dentro 🤦🏻‍♀️
Però. In inglese questi si chiamano "teachable moments", non mi viene in mente un sinonimo italiano. Comunque, da qui si può partire per imparare qualcosa di nuovo. Dal rancore dell'altra ragazzina che odia i gay invece non era uscito niente di positivo.
Anche se devo dire che dopo quell'esperienza (da cui sono uscita con il dubbio atroce che odiasse anche me), si è iscritta al mio club di arte pomeridiano. Forse tutto quell'odio era solo un riflesso condizionato e il dubbio comincia a insinuarsi anche in questa giovane mente.
Lo spero tanto.

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