giovedì 27 settembre 2018

le responsabilità dei maschi

Ho un'amica che ha una figlia adolescente e è preoccupatissima perché pensa che dovrebbe essere più chiara con un ragazzo che sta frequentando. Dovrebbe dirgli chiaramente che vanno al ballo della scuola insieme solo come amici. L'ha già fatto. Ma secondo la mia amica dovrebbe dirglielo di nuovo per non dare adito a nessun tipo di malinteso. Le dico, visto che me ne parla, va bene, è la cosa giusta da fare, le hai dato un consiglio, ma lasciale vivere la sua vita adesso. Mi risponde che è una questione di sicurezza. "Non puoi pretendere di uscire con un ragazzo, fare la carina e poi non trovarti in qualche brutta situazione. You can't have it both ways". 
Penso a questo mentre ascolto la deposizione della principale accusatrice di Kavanaugh, il candidato alla Corte Suprema (qui). 
Si percepisce qualcosa di inquietante nel modo in cui la società americana tratta i ragazzi, specialmente quelli bianchi e di buona famiglia. È come se non fosse mai colpa loro, come se potessero sempre sfangarla e arrivare dove vogliono, anche alla Corte Suprema. 
Penso che la figlia della mia amica possa uscire con questo ragazzino e vestirsi come vuole e comportarsi come vuole senza doversi preoccupare di essere molestata. Non dovrebbe essere una cosa ovvia nel 2018?
E poi c'è qualcuno che chiede perché le vittime non parlano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

la tua amica ha una figlia femmina adolescente...in parte posso giustificarla, anche se pensavo sinceramente che gli americani fossero di vedute più "aperte".
Manco i miei genitori , che a suo tempo mi hanno fatto passare i guai, mi avrebbero fatto un discorso così maschilista.
Loro però proprio non mi facevano uscire , risolvevano il problema alla radice.
La scusa era che si fidavano di me, ma non degli altri.

nonsisamai ha detto...

La mia amica è una femminista convinta. Non sono per niente sicura che abbia fatto questo discorso alla figlia, suppongo la stia solo riempiendo di consigli non richiesti. Credo che questa questa sia una sua convinzione profonda, magari inculcatale dai genitori o dalla società, non un'idea che si sentirebbe di difendere. Infatti quando ho fatto la mia obiezione, non ha saputo rispondere: come dire, giusto o no, è così. Forse sì, ma spero tanto di no.