lunedì 9 dicembre 2013

essere o non essere. social

Forse sono stata ingenua, ma per molto tempo ho pensato che Facebook fosse solo uno strumento fra i tanti per stare in contatto con gli amici lontani. Finche’ una volta, una mia amica mi ha fatto una confessione drammatica alle tre di notte:

- Io ho un problema: non riesco a smettere di guardare Facebook.

All’inizio pensavo che scherzasse perche’ io lei su Facebook non l’ho mai vista. Credevo si fosse perfino dimenticata di avercelo un profilo e invece se ne ricordava eccome e lo usava sempre, ma di nascosto, limitandosi a leggere e a guardare le cose che pubblicavano gli altri. Era diventata una specie di droga, mi raccontava. Che sorpresa.

E io? Da quanto tempo era che non passava giorno senza che lo aprissi? Ero forse diventata dipendente come lei e non me ne ero resa nemmeno conto? 

Proprio in quel periodo, online ho cominciato a notare vari articoli e notizie che parlavano piu’ o meno dello stesso argomento e negli stessi termini indicati dalla mia amica. Siamo diventati tutti degli spioni? Ci piace o ne siamo vittime?

Sono state condotte diverse ricerche per capire come Facebook influenzi l’umore delle persone e ne ricordo una che concludeva che renderebbe le persone piu’ infelici a causa del continuo ed estenuante confronto con gli altri. Un confronto impari perche’ tutti in genere tendono a mostrare solo il meglio delle loro vite. Insomma provocherebbe, invidia, gelosia, rivalita’, senso di inferiorita’, insicurezza e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

E’ che, non ci si pensa mai, ma sui social oramai si rischia moltissimo sia in termini lavorativi che di rapporti personali. A questo punto, non e’ piu’ una cosa che rimane li’ quando si spegne il computer, ma entra sempre piu’ nelle nostre conversazioni di tutti i giorni. Non so se capita anche a voi, ma a me tanti quando mi incontrano, chiedono conto di quello che hanno postato.

- Hai visto cosa ho scritto? Hai visto quella foto? Hai letto cosa mi hanno risposto?

(Fra le righe: perche’ non sei intervenuta?)

E’ diventato abbastanza normale basare il giudizio di simpatia o antipatia su quello che vediamo li’. Un dialogo tipico di questi tempi:

- Scusa, ma perche’ ti sta cosi’ sulle scatole? Ti ha fatto qualcosa di male?

- No, ma hai visto cosa posta?

E’ che alcune persone hanno passioni che non pubblicizzano a voce, ma che vengono fuori li’. Proprio la settimana scorsa, ad esempio, ho scoperto di aver cenato piu’ di una volta con qualcuno a cui “piace” un gruppo razzista tipo KKK. Uno shock che non vi so spiegare, al punto che avrei preferito non sapere. Ma al di la’ di questi eccessi, tante persone piacevolissime nella vita, per qualche imperscutabile motivo, spesso in quel contesto li’ hanno un modo di esprimersi che e’ fastidioso all’inverosimile. C’e’ gente che riesce fastidiosa perfino quando condivide la tua stessa opinione o i tuoi stessi gusti, e’ pazzesco.

Sono fastidiose le coppie. Sempre. Sia quelle che si dichiarano amore eterno che quelle in crisi. Vi vedete tutti i giorni, d-i-t-e-v-e-l-o. Sono fastidiosi i lamentosi a oltranza, i polemici e quelli che usano i social network per regolamenti di conti personali. Ma sono fastidiosi perfino gli ultrapacifisti che condividono solo citazioni del Dalai Lama e quelli che ringraziano tizio e Caio per la bella serata. Un messaggio privato e’ troppo scontato, eh? Sono fastidiose le persone che scrivono e fotografano TUTTO quello che fanno, ma anche quelle che fanno solo battute e considerazioni che possono capire in tre e che si aspettano che tutti gli altri chiedano spiegazioni. I piu’ irritanti di tutti restano quelli che si sforzano troppo a dimostrare che la loro vita e’ migliore di quella degli altri perche’ si vede che si sforzano. Tipo questo mio contatto che un mese fa posta la foto instagrammata dei suoi cinquanta adorabili biglietti di Natale fatti a mano, giustificandosi perche’ gliene mancano ancora quattordici e tu pensi che davvero questa persona ha tutto sotto controllo nella vita. Poi viene fuori che e’ alcolizzata e il marito la tradisce nei bagni dei bar con la prima che passa. Quando esci con questo tipo di conoscenze ti aspetti che ti portino nel loro magico mondo perfetto e invece non fanno altro che fotografare e aggiornare lo status in tempo reale e non c’e’ niente di perfetto in questo.

Il punto vero e’ che essendoci tutti prima o poi macchiati di una o piu’ di queste colpe, siamo tutti potenzialmente irritanti e fastidiosi sui social. La domanda vera e’: c’e’ un modo per non esserlo?

Esiste anche un fenomeno leggermente inquietante e inverso. Ci sono persone praticamente estranee che ti piacciono per quello che pubblicano li’, con cui scambi opinioni quotidianamente e che pian piano sembra che entrino davvero un po’ nella tua vita.

- Hai visto cosa ha fatto B? Fantastico!

- Si davvero, e’ un genio…

- Ma ci pensi che non lo vediamo da tre anni e anche prima che si trasferisse l’avevamo incontrato giusto un paio di volte? Eppure a me sembra di conoscerlo da una vita...

- Anche a me...

Il che forse dimostra che la storia della vicinanza percepita attraverso i social potrebbe essere tutta un’illusione.

Sui social ci conosciamo meglio o nella maniera sbagliata (dando cioe’ un’idea di noi che non ci corrisponde del tutto perche’ non sappiamo ancora usare bene il mezzo che abbiamo a disposizione)?

L’unico aspetto che a me, in quanto emigrante, e’ sempre piaciuto soprattutto di Facebook, e’ questo senso rassicurante e illusorio di sapere o poter immaginare che in qualche modo stanno tutti bene. Tanto e’ vero che non riesco ad aprirlo senza cliccare ‘mi piace’. Mi trattengo molto perche’ se no diventa ridicolo, ma mi piace quasi tutto quello che i miei amici pubblicano semplicemente perche’ in qualche modo mi dice che e’ tutto piu’ o meno a posto. Gia’, ma sono tutti miei amici quelli li’? Assolutamente no. Le persone si aggiungono per i piu’ vari motivi, non e’ un segreto.

E’ proprio come nella vita: ci si imbatte in chiunque, ma bisogna ascoltare e seguire solo chi ci piace e chi ci passa qualcosa di buono.

Anzi ripensandoci non e’ proprio come nella vita: volendo se ne esce in maniera molto piu’ semplice e indolore.

6 commenti:

Salvietta ha detto...

Stavo leggendo un articolo a proposito proprio ieri http://www.stateofmind.it/2013/12/status-updates-su-facebook-correlazioni-con-tratti-di-personalita/. Dei ricercatori svedesi insinuano anzi affermano, che facebook diviene un indicatore di possibili psicopatie. Tipo, se condividi piú volte la foto di un cane maltrattato sei un potenziale psicopata: "sarebbe bene diffidare della vocazione all'impegno di molte delle persone che ci invitano a condivisioni massive ai loro post di denuncia, soprattutto quando si nota una fastidiosa insistenza sui particolari più morbosamente macabri o scabrosi". Io l'ho trovato parecchio inquietante...

Baol ha detto...

Beh, sai come la penso su Facebook, no?

:)

tracina ha detto...

il conoscente del KKK ti ha dato mai modo di poter pensare che fosse vagamente un razzista? a volte c'è chi si aggiunge ai gruppi più allucinanti giusto per vedere cosa postano e tenerli sotto controllo.

Sabina ha detto...

Quante verità...

MarKino ha detto...

sai cosa c'e` di fastidioso, che accomuna tutte le cose che ti irritano? la volonta` di farsi notare.
ma "attention whores" a parte, quello che apprezzo di fb e` che e` estremamente piu` facile, anche solo rispetto a 5 anni fa, mantenere i contatti con le persone importanti che abbiamo lasciato a casa. per gli altri esiste il ban.



Cinzia ha detto...

Sono molto social per la condivisione delle cose in cui credo. Per il resto il tuo articolo è perfetto. La vita, quella vera, non è sui social...