mercoledì 20 novembre 2013

il palloncino rosso

Dopo aver fatto una lezione sul palloncino rosso di Klee con i bambini di cinque anni, mi e' venuto spontaneo suggerire alla maestra di mostrare, in caso ne avesse avuto il tempo, il bellissimo corto francese degli anni Cinquanta, "Le ballon rouge".

Mi ha risposto che i bambini non sono abituati a non essere intrattenuti cosi' a lungo.

Dura solo 32 minuti.

Alla fine glielo ha fatto vedere lo stesso, ma mi ha fatto sapere che i bambini sono rimasti turbati dalla scena dei bulli, sottointendendo chiaramente che non era adatto a loro. Molti di voi forse non lo avranno mai visto questo film, ma quella che mi ha fatto e’ un’obiezione ridicola. “Le ballon rouge” e’ una fiaba meravigliosa, astratta, piena di poesia ambientata in una Parigi post bellica che e’ cosi incantevole da togliere il fiato. Si e’ mai vista una fiaba senza cattivi? A me pare che la maestra non lo abbia capito il senso di quello che ha visto. E’ che quando uno non ha la mente aperta, va dritto al contenuto anche quando si trova davanti a un’opera d’arte. E questo e’ sbagliatissimo perche’ di solito il contenuto in se’ non ti da’ molto, e’ la forma che ti arricchisce.

E poi delle volte mi sembra che si seguano troppo questi bambini. E lasciamoli respirare. Non vanno intrattenuti 24 ore su 24.

Lasciamogli il piacere dell’ascolto di se stessi, del sogno, dell’immaginazione. Ci sono cose che non hanno bisogno di essere spiegate, ognuno ci deve arrivare a modo proprio oppure al limite puo’ anche non arrivarci subito, che sara’ mai? Anche perdersi ha il suo fascino e la sua validita’ quando si affronta un percorso creativo, anzi forse soprattutto quello.

Lavoro con centocinquanta bambini e sette adulti. Indovinate chi mi causa piu’ mal di testa.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai cosa dicevano le maestre d'asilo di mia figlia quando all'epoca andava? Che, un minimo, i bambini devono anche imparare a confrontarsi con situazioni che generano noia, e che devono trovare in se' la soluzione. Ovvio: non intendevano che le maestre dovevano non fare nulla e i bambini accontentarsi/intrattenersi da soli, ma che, ogni tanto, non faceva male non avere tutto pronto e fatto e divertente e eccitante.
Ogni tanto, la molla di trovare qualcosa di interessante da fare deve venire dal bambino. Se li si inquadra sempre in schemi, anche se interessanti, perdono la loro capacita' di "reagire" alla noia, di trovare soluzioni, di diventare piu' indipendenti.
Materialmente, non si puo' vivere in un mondo dove sei sempre guidato.
Non intrattenere _sempre_ (=ogni snato minuto) i bambini li rende piu' solidi, piu' forti.

Mi viene da essere d'accordo. Sono sempre stata una mamma molto presente, a volte pure troppo, e sicuramente la mia prima figlia si e' piu' volte sentita troppa attenzione addosso.

Ora che lavoro, e mi e' impossibile seguire i bambini come prima (anche se li seguo, eh!), sono come cresciuti, molto piu' indipendenti. Perche' hanno modo di fare un po' da soli molte piccole cose.

Decisamente, ci vorrebbe un po' piu' di leggerezza e buon senso in certi adulti.

[Bulut]

Luciano ha detto...

Se da piccoli vengono intrattenuti per forza con stimoli sempre nuovi, da grandi avranno bisogno di essere intrattenuti ogni momento con l'ultimo gioiellino della tecnologia. Se ci riesci, cara Nonsi, vai avanti per la tua strada ignorandoli il più possibile questi adulti.
Tu potresti insegnarglielo come si educano i bambini, ma purtroppo non ne hai l'autorità al momento.

ero Lucy ha detto...

Uno dei film che ho piu' amato nella mia vita e' Il palloncino bianco, di Panahi. Non sapevo ne' di Klee ne' di questo corto, e probabilmente il regista iraniano ha voluto omaggiare uno dei due autori. Grazie per aver aggiunto un pezzetto alla mia conoscenza.
E se la scena ha turbato I bimbi, spero che l'educatrice abbia saputo decodificare e spiegare: e' il suo ruolo.

ciacco29 ha detto...

Sull'intrattenimento dei bambini (ma che brutta espressione!) la vedo come Bulut anzi, ci aggiungo i miei due spiccioli, per dire che, secondo me, un po' di sana noia aguzza ingegno e creatività.
Sul fatto che una scena violenta non sia (entro certi limiti) adatta a dei bambini, sono in totale disaccordo, ho infatti l'impressione che si tenda a crescerli non mettendoli di fronte alla realtà dei fatti e della vita nonchè, spesso, alla loro stessa natura. Con questo la violenza, non è mai la risposta, ma per capirlo bisogna sapere riconoscere la propria e l'altrui aggressività.
Dopo le premesse noiose, ecco la vera ragione del mio commento: una standing ovation per il tuo elogio della forma nell'opera d'arte e della necessità di "arrivarci da soli" ovunque ci porti.

alinipe ha detto...

Ah, quanto mi piace quel corto!! C'è anche il libro, qui negli states (the Red Balloon), che naturalmente non rende del tutto, ma che hanno apprezzato tantissimo persino i miei nanetti duenni... a cui i bulli non hanno turbato o confuso minimamente, ma forse perchè dentro sono una manica di teppisti pure loro? ;)
Viva la noia, e viva i cattivi. Che ci spingono a volare meglio.

Alice balloonizzatrice

MarKino ha detto...

sara` per questo che si concentrano sul pisello del David invece di chiudere quella cazzo di bocca e cercare di capire l'opera :)
comunque, per paura che "i bambini non possano capire" spesso li si tratta come imbecilli. nella mia esperienza, ai bambini, le cose basta spiegargliele in termini che possano comprendere e capiscono eccome. certo, questo richiede piu` lavoro.

Unknown ha detto...

D'accordissimo con Markino, questo è il risultato della politica dell'eccessivo buonismo/bigotteria.
Li fanno crescere con tanti: siete tutti bravissimi e siete tutti buonissimi.
Nelle storie sono tutti bravi e buoni, al limite dell'infermità mentale.
Così quando si ritrovano davanti alla vita reale, sono incapaci di accettarla.
"Ma come?L'omino all'angolo della strada mi ha chiesto se gli facevo vedere il portafogli e poi l'ha preso ed è andato via....poi torna vero?"
"Ceeeerrrrto è andato a lavarterlo come il procione Gustavo del cartone...."

Poi ogni tanto uno dà fuori di testa....


PS: i miei genitori nel dopoguerra, giocavano a raccogliere pezzi di bombe nei campi, loro nel dopoguerra andavano al drive-in.

tracina ha detto...

a dire il vero questo corto ha turbato molto anche me quando l'ho visto da bambino, non per la presenza dei bulli, ma proprio per il palloncino! non so perché ma l'idea del palloncino dotato di vita propria mi angosciava tantissimo! e il finale poi, non ti dico che ansia: cosa fanno? dove lo portano? ma non è pericoloso? ma non vanno troppo in alto? ma il bambino E' MORTO E VOLA IN PARADISO??? a ripensarci oggi mi viene da ridere! chiudo ringraziandoti perché, rivedendolo, mi sono finalmente goduto la fotografia di questo corto, che è a dir poco perfetta!
B.