venerdì 10 maggio 2013

esempio pratico di ottimismo americano

Stamattina una collega mi ha chiesto come stavo, in un modo in cui si capiva che – stranamente- intendeva davvero sapere questa cosa.

Allora le ho raccontato che erano solo le dieci, ma ero gia’ stanchissima. che non avevo dormito bene e poi la macchina non era partita, e poi finalmente sono riuscita a farla partire (non proprio io, eh…), ma mentre uscivo di casa mi si e’ rotto il cancello e ora e’ un mezzo disastro, ecc.

Mentre mi ascoltava pensavo che stava proprio bene con quella bella camicia gialla, che di solito non si veste cosi’ e che doveva essere perche’ e’ l’insegnante di musica e oggi c’era la recita. Quando ho finito le mie lamentele, ho chiesto a lei come stesse.

Il suo ex marito due giorni fa ha avuto un ictus (un ictus!) e – un sacco di problemi e cose brutte- e ora deve trasferirsi da lei almeno per un mese o finche’ non stara’ meglio.

E sorrideva lei, sembrava di ottimo umore. E io che mi ero lamentata per niente!

Dopo un po’, abbiamo cominciato a parlare di lavoro e le ho raccontato che avevo cambiato idea rispetto al fatto che quest’anno ci sia una specie di emergenza di studenti maleducati. Le avevo detto che non avevo notato nulla nella mia classe e invece puntualmente il giorno dopo (per la prima volta in sei anni!), ne avevo spedito anch’io uno nell’ufficio della preside.

Le dicevo che mi dispiaceva moltissimo soprattutto perche’ la sua maestra mi era sembrata stanchissima oltre che mortificata e che mi pare profondamente ingiusto che se ne vada in pensione, dopo quarant’anni di luminosa carriera, con una classe cosi’ complicata e un ricordo cosi’ brutto del suo lavoro.

Lei ha ribaltato tutto, ha dato agli stessi fatti un’interpretazione completamente opposta.

- Ma e’ una cosa positiva invece! Cosi’ non avra’ il dubbio di aver fatto la cosa giusta o meno ad andare in pensione, e’ un segno del destino questo! E’ meraviglioso, cosi’ non avra’ nessun rimpianto!

Non ci avevo nemmeno pensato a una cosa del genere.

Ecco, questo e’ il tipo di individui che incontri da queste parti, in particolar modo alla scuola Flanders.

Una cosa non ho ancora capito. Ma come accidenti si fa a essere cosi’?

1 commento:

Baol ha detto...

Io spero sempre ci si possa diventare ma mi sa che è una cosa con cui ci si nasce :-/