lunedì 21 maggio 2012

le brutte notizie

Ci sono quelle pubbliche che ovviamente arrivano in tempo reale ovunque [soprattutto in questi giorni purtroppo…] e poi ci sono quelle personali e in quest’ultimo caso e’ molto difficile stabilire che cosa vale la pena di fare arrivare dall’altra parte del mondo e cosa no.

Quando si tratta di me, in genere tendo a non nascondere nulla. Lo faccio perche’ vorrei ricevere lo stesso trattamento e anche perche’ in fondo non ho molta scelta, sono piuttosto trasparente. Se c’e’ qualcosa che mi preoccupa di solito si vede e se non dico nulla creo allarme finche’ non sputo il rospo.

Dall’altra parte, invece, e’ tutto piu’ complicato.

Forse e’ una questione culturale, generazionale, chi lo sa, ma si fa molta piu’ fatica a essere chiari su queste cose. C’e’ sempre questa bizzarra idea di non fare preoccupare chi e’ lontano ‘inutilmente’. La prima volta che sono tornata in Italia dopo essermi trasferita qui, infatti, e’ andata malissimo. Mi erano state risparmiate un sacco di brutte notizie, ma poi arrivata li’ ovviamente mi sono crollate tutte addosso. Funerali, malattie, separazioni… davvero una brutta esperienza il primo ritorno.

Il risultato e’ che da allora mi preoccupo molto di piu’. Ne abbiamo parlato molto in casa e ora va meglio, ma resto convinta che non mi si dica tutto, sotto sotto non mi fido piu’.  Alcune cose filtrano, ma ne scopro tante altre per caso oppure quando torno. Insomma, ho i miei buoni motivi per stare sul chi va la’.

Poi succedono delle cose che non so bene come interpretare. Sono stata male tutto il giorno pensando alla morte di una persona che conoscevo di vista (non sono nemmeno sicura di averci mai parlato) alle medie, che non vedevo da allora e che probabilmente non avrei mai piu’ incontrato nella vita. Mi chiedo che motivo ci fosse di raccontarmi questa storia orribile e tristissima in ogni dettaglio, ma non ho avuto il coraggio di lamentarmi perche’ in fondo ho chiesto io di sapere quello che succede. E’ un terreno davvero scivoloso questo.

Voi come vi regolate sulle brutte notizie? Dite o nascondete? Volete sapere o preferite rimanere all’oscuro?

9 commenti:

NotreAnne ha detto...

bella domanda, ho le stesso problema.
Io insisto molto per averle al volo, che in fondo siamo solo a 2 ore di aereo. Pero', col cavolo, ancora più da quando c'e' la Pimpa la scusa non ti vogliamo far preoccupare' è ancora più in voga. Ma io insisto, anche e soprattutto perchè odio passare i primi due giorni in italia a fare il pieno di cattive notizie e/o cose da affrontare.
ma , temo, inizio a rassegnarmi al fatto che la mia vita non è più là, e amen, non sta a me decidere e insistere non serve.

mariantonietta ha detto...

giusto per essere coerente evito di dire quando sto male (ma mai niente di grave per fortuna) invece pretendo di sapere in tempo reale cosa accade a loro. cosa che puntualmente non si verifica, visto che me ne parlano sempre dopo, indorando la pillola. solo che io sono in grado di capire se c'è qualcosa che non va e loro anche, quindi mentire o aspettare a dire la verità serve davvero a poco.

Anonimo ha detto...

Tendo a parlare poco di come sto quando ho le persone care vicino, da lontano la cosa si amplifica,ma risulto un buon ascoltatore con una dose di buonsenso sempre pronta. In generale preferisco saperle le cose, anche i dettagli, sarà che poi devo rimuginarci sopra per trarne una conclusione e voglio avere tutte le informazioni utili. Eppure con gli anni che passano, mi chiedo se non siano le mie paure che proietto sugli altri ed è per questo che voglio essere sempre informato dai raffreddori in su.

About A Photo ha detto...

Leggendo il sottotitolo del blog ho pensato "che fortuna, che fortuna, che fortuna!".
Riguardo alla domanda: ho provato a nascondere ma è stato peggio: meglio buttare fuori e via!

Anna

ero Lucy ha detto...

A me non e' cambiato nulla: mi nascondevano le cose brutte anche quando ero a 200km da loro.
Pero' la peggiore mi e' successa due anni fa quando ero qui solo in vacanza: mia madre fini' all'ospedale per un attacco di cuore e non mi disse niente nemmeno mia sorella che era li' con lei, sempre per non farmi preoccupare inutilmente, perche' tanto cosa avrei potuto fare?
Tipo: i bagagli e partire?
Almeno con lei, non e' piu' successo. Pero' hai ragione, e' una gran pena.

Anonimo ha detto...

sapere, sempre.
valescrive

fabdo ha detto...

che coincidenza, anche io ne parlavo nel mio post di ieri. Io dico e voglio che mi si dica sempre tutto!

Marica ha detto...

non mi dicono nulla, e le cose le scopro poi quando torno... :-(

pensa che qualche settimana fa sono uscita dalla palestra alle 10 del mattino di un giovedi' qualunque e trovo sms di mia mamma "se sei a casa chiamaci"... di solito ci sentiamo nel weekend, oppure se sto a casa con skype acceso anche durante la settimana...
un coccolone, sono corsa a casa, ho acceso skype, loro non erano connessi, ho chiamato mia mamma sul cell "marica, i nonni..."
e io li' gelo, mi si e' fermato il mondo
per poi proseguire "erano qui a casa e volevano vederti su skype"

doh!

dolcedisale ha detto...

ho l'impressione che questa sia una di quelle cose che in ogni caso si sbaglia a fare...sono dalla parte di chi resta e posso dire con certezza che non nasconderemmo mai cose davvero importanti come malattie gravi, o peggio, di persone molto vicine...però quando abbiamo pensato di evitare almeno un pò di brutture (tipo vicini ammalati, oppure malanni lievi di cui ancora non si sapeva la causa)ci è stato detto di non farlo più, perchè quando si torna in effetti le cose si vengono spesso a sapere comunque e tutte insieme, magari, creano più scompiglio...però poi se si confida una vicenda(come in questo caso)non accaduta a una persona "vicina"ma che comunque ti ha sconvolta dall'altra parte si crea invece malumore...insomma credo che il problema sia sempre lo stesso: la lontananza, quel distacco fisico che non ti permette di vedere negli occhi la persona che hai di fronte e capire se in quel momento puoi confidarti o no, se l'altro ha avuto una brutta giornata...