giovedì 24 luglio 2008

to be a survivor

Magari poi il fatto di raccontare al primo venuto dettagli cosi' personali, dolorosi e che magari spesso danno anche un'immagine tutto sommato negativa di se' e' dovuto non solo alla fiducia nel non essere "giudicati", ma anche all'ammirazione che la cultura americana dimostra nei confronti dei cosiddetti 'survivors'. Tante volte ho sentito dire con grandissima stima 'this person is a survivor'. C'e' una sorta di glorificazione di chi cade e si rialza. E piu' vai giu', piu' poi vieni amato se ti risollevi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

a me non mi è successo, ma non si sa mai.;)

molto carino il tuo blog e riconosco molte cose..

Orientalia4All

nonsisamai ha detto...

di sopravvivere? ;)
grazie per la visita, alla prossima

Bruja ha detto...

bhè...rispetto a certe cose forse siamo ancora un pò ...provinciali...diciamo così...
Buon week-end...:-)

dancin' fool ha detto...

io penso che questo sia molto bello.

MarKino ha detto...

in fondo a me, il "don't judge" piace anche, se non e` bigotto si pensa ma non si dice, ma rispetto vero per l'altro, per la sua "storia", che nessuno potra` mai comprendere appieno...
anche il rispetto per il survivor... mi lascia piu` tiepido... anche perche` temo - da quanto letto, pero`, non da quanto sperimentato in prima persona - che dietro possa nascondersi una visione del mondo e, peggio, della societa`, come di una lotta io vs resto del mondo... vince chi sgomita di piu`... il che mi inquieta... sbaglio?