lunedì 23 aprile 2007

si e' vero, vivo nel far west - la pena di morte

Una delle cose che mi fanno piu' impressione del vivere in Texas e' il fatto che qui venga applicata la pena di morte.
La pena di morte e' qualcosa che credo non possa trovare nessun appiglio concettuale nelle menti di chi e' cresciuto in Italia leggendo Beccaria a scuola e andando, da piccolo, a catechismo. A prescindere dalla drammatica situazione delle carceri italiane, veniamo su con l'idea che la pena deve essere finalizzata al reinserimento nella societa' di chi ha sbagliato e non a eliminare la persona fisica dalla societa'. Il criminale e' sempre un essere umano pensante in questa mentalita' e non un mostro. Non sempre tutto fila liscio come sappiamo, ma almeno questo e' il principio e mi sembra sacrosanto.
Qui, invece, come sempre, bisogna fare i conti con un'altra realta'.
Quando ho visitato il parlamento del Texas ad Austin, la capitale, sono rimasta molto colpita. Mi hanno spiegato che ogni volta che e' prevista un'esecuzione, li' davanti si forma una piccola manifestazione.
Anzi due: una contro e una a favore della pena di morte.
La sola idea che si possa manifestare a favore della morte di qualcuno o qualcosa sinceramente mi ripugna, ma come sempre bisogna cercare di capire senza fermarsi alle apparenze. In questo caso capire che quello che noi chiamiamo far west qui e' esistito davvero fino a poco tempo fa e non e' colpa di nessuno, e' storia e ci serve per capire il presente.

In questo contesto esattamente una settimana fa il Dallas Morning News mi ha sorpreso con un editoriale contro la pena di morte dal titolo 'Death no more" in cui si diceva che 'noi non possiamo supportare un sistema che e' sia imperfetto che irreversibile'. Il messaggio era evidente e viasualizzato perfettamente da un'illustrazione di Michael Hogue. In quell'articolo si diceva che in Texas dal 1976, sono state eseguite 391 condanne a morte, al secondo posto la Virginia con 98 (!) e si dava anche notizia di vari casi di ingiustizia del passato.

Mi e' sembrato un segnale molto positivo, specialmente perche' dato da un giornale, praticamente l'unico di un certo peso qui, che solitamente tende a non cercare la polemica ma cavalca il pensiero popolare. Ad ogni modo, volevo aspettare di leggere oggi le lettere al direttore. La settimana dopo vengono pubblicate le lettere inerenti all'editoriale della settimana precedente. Insomma, sono contenta. Credo ce ne sia solo una, almeno fra quelle pubblicate che insiste sulla giustizia della pena di morte (uno degli argomenti e' che cosi' non ci puo' essere reiterazione del reato), per il resto grandi lodi alla posizione del giornale.

Magari non cambiera' nulla, ma mi sembrano dei buoni segnali, c'e' da sperare, credo.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

speriamo che qualcosa si muova, la pena di morte è inammissibile, ed è vero che abbiamo proprio una cultura diversa a riguardo, e i presupposti che la giustificano spiegano in parte altre cose, tipo la giustizia privata e un conceto troppo sfumato di legittim difesa

Unknown ha detto...

Credo siano visioni del mondo così radicate e diffuse in quella società che difficilmente cambieranno in tempi brevi. Però è bello sperarci ed è giusto battersi perché succeda.

Anonimo ha detto...

è uno dei motivi per cui non potrei mai vivere in america...

Anonimo ha detto...

La situazione cambierà, prima o poi. C'è da considerare che l'Europa a livello culturale è un po' avanti rispetto agli States (invece arranchiamo nella tecnologia, specie l'Italia), il pensiero americano deve ancora evolversi in tal senso... Boh, magari a molti texani sembra normale uccidere chi uccide. Ma Beccaria - o chi per lui - arriverà anche lì.

Anonimo ha detto...

sera:non capisco bene a cosa pensi riguardo alla giustizia privata...ti riferisci al porto d'armi?In teoria non dovrebbe essere giustizia privata, ma si sa...

viridian: concordo

nestar: non e' mai giusto sentirsi superiori secondo me. E nemmeno inferiori. Di pensatori americani ce ne sono, mi viene in mente anche solo Gore Vidal, tanto popolare da noi,non e' certo un guerrafondaio. E poi pensiamo alla letteratura, alle arti, alla scienza.Non credo sia questo il punto.

alicesue: scusa ma questo e' il tipo di giudizio che sento troppo spesso e proprio non capisco. Cioe'. Mi consideri complice?

Anonimo ha detto...

?no. Non l'ho nemmeno pensato, per altro.E' come se io fossi complice della mafia. Capisci bene che sarebbe delirante, come concetto.
Dico solo che io mi incazzo già per le cose italiane, non ce la farei ad andare in uno stato anche peggiore, per certi versi.
Se dovessi cambiare, credo che andrei in nord europa. O in Australia. O non so.

Anonimo ha detto...

Mmmh, ho capito che vuoi dire... Si, hai ragione! :)

nonsisamai ha detto...

allora, eva kant :) ho capito cosa vuoi dire, ma non credo ci sia un posto senza ingiustizie purtroppo. Proprio pochi giorni fa, x es., un amico svizzero mi sconvolgeva raccontandomi che anche li' dietro tutta quella apparente perfezione c'e' una violenza che nessuno da fuori immagina. Secondo me e' piu' giusto cercare di contribuire in piccola parte, piuttosto che cercare il sistema politico perfetto, no?

netstar:non so se hai notato, ma dopo il post su rasputin, sei stato linkato di diritto

Anonimo ha detto...

Non avevo notato, ti ringrazio. :)

Io credo di averlo già fatto, altrimenti lo faccio adesso... Sto cercando di leggere il più possibile del tuo blog. Mi interessano molto le storie di chi è andato a vivere all'estero, e tu le racconti bene. :)

Giulianissima ha detto...

ciao, è la prima volta che passo dal tuo blog...
mi incuriosisce la tua scelta di lasciare l'Italia e mi chiedo come dia vivere in un Paese così diverso da quello di origine. Cerco di capirlo dai tuoi post: è una ricerca continua, una prova con te stessa e i tuoi limiti, vero?
sei stata coraggiosa, anche se non so cosa ti abbia portato così lontano

ti saluto
Giuliana

Anonimo ha detto...

Ma infatti e poi cos'è una persona risolta esattamente? A me fa pensare a qualcuno terribilmente noioso ;-)
P.S.
Non concordo completamente. I sistemi sociali, in quanto creazioni umane sono perfettibili e ce ne sono certamente alcuni migliori di altri (come, per dire, la democrazia è superiore alla dittatura).
Rispetto al sistema americano (giustizia ma non solo) ce ne sono di migliori per quanto mi riguarda. di fatto la pena di morte è l'esplicazione sociale di una forma mentale che deriva da una società che fa della competititvità esasperata e della crescente divaricazionetra ricchi e poveri una sua caratteristica peculiare.
Gore Vidal 8che è canadese) è purtroppo assai più popolare da noi che negli USA ;-)

Anonimo ha detto...

giuli:grazie per la visita, non credo sia una sfida,e' una ricerca un po' piu' complicata che a casa propria forse, ma nulla di trascendentale, sono sempre io :)

ubi:non e' canadese :)

http://en.wikipedia.org/wiki/Gore_vidal

Anonimo ha detto...

mmm sì, anche questo è assolutamente giusto.
Forse è che sono fatalista. Vivo in un paese dove le persone si disinteressano e quindi gli sforzi finiscono a farsi benedire.
mi dimentico che in molte altre parti del mondo non è affatto così.
Un esempio è la Francia, l'anno scorso, con il suo milione di manifestanti in piazza.
Eh, Eva Kant. Magari...

Anonimo ha detto...

Più che della pena di morte avrei paura del "rischio di morte per proiettile vagante"... e della gente che gira armata.

In Italia, in compenso, la gente gira armata di auto e cellulare e di solito hanno due armi in mano contemporaneamente.

Anonimo ha detto...

Hai ragione! Vai a fidarti di quello che leggi su Internet! ;-p

Anonimo ha detto...

Anch'io sono totalmente contraria alla pena di morte, non penso sia compito degli esseri umani decidere del diritto alla vita dei propri simili.
Nonostante ciò, non sono neppure così certa del valore di educazione al reinserimento del carcere..siamo proprio sicuri al 100% che chi ha commesso un reato non lo ripeterà?Non credo che si possa entrare per intero nella mente delle persone.
Bocculus