Joe attraversa una fase di ribellione nei confronti dell'italiano. Prima se gli parlavo in italiano, mi rispondeva sempre in italiano, senza nemmeno pensarci. Ora non più. Parla in italiano solo se glielo chiedo esplicitamente e torna all'inglese appena mi distraggo.
L'altro giorno raccontavo questa cosa a un'amica. Le dicevo che lui con l'italiano non ha problemi, ma Woody sì. Capisce tutto perfettamente perchè io cerco di parlare solo italiano, ma sa dire giusto un paio di parole. La conseguenza peggiore del fatto che Joe si rifiuti di parlare in italiano, è che Woody non impara quanto potrebbe. Copia tutto quello che fa il fratello, se il fratello parla inglese, lui fa lo stesso.
Allora la mia amica, chiama Joe e gli dice con grande gravità:
- Se vuoi fare un bel regalo al tuo fratellino, un regalo per tutta la sua vita, devi parlargli in italiano.
In quel momento ho capito. Come non pensarci prima? Vuoi vedere che il rifiutarsi di parlare italiano, è una forma di gelosia?
I mille complimenti per essere così bravo, in questo modo sono tutti per lui. Quando vengono i nonni e c'è da tradurre, è lui l'unico eroe che può aiutarli.
Joe e Woody si adorano. A vederli insieme stringe il cuore. Joe passa ore a leggere per lui, a insegnargli tutto, a giocare con pazienza infinita, ma non significa che non abbia anche lui le sue insicurezze nei confronti del piccoletto così carino a cui nessuno è capace di dire di no.
Vedo tanta voglia di giudicare la capacità dei figli di noi italiani all'estero di parlare la lingua correttamente. Anzi più che altro di giudicare la nostra capacità a insegnargliela.
Una volta, in Italia, Joe parlava al telefono con suo padre in inglese e uscì di corsa la vicina. Non devi fargli parlare inglese, siamo in Italia!
Imparare una lingua ha tante di quelle implicazioni psicologiche per un bambino. A volte non vogliono parlare la lingua dei genitori per sentirsi più simili ai loro amici, a volte per altri motivi. Penso che sia necessario dare loro tutti gli strumenti in modo che la possano apprendere, ma senza forzarli, seguendo i loro tempi e le loro esigenze.
I mille complimenti per essere così bravo, in questo modo sono tutti per lui. Quando vengono i nonni e c'è da tradurre, è lui l'unico eroe che può aiutarli.
Joe e Woody si adorano. A vederli insieme stringe il cuore. Joe passa ore a leggere per lui, a insegnargli tutto, a giocare con pazienza infinita, ma non significa che non abbia anche lui le sue insicurezze nei confronti del piccoletto così carino a cui nessuno è capace di dire di no.
Vedo tanta voglia di giudicare la capacità dei figli di noi italiani all'estero di parlare la lingua correttamente. Anzi più che altro di giudicare la nostra capacità a insegnargliela.
Una volta, in Italia, Joe parlava al telefono con suo padre in inglese e uscì di corsa la vicina. Non devi fargli parlare inglese, siamo in Italia!
Imparare una lingua ha tante di quelle implicazioni psicologiche per un bambino. A volte non vogliono parlare la lingua dei genitori per sentirsi più simili ai loro amici, a volte per altri motivi. Penso che sia necessario dare loro tutti gli strumenti in modo che la possano apprendere, ma senza forzarli, seguendo i loro tempi e le loro esigenze.