venerdì 7 giugno 2019

il double down

Una cosa a cui penso tutti i giorni più volte al giorno sono le sorti dei migranti alla frontiera con il Messico, sono così vicini.
Il dolore e il trauma inimmaginabile di bambini che scappano da pericoli di tutti i tipi, arrivano qui e vengono sistematicamente strappati dai genitori, continua a tormentarmi.
L'altro giorno è uscita la notizia di un fatto avvenuto nel luglio scorso. Hanno messo su dei camion 37 bambini dai 5 ai 12 anni. Dovevano fare un viaggio di mezz'ora e finalmente riabbracciare i propri genitori. Ecco, arrivati lì per qualche motivo incomprensibile invece di trovare i genitori hanno trovato un parcheggio. Proprio così. Li hanno lasciati ad aspettare senza motivo, alcuni per 39 ore. Immaginate il fastidio immane se doveste andare in vacanza e vi toccasse passare due notti all'aeroporto. E loro non andavano in vacanza e non erano in un aeroporto, erano in un parcheggio in Texas a luglio, dove si toccano e si superano normalmente i 40 gradi.
Una violazione dei diritti umani, una tortura.
Allora, tutti si sono giustamente indignati, passano un paio di giorni e l'amministrazione Trump cosa fa? Annuncia che taglierà i fondi per i corsi di inglese e tutte le attività ricreative riservate ai bambini e ai ragazzi rinchiusi in questi simil-campi di concentramento senza genitori. Crudeltà pura. Non costa niente fare giocare dei bambini.
Ogni volta è la stessa storia infinita.
Il double down: fa qualcosa di inaudito, orribile e disumano, tutti protestano e lui invece di chiedere scusa, raddoppia. Sono già morti 6 bambini detenuti in questi centri in cui i giornalisti non possono entrare e in cui non si capisce cosa succeda.
Tutte queste notizie entrano in qualche modo nella nostra esperienza personale e nella nostra vita quotidiana qui in Texas.
L'altro giorno ero al parco e c'era una signora che stava facendo qualcosa di meraviglioso con i suoi bambini. Ha tagliato delle fette di frutta (mango jicama, agrumi, ananas...) in un certo modo molto bello esteticamente, le ha condite con delle spezie e le stavano mangiando insieme.
Non volevo disturbare, ma mi è venuto spontaneo chiedere cosa fosse, come prepararlo. La signora era messicana e parlava solo spagnolo. Mi ha spiegato tutto e mi ha offerto tutto quello che aveva, anche i suoi bambini hanno offerto i loro biscotti e tutto quello che avevano ai miei.
Abbiamo chiacchierato un'oretta. Mi aveva detto che si trovava qui nella mia zona perchè aveva visto il parco andando al lavoro e aveva voluto portarci i bambini.
Parliamo la stessa lingua, abbiamo più o meno la stessa carnagione, è una mamma come me con dei bambini come i miei. Di solito in questi casi può capitare di scambiarsi i numeri e mettersi d'accordo per rivedersi per un play date. Lei invece mi ha chiesto se poteva venire a pulirmi casa. Cose così.

4 commenti:

mariantonietta ha detto...

Perché no. La maestra del mio piccolo è anche nostra babysitter, viene quasi tutti i sabato sera. Quando le scuole erano chiuse a Pasqua, mentre il nido non chiudeva, sua figlia di sei ammi è venuta tre giorni a giocare con la mia di cinque, mentre lei lavorava al nido.
Una cosa non esclude l'altra, credo.

Tutto il resto è veramente triste e disumano.

Nonsisamai ha detto...

Certo, è solo che noi siamo due complete estranee.

Bulut ha detto...


È che ha bisogno di lavorare, quindi è diretta, non lascia le cose al caso.

Tra i tanti cui lo dirà ci sarà qualcuno che accetterà.

Nonsisamai ha detto...

Ha fatto benissimo, è che mi ha dato un'idea di disperazione. Non mi era mai successo. Ho citato questo episodio solo per dire che sono persone che incontri un po' ovunque e che vogliono lavorare. Contribuiscono alla società il più delle volte in modo positivo e utile anche se qualcuno cerca di demonizzarle.