giovedì 23 maggio 2019

conoscersi e riconoscersi

Un giorno di fine inverno Woody e Joe fanno amicizia con una bambina al parco. Giocano proprio bene tutti e tre, buon per loro. Io nel frattempo continuo a leggere il mio libro. Dopo un po' emerge il padre della bambina che era rimasto in disparte a parlare al telefono e dice che gli dispiace, ma devono andare via perchè sono in bicicletta e si sta facendo buio. Non ho dubbi: è italiano. Dovete capire che qui di italiani non ce ne sono. Incontrarne uno è sempre un avvenimento.
Per di più in cinque minuti viene fuori che abbiamo la stessa età, che ci siamo trasferiti qui lo stesso anno e anche che siamo sposati con americani che parlano l'italiano, questa sì che è una cosa che mi colpisce, non credo mi sia mai successo prima. E non solo questo, abitiamo vicinissimi e i bambini vanno a scuola insieme. Davvero tante coincidenze. Concordiamo che bisogna assolutamente rivedersi. 
In questi mesi ho avuto modo di approfondire un po' di più la conoscenza di sua moglie. Devo ammettere che ero molto cauta, purtroppo con le amicizie non ho avuto grandissima fortuna qui, soprattutto con gli italiani per qualche strano motivo, e invece più conosco questa famiglia e più mi piacciono tutti quanti. Lei -incredibile- si occupa per lavoro di differenze culturali, il mio pane quotidiano, uno dei miei più grandi interessi e anche il motivo principale per cui è nato questo blog. Potrei ascoltarla per ore, sa tante di quelle cose.
Ma non è finita, c'è la ciliegina sulla torta.
Oramai probabilmente sapete quanto ami le coincidenze.
Un anno e mezzo fa, vi ho raccontato in questo post quello che ho provato quando ho visto nel mio quartiere un cartello che diceva: 
"In questa casa, noi crediamo che le vite dei neri importino, che i diritti delle donne siano diritti umani, che nessun essere umano sia illegale, che la scienza sia reale, che l'amore sia amore, che la gentilezza sia tutto."
Mi aveva rattristato rendermi conto che oramai fosse necessario affermare l'ovvio, però mi aveva anche fatto sentire meno sola.
Ecco, insomma, quel cartello lo avevano messo proprio loro e dopo tutto questo tempo, è ancora lì al suo posto. 
Non so come si evolveranno queste nuove amicizie, ma se quel cartello mi aveva fatto sentire meno sola, sapere c'è qualcuno qui, così vicino a me, che parla la mia lingua, in tutti i sensi, mi dà una grande carica.   

3 commenti:

Gufo a molla ha detto...

A volte è veramente incredibile come seppure vicini non ci si incroci mai. Anzi, quasi mai, visto che poi vi siete incontrati per fortuna. La moglie è texana?

mocaliana ha detto...

bello!!

nonsisamai ha detto...

La moglie credo sia Texana o comunque americana e parla italiano.