lunedì 4 marzo 2019

il superpotere al contrario di woody

Quando vado in giro con Woody, penso sempre a quanto gli adulti non ascoltino i bambini. Non è che li ignorino, non li ascoltano, è stranissimo. La situazione generalmente è questa. Tu sei con Woody e lui è talmente carino e simpatico a tre anni, con le sue fossette e i capelli a paperino che te lo dicono tutti, ovunque, mille volte al giorno. A volte lo vedi che vorrebbero rimanere seri, ma quando incrociano il suo sorriso, non c'è niente da fare: devono dirti qualcosa. Lui di tutti gli adulti che incontra però, vuole sapere solo due informazioni: come si chiamano loro e come si chiamano i loro cani perchè lui è convinto che tutti abbiano dei cani.
Quindi ogni giorno è la stessa storia. Ma che carino, guarda che fossette e che ciglia lunghe e che bei riccetti, ma quanti anni ha?
Non faccio in tempo a rispondere che lui chiede serissimo 'come ti chiami? come si chiama il tuo cane? io ho due cani". Niente. 'Scusa! Scusa tu! Come ti chiami? Come si chiama il tuo cane?'.
Ancora niente, forse è il suo superpotere al contrario: all'improvviso diventa invisibile, anzi inaudibile.
Però io, chissà perchè, lo sento benissimo, allora chiedo le stesse cose, anche perchè comincia a infastidirmi, e mi rispondono subito.
Mi stupisce sempre come per la maggioranza degli adulti, ancora oggi, i bambini non siano persone. Giustificano senza problemi questo tipo di comportamento o anche cose ben peggiori come tenerli fuori dagli aerei, dai ristoranti o picchiarli perchè evidentemente non li considerano alla stregua degli altri esseri umani. Nessuno teorizzerebbe mai l'utilità di uno scappellotto a un adulto a fini persuasivi.
Nessuno batte ciglio se su un aereo sale un lama come 'supporto emotivo', ma un bambino che piange proprio non va bene.
Oggi solita scena. C'era questa anziana signora che ha completamente perso la testa per Woody e ha cominciato a parlarmi e a farmi mille domande e complimenti mentre a lui si era già abbassato il volume.
Mentre la signora Rosmarino se ne andava, salutandolo mille volte con la manina, dopo avere parlato solo con me dieci minuti, gli ho detto 'Hai visto Woody? Hai trovato un'amica'.
"I don't like friends" mi ha risposto tutto burbero.
E come dargli torto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E che dire degli adulti che parlano come se i bambini non fossero in grado di sentire? Fare dei commenti, parlare di un bambino in sua presenza come se il bambino non fosse presente. Invisibile, appunto.
Ciao, Francesca

nonsisamai ha detto...

Francesa è vero. A me sembra che tanti li trattino un po' come dei cagnolini + il fastidio che subentra non appena cominciano a fare quello che fanno i bambini (saltare, piangere, urlare, rompere cose, fare domande difficili...)