sabato 5 gennaio 2019

il piccione e il magone

Ieri mi è tornato in mente un episodio piuttosto curioso di un paio d'anni fa, una scena tipo quella di un sogno.
Ero in un edificio bellissimo e in quel momento semi-deserto, progettato da un grande architetto. Osservavo una vetrata altissima che dà su un patio con delle piccole cascate d'acqua e degli alberi. Naso per aria, immersa nei miei pensieri, a un tratto sento un tonfo. Un piccione si era schiantato contro la vetrata. Non l'ha vista, poveraccio, e ci si è spiaccicato sopra, che ne sapeva lui. E' finito a terra stecchito come in un cartone animato.
Sono rimasta impietrita con un enorme nodo in gola. Alle mie spalle è partita una risata fragorosa, amplificata dal rimbombo del corridoio vuoto. Il tipo ha chiamato quello che ho immaginato fosse suo figlio per farsi quattro risate insieme alle spalle di quello scemo del piccione.
Ecco, io posso capire che se fosse davvero un cartone animato o una barzelletta, ci sarebbe da ridere, ma diamine. Quando sono tornata in quell'edificio oggi dopo tutto questo tempo e mi è tornato in mente il piccione svampito, ho sentito lo stesso nodo in gola.
Il mondo va cosí, quelli che si sbellicano dalle risate e quelli che hanno il magone più o meno perenne. Però sono convinta che quelli con il magone più o meno perenne conoscano un livello di gioia e di amore superiore. Per forza.

1 commento:

Federica ha detto...

Anche io avrei pensato "ma povero piccione" e mai mi sarebbe venuto in mente di chiamare un bambino per fargli vedere il piccione stecchito :(