martedì 23 ottobre 2018

ma ne vale la pena?

Una sera abbiamo avuto a cena una coppia di amiche che si sono appena sposate. A un certo punto sono sbucati Woody e Joe a rubare un po' di attenzione e il discorso si è spostato su di loro.
Alla fine, forse vedendoci esausti, ci hanno chiesto qualcosa tipo:
- Ma ne vale la pena? 
Cioè ne vale la pena di avere dei figli, di incasinarsi così tanto la vita, fare delle rinunce, di non dormire?
Io e Mr J ci siamo guardati un attimo negli occhi perché ci siamo entrambi resi conto che si trattava di una domanda molto franca e seria e che meritava una risposta adeguata. 
Poi ci hanno raccontato che stanno considerando l'ipotesi di avere un figlio e che hanno già iniziato a raccogliere informazioni sul da farsi.
Ad esempio, sono state a una specie di convention per aspiranti madri lesbiche. Non avevo idea che esistessero eventi simili. Al termine di questa convention enorme -mi sono immaginata uno stadio o qualcosa di simile- c'era una sorta di lotteria. Il premio finale? Una boccetta di sperma.
Hanno detto di esserci andate più che altro per curiosità e poi perché...sperma gratis, buttalo via. Che ridere. Mi sembravano ancora lievemente combattute sulla possibilità di diventare genitori, o genitrici, come si dice? 
Avevano una breve lista di traguardi da raggiungere senza figli (viaggi, questioni lavorative...) e pensavano eventualmente di cominciare a fare un primo tentativo fra un paio d'anni. Dato che non sono giovanissime, a livello riproduttivo almeno, se così si può dire, ho avuto l'impressione che come tante coppie di qualsiasi orientamento sessuale avessero quell'ottimismo iniziale di chi pensa di avere tutto sotto controllo. Beata ingenuità. Raramente nella vita mi sono imbattuta in una situazione dominata dal caso come l'arrivo di un figlio. Ti senti completamente inerme, in balia del destino.  
Pensavo a loro stasera, a quanto sembrino appagate dalla loro vita e dalla loro relazione. Mi ha fatto tenerezza quella domanda così brutalmente onesta. C'è stato un tempo in cui mi sono chiesta la stessa cosa, sembrano passati secoli. 
Chissà se ho dato la risposta giusta. Sicuramente ho detto quello che penso. Che avere un figlio, e soprattutto vederlo crescere ogni giorno, è un privilegio immenso e una meraviglia continua. Che non ho mai pensato alle cose a cui rinuncio per loro in termini di sacrificio. Però forse non ho mai rinunciato a cose enormi. Devo dire che ultimamente soprattutto a livello professionale, l'idea del sacrificio mi è balenata per la testa qualche volta. Insomma, essere genitori non è semplice, bisogna imparare a gestire tanti sentimenti contrastanti che devono per forza di cose, coesistere. E' vero, la propria vita finisce in secondo piano per qualche anno, ma è giusto così: le priorità cambiano, ti sei preso la responsabilità totale di una o più persone. 
Mentre lo scrivo ho un leggero senso di vertigine.
Ci vuole coraggio e ci vuole anche un minimo di incoscienza.
Non ci credo che uno possa considerare tutto, tutto, tutto e decidere con completa razionalità di avere un figlio.
E' un mondo difficile. Per tutti. Poi se vivi in Texas e sei donna, lesbica e messicana, non posso nemmeno immaginare. Però diamine, mica bisogna averlo per forza un figlio, no? Non è un'impresa da tutti o per tutti. Sono convinta che le mie amiche con tutti gli interessi e le passioni che hanno costruito finora, avranno una vita splendente e piena di significato qualunque strada decidano di prendere. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che, se ti poni la domanda, forse non sei proprio pronta per diventare genitore.
Io quando ho deciso, non mi sono fatta domande.E non mi è mai venuto in mente di chiedere se ne vale la pena.
Quando avevo 20 anni,e giusto un paio di miei conoscenti sono rimaste incinte ho provato "pena" per loro.Perchè non avrebbero potuto realizzare alcuni traguardi per me, all'epoca fondamentali: realizzazione professionale, spensieratezza, studi universitari.Ma io ora non provo più pena per loro, quarantenni con figli adolescenti.Semplicemete all'epoca non ero pronta, o forse non avevo la relazione con la persona giusta per me.Anche se spensavo già che, per me, una relazione senza figli non sarebbe stata una relazione completa
Ma quando sono diventata mamma,( e lo sono dientata quando ho incontrato un uomo con cui pensavo che avrei condiviso la vita anche se non fossro arrivati i figli) a parte lo shock dei primi 3-4 mesi,in cui ero avvero esausta, e mi sentivo privata diindipendenza, ho pensato : ma perchè non l'ho fatto prima?Perchè solo adesso?
Io non credo che si debbano avere figli per forza.Però, per chi li vuole (o gli arrivano inaspettatamente) , è un'esperienza meravigliosa che da senso a tutto quello che vivi e che fai.E che ti migliora, sotto tutti i punti di vista.
simona

Bulut ha detto...

Anche io penso che, se ce lo di chiede se ne valga la pena, allora non si sia proprio pronti...

...io anche penso che ai miei figli dedico molto del mio tempo e, molte scelte anche lavorative, sono fatte anche perché loro esistono.

Però, ecco, non tornerei mai indietro. Anzi, addirittura, se fossi più giovane e se la mia situazione fosse un'altra, vorrei avere altri figli. Anche se non si dorme la notte per periodi lunghi. Anche se non si ha nulla sotto controllo, e, inspiegabilmente, quando sono piccini è il periodo più faticoso, ma anche quello in cui hai sotto controllo la maggior parte delle circostanze. Poi crescono, sembra più facile (e per certi versi lo è) ma poi, si capisce che si può influire sulle cose ancora meno.

C'è sempre una discreta dose di fortuna, di buona sorte, nel crescere un figlio.

Io spero che i miei siano sempre fortunati e che abbiano attorno brave persone, buoni amici, buoni insegnanti. Che vengano loro risparmiate esperienze che definisco, genericamente, "brutte".

Che io mi impegno per crescerli al meglio, ma è duro pensare che, nonostante la mia buona volontà, ci potrà essere un momento in cui non li potrò salvare, non li potrò aiutare, saranno in balia della sorte.

Spero che li avrò, almeno, preparati a questo, ad andare avanti da soli, scegliendo, possibilmente, buoni amici ad accompagnarli.




Asa_Ashel ha detto...

Penso che la loro domanda sia tutto sommato legittima, ma solo chi non ha figli possa farla così in maniera diretta e cruda senza rendersi conto di quanto può essere insidiosa, perché chi ha figli non può scindere la risposta tra il soggetto della domanda e il rapporto che ha costruito con i propri figli, per cui si,ne vale la pena, ci sono problematiche da affrontare, priorità da rivedere, rinunce da fare e una parte di sè da accantonare, ma poi in cambio vivi un'esperienza cosi grande e forte che ti cambia per sempre dentro e sai che le due cose vengono insieme.
Non puoi rispondere che non ne vale la pena, perchè sarebbe come rinnegare tuo figlio.
In merito a questo mi piace ricordare quello che diceva scherzosamente una mia amica: "i figli ti rovinano la vita, tanto vale farne un altro!".

nonsisamai ha detto...

Anche a me la domanda sembra normalissima in un primo momento. Forse mi preoccupa di più chi si fa prendere dall'istinto e non pensa bene alle conseguenze.

"i figli ti rovinano la vita, tanto vale farne un altro!" è perfezione ah ah!