mercoledì 23 maggio 2018

senza vergognarsi

Woody ha compiuto tre anni l'altro giorno e continuano a saltare fuori foto di lui neonato. Arrotolato nel lenzuolino dell'ospedale, sulla bilancia, mentre beve il latte con il tubicino, con addosso delle tutine che erano sempre troppo grandi anche quando erano piccole piccole. Tutti mi dicono... ti ricordi? Guarda che bello. E io vorrei dire sí, mi ricordo tutto, ma non fatemici pensare. Dopo tre anni, ancora non riesco a guardare quelle foto con serenità. E' stata dura sia fisicamente che psicologicamente. Ho vissuto dei momenti di grande sconforto. Una gravidanza accompagnata oltre che dal dolore fisico più o meno costante anche dal terrore che qualcosa di terribile - qualcosa che fra l'altro avevo già sfiorato con Joe- potesse davvero succedere. Qualcosa che poi di fatto è quasi successo, quasi. E poi anche il dopo. Lui che era troppo piccolo, lui che non ha dormito per un anno, lui che tratteneva il fiato e sveniva e sembrava morto anche se in realtà non aveva niente, abbiamo scoperto dopo. Io che ho avuto la febbre alta appena tornata a casa dall'ospedale e anche una sorta di eruzione cutanea, dolori di ogni tipo. Il primo mese, pioveva sempre e stavo sempre male o almeno questo ricordo. Non so come avrei fatto se non ci fosse stata mia madre ad aiutarmi in quei giorni. Pochi mesi dopo, una lontana conoscente, in circostanze simili e diverse, non ce la fece e lasciò soli i suoi gemellini. La percentuale di mortalità materna in Texas per qualche bizzarro motivo è altissima, ma non usciamo fuori tema. Mi rendo conto di essere privilegiata. Ho avuto il supporto della mia famiglia e la possibilità di essere assistita da medici estremamente competenti. La verità però é che dopo aver vissuto un'esperienza simile, non ti senti esattamente come si vede nei film. Quelle storie del tipo '...e dopo aver visto la morte da vicino, riscoprì la gioia di vivere e vissero tutti felici e contenti'. Beh, per me per un po' fu il contrario. La paura ti si aggrappa addosso e non ti molla più. Per la prima volta capisci quanto tutto sia fragile e possa crollare da un momento all'altro, travolgendoti.
Se per caso all'ascolto ci fosse qualcuno che sta attraversando qualcosa di simile in questo momento, ecco, vorrei dirvi quello che dicevano tutti a me e che non mi é servito a niente, ma che ho in seguito sperimentato essere vero: passa. Abbiate pazienza, passa e poi arriva il bello, quell'altra cosa di cui tutti parlano. Esiste, arriva ed è veramente bello. Non dimenticherete i momenti bui, ma tutto avrà finalmente un senso.
Non vergognatevi di chiedere aiuto.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Nonsisamai,
Ti abbraccio fortissimo. Io ho avuto un esperienza simile anche se dopo la grande paura durante il parto e giro in rianimazione, ci siamo ripresi abbastanza in fretta sia io sia lo gnomo: io niente complicazioni post parto, gnomo tornato rosa (da nero) dopo pochi minuti e con un buon peso. Eppure mi sento molto vicina al tuo percorso.
Anche a me la paura e' rimasta attaccata addosso per molto molto tempo. Del primo anno di vita di mio figlio ho ricordi confusi e bui con qualche raro raggio di sole. Tipo ricordo una gita a St Emilion, 3 mesi dopo la grande paura, l'essere seduta su una panchina al sole ad allattare e pensare che mio figlio era proprio grande, pesante e in salute. E ricordo di aver respirato a pieni polmoni per la prima volta.
Poi ha cominciato il nido ed ad ammalarsi di continuo: e non aveva abbastanza ferro, e ogni raffreddore era una bronchiolite, e muoveva la mano destra meno della sinistra e allora si pensava che avesse dei danni a seguito del parto, e poi ci dicevano che era ipotonico e di nuovo si e' pensato a problemi per quei minuti in cui non aveva respirato, e poi c'e' stata la polmonite e l'ospedale, e il croup (che si svegliava di notte e nn riusciva a respirare). E ogni cosa era enorme. Ogni cosa mi riportava alla grande paura ed ero sopraffatta, senza fiato, incapace di prendere questi (normali) incidenti di percorso per quello che erano. Il fatto di non dormire piu' di due / tre ore per notte non aiutava e non avere un pediatra di cui fidarsi nemmeno.
Poi il tempo e' passato. La pediatra dei sogni l'abbiamo trovata e verso i due anni ha anche cominciato a dormire.
Le prime foto che riesco a vedere con serenita' sono quelle del suo primo compleanno. La grande paura cominciava ad allontanarsi. Tommaso muoveva entrambe le mani, cominciava a muovere qualche passo e danni permanenti sembrava proprio non averne. La polmonite era passata, quando non respirava di notte sapevamo cosa fare. Eravamo al parco in una bella giornata di sole e Tommaso leccava con gusto la torta rimasta attaccata alla sua candelina. La grande paura c'era stata, ma forse in quel momento l'ho superata.
Grazie per la tua riflessione. Le cose belle arrivano e tutto riprende una dimensione gestibile.
Grazie ancora,
Martacci (sloggata)

Anonimo ha detto...

io ho realizzato molti mesi dopo essere ritornata 'in forma' di avere avuto quel che chiamano depressione post-partum dopo la nascita del mio secondo figlio.
credo di non averla mai creduta possibile nel mio caso, avevo gia' avuto una bambina ed ero sempre stata bene. ho la famiglia lontana e dunque ho affrontato anche quello da sola... e si, come dici tu, 'passa' e te ne rendi conto, a volte, soltanto dopo...
e non e' piacevole ripensarci.

la vecchia 'dancin' fool'

Erika ha detto...

Non so se sia una situazione analoga, ma anche una mia amica ha avuto un problema con la nascita del primo... a quanto pare la sua conformazione fisica fa sì che il bimbo nascesse con braccio, quindi purtroppo per un tempo indefinito il neonato è rimasto senza ossigeno, e le analisi che ha fatto mostrano effettivamente che questo tempo senza respirare abbia causato un danno, anche se non si è capito ancora in che area avrà ritardo... però col secondo hanno fissato in anticipo un cesareo, così hanno evitato dal principio il problema. è triste avere pochi ricordi felici, però sono sicura che ne verranno tanti bellissimi; non dimenticherai quel periodo, ma magari i momenti belli ti aiuteranno :)

nonsisamai ha detto...

Martacci: grazie per aver condiviso la tua storia con me, sono profondamente commossa. Un abbraccio.

nonsisamai ha detto...

Ciao Dancin'! :) Io non so se l'ho realizzato ancora, ma il dubbio ce l'ho. La seconda volta è stata completamente diversa dalla prima, mi sono sentita felice a tratti, moltissimo, ma anche triste, quasi sopraffatta dagli eventi. Ti abbraccio cara.

nonsisamai ha detto...

Erika: il problema di Woody è molto più banale. Ha la sindrome del trattenimento del respiro (traduco alla lettera). Adesso succede molto raramente, ma intorno ai sei mesi ha cominciato quando aveva sonno o fame o se si faceva male e a trattenere il fiato fino a svenire. E' molto comune, ma la manifestazione nel suo caso somigliava a una convulsione. Diventava pallido con le labbra blu, sembrava davvero morto. Poi si risvegliava, dopo pochi secondi, faceva un pisolino e stava benissimo. Ci è voluto qualche mese ad avere una diagnosi. Una volta che abbiamo saputo quale era il problema ci siamo abituati. Stavamo solo attenti che non sbattesse la testa quando cadeva. Comunque, non posso dire che sia stato solo un periodo negativo. Ogni giorno ero molto felice e a momenti anche molto molto triste e spaventata. La maternità può essere un momento molto complicato.

Erika ha detto...

Mamma mia... mi immagino lo spavento se dovesse succedere una cosa del genere ad Elena! hai detto una cosa verissima, la maternità può essere un periodo molto complicato, e non tutti lo capiscono, anzi se la dipingi diversamente dall'immaginario comune ti ritrovi ad essere guardata come un alieno!