mercoledì 30 maggio 2018

roseanne e le conseguenze

Negli ultimi mesi qui si è discusso molto del remake di una vecchia serie -Roseanne, Pappa e Ciccia in Italia- che pare essere stato concepito con l'idea di soddisfare il disperato bisogno degli elettori di Trump di vedersi rappresentati nell'immaginario collettivo in maniera positiva. Gli ascolti difatti, fra le mille polemiche, sono subito schizzati alle stelle e Trump in persona non ha mancato di esprimere il suo apprezzamento per lo show.
A un certo punto però Roseanne Barr, la protagonista di questa serie che si intitola appunto Roseanne in suo onore, ha deciso di cominciare a usare Twitter come Trump. Il suo account è diventato cioè un mezzo perfetto per incitare all'odio, diffondere strampalate teorie complottiste e fake news e offendere a destra e a manca. Oggi ha scritto qualcosa di cosí raccapricciante da non poter essere ignorato. Tutto il paese, come quando Trump twitta qualcosa del genere, si è indignato.
La differenza in questo caso, è che la cosa non è finita lì. Dopo qualche ora anche il canale televisivo che ospita la serie, la ABC, ha twittato classificando le affermazioni della suddetta attrice come 'ripugnanti' e 'rivoltanti' e cancellando il programma, una punizione esemplare che ha lasciato tutti di stucco.
E io gongolavo. Sí é vero, è solo un programma televisivo, ma qualcosa evidentemente si sta muovendo. Pian piano chi fa quello che fa Trump -chi ha pubblicamente la stima e il rispetto di Trump in questo caso specifico- comincia a essere punito. Chi ha molestato delle donne, qualche volta va a processo, talvolta viene condannato come Bill Cosby, e chi dice schifezze razziste e sparge menzogne perde il posto di lavoro. Cominciano a esserci network che sono disposti come in questo caso a perdere milioni e milioni di dollari anziché essere associati a personaggi di dubbia moralità. Proprio oggi -in risposta a un incidente di qualche tempo fa in cui un impiegato fece arrestare senza motivo due clienti di colore- tutti gli Starbucks degli Stati Uniti sono rimasti chiusi per fare un corso di superamento dei pregiudizi razziali.
Forse non tutto è perduto.
Per qualche strano motivo (forse perché é il presidente? Ma anche prima in realtà...) Trump non viene mai considerato responsabile per le sue parole e azioni, ma di questo passo sarà sempre più imbarazzante sia per lui fare quello che fa sia per i suoi estimatori difenderlo. Credo che la strategia della società civile sia questa, una sorta di accerchiamento morale, possiamo solo augurarci che alla lunga funzioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una cosa del genere non sarebbe (e di fatto non succede) mai in Italia.
Questione probabilmente culturale: commenti simili quello della Barr se ne sentono anche qui, ogni tanto, ma non si sono mai conseguenze.Il fatto che, conseguenze, ce ne siano è sicuramente un fatto importante.
Ma mi viene il dubbio che ci sia sempre dell'ipocrisia: quello che trapela della società americana mi appare come un "pensate quello che volete,siate scorretti, ma non esternatelo ".Così come non si può esternare il razzismo, ma poi succede che i poliziotti uccidano delle persone afroamericane disarmate e la loro carriera non finisce, forse non vanno neanche in carcere.
Probabilmente penso questo perchè vivo in Italia e sono pervasa dalla cultura italiana.Un paese in cui si può dire tutto e il contrario di tutto senza pagarne le conseguenze.E io, francamente, non sono sicura del tutto che sia un male.
simona