domenica 8 aprile 2018

di laurie anderson e della felicità dopo la catastrofe

Qualche giorno fa ho ascoltato Laurie Anderson raccontare di quando l'uragano Sandy, nel 2012, ha inondato la casa che condivideva con Lou Reed e ha distrutto tutto il loro archivio. Non riesco a smettere di pensarci. Una donna così intelligente e affascinante, di quelle poche che ti incantano con la voce e l'intelligenza.
Diceva che chiaramente sul momento ha vissuto questa cosa che le è capitata come una tragedia, però poi questo grosso incidente di percorso le ha dato la possibilità di arrivare a tutta una serie di realizzazioni che le hanno permesso di raggiungere una serenità e delle consapevolezze nuove.
La prima è stata Ehi! Non dovrò mai più mettere a posto lo scantinato in vita mia! Perché una donna intelligente non può che essere dotata anche di una notevole autoironia.
Poi si è detta...cosa me ne facevo, alla fine, di uno scantinato pieno zeppo di cose che non sarei mai andata a rivedere?
Ha realizzato che queste cose paradossalmente hanno acquisito valore proprio nel momento in cui sono andate perdute.
Questo evento imprevisto, questa catastrofe naturale, le ha dato la possibilità di meditare per la prima volta forse, su degli oggetti che aveva conservato con cura per tutta la sua vita, ma che oramai non facevano più parte del suo quotidiano. Nel caos generale di quell'archivio, non si era mai probabilmente fermata a ragionare su quello che era davvero importante per lei. E' così facile perdere di vista quello che è importante. Ed è vero, adesso quegli oggetti non ci sono più fisicamente, ma sono presenti nei suoi pensieri, prima esistevano fisicamente sì, ma era come se non ci fossero in un certo senso.
Un oggetto importante per te ha più senso che esista nella tua mente che nella polvere di un vecchio archivio, no?
La vita però è una gran carogna a volte e in quello stesso periodo, nel giro di pochissimo tempo, Laurie ha perso anche il suo cane adorato, sua madre e il compagno di una vita, Lou Reed. Ci pensate?
Il dolore.
La cosa incredibile è che lei non è rimasta schiacciata da tutti questi lutti, al contrario è come rinata e anche la sua produzione artistica è riesplosa in questi ultimi anni.
Tutto questo dolore l'ha come catapultata, dice, in una sorta di strano stato di felicità. Ha imparato a essere felice di eventi infelici, ha imparato ad abbracciare la tristezza invece di cercare di cacciarla via.
Ha guardato in faccia e con immensa serietà il fatto che la persona con cui ha vissuto e dormito e mangiato e parlato ogni singolo giorno per più di vent'anni non c'è più e si è sentita di fronte a una scelta, vivere o morire. Così ha deciso di raccogliere dentro di sè tutto quello che ha perso, ma che - ed è la cosa fondamentale qui- ha avuto la fortuna infinita di avere, e trasformarlo in felicità.
Perché nonostante tutto si può scegliere di essere felici, conclude.

[Se ve la cavate con l'inglese, potete ascoltare direttamente lei qui]

2 commenti:

NonPuòEssereVero ha detto...

Secondo me è vero, si può sempre scegliere di essere felici nonostante tutto.
Ne ho parlato a lungo di questa cosa e ci sto ripensando da qualche giorno visto che ho passato un periodaccio!

nonsisamai ha detto...

Mi spiace per il periodaccio, spero che le cose vadano meglio. Continuiamo a pensarci e a crederci a questa cosa! Un abbraccio.