martedì 3 aprile 2018

così stanno le cose

E' arrivata la primavera e io e Joe abbiamo cominciato ad andare a scuola in bici. Vedo tanti bambini andare a scuola in bici qui, ma nessun adulto. Evidentemente questo fatto ha mandato in crisi la guardia pedonale di cui già vi avevo raccontato una volta quando pensavo ingenuamente fosse un volontario lì per aiutare il prossimo in maniera disinteressata. Secondo lui dovremmo usare il marciapiede come tutti gli altri e aspettare di fronte alla scuola che lui ci faccia attraversare. E non è stato pacifico, diciamo così, nel comunicare le sue intenzioni. Il primo giorno ci ha sbraitato contro come impazzito. E' per la vostra sicurezza, voi siete sotto la mia responsabilità, non posso permettere che vi succeda qualcosa di male, si è sgolato. Gli dico che apprezzo la serietà con cui affronta il suo lavoro -un lavoro piuttosto superfluo dato che ben pochi si muovono a piedi qui e le auto vanno a passo d'uomo intorno alle scuole- ma che io sul marciapiede in bici non ci vado. Mi dice, anzi mi urla, vai pure a chiedere alla polizia se non mi credi! Toh guarda, c'era un poliziotto proprio lí dietro l'angolo. Mi reco dal poliziotto, gli spiego brevemente l'accaduto dato che si sta facendo tardi e mi dice che il signore deve essere un po' confuso e di non preoccuparmi che dopo ci va lui a spiegargli il codice stradale. Non so cosa sia successo di preciso, ma uscendo dalla scuola, ho visto la guardia pedonale che si agitava e gesticolava contro il poliziotto e poi il poliziotto che ha girato le spalle e se ne è andato.
Non ho mai assistito a una scena simile, soprattutto non ho mai in vita mia visto qualcuno rivolgersi a un pubblico ufficiale in quel modo, nemmeno al controllore del treno figuriamoci a un energumeno come quello, alto due metri e armato fino ai denti.
La mattina seguente si ripete la stessa scena, noi che cerchiamo di raggiungere la scuola in bici e lui che ci urla dietro.
- Vai pure a chiedere alla polizia se non mi credi!
Sbraita come se non ci fossimo mai incontrati prima. Gli rispondo che l'ho fatto e che il poliziotto ha detto sia a me che a lui che io ho ragione e lui torto.
- Non mi importa cosa dice quell'uomo!
- Quell'uomo è un poliziotto.
- Non è un poliziotto! Non mi importa chi sia, se vi succede qualcosa io sono responsabile!
Un pazzo? Non lo so, un personaggio molto bizzarro di sicuro.
Per me questo è uno dei tanti emblemi del white privilege. L'uomo bianco adulto che può fare tutto quello che gli pare senza conseguenze. Ogni tanto al posto suo, c'è una guardia di colore. Sono pronta a scommettere che non si rivolgerebbe mai a un poliziotto in quel modo.
Proprio pochi giorni fa un ragazzo di colore in California, padre di due bambini, è stato ucciso con 20 colpi di pistola VENTI mentre si trovava nel giardino di sua nonna a far niente. I poliziotti sono passati di là, si sono sognati che avesse una pistola, mentre in realtà aveva solo un cellulare in mano e lo hanno massacrato (leggete qui la notizia). Io che sono una donna e sono bianca e non ho mai fatto nulla di illegale, ero in soggezione davanti a quel poliziotto, il vecchio bianco tranquillissimo.
Riassumendo. Se un vecchio bianco inveisce contro un pubblico ufficiale, il pubblico ufficiale gira i tacchi e lo lascia cuocere nel suo brodo. Se un ragazzo nero, spippola sul cellulare nel giardino di sua nonna, il poliziotto dice di sentirsi intimidito dalla sua presenza e lo uccide quasi certamente senza conseguenze.
Così stanno le cose.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

se è davvero così, un altro punto a favore dell'abolizione delle armi negli USA.
Chiunque potrebbe essere armato e, quando un poliziotto ti ferma ha ragionevolmente paura.
Quello che non capisco è : questi poliziotto che uccidono persone inermi, la fanno franca? In Italia quasi sempre si, ma comunque si va a processo e bisogna dimostrare di aver agito per legittima difesa.Abbiamo anche noi tanti casi incresciosi (Cucchi, Aldovrandi ...qui il razzismo non c'entra, ma anche qui in Italia ogni tanto perde la vita qualcuno per intervento della polizia e anche qui si tratta di persone non armate, ma in stato alterato da alcohol o da malattia)
simona

Nonsisamai ha detto...
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Nonsisamai ha detto...

Pensa che qui la maggior parte delle volte non vanno nemmeno a processo. È sempre la stessa identica storia "ho sentito che la mia vita era in pericolo" e finisce lì. In questo caso, sentivo proprio ieri, stanno cercando di mettere su un movimento. Ma anche li purtroppo è sempre la stessa storia: movimento-manifestazione- riot- e muore qualcun altro.