A un certo punto mi ha chiesto se ho mai avuto un diario. Le è stato consigliato di compilarne uno per motivi terapeutici e non sa da che parte cominciare.
Che per me è pazzesco.
Ho cominciato a avere un diario praticamente appena ho imparato a scrivere. Non ricordo nemmeno il come o il perché, è stata una cosa del tutto spontanea per me. Avevo tutta questa roba dentro e ha un certo punto ha cominciato come a straripare.
Poi oggi cercavo un documento e...
Ventisette diari. E questi sono solo quelli che quando mi sono trasferita ho deciso che non potevo vivere senza. Ne mancano un paio che ho riportato quest'estate e tutti quelli fino alla prima adolescenza.
Ho sempre pensato di scrivere molto poco, troppo poco.
A volte ci convinciamo così bene di essere in un determinato modo che perdiamo completamente di vista la realtà.
Comunque, non li ho aperti.
Non li apro da mille anni, ma non posso vivere senza, al punto che ho dovuto portarli fin qui anche solo per metterli in uno scatolone e nasconderli nello scaffale più alto dell'armadio. Però so che ci sono. Ci sono loro e ci sono ancora io, anche quella che non sono più.
Mentre cercavo, ho trovato anche il diario di Joe, chiuso a chiave. A malapena sa scrivere in prima
elementare, chissà che segreti avrà mai.
E voi avete qualcosa senza nessun utilizzo pratico di cui, anche in capo al mondo, non potreste mai fare a meno?
4 commenti:
... se dagli scatoloni dei vari traslochi avessi tolto gli " oggetti inutili" nei pacchi ci sarebbero rimaste solo le mutande e le padelle. Come te, ho i diari degli ultimi 12 anni, non li ho mai aperti ma vanno da un lato all'altro dell'oceano con me da ormai 10 anni (e a casa della Mater ho lasciato quelli da adolescente, le Smemo piene di drammi e esaltazioni, disegni biglietti di concerti e di treni, foto e ritagli di riviste). Poi c'é l'occhio turco da appendere, e le rondinelle portoghesi, la bottiglietta con la sabbia delle 5 terre, l'uncinetto di mia nonna, i tamburi ad acqua, le scarpe in cui T. ha camminato la prima volta, le tessere della varie biblioteche in giro per il globo, cd che non funzionano più ma su cui c'é la calligrafia di persone speciali... continuo?
Questa estate la Mater mi ha (giustamente) imposto una riduzione delle scatole parcheggiate da lei: da 5 a 3... aprire e selezionare quella roba (diari, foto, quaderni, appunti, mappe, cartine, indirizzi sbiaditi...) é stata una roba faticosissima.
Poi ogni tanto leggo libri su come organizzare la casa e piango :-D tipo la Kondo che mi dice "stringilo a te e se ti dá gioia tienilo"... Ma sei matta?! Io mi commuovo pure per lo scontrino della prima candeline dello Gnomo!
Alice ammucchiatrice
Alice: sfondi una porta spalancata qua! Quanto ti capisco...io ho avuto anche una fase declutter, non posso dire di non averci provato, però poi quando ho cominciato a cercare alcune cose e mi sono ricordata di averle buttate, è stato troppo brutto. Non fa per me. Preferisco vivere nel casino :)
Chissà se sono cose inutili poi, certo, prive spesso di una necessità pratica, ma sappiamo benissimo che non si vive solo di necessità ma anche di desideri.
Penso che queste "cose inutili" siano simili a tanti tasselli che raccontano di noi e della nostra storia e, per quel che mi riguarda, le considero delle finestre aperte sulla mia memoria, una sorta di segnatempo a cui fare appello nei momenti in cui ho bisogno di trovare l'essenza di me stesso.
Quattro traslochi, in particolare il terzo perchè fatto dopo aver vissuto 11 anni sempre nella stessa casa, mi hanno costretto a un repulisti generale e ad analizzare più lucidamente le "cose inutili" accantonate nel tempo.
Ho trovato una regola-compromesso che funziona su di me: se qualcosa l'ho del tutto dimenticata significa che non era o non è più importante, ergo non ne ho bisogno, perchè per me la memoria è Vita.
Tra le cose inutili sono quindi stati debellati vestiti come il maglione verde bandiera, colore che detesto, ma che avevo comprato quando a 15 anni avevo una cotta per Roberto che ne indossava uno uguale e in quel modo lenivo lo struggimento immaginando di indossare il suo maglione.
E poi libri e quaderni di scuola, ho tenuto solo quelli che parlano indirettamente del me stesso che ero allora, una raccolta sterminata di pagine tratte da riviste di moda, ma sono un esteta inside e ho voluto tenere quelle che sento hanno concorso a formare il mio modo di vedere all'estetica delle cose.
Tra le tante cose inutili alle quali non ho ancora rinunciato, la mia collezione di bustine di the della Twinning iniziata tanti anni fa, da grafico mi diverte osservare l'evoluzione dello stile grafico che a prima vista appare sempre uguale ma osservato più attentamente saltano all'occhio le differenze, e poi quel gioco che scatta in automatico mentre le spargo sul tavolo e i pensieri viaggiano a 1000 stimolati dai ricordi che arrivano pieni di dettagli come fosse ieri, quel gesto forse infantile di allineare le bustine in base alla gradazione di colore, come quando da bambino sistemavo le miriadi di pastelli per formare l'arcobaleno.
E poi c'è un contenitore, di quelli robusti di plastica dura, li dentro ci sono i miei diari, pieni zeppi di lettere blu su pagine bianche, pensieri incisi sulla carta da una scrittura che sembrava travolgere tutto come un'onda in piena.
Non li leggo da anni, forse da quando ho smesso di scrivere su diari di carta e sono passato alle pagine bianche digitali, ma questa mia vecchia mania di comprare penne e quaderni ancora non mi abbandona, perchè chi ha usato la scrittura come una voce dell'anima ha sempre dentro questa necessità di scrivere qualcosa, così ti ritrovi col notes per la lista della spesa pieno zeppo di appunti e osservazioni di altro genere, la lista di ingredienti di una ricetta intervallata dalla trascrizione racconto del sogno fatto la sera prima.
Le cose diventano veramente inutili quando le viviamo come fossero delle palle al piede, zavorre fisiche che hanno il potere di frenare la mente.
Ecco, quelle sono le cose di cui cerco sempre di liberarmi.
Asa Ashel: grazie della tua risposta così ricca e dettagliata. Concordo molto su "Le cose diventano veramente inutili quando le viviamo come fossero delle palle al piede, zavorre fisiche che hanno il potere di frenare la mente". C'è una mia amica che dopo tanti anni é riuscita a buttare via le lettere della madre morta. Per lei effettivamente erano diventate un peso sia fisico che psicologico e il suo benessere ha avuto dei vantaggi. Non se n'è mai pentita.
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