giovedì 3 agosto 2017

pro e contro

Un giorno, quando ero in Italia, e' venuta a trovarmi un'amica con tre figli. La sorpresa però è stata che quando e' arrivata i bambini erano quattro. 
- Ho preso in prestito l'amichetta di mia figlia così giocano un po' insieme e la smette di annoiarsi.
Praticamente mi faceva intendere che la mamma dell'altra bambina aveva fatto un enorme favore a lei lasciandogliela portar via per tutto il pomeriggio.
Ecco, qui funziona esattamente al contrario: il favore, enorme, lo fa sempre la persona che lascia il figlio a casa di qualcun altro. E' un favore così enorme che non si chiede praticamente mai, è come chiedere a qualcuno di fare da babysitter gratis. Tante volte, mi è capitato di offrirlo, per lo stesso motivo della mia amica e la risposta e' sempre stata entusiasta, anche se poi raramente si e' concretizzata. 
Ho spiegato alla mia amica che qui e' tutto più complicato in questo senso. Se vuoi che tuo figlio giochi con un bambino della sua classe o un vicino di casa, devi sondare il terreno a voce (capire se i genitori sono dei pazzi e se hanno armi in casa per esempio...), mandare mille messaggi, pianificare un sacco di tempo prima e poi spesso questo agognato incontro non avviene mai. Il modo piú semplice per farli socializzare al di fuori della scuola quando sono piccoli, è iscriverli a qualche attività o andare al parco e vedere cosa succede. 
Una volta un'amica americana mi chiese per favore di far provare a suo figlio che andava alle medie a far da babysitter a Joe. Così un giorno lo lasciai lì giusto per un'oretta, avevo una visita medica: mi toccò pagare il ragazzino su richiesta della madre. 
A me la maggior parte delle volte sembra del tutto ovvio, ma qui il confine fra favore e sfruttamento è labilissimo. Per questo interazioni normalissime come questa anche fra vicini di casa -mi innaffi il giardino, dai da mangiare ai gatti, mi presti un po' di sale...- risultano sempre piuttosto imbarazzanti. Nessuno accetta di essere pagato, ma se non paghi hai paura di rompere le scatole e allora ti arrangi da solo e finisce che con i tuoi vicini non hai molto a che fare e il problema è che cosí viene a mancare non tanto il favore quanto lo scambio sociale. Proprio stamattina, ho accompagnato una vicina di casa all'aeroporto e ha cercato di pagarmi. Ma per la miseria... un favore è un favore, se si paga che favore è?
- Oh no...Ti prego dimmi qualcosa che mi faccia venir voglia di vivere lì!
Mi chiede la mia amica italiana dopo questa spiegazione. 
Beh...in quel momento non mi è venuto in mente nulla. Solo tanta, tantissima, nostalgia del modo di fare italiano.
Poi il giorno dopo avevo bisogno di prendere un treno. La stazione è dietro casa dei miei, faceva caldo e mi sembrava logico andarci in bici, ma mi hanno consigliato di lasciare perdere che rischiavo di non trovare più la bici al ritorno. Se vuoi stare tranquillo c'è un deposito ed e' gratuito, ma devi iscriverti e non vale la pena per usarlo solo una volta. 
Questa forse è una cosa che avrei potuto rispondere alla mia amica: l'idea di non poter lasciare la mia bicicletta due ore legata con la catena per paura che me la rubino mi fa venire voglia di scappare perché è una piccola cosa che racconta una mentalità che mi fa abbastanza schifo. Qui in Texas, al di fuori dei ghetti e poi anche lí non saprei -in fondo è il paese del free refill...- nessuno ti ruba nulla. In tutti questi anni, non è mai successo a me o a nessuno che conosca. Però questo è tutto quello che ho trovato pensandoci. Una serie di comodità e funzionalità che alleggeriscono di molto la vita a discapito della genuinità dei rapporti umani. Meh.

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