domenica 30 luglio 2017

le regole della convivenza fra esseri umani

Il viaggio di ritorno dunque è andato male. 
Volete sapere quanto male?
Abbiamo cominciato con un ritardo di un'ora e mezza sul primo volo, però abbiamo anche trovato l'impiegato del check-in più simpatico e gentile che si sia mai visto. Nonostante la coda e la gente di malumore era sorridente e rilassato. Ha anche fatto mettere Joe dietro al bancone per fargli provare l'ebbrezza di premere il pulsante che fa sparire le valigie. Valigie incredibilmente sottopeso, nessun contrattempo. Così abbiamo cominciato la lunghissima attesa dell'imbarco. A un certo punto, ho chiesto a una persona che lavora all'aeroporto se c'era un'area dove far giocare i bambini. Mi ha risposto che secondo lei i bambini possono giocare ovunque, basta che i genitori non li perdano di vista. Senza sarcasmo o antipatia, questa è stata la sua risposta in tutta serietà. Va bene, mica tanto.
Poi si e' verificato il primo problema. Un imprevisto, un bagno troppo lontano, tempi calcolati male nell'emozione degli addii e mi sono ritrovata a correre al gate con l'ansia immotivata di perdere l'aereo che invece avrebbe sommato addirittura un'altra ora e mezza di ritardo all'ora e mezza iniziale. Però tu che ne sai in quel momento, l'emotività fa brutti scherzi. Arriviamo trafelati al terzo controllo passaporti. Suppongo ci siano controlli rinforzati per i passeggeri che si recano negli Stati Uniti, file infinite, e io ho fatto l'errore madornale, evidentemente, di chiedere alla guardia doganale di fare in fretta per favore che siamo in ritardo, viviamo lì e ci hanno gia' controllati, perquisiti e tutto almeno due volte.   
Il tipo non si scompone. Guardi, un minuto in piu' o uno in meno, non cambia nulla.
Non so se avete presente come operano le guardie doganali, sono chiuse dentro a dei gabbiotti di vetro, tipo portinai. Ecco, dal cubo di vetro accanto, un'altra guardia che non c'entra assolutamente nulla con noi, assiste alla scena, smette di controllare i suoi passaporti nonostante le file interminabili e comincia a sbraitare nella mia direzione. Proprio così, sbraita.
Urla parolacce. 
L'unica frase che ricordo con chiarezza perchè l'ha ripetuta diverse volte e' non rompere i coglioni, fai star fermi quei bambini e non rompere i coglioni. Io, come tutti posso anche essere una gran rompicoglioni ogni tanto, ma nessuno me l'ha mai detto. L'ho realizzato in quel momento: nessuno nella vita mi ha mai detto questa frase neanche in un litigio. Che me l'abbia detta una persona in divisa urlando in un aeroporto davanti a centinaia di persone fra cui i miei figli, mi ha abbastanza traumatizzato, devo dire tanto e' vero che sono passati tre giorni e ci sto ancora pensando. 
Woody e' troppo piccolo e sicuramente non ha capito nulla, ma ho avuto paura che Joe si spaventasse. Sentire un omone in uniforme che urla così a tua madre, è angosciante, non è normale. 
Se per caso vi state chiedendo quale sia stata la mia reazione: nessuna. L'unica cosa che stavo pensando in quel momento era raggiungere il mio imbarco. Non oso immaginare cosa mi avrebbe potuto fare passare un tipo del genere, se avessi risposto. I suoi colleghi non hanno battuto ciglio, forse per loro è normale trattare la gente così. La priorità era mettersi al sicuro e tornare a casa. 
Solo una volta seduti in aereo, ho cominciato a pensare a questa cosa. Ripeto, la mia prima preoccupazione era ed è Joe. E' capace, e lo ha fatto mille volte, di non dire nulla al momento e ritirare fuori tutta la storia al prossimo volo o in qualunque altro momento. Spero non succeda, spero non abbia davvero capito. 
Il sentimento che prevale in me, come al solito, è il senso di colpa nei suoi confronti, chevelodicoafare. Avrei dovuto risparmiargli tutto questo o almeno la corsa. Anche se ancora una volta Joe mi ha lasciato senza parole. Ci sediamo in aereo e prima che abbia la possibilità di commentare l'accaduto, mi dice:
- Mamma, grazie che mi hai fatto fare un po' di esercizio prima di stare seduto tante ore nell'aereo.

Magone. Come fa ad avere un animo così gentile? O forse si fida a tal punto di me da pensare che abbia sempre tutto sotto controllo? In entrambi i casi...magone.

Il resto del viaggio, ha continuato a fare schifo, ma niente di interessante, solo altri ritardi, mal d'orecchi lancinanti e turbolenze a più non posso. Il cibo invece era insolitamente buono e fresco. Il personale gentile. Il viaggio di andata era filato liscio come l'olio. Voglio dire, a volte le cose funzionano. E' che c'è sempre il rischio che qualcosa vada terribilmente storto durante questi spostamenti. Tipo ritrovarsi in una situazione kafkiana come questa in balia di un impiegato deficiente che ti prende a parolacce senza motivo. 
Non c'è niente da fare tutto ciò che ha a che vedere con gli aeroporti esula dalle regole della normale convivenza fra esseri umani e per qualche incomprensibile motivo ben pochi ancora oggi se ne stupiscono.

4 commenti:

La perfezione stanca ha detto...

Si, ok, possono succedere imprevisti e si incontra sempre la quota fisiologica di stronzi. Ma il senso di colpa perché? Non era sotto il tuo controllo impedire che l'impiegato stronzo sclerasse, non era sotto il tuo controllo il ritardo degli aerei e capita a chiunque di fare tardi e dover fare una corsa. Se posso, e mi scuso in anticipo per l'ardire, smetti di sentirti in colpa così anche joe può smettere di doverti rassicurare. Sai, i bambini si accorgono della tua paura e del tuo sentirti in colpa. Sii serena, lavora su quel senso di colpa immotivato. Sei una mamma fantastica, se glielo chiedi scoprirai che anche i tuoi figli lo pensano. E soprattutto, ricordati che non devi essere perfetta, che le mamme sbagliano, come tutti, e i figli si divertono un sacco con le mamme sbaglione e che tu non puoi controllare tutto. Quando te ne sarai convinta sarà tutto molto più tranquillo. Ti abbraccio forte forte forte. Sempre tutta la mia ammirazione.

nonsisamai ha detto...

Mah?! Quindi mi stai dicendo che la perfezione stanca? ;)
Scherzi a parte, grazie per questo commento, ci penserò molto bene, soprattutto al fatto che lui mi dica queste cose per rassicurarmi. È che non mi piace farmi vedere troppo emotiva da loro. Vorrei che avessero l'impressione che le cose siano sempre sotto controllo e risolvibili. Purtroppo non sempre è così, hai ragione. E poi io sono emotiva in generale, non posso stravolgere la mia personalità più di tanto e non posso nemmeno sentirmi perennemente in colpa.

La perfezione stanca ha detto...

😂😂😂proprio così! E ci ho dovuto lavorare un sacco, per dire forte la perfezione stanca.

Marica ha detto...

Mi spiace Nonsi.... davanti ai nostri figli rappresentiamo tanto, ed essere trattate cosi, in modo immotivato, non e' "costruttivo".
Ma ormai e' andata. Joe ha un animo sensibile, e sicuramente sa che non e' certo colpa tua, ma il tipo aveva le scatole girate.