lunedì 21 dicembre 2015

pull gently and it won't jam

Qualche giorno fa Ms. Guorton ci ha lasciato. Ho passato le ultime settimane cercando di capire cosa le stesse succedendo, ma non e' stato semplice. Lei non riusciva piu' a rispondere o a parlare al telefono. Lasciavo messaggi nella sua segreteria, ma nessuno mi richiamava. Ogni tanto riuscivo a mettermi in contatto con qualche familiare che tagliava corto e, con grande gentilezza, mi diceva sempre che stava bene. Io rispondevo solo va bene, per favore dille che le voglio bene e che penso a lei tutti i giorni. Qualcuno mi ha chiesto se mi faccia soffrire non averle potuto dire addio. Assolutamente no. Credo che un addio ci sia stato e che lei non volesse condividere con me questa parte del suo percorso. Rispetto questo suo pudore che per altro e' perfettamente coerente con il modo in cui ha vissuto e ha impostato anche il nostro rapporto. 
Certo, qualche volta mi sono chiesta il perche' di questa esclusione da parte delle persone che sono subentrate ad aiutarla nella fase finale della sua vita. Potrebbero esserci varie spiegazioni. Forse mi dicevano che stava bene per questo bizzarro spirito combattivo/ottimistico americano che non fa ammettere un risultato negativo nemmeno di fronte all'evidenza. Forse non avevano voglia di parlare e lo posso capire benissimo. Forse non sapevano chi ero e quanto sia stata vicina a Ms. Guorton negli ultimi anni. Io proprio non lo so, fatto sta che bene non stava. Uno che sta bene non sta morendo, per la miseria. 
Noi espatriati formiamo spesso delle bellissime famiglie elettive per forza di cose, ma per la prima volta mi sono resa conto di quanto questi legami siano fragili di fronte alla legge e alle situazioni piu' estreme. Forse chi e' contrario ai diritti civili per le coppie omosessuali, non si e' mai dovuto trovare ad affrontare una cosa simile. Ma non divaghiamo.
E' dura. E' dura pensare che una persona che faceva parte del mio quotidiano, una persona con cui avevo delle splendide conversazioni e con cui ridevo non c'e' piu'. E' dura pensare che una persona cosi' piena di vita, che ha amato la vita fino all'ultimo momento, questa vita non ce l'abbia piu'. E' dura anche dover dire a Joe che la sua maestra preferita, non verra' piu' a trovarci. Sono passati parecchi giorni e non sono ancora riuscita a trovare le parole, ma lo faro' perche' dentro di me, c'e' la netta sensazione che sia giusto farlo questo sforzo. 
Joe aveva fatto per lei una piccola decorazione per l'albero di Natale che le abbiamo spedito. L'ultima volta che mi ha telefonato e che abbiamo avuto un dialogo piu' o meno normale, mi ha chiesto di dirgli che le era piaciuta molto e che aveva un posto speciale sull'albero di Natale che aveva nella sua camera.
- Ms. Guorton ha un albero di Natale in camera sua? Che bello!  
Ms. Guorton mi manchera', ci manchera'. 
Un po' meno a scuola, magari. Quando sono li' sento la sua presenza, il suo spirito e' rimasto li'. Mi sembra di vederla, di sentire la sua voce. Ho tanti di quei bei ricordi che mi fanno sorridere. L'altro giorno a scuola, ad esempio, mi e' venuto in mente un aneddoto insignificante, ma cosi' perfetto. 
Una volta hanno cambiato il distributore di asciugamani di carta nella sala insegnanti e tutti hanno cominciato a lamentarsi perche' si inceppava sempre. Un giorno lei ha preso un piccolo foglio giallo e ha scritto con la sua bella calligrafia da maestra pull gently and it won't jam, tira piano e non si inceppera'. E sapete cosa e' successo? Che ha smesso di incepparsi. Perche' la gente leggeva quelle parole immaginando la sua voce calma e ferma e non strappava piu'. Lei era cosi', aveva questo effetto sulle persone, non solo sui bambini. E non seguiva mai la massa, pensava sempre con la sua testa e andava avanti per la sua strada. Aveva un modo di risolvere i problemi che era solo suo e non si lamentava mai, almeno non delle cose serie perche' per il resto era una gran brontolona. Si lamentava di mille inezie che a nessuno davano fastidio. Una volta si lamentava che il pavimento era troppo duro, non potevo crederci, aveva superato il limite. Poi, pero', l'anno scorso, quando non stavo bene mi e' tornata in mente quella lamentela. Se hai determinati dolori e ti tocca camminare tutto il giorno, la durezza del pavimento la noti eccome. Giudichiamo sempre, ma poi ci proviamo a metterci nei panni degli altri?
Domani ci sara' il suo funerale. Sara' bello, spero, avere un breve momento di pace da dedicare solo a lei. E' assurdo, ma in questo momento per me anche questo e' un lusso. La vita mi chiama e mi assorbe come e' giusto che sia con due bambini piccoli e non ho il tempo materiale di farmi troppe domande. 
E' andata cosi' ed e' triste, ma come lei stessa mi ha ricordato verso la fine, abbiamo vissuto un sacco di cose insieme e mi sono accorta di averle detto davvero tutto quello che volevo dirle. 
E questo in fondo e' meraviglioso.   
Che la terra ti sia lieve, amica mia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Lacrimuccia... <3

Zion ha detto...

ho il magone. Splendida elegia.

Anonimo ha detto...

anche io il magone
valeriascrive

Anonimo ha detto...

Tristezza, ma anche dolci ricordi pieni di lei, e di voi insieme.
Carla

Bulut ha detto...

Grazie per aver scritto di Miss Gourton, che non potevo conoscere, e conosco solo con le tue parole.
Mi piace particolarmente l'aneddoto che hai raccontato.
Deve essere stata una persona ottima.

Ti abbraccio.

Anonimo ha detto...

Suppongo si chiami Gwarton.