lunedì 2 giugno 2014

l’ultimo giorno di scuola

E cosi’ e’ finito un altro anno scolastico e ogni volta e’ la stessa emozione, la stessa sottile malinconia soprattutto a proposito degli studenti piu’ grandi, quelli che non torneranno dopo l’estate. L’ultima lezione con loro finisce ogni anno nello stesso identico modo. Che io ho il nodo in gola, mentre loro chissa’ a cosa stanno pensando.

Ti danno sempre l’idea di voler essere da qualche altra parte i ragazzini di quell’eta’. Attraversano questa specie di vortice emotivo che li rende allo stesso tempo felici, tristi, preoccupati per il futuro e molto altro ancora. Sembra che il mondo gli ruoti intorno senza soluzione di continuita’, senza priorita’, soprattutto negli ultimi giorni di scuola.

Loro non lo sanno, ma qualche volta mentre ti parlano ti perdi un attimo nei ricordi e li rivedi piccoli piccoli com’erano quando li hai conosciuti, all’inizio delle elementari o addirittura all’asilo.

Durante l’ultima lezione ho fatto qualcosa che per mancanza di tempo, non faccio mai. Ho cercato di farmi raccontare un po’ come stanno, di parlare di quello che abbiamo studiato in questi anni, di capire che cosa si porteranno a casa di tutte queste lezioni di arte. E poi senza pianificarlo ed in realta’ senza nemmeno rendermene conto, ho finito per dargli dei consigli. Proprio io! E’ che li vedi cosi’ imprepararti alla vita che ti viene spontaneo cercare di mettergli a disposizione quello che sai, quello che ti e’ costato fatica imparare per evitargliela quella fatica, se e’ possibile.

Cercate di andare a ogni singola mostra in citta’ giacche’ abbiamo solo un paio di musei qui a Dallas e guardatevi sempre bene intorno, anche quando andate al centro commerciale. Nei centri commerciali di Dallas c’e’ piu’ arte che in un sacco di musei in giro per il mondo. Stella, Leger, Warhol…cose di cui abbiamo parlato. Ci avete mai fatto caso? E’ arte anche quella li’ ed e’ gratis e non vi richiede nessuno sforzo, basta aprire gli occhi. Anche se andare in un museo puo’ sembrarvi noioso a volte, fatelo lo stesso perche’ in mezzo a tutta quella roba, ci sara’ di sicuro qualcosa che vi colpira’ e vi dara’ da riflettere a lungo e vi arricchira’ l’anima. Qualcosa che potrebbe offrirvi delle risposte o delle domande o in un certo senso definirvi come esseri umani, indipendentemente dal lavoro che finirete per fare.

Gli ho restituito quasi subito la parola. Fingevano di ascoltare in modo decisamente maldestro quel giorno. Pero’ forse e’ giusto lo stesso farli certi discorsi. Tu parli, loro non ascoltano, fanno quello che gli pare nella vita e poi magari un giorno fra vent’anni quella cosa la capiranno da soli e penseranno ma perche’ nessuno me lo ha mai detto? E solo allora forse gli torneranno in mente le tue parole e si diranno che evidentemente dovevano sbatterci la testa da soli. Proprio come e’ successo a te.

Ma si, andra’ cosi’. Dopo tutto sulla lavagna, prima di andare via, mi hanno scritto we will always remember you.

Eccolo li’ il nodo che ritorna.

1 commento:

Solare ha detto...

Sembri davvero una brava insegnante, provero' a seguirlo anch'io il tuo consiglio ma qui nei centri commerciali di arte proprio non ne vedo a meno che non si consideri tale anche la moltitudine di varia umanita' che vi circola con look a volte un po' surreali...ecco forse questo e' il movimento artistico che caratterizza questo paese: il surrealismo! Grazie che mi ci hai fatto pensare.