venerdì 14 marzo 2014

la rappresentazione della realta’

Nonostante viva all’estero oramai da diversi anni, come sapete sono ancora legatissima all’Italia in tutti i sensi. Seguo abbastanza la politica italiana e di tanto in tanto mi piace anche farmi del male guardando programmi di approfondimento come Piazza Pulita o Servizio Pubblico.

Ecco. Notavo che non c’e’ puntata in cui sia assente il servizio con la vecchietta che rovista nella spazzatura o il laureato disoccupato alla mensa dei poveri.

Qui tutta questa retorica della poverta’ con tanto di colonna sonora strappalacrime nei programmi giornalistici non la vedo. In realta’ non la vedo proprio da nessuna parte.

E allora mi chiedo perche’. Non ci sono i poveri qui? Figuriamoci. C’e’ sicuramente piu’ poverta’ e degrado qui che in Italia. La famosa forbice americana fra quelli che stanno bene e quelli che affondano. Eppure non c’e’ interesse a raccontare la realta’ in questa maniera. Ci sono campagne pubblicitarie e programmi che parlano di queste problematiche, perfino di come salvare gli stessi bambini americani dalla fame, voglio dire, le cose si sanno, ma non c’e’ la retorica, l’autocommiserazione.

Non e’ che vederci in quel modo, continuamente, giorno dopo giorno, non ci aiuta?

E’ solo una riflessione, una cosa che ho notato e che volevo condividere con voi.

6 commenti:

el ranchon ha detto...

Non ci aiuta sicuramente...come non ci aiuta ripetere continuamente che c'è la crisi, il degrado morale, che va tutto a rotoli. Non é utile nemmeno criticare sempre e a priori, polemizzare e lamentarsi senza proporre o agire. Non so se siamo stati sempre così ma credo che questo atteggiamento favorisca solo chi ci vuole spaventati per non pensare e fermi per non criticare. Ognuno di noi ha potere e sicuramente il diritto di sognare e crederci e dirselo aiuta ad essere piú uniti e forti. Il discorso è lungo ma io alla crisi credo poco almeno quella che ci vogliono raccontare...

Unknown ha detto...

Purtoppo alla maggior parte degli Italiani piace piangere, piangere e piangere.. Poi in realtà (come sempre ) quelli che piangono stanno meglio di tutti. E' una cosa che non ho mai sopportato. Concordo con te!

Isa ha detto...

Sono d'accordo con tutti voi. Ho notato che qui in USA si concentrano più sul futuro che sul passato/presente. In Italia sono tutti bloccati a descrivere il presente paragonandolo al passato, cercando colpevoli, intessendo processi (esclusivamente al bar o in TV, nei tribunali non funzionano). Gli americani invece pubblicizzano molto le varie iniziative a disposizione, non solo per la povertà ma anche in tutte le sfere della vita di una persona. In America è tutto concentrato sul miglioramento personale (sfamarsi, studiare, trovare Un lavoro migliore, comprare una auto più bella, un servizio migliore,...). L'Italia è ferma in una celebrazione storica del passato, con piagnistei sul presente. È deprimente.

Luciano ha detto...

Ho seguito diverse campagne elettorali in cui ognuno diceva, in sintesi: "votate me perché l'altro fa schifo". Un po' tutti i partiti cercano di alimentare il malcontento e incanalarlo per prendere voti. E le trasmissioni li accompagnano su questa strada.
Non so da quelle parti, ma di qua se un comune cittadino (al di fuori, quindi della politica) si mette in testa di pensare in maniera positiva e di fare qualcosa per migliorare la propria situazione o per il bene comune, viene solo criticato e soprattutto ostacolato. Non ripeto per l'ennesima volta che di questo ho esperienza.
Comunque questa negatività a me non è nuova, le prime persone che ho conosciuto che vivevano lamentandosi senza mai fare nulla di positivo erano i miei genitori.
Ultimamente però trovo che l'Italia si sia molto imbruttita. Sto vedendo sempre di più comportamenti da incivili ogni giorno. Ogni giorno questi comportamenti aumentano. Penso che si stiano sentendo fortemente gli effetti della fuga dei cervelli. Abbiamo perso le menti migliori, le persone più educate e civili.

italo-lombardo ha detto...

A Milano si parla solo di crisi. A Glasgow mai, pur essendo piu' povera di Milano.

ciacco29 ha detto...

IO non sono brava nelle questioni sociologiche e non sono nemmeno molto politically correct, ma se posso aggiungere i miei due spiccioli alla discussione, direi che l'abitudine a lamentarsi e a buttare tutto in tragedia fino ad arrivare alla farsa, è strettametne connessa al fatto che, in genere, chi si lamenta incolpa solo gli altri della sua situazione.
Ecco la lamentela vale, generalizzando, come una mancata assunzione di responsabilità da parte del singolo per la sua personale situazione, prima ancora e spesso a prescindere, da quella generale.
E infatti si lamentano tutti, anche quelli che non ne avrebbero ragione chè così, siccome tutto fa schifo, schifo per schifo, perchè mi devo impegnare?
(e l'ho messa giù dura, eh, anche troppo visto che fortunatamente non è tutto così)