mercoledì 26 febbraio 2014

la nostalgia del cibo e jimmy’s

IMAG7402Non so dirvi esattamente perche’, ma prima di trasferirmici mi ero fatta l’idea che Dallas fosse un po’ come una di quelle grandi citta’, dove quasi devi scansarli gli italiani. Ecco, ho imparato presto che invece non e’ cosi’, tutto il contrario piuttosto. Niente quartieri italiani e anche di italiani in se’ ce ne sono pochissimi e sono per lo piu’ di passaggio. Non c’e’ un punto di ritrovo organizzato e se vi dicono che c’e’ non ci credete troppo.

Dopo un po’ di tempo qui, hanno cominciato a mancarmi tantissimo non solo le persone, ma anche gli odori, i sapori. Mi mancavano i panifici da morire, ad esempio, forse quello piu’ di tutto e ancora adesso. Non sapevo che la nostalgia del cibo potesse essere cosi’ struggente. Ho scoperto presto che a Dallas ci sono diversi posti dove vendono alcuni prodotti italiani, ma anche che le cose davvero italiane e davvero buone le trovi solo, ogni tanto, in un certo supermercato downtown, che tutti chiamano  Jimmy’s.

La prima volta, mi ci porto’ un’amica italiana che si era trasferita qui qualche anno prima di me e che per un po’ mi aveva fatto da guida con l’aria benevola e la pazienza di chi ci e’ gia’ passato. Cerco’ subito il legendario Jimmy in persona per presentarmelo, ma non trovandolo provo’ goffamente a intavolare una piccola conversazione con uno dei suoi figli. Non ando’ molto bene perche’ da Jimmy che tu sia un italiano pieno di senso di riconoscenza e puro amore per quel luogo o un qualunque cliente di passaggio, non sembra importare molto. Insomma, a tutti gli italiani malinconici come me che una volta ogni tanto si concedono il lusso di una gita fra quei corridoi disordinati, conviene contenere la voglia disperata di attaccare bottone e forse e’ anche un bene, cosi’ ci si puo’ lasciare trasportare dal viaggio spazio temporale che si compie appena si mette piede la’ dentro con la giusta concentrazione.

Le uova di Pasqua, il panettone, il cotechino, i kinder, le Golia, l’orzata, la Simmenthal, i Pan di Stelle, il lievito Bertolini, i Sanbitter, la pasta artigianale, la mozzarella, tutti gli affettati, i tarallucci pugliesi….  Ogni passo un ricordo, ogni passo un sussulto del cuore.

E compri, compri allegramente e distrattamente qualunque cosa, anche quello che in Italia non compreresti mai perche’ il solo fatto di averlo trovato, di vederlo li’, ti tocca qualcosa dentro, qualcosa di molto dolce e lontano.

7 commenti:

Sabina ha detto...

Ecco, adesso mi sono venuti in mente i panifici italiani e non riesco più a pensare ad altro! Tanta nostalgia di quel profumo di pane fresco...

nonsisamai ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

ecco questa e' una cosa che mi chiedo spesso. perche' a nessuno viene in mente di aprire qualche panificio invece dei soliti fast food? sono sicura che la gente farebbe la fila...uff

Unknown ha detto...

Ricordo la conversazione che ebbi qualche tempo fa con amici dei miei genitori, una bella famiglia del North Carolina. Che come mentalità non so se si avvicini ai texani, ma di sicuro non molto cosmopoliti. Avevano viaggiato 2 settimane in italia, in lungo e in largo, avevano mangiato il pesto a Genova, la fiorentina a Siena, le lasagne emiliane a casa dei miei. Ho chiesto quale fosse il cibo più buono che avevano mangiato. E mi hanno risposto "gnocchi al pomodoro". Per dire, i loro gusti sono diversi. Crescono diversi. Non è detto che una panetteria farebbe tutto questo sfascio. Mi basta vedere cosa considera pane mio marito che è romano rispetto a me che sono cresciuta a Modena. Nei miei sogni di fuga apro un'attività di cibo italiano a domicilio nell'orange county. Ma poi mi rendo conto che gli americani forse non apprezzerebbero il vero cibo italiano.
Insomma, l'america è piena di mucche, che ci vuole a fare la mozzarella?

La perfezione stanca ha detto...

Le mucche NON fanno la mozzarella, fanno il fiordilatte. La mozzarella si fa con le bufale, perciò in America non si fa. Se è per questo manco a Milano si fa la mozzarella. Però l'idea del panificio, così a occhio, secondo me è vincente. Anche gli americani sono umani!

Vanessa Peters ha detto...

Mi ricordo la prima volta che sono andata da Jimmy's, gennaio 2002, dopo aver passato 9 mesi a castiglion, ero tornata in texas solo da qualche settimana ma che sensazione di nostalgia, felicità, malinconica che mi ha portato!! Ora molto meno, ci vado più che altro perche lui ha dei buoni vini italiani a prezzi ragionevoli. :) Ma veramente, per qualche anno, Jimmy's per me era una mano da tenere molto stretto...

Rita ha detto...

Grazie a Jimmy per accorciare un po' le distanze quando si ha troppa nostalgia di casa!

Rita