mercoledì 8 gennaio 2014

l’intolleranza dell’intolleranza

E’ venuto a trovarci un amico da un’altra citta’, piu’ piccola e provinciale di Dallas. Lui e’ un artista, un intellettuale, un tipo pieno di idee e iniziative, chissa’ cosa potrebbe fare in un ambiente diverso, ma per qualche motivo che mi sfugge (e la conosco piuttosto bene quella citta’), non si sposterebbe mai e poi mai da li’.

A un certo punto ci ha raccontato che da quelle parti, come ovunque del resto, nessuno si definisce razzista, ma in questi ultimi tempi la situazione e’ peggiorata a tal punto che e’ diventato del tutto normale fare commenti apertamente razzisti. Qui, in tutti questi anni, non ho mai sentito un commento razzista del tipo a cui alludeva lui.

La mia reazione e’ stata:

- Ma tu perche’ ci parli con questi qui che fanno i commenti razzisti?

E li’ e’ cominciata la discussione che facciamo puntualmente, ogni volta che ci vediamo.

- Perche’ bisogna parlarci! E’ cosi’ che si cambia il mondo!

Ha detto proprio queste parole. E’ cosi’ che si cambia il mondo.

Bello, certo, ma no grazie. Io non ci riesco a ragionare come lui, non sono cosi’ tollerante. Mi piace molto di tanto in tanto farmi una chiaccherata casuale con qualcuno che dice assurdita’ estremiste. Mi incuriosiscono le persone lontane da me, ma da li’ a stabilirci un qualunque tipo di rapporto continuativo o a pensare di volerle o poterle convincere di qualcosa, ce ne passa. Infatti, di solito faccio l’esatto contrario di quello che fa lui: se so di essere in compagnia di un fanatico delle armi o di un fanatico in generale, cerco di non iniziare nessuna polemica perche’ mi sembra sterile scannarsi per scannarsi [--> segno di vecchiaia].

Pero’ continuavo a pensare a quelle parole. E’ cosi’ che si cambia il mondo. In fondo, mi ha dato fastidio fare la parte della cinica, visto che non credo di esserlo. Cosi’ mi sono messa a discutere della questione con un’amica texana per sentire un altro punto di vista. Innanzitutto le ho chiesto se secondo lei anche qui la gente parla in quel modo perche’ io non conosco nessuno che lo farebbe. Lei pensa che la situazione da queste parti non sia a quel livello, anche se sicuramente lo e’ nelle piccole citta’ sperdute. E poi mi ha dato da pensare anche lei. Mi ha raccontato che su Facebook un tipo che conosce e con cui e’ anche uscita qualche volta, si e’ messo a postare commenti molesti contro gli omosessuali e lei gli ha scritto un messaggio privato per spiegargli con chiarezza di non prenderla sul personale, ma che doveva eliminarlo dai contatti perche’ non era per niente d’accordo con il suo pensiero e non voleva rischiare di leggere altre cose simili in futuro. Il tipo non ha nemmeno risposto.

Ecco, io sono drastica, le volte in cui mi sono capitate cose del genere, non ci ho nemmeno pensato a dare delle spiegazioni, ho scancellato il contatto e basta. Non ci sono tante cose che mi irritano, ma se si tratta di violenza, omofobia e razzismo mi chiudo a riccio.

Mi chiedo se sbaglio (mi chiedo sempre se sbaglio). Probabilmente si’, ma forse non ho una vera scelta davanti. Qualcuno dall’altra parte mi ha scritto che anche l’intolleranza verso gli intolleranti e’ razzismo e qualcun altro invece che tollerare l’intolleranza e’ rendersi partecipi. La posizione dell’amico che vuole cambiare il mondo e’ senz’altro la piu’ alta a livello etico, ma bisogna anche fare i conti con i propri limiti. Diciamocelo: cambiare il mondo, e soprattutto attraverso la persuasione, non e’ da tutti.

Forse sono egoista o edonista o non so che, ma io penso che la vita e’ corta e che voglio passarla tutta, avendo la possibilita’ di scegliere, con persone migliori di me, con persone che mi aiutino a crescere e che mi insegnino qualcosa di buono.

Voi come vi regolate?

6 commenti:

Isa ha detto...

Grazie per la citazione, è la prima volta che compaio in un tuo post! :)

Io non ho (più?) la pazienza di convertire i fondamentalisti. Sono dell'idea che certe idee, dopo una certa età, arrivino dopo una gestazione/ragionamento piuttosto lungo, per cui non saranno 2-3 chiacchierate sull'argomento a far cambiare idea. Dovrebbe essere qualche fatto eclatante e personale (tipo una situazione di emergenza capitata al soggetto che prova l'opposto). Però credo anche che una componente fondamentale di tutte le idee estremiste sia il senso di appartenere a un gruppo "ribelle" o "rivoluzionario" o comunque "contro" il mainstream. Per questo ritengo che l'isolamento sociale sia il rimedio migliore.

Se io domani andassi in giro a dire un'assurdità e nessuno mi filerebbe, anzi, verrei isolata, molto probabilmente smetterei ben presto di dedicarmi a tale idea (a propagandarla, applicarla, viverla).

Quando si è piccoli si possono ripetere idee "a pappagallo", ma quando si è adulti e si pensavo certe cose decisamente "out", solitamente ci sono già state sufficienti occasioni di confronto in cui ci si è sentiti dire che il proprio pensiero è "out".

ciacco29 ha detto...

Credo di stare nel mezzo tra le posizioni dei tuoi amici e la tua.
Nel senso che non sfuggo ad una bella discussione con chi esprime idee raziste o estremiste.
Non lo faccio per "cambiare il mondo", perchè sono cinica e penso che il mondo non si cambia, lo faccio per me, perchè non potrei sopportare di tacere e chinare il capo per quieto vivere davanti a chi vuole fare passare per sane enormali idee aberranti.
Se però certe conversazioni non partono, non le cerco, limito al massimo i contatti con chi ha simili idee e, se posso, li evito proprio.
ps Certo che la storia della tua amcia che scrive a uno che vuole cancellare dai suoi contatti perchè lo riteine omofobico per dirgli "non prenderla sul personale" è incredibile...o solo, molto americana nel senso che tu illustri spesso.

Unknown ha detto...

Io sono come te, elimino, "scancello", taglio i contatti. L'ho fatto su fb con il marito di un'amica, in tutto e per tutto di idee radicalmente opposte alle mie, e per non leggere più quelle che io ritengo offensive assurdità, l'ho tolto dalle amicizie. Son stata conseguentemente tagliata fuori anche dalla vita dell'"amica" (sua moglie) ma ho pensato che evidentemente non era poi chissà quale legame profondo e che piuttosto che dovermi "mordere la lingua" per non rispondere a certe castronerie offensive per non creare ogni volta una discussione di pagine e pagine è stato meglio così. Credo che tanto arrivati ad una certa età, le persone non le cambi, tanto meno quelle che sembrano quasi "invasate", con le loro idee razziste, omofobe, xenofobe e compagnia bella. Un applauso al tuo amico che vuol provare a cambiare il mondo, o una piccola parte di esso, con le parole, cercando di far cambiare idea alle persone che la pensano in maniera diversa dalla sua. Io non ne ho voglia...sarò egoista, pigra, non so...guardo e passo oltre. Ho altro da fare, che farmi del sangue marcio litigando con chi, tronfio e maleducato (perché di solito pure maleducati sono...) mi dice che non capico un tubo perché non la penso come lui... Quindi ti capisco eccome!
Alessia

Luciano ha detto...

Io sono passato col tempo dalla posizione del tuo amico e dall'idea, in generale, di fare molto per cambiare il mondo (cosa a cui ho dedicato anni di vita e sacrifici) alla posizione di Ciacco, di cui potrei ripetere più o meno ogni parola. Oggi tendo più a tenere per me le mie idee e a discutere molto poco, scegliendo con chi parlare. Ma ho anche lavorato in ambienti dove le persone erano tutte con questa mentalità, razziste, omofobe e proprio di quella categoria di maleducati indicata da Alessia, che ti dicono che non capisci nulla perché non sei come loro. E quando ci lavori insieme e non puoi nemmeno dire che non la pensi come loro, pena rischiare il lavoro, puoi solo star zitto.

La perfezione stanca ha detto...

Il tuo amico è un grande, lo ammiro, ma io proprio non ce la faccio. E faccio esattamente come te. "Scancello" e via così.

MarKino ha detto...

non so. secondo me dipende dalla persona. in generale, ritengo che quando uno dice un'idiozia, sia necessario far presente che quella e` un'idiozia.
pero` fino ad un certo punto. oltre un certo limite di stubborness, l'isolamento diventa una buona pratica.
e a proposito, ho recentemente trovate questo pezzo di Tim Minchin, che cade proprio a fagiolo. :)