lunedì 6 gennaio 2014

alabama, mississippi o giu’ di li’

Vi ricordate la famosa storia divenuta poi una sorta di barzelletta, della vecchietta che ha fatto causa a McDonald perche’ il caffe’ era troppo caldo? Ecco, recentementre ho guardato un documentario (intitolato Hot coffee) e sono rimasta senza parole. Tutto quello che ci e’ stato raccontato per anni e cioe’ che la signora era alla guida mentre cercava di bere, che non si era fatta praticamente niente e che voleva solo arricchirsi, era una menzogna. Il documentario mostra le foto delle ustioni e cio’ che quella povera donna ha dovuto subire per colpa di uno stupido caffe’ e’ raccapricciante e scandaloso. Senza contare il danno morale, lo scherno e le offese di cui e’ stata vittima per il resto della sua vita a causa di quella vicenda.

Se uno va a fare una qualche attivita’ pericolosa, accetta di correre un rischio, ma se uno va a farsi un caffe’, come puo’ anche solo immaginare di trovarsi in una situazione del genere?

Dopo centinaia di proteste per quel caffe’ che sembrava uscito direttamente da un radiatore, qualcuno si ustiona. Il ristorante invece di scusarsi e risarcirlo, fabbrica e distribuisce a tutti media una verita’ completamente ribaltata in cui loro non c’entrano nulla e la vittima invece diventa una demente o alla meglio una brutta persona disposta a tutto per fare soldi facili. E l’opinione pubblica naturalmente si beve tutto. Non mi esprimo su altre questioni, ma quello che quest’azienda e’ stata capace di fare in questo caso specifico, e’ aberrante e diabolico.

Proprio pensando tutto il male possibile di McDonald, la settimana scorsa, sono finita per andare da McDonald. Lo so, la coerenza. Pero’ eravamo in viaggio, un viaggio lunghissimo, cinque stati in un giorno e ci serviva un posto in cui il piccolo Joe potesse finalmente giocare e sfogarsi un po’ dopo essere stato seduto per ore, McDonald era l’unico a portata di mano. E’ cosi’ che ti frega.

Viaggiando nel sud degli Stati Uniti, dalla Florida al Texas, si attraversa una zona che definire desolata e’ poco. Si respira un’atmosfera triste, un certo degrado rispetto ad altri stati, o almeno questa e’ stata la mia impressione superficiale di automobilista di passaggio.

Eravamo da qualche parte, Mississippi, Alabama, non ricordo, e dovevamo fermarci assolutamente. A un certo punto, attraversiamo una piazza con un Dollar tree, un Dollar Family e Food for less, uno accanto all’altro: un quartiere molto povero e anche un po’ inquietante.

Entriamo nel ristorante e mi colpisce questa gigantografia.

        

Nessuno si sente cosi’ euforico da McDonald, e specialmente in quello li’.

Andiamo direttamente nella sala giochi. La struttura e’ composta da grandi tubi di plastica colorata in cui i bambini si arrampicano, suppongo sia simile in tutto il mondo. Ci sono una decina di bambini o anche di piu’, e’ difficile localizzarli. Sono molto rumorosi, alcuni troppo grandi per giocare li’ dentro, sui dodici, tredici anni valuto ad occhio. Joe e’ felice di essere finalmente libero, ma sembra intimidito. E’ un pesce fuor d’acqua, il piu’ piccolo e l’unico non di colore. Gli altri bambini urlano, saltano e a un certo punto, lo circondano, correndo cosi’ forte intorno a lui da far vibrare tutto. Lui corre fuori, ma poi rientra. Si ficca dentro uno di questi tunnel di plastica, il piu’ alto e io comincio a innervosirmi. Non lo vedo piu’, si sentono dei colpi, delle urla, non e’ mai salito cosi’ in alto e non sono nemmeno sicura che sappia scendere. Una delle mamme tira su la testa dal telefono e senza dirmi una parola comincia a cercare anche lei di vedere cosa stia succedendo. Poi chiama i figli, uno sui sei e l’altro sui tredici e, senza mai rivolgersi verso di me o sorridere, gli dice di andare a prendere il piccolo Joe. Loro eseguono l’ordine, ma fanno anche molto di piu’. Non solo lo riportano fuori e lo aiutano mentre e’ bloccato e non sa piu’ come fare a scendere, ma gli insegnano come arrampicarsi da solo e, senza che nessuno glielo chieda lo seguono una, due, tre…mille volte su e giu’, come degli angeli custodi. Dei ragazzini eccezionali.

Qualche giorno prima a New Orleans mi ero trovata in mezzo a un’altra bizzarra situazione che coinvolgeva dei bambini sempre sui dodici, tredici anni. C’era una guardia che li stava inseguendo perche’ avevano rubato una bottiglia di Sprite, ho capito dopo, e io che mi godevo la mia passeggiata completamente fra le nuvole, mi sono trovata in mezzo alla zuffa e gli ho involontariamente permesso di scappare. Li ho visti ridere con la bottiglia in mano dall’altra parte della strada mentre la guardia gli urlava contro. Ridevano come ridono i bambini, occhioni vispi, ma domani potrebbe non essere una Sprite e potrebbe non esserci una svampita in mezzo a bloccare chi li insegue con in tasca una pistola.

Quanti modi ci sono di essere bambini.

5 commenti:

Luciano ha detto...

Ciao, bentornata.
Molto bello il comportamento di questi ragazzini. Si vede che sono buoni dentro, che non è un comportamento insegnato.
Sui Mc Donald mi attirerò tutte le antipatie del mondo...
Non fatico a credere a quanto raccontato sul comportamento vergognoso dell'azienda, e so che ogni grossa azienda si sarebbe comportata e si comporta quotidianamente in quel modo.
Però devo dire che al momento, le pochissime volte che viaggio, cerco solo mc donald per mangiare. Sottolineo, viaggio poco al momento, quindi ci vado occasionalmente. Ma per quelle poche volte non perdo l'occasione di mangiare qualcosa che mi piace molto (non voglio dire che sia sano, eh!) e che è alla portata della mia tasca (non parlatemi di ristoranti e trattorie che sono off-limits per il mio portafogli.) E io da mc donald sono allegro come nella foto, mia figlia ancora di più, che in quel gioco con i tubi è capace si passarci 4 ore filate.
Mi ricordo poi che in occasione del caso Barilla hai detto che non credevi al boicottaggio perché ci sarebbero tante aziende da boicottare, per un motivo o per un altro. E infatti poi da mc donald ci sei andata. Ma trovi che sia una situazione diversa dalla Barilla?


nonsisamai ha detto...

Ma guarda che non sei solo tu, Luciano. Se hanno così tanto successo è proprio perché hanno trovato la formula giusta. Io non lo voglio boicottare McDonald, vorrei semplicemente non andarci perché non ho nessun piacere nel farlo. Poi qui ci sono talmente tanti altri fast food che se ti viene voglia di farti un hamburger non sei certo obbligato a scegliere loro. È che loro sono ovunque e hanno quasi sempre la sala giochi per cui se viaggi con bambini magari è la scelta più se semplice. In un certo senso il disgusto è simile a quello provato nei confronti della Barilla, ma molto più profondo. Tra l'altro nel caso della Barilla ci sono state delle scuse tempestive qui solo una menzogna sapientemente orchestrata che va avanti da anni e anni ai danni di quella povera vecchietta e di tutti noi. Mi sembra tutto un altro livello di gravità. Qui si tratta di giocare con la mente dei consumatori, non capisco nemmeno come gli sia venuto in mente di farlo e come abbia potuto funzionare. Se guardassi quel documentario forse la penseresti come me. Comunque sì, i bambini adorano quel posto, è difficile dire di no.

Luciano ha detto...

Mi riprometto di guardare il documentario appena ho un pochino di tempo, anche se il mio inglese non mi permette ancora di seguirlo per bene (sarà un buon esercizio). Intanto ho visto il trailer, ma dice proprio poco.
Purtroppo temo che questo sia il comportamento quotidiano di tutte le multinazionali, chissà quanti inganni subiamo ogni giorno e non arriveremo mai a scoprire. E questo non significa che le piccole imprese abbiano più etica, non possono arrivare a questi livelli perché non ne hanno il potere ma anche nel piccolo c'è tanto tanto marcio.
E' poi molto interessante quel che mi fai notare, che nel caso Barilla ci sono state scuse tempestive e nell'altro una vergognosa messa in scena a danno di tanta povera gente e soprattutto di una persona. Mi chiedo però se non sia solo una scelta strategica e se anche Barilla non avrebbe fatto lo stesso avendone la possibilità e la convenienza.
Temo che se vedessimo la storia di ogni prodotto che compriamo non potremmo comprare più nulla.
Ah, ti do anche un'informazione che forse può essere considerata una bella notizia: nella mia città d'origine non c'è un McDonald e non ne trovi uno nel raggio di 60 Km, hanno provato ad aprirne uno nella città vicina ed è fallito (l'unico fallimento della famosa multinazionale di cui ho notizia). E' perché lì puoi trovare tante cose buone da mangiare, sane, preparate sul momento e agli stessi prezzi. Dove vivo ora questa scelta non c'è, mangiare fuori è un lusso.
Ti auguro un anno ricco di buoni piatti. Come sta andando la pizza fatta in casa?

La perfezione stanca ha detto...

Non è l'unico fallimento di macdonalds. Qui a Napoli, Italia, ne aveva aperti parecchi, direi una diecina. Ma hanno chiuso tutti tranne 2. Uno in città e uno sulla tangenziale. Tiè! Lo street food lo abbiamo inventato noi e gli hamburger non rientrano nella categoria. La storia della vecchietta non la conosco, mi informerò.

nonsisamai ha detto...

luciano: benissimo! finalmente ho capito come migliorarla (e' una questione di temperatura ho scoperto...) solo che ieri ho acceso il forno dimenticandomi di averci messo la pasta della pizza a lievitare e ho fatto accidentalmente il pane...l'ho detto che sono fra le nuvole :))

per quanto riguarda il discorso del cibo, qui e' il contrario: costa meno mangiare fuori, e' per questo che ci sono tanti obesi soprattutto fra i poveri.

laperfezionestanca: non mi far pensare al ben di dio che ho mangiato a Napoli, ci credo che da Mcdonald non ci va nessuno! :)