lunedì 23 dicembre 2013

di cieli e prigioni

IMAG5178 

Questo è senza dubbio il secondo tramonto per spettacolarità che abbia mai visto. L'altro è insuperabile perché è conservato solo nella memoria. Eravamo in macchina da ore e da ore osservavo il cielo che lentamente preparava il suo tripudio. Mi ero appisolata un attimo. Quando riaprii gli occhi vidi il mondo completamente inondato da una luce che non pareva di questo mondo. Sono fenomeni che durano pochi minuti, così ci  fermammo lì dov'eravamo senza nemmeno sapere con precisione dove eravamo. A occhio e croce, da qualche parte in Texas, in mezzo al nulla. Ecco, venne fuori che fra tutti i luoghi in cui saremmo potuti capitare, ci eravamo fermati a guardare il paesaggio proprio all'ingresso di una prigione. Arrivo' subito una guardia, giusto il tempo di scattare questa foto.
L'ironia della sorte a volte. La massima idea di libertà e la massima idea di mancanza di libertà una accanto all'altra.

2 commenti:

Brothers Project ha detto...

E se per una volta provassimo a guardare tutto sotto un'altra ottica ?
I grandi spazi, come questi, a volte possono dare un senso di paura e smarrimento. Una prigione invece , la nostra, quella che ci creiamo in piccoli spazi, puo' essere il cielo piu' caleidoscopico e imponente... e magari poi scendere il gradino tra il nostro rifugio e quel cielo ''vero'' ci ossessiona.

Federica ha detto...

effettivamente è un tramonto che lascia a bocca aperta! io nel mio cuore ne ho uno bellissimo visto tra le dune del deserto libico!