mercoledì 2 ottobre 2013

viva la vida

Mi e’ sempre capitato che la gente mi chiedesse come insegnante di arte o anche nei lavori che facevo prima perche’ un tale artista e’ importante rispetto agli altri e ogni volta ci sono diverse considerazioni da fare, ma in certi casi non ci sarebbe nemmeno bisogno di una spiegazione, il motivo e’ del tutto lampante secondo me.
Prendiamo Frida Kahlo, ad esempio.
Oggi con i bambini di prima abbiamo fatto uno dei quadri piu’ felici di Frida. Si intitola Viva la vida ed e’ una natura morta di angurie. Mi sembrava perfetta per fargli vedere i colori complementari all’opera per cosi’ dire. Normalmente mostro il quadro e faccio piu’ che altro parlare loro, ma mi e’ sembrato giusto fargli vedere anche uno dei suoi famosi autoritratti e raccontargli almeno un paio di cose su Frida come il fatto che ha avuto una vita difficile e che a un certo punto e’ stata costretta addirittura a dipingere i suoi quadri sdraiata a letto.
Una bambina riccettina ha cominciato a sbracciarsi.
- Lo so! Lo so!
- Ma non ho fatto nessuna domanda...
- Ma io lo so gia’! E’ esattamente quello che e’ successo a Lady Diana!
L’ho gia’ detto che li adoro vero?
Allora. Il lavoro era semplice. Dovevano solo comporre delle angurie e mischiare ognuno il suo verde.
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Frida Kahlo, The Reconstructionist
C’e’ questa bambina che ha davvero tanti problemi. Abbandonata dai genitori, tirata su dai nonni, dislessica, ma nella mia classe e’ felice ed e’ talmente brava e ben disposta che non ho mai notato che ci fosse nulla fuori posto. Quest’anno pero’ purtroppo la sua insegnante di sostegno arriva proprio durante le mie lezioni e ogni volta e’ un dramma. 
Appena capisce che deve andarsene diventa paonazza ed e’ come se la sua faccia crollasse. Diventa lunga lunga e le sparisce il sorriso.
C’e’ una cosa del lavoro di insegnante che odio. Il fatto che a volte vedi proprio il trauma di un bambino in diretta, nel momento in cui sta succedendo. Te lo immagini quasi mentre lo racconta allo psicanalista fra vent’anni, ma non puoi fare assolutamente nulla per impedirlo perche’ e’ la vita e va cosi’, non c’e’ niente da fare. Cosi’, ho assistito a quel moto di ribellione, ma anche di impotenza che mi ha spezzato il cuore potendo solo prometterle che avrebbe potuto finire il suo lavoro in un altro momento, anche se non sarebbe stato lo stesso e sapevo benissimo che il fatto di essere portata via nel bel mezzo dell’unica attivita’ in cui riesce davvero bene, le sarebbe sembrato incomprensibile e l’avrebbe fatta sentire diversa e peggiore di tutti gli altri bambini.
Prima di andare via, mi ha chiesto solo una cosa, con le lacrime agli occhi:
- Mi scrivi il suo nome per favore?
- Il nome di chi?
- Della signora con i fiori in testa. Voglio scrivere il suo nome.
Guardo il suo foglio e vedo che invece di seguire le mie indicazioni aveva fatto un bellissimo ritratto di Frida. Forse sono troppo sentimentale, ma io sono davvero convinta che quella bambina ci abbia visto qualcosa di speciale in quello sguardo un po’ torvo e in quei colori brillanti. La sofferenza riconosce la sofferenza e la bellezza riconosce la bellezza. 
Per una donna le opere di Frida sono una sorta di specchio dell’inconscio. Avvicinandosi un po’ a lei, credo sia piuttosto difficile non solo non amarla, ma in un certo senso volerle proprio bene, come si vuole bene a qualcuno che si conosce o alla parte piu’ fragile e tragica di se stessi.
Ricordo che una volta portavo in giro un gruppo di visitatori dentro sua mostra a Milano e mentre spiegavo un quadro, una donna scoppio’ a piangere. Io ero giovane e forse non avevo gli strumenti per capire del tutto quelle lacrime, ma poi quando e’ stato il mio turno di piangere Frida e’ stata li’ anche per me, come una sorta di angelo custode con le sue parole e le sue immagini.
Viva la vida.

11 commenti:

Luciano ha detto...

Viene da piangere anche a me. E non pensando a Frida Kahlo.
Ma insomma, che sostegno si pretende di dare a una bambina trattandola in questo modo?
Per quale assurda regola deve interrompere con tutta questa sofferenza un'attività così indicata, formativa per lei, per fare magari qualcosa di studiato e teorizzato da chi non la conosce davvero?
E non è giusto toglierle l'occasione di mostrare agli altri quel che vale quando può esprimerlo.
E l'ho fatto anche io l'educatore (d'accordo, nel volontariato e non come professione) e anche dove ci sono regole e strutture rigide ho visto che se il vero obiettivo del lavoro è la crescita del bambino, come deve essere, a volte alle regole si deroga un po'.
Scusa se non ho saputo trovare le parole giuste, ma ci ho pensato tanto per non scrivere niente di aggressivo o volgare. E adesso non vedo neanche più quel che scrivo perché sto piangendo davvero. In una sola parte di un articolo hai comunicato un tornado di sentimenti (per usare una parola azzeccata in Texas). Immagina con tutto quel che scrivi.

nonsisamai ha detto...

ti ringrazio molto Luciano per le tue parole. la penso anch'io come te e mi sto scervellando per trovare una soluzione o almeno proporne una. penso che siamo tutti d'accordo con il fatto che sia crudele impedirle di seguire la sua lezione preferita. anche le altre maestre sono molto tristi per questa cosa. bisogna solo riuscire a fare in modo che tutti gli orari coincidano. ho gia' lanciato una proposta di orario alternativa, spero sia fattibile.

Anonimo ha detto...

Brava Nonsi, un'insegnante così sensibile come te è una fortuna per i suoi allievi. Cercate di cambiare quell'orario.
Mila

elisabetta pendola ha detto...

sei grande <3

nonsisamai ha detto...

grazie <3

Com'è finita con la bimba dislessica.

Ho proposto diverse soluzioni alternative e sono stata gelata. La maestra di recupero dice che si riprende velocemente e che in fondo riesce a fare il 75% della lezione di arte, quindi tutto bene. A me sembrava davvero che anche lei e l'altra, la maestra principale, avessero capito la sofferenza di quella bimba e probabilmente è stato così al momento. Facile commuoversi lì per lì e poi andare avanti come sempre. Il problema principale dei bambini è che la maggior parteddegli adulti ha completamente dimenticato la propria infanzia.

Sabina ha detto...

Frida è un'icona dell'arte contemporanea e rimane nel cuore di chi ha la sensibilità di comprendere la sua arte.
Da storica dell'arte quale sono, non mi era ancora capitato di riflettere sull'effetto che i suoi quadri e la sua storia possono avere sui bambini. Leggere di questa esperienza nella tua classe mi ha davvero scaldato il cuore! Chissà che a questa ricciolina resti non solo il trauma dell'allontanamento dalla classe in un momento così importante per lei, ma anche l'immagine di Frida, come esempio di donna forte e capace di amare profondamente!

ero Lucy ha detto...

Assurdo. Non si possono agganciare i nonni per fare una richiesta di poter partecipare interamente alla tua classe? Voglio dire, l'autostima sta bimba da qualche parte dovra' pure acchiapparla, o passera' la vita ad essere strappata dalle cose che ama?

nonsisamai ha detto...

lucy: hai ragione. probabilmente i nonni e anche la direttrice sarebbero d'accordo con me, ma forse no. sono cose che mi succedono relativamente spesso e la cruda realata' e' che nella mia posizione posso provare fino a un certo punto, ma poi non posso sempre fare le lotte contro i mulini a vento da sola.

nonsisamai ha detto...

sabina: io credo proprio di si'...

Elisen ha detto...

cosi' piccolina e gia' ha ben chiaro cosa sia la frustrazione..

MaryA ha detto...

Fai un lavoro che ti invidio moltissimo, e a volte si riescono a cogliere dei fiori nel deserto più assoluto.
A me è capitata una cosa bellissima l'altro giorno.
Un ragazzo, con dei gravi disturbi e con handicap mi ha sorriso e mi ha detto "vengo quì perchè questo posto mi fa sentire a casa".... questa cosa mi ha profondamente toccata.