venerdì 25 ottobre 2013

lavorare con i soldi o senza

Una volta, di mia iniziativa, feci fare a una classe un lavoro da battere all’asta a favore della scuola che si tiene una volta all’anno.

L’opera venne venduta per un sacco di soldi, cosi’ nelle edizioni successive mi chiesero espressamente di far fare un lavoro del genere ad ogni classe, e ne ho un bel po’ dai cinque ai dodici anni.

Gia’ li’ un po’ ero pentita. Certo mi faceva piacere che il lavoro fosse piaciuto, ma io volevo fare solo un gesto carino e invece ora mi ritrovavo con un sacco di aspettative e lavoro in piu’. Di anno in anno la cosa si e’ fatta sempre piu’ onerosa.

Adesso c’e’ stato un ulteriore salto di qualita’. E’ venuta a cercarmi la rappresentante delle mamme. Quando l’ho vista arrivare ho capito subito che avrei avuto qualche grana. Dopo tutti questi anni di insegnamento, ho il terrore delle mamme soprattutto quelle agguerritissime che fanno le rappresentanti delle altre. Voleva dirmi che quest’anno sono fortemente invitata a spendere dei soldi per far fare ai bambini i lavori da mettere all’asta. Certo, molto bello quello che hai fatto in passato, ma sai magari se spendi qualcosa in piu’ nei materiali…

Ho a disposizione una cifra che secondo me e’ piuttosto alta anche se in realta’ qualunque cifra mi sarebbe sembrata alta considerando che ho sempre fatto tutto benissimo senza spendere nulla.

Questo dovrebbe essere positivo, il problema e’ che.

Mi da’ proprio fastidio questa cosa, per una questione di principio. Insomma, io mi sono sempre fatta un vanto nel tenere bassi i costi. Sia perche’ so che la scuola non naviga mai nell’oro e sia perche’ spendere tanto per comprare materiali bizzarri non fa parte della mia filosofia come insegnante. Non credo siano necessarie grandi cifre per fare esprimere i bambini. Anzi, di solito la mancanza di mezzi (fino a un certo punto) aguzza l’ingegno, e’ un fatto comprovato. Preferirei darli in beneficienza quei soldi o usarli per comprare dei computer o dei libri, ma e’ una mia idea opinabilissima. 

Pensavo che l’obiettivo fosse ottenere il massimo spendendo il minimo, creare un oggetto dal valore simbolico, un bel ricordo, invece qui si vuole proprio intraprendere tutta un’altra strada. E tra l’altro, non so nemmeno se sono in grado. Voglio dire, il mio lavoro non e’ fare oggetti di artigianato. Di sicuro mi inventero’ qualcosa, da tutto questo imparero’ qualcosa di nuovo e andra’ tutto bene, ma proprio non mi piace l’idea che sta dietro a una manovra simile. Dal sentimentale al commerciale, sola andata.

12 commenti:

LordRevan ha detto...

Sei in America. It's all about the Benjamins :-)

Anonimo ha detto...

*beneficienza = beneficenza

Luciano ha detto...

Secondo me non è tanto una questione di soldi. È proprio che ci sono sempre questi "fenomeni" che non avendo niente di meglio da fare cercano sempre di insegnare agli altri il loro mestiere.
Questa ha perso di vista l'obiettivo della scuola, cioè educare. Investire per aumentare la qualità del prodotto si fa in fabbrica.
E poi mi rendo comunque conto anche qui che c'è gente che non capisce proprio il valore del lavorare con materiali poveri. Anche per questa signora propongo un'insegnante per rieducarla. Fa il paio con la maestra di sostegno, e sono due, dai che la classe si sta formando.

Unknown ha detto...

Bè è la filosofia americana :) se sei lì vuol dire che l'accetti ;)
hanno visto che si riesce a fare fund raising battendo all'asta le opere, quindi spingono per avere qualcosa di più articolato per fare più soldi a fronte di un piccolo investimento.

Non capisco, da noi si lamentano sempre tutti che non hanno fondi per fare niente, tu che li puoi avere, non li vuoi?
E poi ci saranno dei bambini che magari non riescono a comprare delle cose o le hanno rovinate, ecco che quei soldi tornano utili...

In fondo, il fine dell'arte, è vendere ;) anche Michelangelo si faceva pagare ;)

Luciano ha detto...

Il fatto è che per Michelangelo l'arte era un lavoro. Qui si tratta di bambini. Se l'obiettivo delle opere fatte dai bambini deve essere la vendita vuol dire che stanno lavorando.

Smila Blomma ha detto...

sei nel regno del capitalismo, ahinoi. digli pippa e continua come hai sempre fatto, poi prendi i soldi in più che ti hanno dato e ci fai cose più serie.
bisogna spendere dove serve, no dove non serve.
che mamma scema che hai incontrato!

Luciano ha detto...

Io comunque resto sempre per la fermezza. E non mi farei mezzo scrupolo a dire a questa mamma che la sua idea è sbagliata, con queste parole e senza diplomazia, e che la scuola non è una fabbrica. A metterla in riga.

Unknown ha detto...

Già! E poi la mandiamo in un gulag così impara a non farlo mai più la sporca capitalista! LOL

Non ti pare di essere troppo arrogante a credere che la sua idea sia sbagliata solo perchè la pensa diversamente da te?

Al massimo le si può dire che secondo noi si potrebbe fare diversamente, discuterne e cercare di esporre le nostre motivazioni, questo fanno le persone in democrazia :)

Luciano ha detto...

Ciao Mario
Leggo e apprezzo sempre i tuoi commenti sui vari blog. Mi piace come scrivi e quel che esprimi.
E se ti sembro arrogante ti do ragione, visto il mio modo di esprimermi. Infatti ho sempre evitato accuratamente lavori basati sulle relazioni come quello dell'insegnante.
Trovo che l'atteggiamento di questa signora sia stato già arrogante, da quel che ho capito è andata a cercare di imporre il suo modo di vedere (che, sottolineo, ritengo assolutamente distorto). E non ho l'abitudine di rispondere con gentilezza a quelle persone che pensano di insegnare agli altri come deve girare il mondo, cosa che la mamma in questione mi sembra voler fare.
E trovo molto grave il tentativo di diseducare dei bambini. Nonsisamai sta insegnando loro il valore del sapersela cavare con poco. Un insegnamento così importante resterà loro per tutta la vita, ogni volta che dovranno arrangiarsi. Impareranno che le cose si possono avere anche senza comprarle.
E mi spiace se mi scaldo e mi esprimo come un caprone. Non sono così aperto e disponibile con le idee degli altri. Ci provo.

nonsisamai ha detto...

ma cosa c'entra michelangelo??

in questo caso, si puo' creare un oggetto simpatico, un ricordo, un dipinto, una scultura fatto da dei bambini, quindi con le mancanze di un lavoro infantile (e tutto il fascino di un lavoro davvero fatto da loro) o si puo', come vuol fare lei, ordinare tipo un set di piatti, prendere il bambino farci fare un'impronta digitale colorata e fare pagare un prodotto che puo' risultare carino da vedere, ma che non ha proprio nulla di creativo.

e poi, non voglio fare polemiche, ma solo una precisazione.

forse non si evince dal post, ma la signora in questione fa un chiaro gioco di potere. le sue donazioni sono le colonne portanti della scuola, e' un'informazione di dominio pubblico, lei sa che io lo so e non posso replicare. fa tutto lei, decide tutto lei. se ti suggerisce qualcosa, e' perche' e' molto gentile e ci tiene alla forma, ma in realta' non te lo suggerisce, te lo comunica. non parliamo di democrazia a sproposito.

Unknown ha detto...

Alla luce delle precisazioni, mi scuso con tutti :) in effetti dal post non si capisce bene, ma se mi dici così allora è chiaramente una forma di abuso di potere.
Non credo sia bene inimicarsi la "capo" della pta... :) prendi i soldi e scappa!
A parte gli scherzi, sono comunque convinto che potresti usare la sovvenzione non per comprare materiale costoso, ma semplicemente del materiale e alleggerire il carico sugli studenti, poi le dici che hai preso "robba bbuona".

Infine mi scuso con Luciano, la mia è stata una risposta troppo sgarbata, purtroppo a volte non riesco ad esprimere i concetti in modo più civile :) ma non lo faccio con cattiveria :)

Luciano ha detto...

Ma vuoi scherzare, Mario?
Davvero, nessun problema. Io non ho assolutamente sentito la tua risposta come sgarbata.
Visto che io mi esprimo in maniera diretta, senza peli sulla lingua, con le parole che mi vengono, mi aspetto tranquillamente che anche gli altri lo facciano con me. Non solo non mi dispiace affatto se mi dici quel che pensi, lo trovo anche interessante. Grazie e non preoccuparti.
E complimenti a Nonsisamai: anni di blog, senza necessità di moderare i commenti e senza che i toni si alzino mai, discussioni sempre civili. Proprio bello.