martedì 12 marzo 2013

‘a’ come ‘acacia’ diceva il grillo parlante

Dicono che quando si invecchia, cominciano a tornare in mente immagini particolarmente vivide dei primi anni di vita e io credo che questa cosa succeda anche agli emigranti. La lontananza fa degli strani scherzi, ti fa riscoprire ricordi del passato che non sapevi nemmeno piu’ di possedere.

Mio padre l’otto marzo tornava sempre a casa con un grande mazzo di mimose e  mia madre le metteva in un vaso di vetro a cui teneva tantissimo,  IMG_20130312_001021forse l’unico regalo di nozze che le fosse davvero piaciuto e che poi anni dopo io stessa ruppi giocando a palla in corridoio. Lo ricordo cosi’ bene quel vaso. Era pesantissimo e ancora mi sento in colpa per averglielo rotto cosi’ stupidamente. Profumavano tutta la casa quelle mimose. Ricordo quel   giallo accesissimo e quelle palline pelose che nel giro di un paio di giorni si rinsecchivano. Mi ci tuffavo con il naso e respiravo piu’ forte che potevo. Mi affascinavano tutte le cose che cambiano e durano poco e le mimose eccellevano in entrambe le categorie. Mi piacevano le mimose, mi interessavano. La consistenza, il colore, l’odore, tutto.

Quando sono arrivata qui, ho visto che la festa delle donne non si festeggiava e non me ne sono certo fatta un cruccio, ma hanno cominciato a mancarmi le mimose, moltissimo. Di fatto le mimose sono una delle primissime cose che mi sono mancate dell’Italia perche’ non ho mai visto nulla di simile da queste parti. Cosi’ mi sono messa subito a cercarle, ma non le ho mai trovate. Ho cominciato a pensare che non sarei mai tornata in Italia in questo periodo e che non avrei mai piu’ sentito quel profumo. Non un bel pensiero.

Questo pomeriggio sono andata in uno di quei supermercati in cui vendono tutte le cose piu’ fresche e un po’ fuori dai circuiti della grande distribuzione e quasi non credevo ai miei occhi…in mezzo agli altri fiori, c’erano un paio di mazzi di mimose. Erano oramai quasi da buttare, in Italia non le avrebbero mai vendute cosi’ vecchie, pero’ ancora emanavano un po’ di quel profumo di cui avevo nostalgia. Vorrei sapere descrivere cosa ho provato quando ho sentito quel profumo. La verita’ e’ che sono scoppiata a piangere, come una stupida, al supermercato.

Mi chiedo se questa cosa valga per tutto. Prendi un oggetto qualunque, te ne privi completamente e dopo qualche anno diventa una cosa fondamentale della tua vita, senza la quale quasi non puoi vivere.

5 commenti:

paroleperaria ha detto...

A volte gli oggetti sono carichi di ricordi e sensazioni potentissime... :)

Lara Rizzotto @craft.and.shine ha detto...

A me capita soprattutto con gli odori, come Proust. Basta che senta un profumo che mi riporta ad un momento passato...e mi sciolgo di nostalgia. Ecco, in questo momento più di tutto vorrei sentire il profumo dei miei nipoti...

caterina ha detto...

io sono rimasta a gironzolare per il supermercato senza poi comprare nulla solo per finire di sentire una canzone di Irene Grandi che cantava al festivalbar di non so quale secolo fa..e mi sembrava di essere di nuovo a casa..quell'altra ma pur sempre vera e cara!!

sc ha detto...

oggi è morta la donna che ha inventato l'usanza della mimosa per l'8 marzo.

Zion ha detto...

non piangere :'(