martedì 11 dicembre 2012

la dimensione insondabile*

Conosco qualcuno a Milano che si impegna molto per far conoscere la cultura del popolo Rom. Organizza delle manifestazioni molto belle e credo che in questi anni abbia davvero dato un contributo alla possibilita’ di un loro sdoganamento futuro, se cosi’ si puo’ dire.

Mi e’ rimasto impresso un’aneddoto che mi racconto’ una volta. Era una delle prime volte che si incontrava con i rappresentanti del campo. Andarono in un locale, se non ricordo male, a bere qualcosa. Tutto stava procedento per il meglio quando la sua amica si accorse che le mancava il portafoglio dalla borsa. Una situazione surreale: ti fai in quattro per dimostrare che non sono come ‘la gente’ pensa che siano e te la fanno sotto il naso cosi’? Infatti, la spiegazione era un’altra e loro non c’entravano nulla, ma me lo raccontava per farmi capire quanto fosse stato difficile perfino per lei superare il pregiudizio. Poi cerco’ di spiegarmi un po’ come vivono. Ricordo vagamente che mi parlo’ di tante tradizioni interessanti, ma il suo discorso era comunque pieno di ‘per noi e’ impossibile capire’, e devo dire che non mi soddisfo’ a pieno. Mi sembrava affascinata da loro, ma ancora molto lontana sia dal capirli che dal farli capire a chi non li conosceva direttamente.

Allora lei era solo all’inizio ma immagino che in tutti questi anni abbia riempito quei buchi almeno in parte e che sarebbe capace di spiegarmi un po’ meglio ora. Ho ripensato a lei perche’ mi piacerebbe farle alcune domande.

Al supermercato, qualche giorno fa, ho visto una cosa che non avevo mai visto prima qui: un’intera famiglia, madre, padre e tre bambini che chiedevano l’elemosina davanti all’ingresso.

Il fatto di non vedere praticamente mai un povero da queste parti ti crea dei forti scompensi quando ne incontri uno. Poi, un’intera famiglia cosi’ e quel povero bimbo nel passeggino, ancora piu’ piccolo del mio…avrei voluto andar li’ e chiedere cosa fosse successo, immaginando un tornado, una malattia, una qualunque catastrofe.

Quello che ho fatto e’ stato invece entrare nel supermercato e fargli una spesa, riso, scatolette, biscotti per i bambini, cose cosi’.

Quando sono uscita dal supermercato se n’erano gia’ andati. Ma poi li ho visti, li ho rincorsi e gli ho dato le buste. Parlavano spagnolo, ma piu’ che altro non parlavano. La madre, specialmente, mi ha guardato davvero con una sorta di odio che non ho capito. E io che cercavo di comunicare nella loro lingua, avrei voluto darle un po’ di cose per il bimbo eventualmente, ma nulla, avendo davanti quel gelo ho lascialo perdere.

Mi sono un po’ informata e dice che quelle persone di fatto in quel parcheggio quasi ci vivono. Fanno l’elemosina ‘di lavoro’, sono gipsy, in pratica zingari (si puo’ dire o e’ offensivo?).

Non lo sapevo, ma ci sono ovunque non solo nell’Europa dell’Est. E’ venuto fuori che una nostra amica di Fort Worth vive in un quartiere dove ci sono gli zingari irlandesi ad esempio e io non ne avevo davvero mai sentito parlare, ma quello che mi rimane addosso e’ quel brutto sguardo. Quanto mi piacerebbe capire.

 

* citazione

7 commenti:

Speranza ha detto...

Credo volessero dei soldi e non la spesa.
Da noi, abbbiamo anche 4 bambini nella nostra scuola, i rom accettano tutto. La crisi li sta mettendo a dura prova.

Isa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Isa ha detto...

Onestamente non sono un esperta del popolo Rom, e tutto ciò che so è stato appreso da esperienza e aneddoti. Ad esempio, periodicamente passavano nel mio paesello e chiedere l'elemosina (casualmente in concomitanza si verificavano furti nelle case), entravano nei negozi e quando i negozianti gli davano cibo anziché soldi, questi chiedevano i soldi e rassegnati col cibo lo buttavano appena usciti dal negozio.
O quando un sabato pomeriggio in centro città c'era una madre con una bambina che chiedeva l'elemosina tra i passanti, mia mamma ha aperto il portafogli per darle dei soldi e quella le ha sfilato 50.000 lire ed è corsa via. O quando ce ne siamo trovate due in casa di mia nonna che cercavano di spiegare di essere "amiche di Marco" (peccato Marco avesse 5 anni all'epoca).
O della zingara che ha fatto l'elemosina al discount sotto la mia casa universitaria per 5 anni, e ancora la ritrovo lì quando passo, a volte con bambini, altre senza. Altre ancora con un'altra zingara.
O quando la mia amica romena mi ha raccontato che in Romania li odiano, e che alcuni sono ricchissimi e vivono in castelli da favola, e non hanno mai lavorato... chissà come fanno a permettersi quelle case e quelle macchine.
Io non credo sia possibile capirli. La nostra società si fonda sullo scambio. Dal baratto delle tribù più povere al lavoro remunerato della società più evoluta.
Per i Rom non esiste lo scambio, i Rom prendono e basta.
Ti invito a leggere questo articolo: http://www.neatorama.com/2012/08/21/The-Wealthy-Roma/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Neatorama+%28Neatorama%29

ero Lucy ha detto...

Vorrei capire anche io. Perche' a Roma la situazione si e' davvero fatta insostenibile.

Zion ha detto...

io non ci capisco niente.
Però so di un bellissimo progetto che va avanti da due anni al conservatorio di Milano: per tutti i sabati un gruppo di giovanissimi rom hanno frequentato degli insegnanti di musica, e hanno composto una loro orchestra. Senza saltare una lezione una.
Mi piacerebbe si partisse da qui, ma io per prima ho un sacco di pregiudizi e onestamente non comprerei mai casa di fianco a un campo nomadi.

tracina ha detto...

dalle mie parti tramite una cooperativa hanno aperto un negozio di prodotti artigianali, tutte cose cucite a mano, periodicamente organizzano anche ottimi aperitivi! stupidamente non immaginavo che anche negli USA ci fossero i rom, finché non ho scoperto "My big fat american gypsy wedding" http://www.youtube.com/watch?v=-79A_nMvvBA

Anonimo ha detto...

http://en.wikipedia.org/wiki/Irish_Travellers

sui gipsy irlandesi

Gio(UK)